Orientamenti e strategia n°148 Newsletter mensile di La Française AM | Luglio/Agosto 2014 - Inviato alla stampa il 04 | 07 | 2014 Andamento del mercato Il mese di giugno è stato ricco di annunci delle banche centrali: la BCE ha accontentato gli investitori annunciando diverse misure circa le condizioni di rifinanziamento delle banche. Per fine anno, è possibile che siano implementate alcune misure relative ai riacquisti di attivi. Sebbene la FED intenda sempre avviare la normalizzazione dei tassi a breve termine a metà 2015, gli ultimi indicatori d'attività propendono su un movimento anticipato. I mercati azionari europei e i titoli di Stato dei paesi periferici sono stati, in un primo tempo, tra i principali beneficiari di tali annunci. In seguito, le tensioni in Iraq e il rialzo del prezzo dell'oro nero hanno generato una flessione delle borse europee. Energia e Sanità sono stati gli unici due settori dell'indice DJ STOXX600 a evidenziare sostanziali aumenti mensili. Gli indici azionari europei hanno chiuso il mese di giugno leggermente in territorio negativo, mentre i mercati americani hanno toccato nuovi massimi storici (+2% sul S&P500 TR nel corso del mese). Per il secondo mese consecutivo, i mercati emergenti (MSCI EM +2,31% in euro) hanno messo a segno un netto rimbalzo, mentre il mercato giapponese ha realizzato la migliore performance mensile (+5% per l’indice Topix in JPY), pur continuando a essere in calo nel 2014. In Cina, gli indicatori sembrano confermare il supporto effettivo apportato all'economia da misure mirate di allentamento del credito operate dal governo. Negli Stati Uniti, la revisione al ribasso del PIL del 1° trimestre, più forte del previsto, è stata controbilanciata da sondaggi di attività beneauguranti per il secondo semestre. Tuttavia, ciò ha spinto il mercato a rivedere al ribasso le prospettive di crescita per l'esercizio 2014. Gli investitori, rassicurati da risultati d'impresa favorevoli e da una valanga di fusioni e acquisizioni, hanno continuato a investire sui mercati azionari americani, mentre i tassi USA hanno evidenziato una flessione con il rinvio di una ripresa rapida dei tassi a breve. In Giappone, gli indicatori economici convalidano la sfida del governo Abe, anche se non si osserva alcuna inflazione a livello salariale. Le nuove misure, attese dagli investitori, potrebbero essere adottate solo successivamente, nel secondo semestre. Per settembre sono inoltre previste modifiche a livello di allocazione dei fondi pensione giapponesi a vantaggio dei mercati azionari. Sul fronte dei mercati emergenti, la pubblicazione di indici PMI in miglioramento unitamente a una valutazione interessante dell'asset class hanno determinato un ritorno dei flussi di acquisto in tutte le zone. Come nel mese precedente, i mercati obbligazionari e creditizi hanno registrato performance positive nel corso del mese e la parte lunga della curva ha registrato una netta sovraperformance. In uno scenario caratterizzato da tassi piuttosto bassi, l'interessante carry trade delle obbligazioni emergenti ha continuato ad alimentare i flussi. In 3 mesi, gli indici obbligazionari dei paesi emergenti hanno fatto osservare un aumento dell'ordine del +6% in "hard currency" e del +4% in valute locali. In Europa, i tassi periferici si sono ancorati sui livelli successivi all'annuncio della BCE del 5 giugno (Bonos al 2,63%, BTP al 2,82%). I tassi core sono anch'essi scesi a nuovi minimi annuali (Bund all'1,25% e OAT all'1,70%). Il pilotaggio della comunicazione della FED sul possibile rialzo dei tassi a breve termine, sostenuto dall'occupazione e dall'inflazione, ha permesso l'ancoraggio del TNote a 10 anni su un intervallo compreso tra il 2,50% e il 2,65% nel corso del mese. La debole dispersione delle valutazioni tra i titoli del listino europeo ai minimi del 2007 illustra il lavoro ancora più complesso dei gestori alla ricerca di alpha in un mercato diventato sempre meno differenziato. In un contesto sempre dominato