SCIENZA IN PRIMO PIANO LA VIOLAZIONE DIRETTA DI CP E L'ESPERIMENTO NA48 I. Mannelli Scuola Normale Superiore e INFN Sezione di Pisa «L'idea direttrice del Creatore, almeno come appare a noi, eÁ di utilizzare simmetrie e poi di nasconderle o di romperle. Queste rotture possono essere a loro volta manifestazione di una simmetria ad un livello piuÁ profondo» Lev Okun Europhysics News 24 (1993). 1. ± Introduzione Un teorema fondamentale della teoria quantistica-relativistica-locale dei campi implica l'invarianza di tutte le interazioni sotto l'applicazione combinata delle operazioni di scambio particella-antiparticella C, di riflessione spaziale P e di inversione temporale T. Finora in nessun esperimento eÁ stata messa in evidenza una deviazione dalla simmetria CPT. Tuttavia, come eÁ ben noto, nel 1956 fu scoperto che le interazioni deboli non sono invarianti sotto P e C singolarmente. La simmetria sotto l'operazione combinata CP risultava invece ben verificata e per alcuni anni fu assunto che fosse effettivamente una proprietaÁ intrinseca di tutte le interazioni fondamentali. A motivare gli esperimenti che portarono alla dimostrazione della violazione della paritaÁ nei decadimenti indotti dalle interazioni deboli aveva contribuito la constatazione sperimentale che i mesoni K carichi potevano decadere in tre pioni (il cosidetto modo «tau») e quelli neutri in due (il modo «theta»). Essendo infatti opposta la paritaÁ dei due stati finali, se si trattava effettivamente dello stesso tipo di particella iniziale, l'esistenza di questi stati finali implicava la non invarianza per paritaÁ. Questo fatto e le straordinarie proprietaÁ dell'evoluzione temporale e di propagazione nella materia dei mesoni K neutri suscitarono grande interesse e molti esperimenti furono dedicati al loro studio. La sorpresa avvenne nel 1964 con l'esperimento condotto da Christenson, Cronin, Fitch e Turlay a Brookhaven (1) che dimostroÁ in modo incontrovertibile che anche la componente KL a lunga vita media dei mesoni K neutri puoÁ decadere in due pioni. Secondo l'interpretazione degli autori, accettata dalla quasi totalitaÁ dei fisici (2), il risultato dell'esperimento eÁ conseguenza di violazione di CP. A giustificare il grande interesse suscitato dalla scoperta della violazione di CP, che sussiste tuttora, concorrono almeno due fattori e cioeÁ la speranza che attraverso lo studio della natura di questa proprietaÁ di simmetria si possa aprire una finestra verso fisica nuova e la supposizione che, in una qualche forma, se non necessariamente in quella risultata finora accessibile agli esperimenti, la violazione di CP sia uno degli ingredienti necessari a rendere ragione della apparente attuale mancanza di antimateria nell'Universo e del rapporto materia/ entropia dell'ordine di 10±12. Nei mesoni K neutri la violazione puoÁ occorrere nelle oscillazioni K-K, oppure all'atto del decadimento in due pioni o in entrambi i processi. Nel primo caso la violazione di CP viene indicata come «indiretta» e nel secondo come «diretta». Dallo studio dello sviluppo temporale di altri modi di decadimento dei K neutri, in particolare di quelli semileptonici, ci si rese conto rapidamente che l'effetto osservato a Brookhaven era dovuto prevalentemente alla violazione «indiretta» di CP. Il cosidetto modello «superdebole», proposto da Wolfenstein (3) prima ancora che fosse misurata l'asimmetria di carica nei decadimenti semileptonici del KL, postuloÁ addirittura che la violazione di CP fosse unicamente «indiretta», in quanto 99 IL NUOVO SAGGIATORE dovuta ad una nuova interazione fra stati con differenza di stranezza S 2 e con costante d'accoppiamento talmente piccola da avere effetti osservabili unicamente come interferenza nel mescolamento K-K. La presenza