I CIGNI DEL LAGO GHIACCIATO
D’inverno la natura si addormenta, gli alberi spogli sovrastati dal ghiaccio e dalla brina restano
inermi di fronte al gelo. Gran parte degli animali cade in un profondo letargo o migra nei paesi
caldi, per evitare di imbattersi nelle tremende temperature invernali. Anche alle Torbiere del
Sebino, nei mesi più freddi dell’anno, il paesaggio è desolato e silenzioso. Pochi sono gli animali
che sfidano l’inverno. Camminando nella riserva si scorgono in lontananza piccoli gruppi di
cormorani e pochi altri uccelli qua e là, tra cui pettirossi e storni. Nei vasti specchi d’acqua si
possono vedere, in tutta la loro maestosità ed eleganza, i cigni reali.
Una mattina d’inverno io e due amici, passeggiando armati di reflex, abbiamo notato due splendidi
esemplari in un grosso lago. L’intera superficie dell’acqua era congelata e i due cigni si muovevano
sopra di essa in una goffa danza.
Ad un certo punto la lamina di ghiaccio si ruppe sotto il loro peso e finirono entrambi dentro
l’acqua, proprio al centro del lago. I cigni solitamente non producono canti ma in quel caso,
nell’arduo tentativo di uscire dall’acqua gelida, emisero una serie di richiami unici, incantevoli e
allo stesso tempo da far rabbrividire. Sembrava provenissero da ogni parte della torbiera, avevano
una tonalità stranissima, che mai avevo udito prima. Che fosse il leggendario “canto del cigno”,
intonato da questi misteriosi uccelli soltanto poco prima di morire?
I due uccelli, dopo numerosi e disperati tentativi, riuscirono a liberarsi dalla trappola delle acque
gelide e, mettendosi in salvo, smisero di emettere i richiami; un po’ intimiditi tornarono a
“pattinare” sull’immensa superficie bianca. Buona visione!
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