dall'intervenzionismo delle banche centrali, si osserva una volatilità storicamente bassa sulla maggior parte delle asset class e volumi in costante diminuzione. La volatilità sul fronte azionario, ai minimi da oltre 15 anni, indica in misura maggiore l'urgente necessità, per gli investitori, di trovare, sui mercati azionari, un'alternativa alle altre asset class ritenute relativamente costose, più che una effettiva assenza di rischi. Il costo relativamente elevato di numerose asset class spinge alla prudenza. I mercati azionari continuano a essere interessanti, purché i risultati delle imprese, in particolare quelle europee, migliorino nel secondo semestre. Congiuntura Considerati gli indicatori più recenti, si confermano i timori sulla crescita preannunciati in occasione della nostra ultima newsletter. Sembra in effetti che il miglioramento della congiuntura prevista a inizio anno si faccia attendere. Ma di cosa si tratta esattamente? Per gli Stati Uniti, il dato principale è la nuova revisione al ribasso del PIL del primo trimestre 2014, in teoria definitiva. I nuovi dati disponibili sui primi mesi dell'anno hanno spinto i contabili nazionali a ridurre nuovamente la domanda e le scorte. In totale, il PIL avrebbe subito una contrazione a un ritmo del 2,9% l’anno nel primo trimestre 2014, cancellando in tal modo totalmente l'aumento dell'ultimo trimestre 2013. I tassi di inflazione negli Stati Uniti e nell'Eurozona, che generalmente hanno evoluzioni analoghe, da qualche mese hanno evidenziato un netto scostamento. Tasso d'inflazione negli Stati Uniti 6 Diminuzione in % su base annua 5 4 3 2 1 0 -1 -2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 © Coe-Rexecode Tasso d'inflazione nell'Eurozona Diminuzione in % su base annua 6 Non dimentichiamo che un anno fa, la crescita americana era in netta accelerazione con tassi dell'1,1% nel primo trimestre 2013, del 2,5% nel secondo e del 4,1% nel terzo. La produzione del primo trimestre 2014 ha risentito pesantemente degli effetti delle tempeste di inizio anno. Una parte di tale calo della produzione sarà definitivamente perso, una parte potrà essere recuperata. Un recupero totale comporterebbe un rimbalzo dell'attività a un ritmo compreso tra il 6% e l'8% annui nel secondo trimestre, ma considerati gli indicatori recenti, non assisteremo, al momento, a un'evoluzione di questo tipo. In primavera, gli indici PMI americani hanno evidenziato un netto rialzo sia nell'industria e sia nelle attività del terziario. La creazione di nuovi posti di lavoro ha ritrovato livelli superiori alle 200.000 unità al mese e gli indicatori di congiuntura sono sostanzialmente ben ancorati in territorio positivo, seppur non evidenzino uno slancio altrettanto vigoroso. Il tasso d'inflazione, che era sceso sotto l'1,5% l'anno, è risalito sfiorando il 2%, allontanando qualsiasi ipotesi di deflazione per gli Stati Uniti. La congiuntura dell'Eurozona rimane sempre in sospeso. Il primo trimestre 2014 è stato relativamente soddisfacente. In seguito, gli indici PMI hanno dato segnali di affanno. L’indice flash composito dell’attività globale nell'Eurozona si attesta a quota 52,8 dopo il 53,5 di maggio, vale a dire il livello più basso da oltre sei mesi. Le componenti industriali e del terziario seguono movimenti analoghi. Dalle indagini della Commissione sul terziario, basate su un campione più ampio, non emergono segnali più ottimistici. Le spese di consumo delle famiglie rimangono sostenute dal calo del tasso di risparmio. In un contesto caratterizzato da una crescita debole, il tasso d'inflazione sul periodo recente è sceso a livelli eccezionalmente bassi che risentono anche in parte dell'aumento passato dell'euro. 5 I timori di nuovi cali di dell'economia cinese si sono attenuati. A maggio, la produzione industriale ha recuperato la sua tendenza a un ritmo di quasi il 9% l'anno. L’investimento urbano aumenta a un ritmo del 17% annuo e le vendite al dettaglio aumentano di oltre il 12% annuo. In sintesi, la crescita mondiale dovrebbe proseguire nei prossimi mesi a un ritmo sempre molto contenuto. 