di violazione «indiretta» di CP si manifesta nel fatto che gli autostati della propagazione temporale a breve e lunga vita media, KS e KL non coincidono con gli autostati ad autovalore di CP + 1 e ±1, indicati rispettivamente con K1 e K2 . Il grado di impurezza eÁ definito dal parametro ". Del decadimento KL in due pioni eÁ responsabile solo la sua componente " K1 . In presenza di violazione «diretta» di CP, anche l'autostato K2 puoÁ decadere nello stato finale di due pioni. La transizione eÁ caratterizzata in questo caso dal parametro "0 . Seguendo le convenzioni comunemente adottate e assumendo invarianza sotto CPT i rapporti fra ampiezze di decadimento in due pioni possono essere scritti, con j"0 j j"j; come KL ! = KS ! " "0 , KL ! 0 0 = KS ! 0 0 " 2"0 , ed il doppio rapporto R fra le probabilitaÁ di decadimento per unitaÁ di tempo R 100 P KL ! 0 0 P KS ! ' P KS ! 0 0 P KL ! '1 0 6 Re " =" Verso la metaÁ degli anni settanta gli esperimenti indicavano che l'effetto dominante era quello della violazione «indiretta» e ponevano un limite Re "0 =" < 10 2 . A motivare una vera e propria campagna sperimentale per la rivelazione della violazione diretta di CP a partire dagli inizi del decennio successivo hanno concorso vari sviluppi teorici. Innanzi tutto l'osservazione nel 1973 di Kobayashi e Maskawa (4) che, in presenza di tre famiglie di quarks, la matrice degli accoppiamenti della corrente debole carica poteva contenere termini con parti immaginarie non trivialmente eliminabili, tali da generare effetti di violazione di CP sia «diretta» che «indiretta». Poi il crescente successo del Modello Standard ed in particolare i primi calcoli di Re "0 =". Per quanto riguarda inoltre le tecniche sperimentali, importanti progressi erano stati fatti, specialmente nella calorimetria elettromagnetica, tali da consentire finalmente una rivelazione dei decadimenti in pioni neutri con la precisione ed accettanza necessarie per ottenere un miglioramento di sensibilitaÁ per "0 di almeno un ordine di grandezza. La prima evidenza per l'esistenza della violazione «diretta» di CP eÁ stata presentata alla Lepton-photon Conference (Hamburg, 1987) dalla collaborazione NA31 del CERN, che ha poi pubblicato (5) il risultato finale nel 1993: Re "0 =" 23:0 6:5 10 4 ; NA31: Nello stesso anno la collaborazione E731 del FermiLab ha pubblicato (6) il risultato Re "0 =" 7:4 5:9 10 4 ; E731 : L'insoddisfacente grado di compatibilitaÁ dei due esperimenti ha indotto le rispettive collaborazioni a portare avanti, in ciascuno dei due laboratori, una nuova generazione di esperimenti, NA48 al CERN e KTEV al FermiLab, con prestazioni sistematiche e statistiche notevolmente migliorate. Nel frattempo, dato il grande interesse per arrivare a mettere definitivamente in evidenza la violazione «diretta» di CP e a determinarne la grandezza, l'INFN ha deciso la costruzione, dedicata essenzialmente a questo scopo, della cosidetta -Factory DANE e dell'associato rivelatore KLOE ai LNF, attualmente in fase attiva di presa dati. Nel 1999 sia KTEV che NA48 hanno pubblicato (7, 8) i loro primi risultati da una frazione della statistica totale: Re "0 =" 28:0 4:1 10 4 ; KTEV ; Re "0 =" 18:5 7:3 10 4 ; NA48 : Nel maggio 2001 la collaborazione NA48 ha concluso l'analisi dei dati raccolti negli anni 1998 e 1999. La statistica eÁ sette volte piuÁ grande di quella usata per il primo risultato ottenuto dai dati 1997 citato di sopra. Il risultato complessivo eÁ Re "0 =" 15:3 2:6 10 4 ; NA48 ; che esclude la validitaÁ del modello Superdebole a 5.9 deviazioni standard. Nel seguito viene illustrato il principio dell'esperimento NA48 e descritta la sua effettiva realizzazione, con particolare riferimento agli aspetti piuÁ innovativi ed al contributo della componente