IL LAGO DEI CIGNI balletto fantastico in tre atti libretto Vladimir Begičev e Vasilij Gel’cer musica Pëtr Il’ič Čajkovskij Balletto dell’Opera di Kiev coreografia Marius Petipa, Lev Ivanov revisione coreografica Aleksandr Gorskij scene e costumi Marija Levickaja La trama Atto primo Scena prima Parco di fronte al castello Il principe Siegfried festeggia con gli amici il raggiungimento della maggiore età. Gli ospiti bevono alla sua salute e il giullare intrattiene tutti con le sue buffonate. Giunge la regina madre, che affettuosamente lo rimprovera per la sua spensieratezza e gli ricorda che è giunto ormai il momento di scegliere una sposa tra le fanciulle che parteciperanno al ballo di corte del giorno dopo. Quando la principessa si allontana, la festa ricomincia. Al crepuscolo gli ospiti se ne vanno e il principe rimane solo nel parco. Guardando verso l'alto Siegfried scorge uno stormo di cigni bianchi e quella vista sveglia in lui l'istinto del cacciatore. Imbracciato l'arco, si inoltra nel cuore della foresta. Scena seconda Un lago nella foresta, nella profondità della notte Bianchi cigni nuotano vicino alla riva. In realtà si tratta di meravigliose giovani fanciulle, trasformate in creature alate dal crudele mago Rothbart: possono assumere forma umana solo la notte e l'unico potere al mondo in grado di rompere il malvagio incantesimo è l'amore devoto. Arriva Siegfried e, vedendo uno dei bianchi uccelli avvicinarsi alla riva, tende l'arco per colpirlo. Improvvisamente il cigno si trasforma in una donna bellissima, Odette, regina delle fanciulle-cigno. L'avvenenza di Odette affascina il principe, che tenta di catturarla. Ma lei, temendo il malvagio mago, fugge e scompare. Il principe rincorre Odette e le giura amore e fedeltà eterni, invitandola al ballo dell'indomani. Il cuore della giovane palpita appassionatamente. Da lontano appare Rothbart minaccioso a richiamare le creature fatate in suo potere. Albeggia. Odette rivolge al principe un tenero addio e, tornata cigno, segue il mago con le compagne, scivolando lentamente sull'acqua. Atto secondo Un ballo al castello Siegfried deve scegliere la sua sposa tra le fanciulle della buona società che sono state invitate, ma si dimostra indifferente nei loro confronti perché ha donato il suo cuore a Odette. Solo per le insistenze della madre danza con alcune delle sue probabili spose. Egli è comunque costretto a sceglierne una, alla quale dovrà donare un mazzo di fiori. Mentre è in preda al dilemma, uno squillo di tromba annuncia l'arrivo di nuovi ospiti, il barone Rothbart e sua figlia Odile, la cui somiglianza con Odette colpisce profondamente il principe. Rothbart vuole che Sigfried si innamori di Odile, così da rompere il suo voto di amore e fedeltà eterni a Odette, che quindi rimarrebbe per sempre in suo potere. È per questa ragione che egli ha dato alla propria figlia le fattezze della fanciulla-cigno. Con il suo fascino Odile seduce il principe, il quale comunica alla madre di aver scelto lei come sua sposa. Il crudele mago esulta.Compiuto l'inganno fatale, Rothbart e Odile abbandonano trionfanti il castello. Improvvisamente Siegfried vede apparire in lontananza il bianco spirito vagante di Odette e si rende conto di essere stato indotto col raggiro a rompere il suo giuramento. Disperato, si precipita verso il lago per cercare l'amata fanciulla. Atto terzo Le sponde del lago, di notte Sulla riva del lago i cigni danzano mestamente, in attesa di Odette. La fanciulla giunge, piangendo la sorte a cui è ormai condannata, e disperata si lascia cadere al suolo, morente, tra le compagne. Siegfried, sconvolto, la solleva teneramente, implorando perdono. Ma Rothbart, infuriato, chiama a raccolta i cigni neri, ai quali ordina di separare i due innamorati. Il principe affronta allora coraggiosamente il mago crudele, che nella lotta è colpito e scagliato con violenza nel lago. Rothbart ha ormai perduto il suo potere e l'amore ha spezzato il malvaggio incantesimo. I cigni, ora liberi, si trasformano in fanciulle mentre Odette e Siegfried, raggianti, si avviano verso una terrena felicità.