4 3 2 1 0 -1 -2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 © Coe-Rexecode 2 Newsletter mensile di La Française AM | Luglio/Agosto 2014 Prospettive economiche Il 5 giugno, la Banca Centrale Europea ha preso una serie di decisioni importanti a dimostrazione della propria determinazione a stimolare il credito bancario, a riunificare, per quanto possibile, i mercati dei capitali dell'Eurozona e a consolidare l’avvio della ripresa dell'attività. I tassi di riferimento sono stati nuovamente ridotti (calo del tasso delle operazioni di rifinanziamento principale dallo 0,25% allo 0,15%, calo del tasso delle operazioni di prestito marginale dallo 0,75% allo 0,40%). La remunerazione delle operazioni di deposito di liquidità delle banche commerciali presso la BCE è entrata in territorio negativo (-0,10%), ossia è ormai necessario pagare la BCE per mantenere dei depositi superiori alle riserve obbligatorie. Sarà inoltre introdotta una serie di TLTRO (operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine o Targeted Longer Term Refinancing Operations) secondo le modalità originali. Nel 2014, alle controparti sarà inizialmente concesso il diritto a un prestito dalla BCE a titolo del programma TLTRO per un importo pari al 7% del volume totale di credito attuale al settore privato, esclusi i prestiti per abitazioni. In seguito, nel 2015 e nel 2016, le controparti avranno diritto a ulteriori agevolazioni accordate dalla BCE per importi proporzionali ai nuovi prestiti che avranno concesso ai loro clienti. Infine, la procedura d'asta a tasso fisso senza limiti di importo sarà mantenuta almeno fino a dicembre 2016. Tali misure hanno ricevuto un'accoglienza piuttosto positiva da parte dei mercati azionari che aspettavano un rilancio della politica monetaria. Tuttavia, i dati macroeconomici discordanti sull'Eurozona le hanno in seguito ridimensionate. Prima del recente aumento, i tassi di interesse delle obbligazioni dei paesi "periferici" si sono ulteriormente avvicinati ai tassi core, i quali non hanno registrato alcun rialzo, mentre il tasso francese è perfino sceso al minimo storico dell'1,7%. La decisione della BCE lascia aperta la questione dell'uscita dalla situazione attuale, totalmente atipica, mai osservata in passato, nella quale la maggior parte dei rischi sono offuscati nel mare di liquidità creato dalle banche centrali. Non riversandosi nell'economia, tali liquidità gonfiano i prezzi degli attivi a livelli che rischiano di diventare artificiali e di creare una minaccia di instabilità futura. Scenario di riferimento per il 2014 - 2015 Crescita* Lo scenario che possiamo delineare prevede il proseguimento della ripresa americana e la difficile uscita dalla recessione dell'Eurozona. Abbiamo rivisto al ribasso il tasso di crescita degli Stati Uniti per tenere conto dei risultati del primo trimestre (che saranno parzialmente corretti nel secondo trimestre). La crescita su scala mondiale, ancora molto contenuta, non è sufficiente a determinare un cambiamento di ritmo dell'inflazione, che dovrebbe rimanere debole. I tassi d'interesse di riferimento dovrebbero rimanere molto bassi, mentre i tassi a lungo termine dovrebbero far osservare un leggero aumento, pur rimanendo ancora al di sotto dell'obiettivo di medio periodo anche nel 2015. Inflazione* Tasso d'interesse banche centrali** Rendimenti a 10 anni** 2014 2015 Stati Uniti 2,00 3,00 Eurozona 0,80 1,20 Stati Uniti 1,80 1,80 Eurozona 0,70 1,20 Fed 0,25 0,50 BCE 0,15 0,15 Treasury Notes USA 3,00 3,50 OAT 2,00 2,50 Luglio/Agosto 2014 | Newsletter mensile di La Française AM *Media annuale - **A fine anno Continuiamo a privilegiare lo scenario di una crescita mondiale un po' al di sotto della tendenza a lungo termine nel 2014 e similmente nel 2015, senza tensioni sui prezzi delle materie prime e del petrolio e, in generale, senza una marcata inflessione rispetto alla tendenza