INFN della collaborazione che comprende gruppi di Cagliari, Ferrara, Firenze, Perugia, Pisa e Torino. Gli altri partecipanti a NA48 provengono da Cambridge, CERN, Dubna, Edinburgh, Mainz, Orsay, Saclay, Siegen, Vienna e Warshaw. I. MANNELLI: LA VIOLAZIONE DIRETTA DI CP E L'ESPERIMENTO NA48 2. ± Il metodo di NA48 Il principio fondamentale di un esperimento diretto ad evidenziare un valore di "0 non nullo deve chiaramente essere quello di produrre ed identificare separatamente decadimenti di KL e di KS e di ricostruire quelli in coppie di pioni carichi o neutri in modo tale da evitare qualunque differenza di accettanza che possa produrre una distorsione apprezzabile nel valore misurato del doppio rapporto. Qualora possa sussistere una differenza di accettanza o una possibilitaÁ di contaminazione da decadimenti di diverso tipo, l'esperimento dovraÁ essere progettato in modo da permettere, acquisendo dati anche in situazioni diverse da quelle utilizzate per accumulare la statistica necessaria per la misura principale, un controllo il piuÁ possibile diretto di tali effetti ed una loro valutazione quantitativa. Infine eÁ anche necessario simulare, con tutti i dettagli necessari, la risposta dell'apparato nelle condizioni effettive di funzionamento. Va da se che, a priori, l'affidabilitaÁ del risultato saraÁ tanto piuÁ elevata quanto piuÁ piccole risulteranno essere per un esperimento le correzioni specifiche che debbono essere applicate e, ancor piuÁ le incertezze nelle correzioni stesse. Le scelte di progetto e del metodo di analisi dei dati di NA48 sono centrate a rendere simmetrici rispetto ad inevitabili effetti sistematici i conteggi di almeno due dei quattro termini che appaiono nel doppio rapporto da misurare. I quattro modi sono raccolti allo stesso tempo ed entro lo stesso volume di decadimento. I fasci di KS e KL sono prodotti simultaneamente a partire dalla stesso fascio di protoni trasportati, con un'opportuna scelta della intensitaÁ relativa, a due targhette situate a distanze diverse rispetto all'inizio del volume fiduciale in relazione alla diversa vita media di KS e KL. La targhetta di produzione dei KS, localizzata circa 120 metri in fronte all'apparato di rivelazione, eÁ spostata in alto di alcuni centimetri rispetto all'asse del fascio di KL, per permettere l'indispensabile collimazione. I due fasci sono convergenti e si sovrappongono nella zona dei rivelatori cosõÁ che l'accettanza geometrica eÁ essenzialmente identica per decadimenti dello stesso tipo di KS e di KL che hanno la stessa energia e vertice di decadimento nella stessa posizione longitudinale entro il volume di fiducia. Sul percorso dei protoni che vanno a produrre i KS eÁ interposto un odoscopio di contatori a scintillazione in modo da permettere, mediante la coincidenza temporale (entro 2 10 9 s) con la rivelazione di un decadimento, di distinguere se esso eÁ dovuto ad un KS oppure ad un KL. Una eventuale inefficienza della coincidenza, diversa per i decadimenti 0 0 e , falserebbe il risultato dell'esperimento. La distinzione fra KL e KS viene fatta solo off-line e l'inefficienza eÁ costantemente monitorizzata e mantenuta a livelli dell'ordine di 10± 4. Come conseguenza della raccolta simultanea dei dati i flussi dei K si cancellano nel rapporto dei decadimenti 0 0 e . Mantenendo sensibilmente costante il rapporto fra il flusso di KL e KS, lo stesso accade per tutte le perdite associate a possibili inefficienze dovute a variazioni nella risposta dell'apparato e nella procedura di acquisizione e ricostruzione degli eventi. Eventi di fondo, che arrivano a contaminare a livello dei per mille il campione di eventi accettati malgrado l'alta risoluzione dei rivelatori, sono dovuti essenzialmente a decadimenti semileptonici dei