Comunicato del 11.11.2015 Le nostre idee relative alla possibile evoluzione dei mercati nel breve e medio termine. IN GENERALE Durante il mese di ottobre i mercati hanno fatto registrare una importante risalita dei listini azionari, tornati ai livelli di metà agosto dopo la forte correzione registrata nella seconda metà di agosto e di settembre. Ciò è avvenuto principalmente per 3 motivi: • la FED che non ha alzato i tassi dopo deludenti dati sui NFP di inizio ottobre, ribadendo durante l’ultima riunione un tono accomodante (vedi commento del 6.10.2015). • La dichiarazione di Mario Draghi: nella sua conferenza stampa da Malta dopo la decisione di non toccare i tassi d'interesse, lasciandoli al minimo storico, il governatore ha sottolineato che l'inflazione resterà bassa nel breve termine e che il piano d'acquisto di titoli verrà riesaminato a dicembre, alla luce delle nuove previsioni su economia e andamento dei prezzi da parte dello staff Bce. Un atteggiamento di vigile attesa che rimanda a quello della FED, che ha più volte ribadito di aver rinviato il rialzo dei tassi proprio dopo aver guardato alle condizioni macroeconomiche globali anziché americane. • La banca centrale in Cina annuncia il sesto taglio dei tassi di interesse dallo scorso novembre. La banca centrale cinese ha tagliato i requisiti sui tassi di riferimento per prestito e deposito per le banche, intensificando così gli sforzi per contrastare il rallentamento dell’economia cinese. Tutti questi eventi hanno ovviamente avuto una ripercussione positiva sui mercati azionari ed anche, in particolare i primi due, sul mercato dei cambi. La parità eur/usd ha infatti registrato una risalita successivamente al meeting della FED raggiungendo quota 1.15 per poi riscendere a quota 1.11 dopo le parole di Mario Draghi. Questa fase di rialzo degli indici azionari si è conclusa venerdì 6 novembre. I nuovi dati sui NFP relativi al mese di ottobre hanno infatti sorpreso molto i mercati essendo di molto al di sopra delle aspettative (ci si aspettava una cifra attorno a 135'000 ed invece il dato è stato di 271'000). Questi dati hanno fatto aumentare sensibilmente la probabilità di un rialzo dei tassi da parte della FED in dicembre al 75%. La reazione immediata è avvenuta sul mercato dei cambi col dollaro americano che ha guadagnato su tutte le valute (eur/usd a 1.07). Anche i titoli del debito americano sono scesi in previsione di un rialzo da parte della FED, ad esempio il rendimento a 10 anni è passato da 2.22% a 2.37%. I mercati azionari hanno invece perso terreno lunedì 9 trascinati verso il basso dai listini americani, i quali in 2 giorni hanno fatto registrare la discesa più importante delle ultime 6 settimane. Si tratta comunque di una discesa solamente del 1.5% per lo S&P 500. Stelinvest SA Corso S.Gottardo 32 CH - 6830 Chiasso [email protected] www.stelinvest.ch Fax +41(0) 91 697 60 75 Tel. +41(0) 91 697 60 70 Comunicato del 11.11.2015 Le nostre idee relative alla possibile evoluzione dei mercati nel breve e medio termine. Ora non resta che aspettare la riunione di dicembre sia della FED (che avverrà dopo la pubblicazione dei NFP di novembre) che della BCE e scoprire se effettivamente la divergenza delle loro politiche monetarie si amplierà o meno. Stelinvest SA Corso S.Gottardo 32 CH - 6830 Chiasso [email protected] www.stelinvest.ch Fax +41(0) 91 697 60 75 Tel. +41(0) 91 697 60 70