attuale. La crescita dovrebbe restare a lungo al di sotto dei livelli di dieci anni fa. In un contestato caratterizzato da una crescita debole e dalla stabilità dei prezzi a livello mondiale, l'inflazione dovrebbe rimanere contenuta. Tenuto conto delle differenze di congiuntura tra Stati Uniti ed Eurozona, secondo la logica macroeconomica, i tassi di intervento monetario dovrebbero evidenziare un rialzo negli Stati Uniti molto prima che in Europa e il tasso di cambio euro/dollaro dovrebbe continuare a diminuire leggermente. Nei paesi emergenti, permane la relativa calma successiva alla leggera crisi di cambio di inizio 2013, seppur sia appunto relativa e fragile. 3 Le nostre convinzioni Gestione flessibile La nostra gestione flessibile, fondata sui principi della gestione asimmetricaTM, è illustrata attraverso il fondo diversificato LFP Patrimoine Flexible. Variazione mensile del portafoglio (in %) 727$/($=,21, *LDSSRQH (XURSD 86$ 3DHVLHPHUJHQWL 727$/(2%%/,*$=,21, +LJK\LHOG 7LWROLLQGLFL]]DWLDOO¶LQIOD]LRQH &UHGLWR,QYHVWPHQW*UDGH 5LWRUQR$VVROXWR2EEOLJD]LRQDUL 'HELWRSDHVLSHULIHULFL 'HELWRSDHVLHPHUJHQWL 71RWH86$ $OWHUQDWLYLHWRWDOUHWXUQ 'ROODUR 0DJJLR *LXJQR "Se regna l'incertezza, perché temere qualcosa?" Solone. Abbiamo mantenuto un posizionamento neutro leggermente positivo in termini di delta, ma abbiamo proseguito la riduzione graduale dell'esposizione globale ai mercati azionari approfittando del ritorno della maggior parte dei mercati ai massimi annuali. Fino a quel momento assenti dai mercati emergenti, a fine periodo abbiamo aperto una posizione sulle azioni cinesi. Gli annunci della BCE di inizio giugno ci hanno spinto ad aprire posizioni sui fondi tracker delle banche europee. Parallelamente, abbiamo effettuato prese di profitto, a fine mese, sulla nostra posizione sui titoli finanziari americani. Tali movimenti sono stati accompagnati da un pilotaggio tattico quotidiano attraverso contratti sull'indice EuroSTOXX50, con rapide prese di profitto su tali posizioni di trading. Infine, durante il periodo di riferimento, il delta del portafoglio ha oscillato tra il 48% e il 52%. Sulla componente obbligazionaria del portafoglio, abbiamo affrontato la riunione della BCE con liquidità disponibile, che abbiamo poi deciso di mobilitare acquistando titoli di Stato dei paesi periferici, convinti della necessità di limitare la liquidità non remunerata del portafoglio. Dopo il fortissimo apprezzamento di tali titoli e una crescita costantemente debole in Europa, ci è sembrato prudente riposizionarci almeno sulle parti più lunghe delle curve, dopo la forte impennata delle ultime settimane. Tra i movimenti del mese abbiamo, quindi, alleggerito un fondo "casa" investito in titoli di Stato dei paesi periferici su scadenze a breve, a vantaggio di linee dirette su scadenze superiori a 10 anni; abbiamo ridotto di un terzo la posizione short sul T-Note americano, per avvicinarci alla parte alta dell'intervallo da noi identificata a un livello di tasso del 2,65%. La nostra posizione lunga sul dollaro USA, gestita in maniera tattica, è stata riportata all'8% del portafoglio. Il tempo gioca a priori a nostro favore, la divergenza delle politiche monetarie si riduce. A fine periodo, abbiamo inoltre aperto una posizione sul debito dei paesi emergenti per il 5% del portafoglio. Rimaniamo fiduciosi riguardo alla convergenza dei tassi delle obbligazioni dei paesi periferici rispetto a quelli core. Sulla componente azionaria, il recente rialzo degli indici autorizza una maggiore prudenza sul fronte delle esposizioni su scala mondiale. Questo documento ha fini esclusivamente informativi e di marketing. Le informazioni contenute non rappresentano un consiglio d'investimento, una proposta d'investimento o un incitamento qualunque ad operare sui mercati finanziari. Le valutazioni formulate riflettono l'opinione del loro autore alla data di pubblicazione e sono suscettibili a continua evoluzione. 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