KL. Tali eventi sono accuratamente valutati usando specifici campioni di dati appositamente registrati in parallelo e poi sottratti bin per bin delle distribuzioni sperimentali. Decadimenti nello stesso tipo di stato finale, che occorrano alla stessa posizione longitudinale ed alla medesima energia, hanno accettanza praticamente identica sia che provengano dal fascio KS che da quello KL. Essi infatti differiscono solo per la posizione trasversa del vertice, che eÁ tipicamente di 6 cm a distanza di 100 m dai rivelatori. Siccome peroÁ la distribuzione longitudinale dei decadimenti in due pioni nei due fasci eÁ naturalmente molto diversa, per egualizzare effettivamente l'accettanza, nel contare gli eventi KL viene applicato un peso pari al rapporto noto fra l'andamento dei decadimenti in due pioni nel fascio KS e KL ad una determinata posizione ed energia. La residua differenza di accettanza dipende solo dalla differenza di divergenza angolare dei due fasci che eÁ determinata dal sistema di collimazione ed in quanto tale eÁ stabile nel tempo. Essa eÁ misurata con precisione e ben simulata via Montecarlo. Il numero di eventi, integrati su uno stesso intervallo corrispondente a 3.5 vite medie del KS, per i quattro termini che compaiono nel doppio rapporto, viene quindi valutato in ciascuno di 20 intervalli di 5 GeV di energia dei K fra 70 e 170 GeV. La media pesata dei 20 valori di R cosõÁ ottenuti, che risultano compatibili con l'essere indipendenti dall'energia, fornisce, dopo una correzione finale di accettanza ottenuta valu- 101 IL NUOVO SAGGIATORE tando la deviazione del doppio rapporto da 1 per eventi Montecarlo prodotti in assenza di violazione diretta di CP, la stima finale di R e quindi di Re "0 =" 1=6 1:0 R : EÁ opportuno notare che la procedura di peso dei KL risulta in un aumento di circa il 35% dell'errore statistico, rispetto a quello calcolato usando gli eventi non pesati. Tuttavia essa eÁ stata adottata dalla collaborazione NA48, giaÁ allo stadio di progetto dell'esperimento, perche riduce in modo importante l'incertezza sistematica del risultato rendendo la correzione per la differenza di accettanza relativamente piccola ed insensibile ai dettagli della simulazione Montecarlo. 3. ± I fasci KL e KS La fig. 1 mostra schematicamente il sistema di collimazione e trasporto dei fasci. Tipicamente 1:5 1011 protoni, accelerati all'energia di 450 GeV, per impulso del SPS del CERN, incidono con un angolo di 2.4 mrad sulla targetta KL, localizzata ~ 248 m in fronte del calorimetro elettromagnetico a krypton liquido usato per la rivelazione dei fotoni di decadimento dei 0 . Il fascio KL eÁ definito da una serie di collimatori che terminano all'inizio della zona utile per la rivelazione dei decadimenti a 126 m dalla targetta. A questo punto la componente KS ed iperonica sono quasi completamente decadute. I protoni non interagenti sono diretti ad un monocristallo di silicio curvato meccanicamente. Una loro frazione soddisfa la condizione di channelling e viene selezionata come fascio a piccola emittanza che viene poi trasportato con magneti convenzionali. Vale la pena di rimarcare che, sfruttando il cristallo curvo, in soli 6 cm si ottiene una deflessione corrispondente a 14.4 Tm! Dopo aver passato l'odoscopio di tagging i protoni vengono trasportati lungo la linea stessa del fascio KL e poi di nuovo deflessi verso la targetta del fascio KS dove incidono a 4.2 mrad con una intensitaÁ tipica di 107 per impulso. La risoluzione temporale del sistema di «tagging» eÁ di 140 ps e gli impulsi prodotti da due protoni possono essere distinti se sono separati da piuÁ di 4-5 ns. La collimazione del fascio KS 102 Fig. 1. ± Rappresentazione schematica dei fasci K L e K S. Gli eventi K S sono distinti da quelli K L tramite la coincidenza temporale con il passaggio dei protoni nella stazione di tagging. I. MANNELLI: LA VIOLAZIONE DIRETTA DI CP E L'ESPERIMENTO NA48 dotti di decadimento dei mesoni K (e nel fascio KS anche degli iperoni neutri) con la sola eccezione di mesoni m che attraversano le schermature. La disposizione generale dell'apparato eÁ mostrata in fig. 2. 4. ± Lo spettrometro magnetico e l'odoscopio di trigger p+p- Fig. 2. ± Rappresentazione schematica degli elementi dell'apparato sperimentale. La finestra di kevlar, che divide la regione sottovuoto si trova a circa 24 m in fronte al calorimetro a krypton liquido. Il fascio di particelle neutre prosegue indisturbato nel tubo a vuoto centrale, che attraversa tutto l'apparato. avviene su una distanza di 6m e l'inizio della zona di fiducia eÁ definito da un sistema di contatori, chiamato AKS, che in aggiunta a scintillatori per la rivelazione di particelle cariche comprende un cristallo di iridio per convertire e quindi rivelare fotoni con il minimo di interazione adronica del fascio. I due fasci convergono all'altezza dell'apparato di rivelazione e lo attraversano completamente rimanendo in un tubo a vuoto centrale senza incontrare finestre. Con questa disposizione dei fasci le parti attive dei rivelatori sono esposte unicamente ai pro- Fig. 3. Lo spettrometro eÁ contenuto in un recipiente riempito di elio a pressione atmosferica. Due camere a drift sono localizzate prima e due dopo il magnete dipolare centrale con 0.833 Tm di integrale di campo, il cui segno eÁ invertito con regolaritaÁ. Ciascuna camera eÁ costituita da otto piani con fili orientati in quattro direzioni a 45 gradi l'una rispetto all'altra. La massa invariante dei decadimenti in eÁ ricostruita con una risoluzione di 2.5 MeV. Il recipiente ad elio eÁ chiuso da una finestra sottile di alluminio ed eÁ seguito da due piani di contatori a scintillazione segmentati in orizzontale e verticale e disposti in quadranti. I segnali sono opportunamente combinati in modo da ottenere un trigger di primo livello. A partire dai dati registrati, l'istante di attraversamento dei pioni carichi viene ricostruito con una risoluzione temporale di 150 ps. 5. ± Il calorimetro a krypton liquido Eventi di decadimento in pioni neutri sono rivelati e ricostruiti completamente sulla base della risposta indotta dai fotoni nel calorimetro a krypton liquido (fig. 3) che eÁ stato progettato e 103 IL NUOVO SAGGIATORE costruito specificamente per l'esperimento NA48. Lo spessore del krypton corrisponde a 27 lunghezze di radiazione ed a un contenimento totale degli sciami generati da fotoni di energia inferiore a 100 GeV. Esso consiste in un volume di circa 10 m3 di krypton in cui sono immersi nastri di Cu-Be-Co, di dimensioni 40 mm 18 mm 125 cm, che costituiscono gli elettrodi di 13200 celle a ionizzazione disposte in una struttura proiettiva longitudinale che punta al centro della regione di decadimento dei mesoni K. La sezione trasversa di una cella eÁ circa 2 cm 2 cm. Il nastro centrale, con funzione di anodo, eÁ mantenuto ad un potenziale di 3 kV e, tramite un condensatore a bassa induttanza eÁ collegato ad un preamplificatore immerso nel krypton stesso. Cavi coassiali trasportano i segnali all'esterno dove sono formati e digitalizzati in modo da fornire la misura della corrente iniziale indotta e dell'istante in cui la ionizzazione eÁ avvenuta. Dopo opportuna calibrazione l'uniformitaÁ di risposta delle celle eÁ dello 0.41%. La risoluzione in energia dei fotoni risulta parametrizzabile nella forma p E=E 3:2 0:2= E 9 1= =E 0:42 0:05 10 104 2 : La elevata segmentazione trasversa del calorimetro e le caratteristiche dello sviluppo degli sciami sono tali che fotoni di energia superiore a 3 GeV, con punti di impatto sul calorimetro distanti piuÁ di circa 3cm possono essere distinti e ricostruiti separatamente. Per energie superiori a 25 GeV, la risoluzione nella posizione dell'asse di uno sciame relativamente all'asse geometrico della cella centrale eÁ di 1 mm. Il tempo dello sciame eÁ misurato a meglio di 500 ps. La rimarchevole stabilitaÁ di risposta del calorimetro, a livello dello 0.1% su periodi di mesi, che ha facilitato notevolmente l'accurata analisi dei risultati, eÁ legata alla stabilitaÁ della purezza e della temperatura del krypton garantite dalla regolazione resa possibile dall'ottimo isolamento del recipiente criogenico. Anche il fatto che i preamplificatori siano immersi nel krypton contribuisce in modo importante alla stabilitaÁ della calibrazione, che eÁ stata ottenuta utilizzando elettroni di impulso misurato nello spettrometro magnetico da decadimenti Ke3 e fotoni dal decadimento di 0 e di mesoni , prodotti durante specifici periodi di presa dati da un fascio di pioni negativi interagenti in tar- ghette di polietilene poste all'inizio e dopo 14.62 m lungo l'asse del fascio KL. 6. ± Calorimetro adronico e contatori di muoni Un calorimetro consistente in lastre di ferro e piani di contatori a scintillazione, con spessore totale di 6.7 lunghezze di interazione adronica, fornisce una risposta che, combinata con quella del calorimetro a krypton, eÁ usata come misura relativamente grossolana dell'energia totale degli adroni carichi solo per imporre una soglia bassa a livello di trigger. Tre piani di scintillatori, preceduti ciascuno da uno spessore di 80cm di ferro, completano l'apparato sperimentale fornendo informazioni di penetrazione e temporali usate nell'analisi per identificare e rigettare eventi di decadimento Km3. 7. ± Trigger e sistema di acquisizione dati La decisione di trigger eÁ presa da un supervisore che esamina ogni 25 ns lo stato dei rivelatori ed in caso di decisione positiva invia al sistema di lettura di ciascuno di essi l'identificazione dell'intervallo temporale di occorrenza dell'evento. I rivelatori sono dotati di memorie circolari in cui le informazioni sono accumulate in modo sincrono e lette asincronicamente sulla base della decisione del supervisore di trigger per un opportuno numero di intervalli temporali attorno al tempo dell'evento. La profonditaÁ delle memorie eÁ tale che in condizioni di normale funzionamento non si verificano tempi morti. Nel caso il sistema riveli un affollamento eccessivo viene sospesa la lettura in anticipo rispetto al tempo in cui le memorie circolari sarebbero soprascritte. Tipicamente 20000 eventi di vario tipo sono registrati per ogni ciclo dell'acceleratore. Il trigger per i decadimenti in pioni neutri eÁ formato combinando il segnali del calorimetro in gruppi di 268 celle sia nella direzione orizzontale che verticale. I segnali sono digitizzati e sommati in 64 colonne e 64 righe. Sono poi calcolate l'energia totale ed il momento primo e secondo delle distribuzioni di energia in ciascuna proiezione nonche il numero di picchi nelle stesse distribuzioni. Sulla base di queste informazioni viene presa una decisione di trigger ogni 25 ns. Tutto il processo eÁ implementato in pipeline con zero tempo morto e I. MANNELLI: LA VIOLAZIONE DIRETTA DI CP E L'ESPERIMENTO NA48 latenza fissa. L'efficienza di trigger neutro eÁ risultata del (99.920+0.009)% ed eguale per KS e KL. Il trigger per i decadimenti in pioni carichi eÁ ottenuto con un sistema a due livelli. Al primo livello viene formata la coincidenza con gli opportuni segnali dell'odoscopio a scintillazione di un segnale di soglia di energia totale dai calorimetri e di un segnale di molteplicitaÁ dalla prima camera a drift. Il secondo livello di trigger consiste in un sistema di processori asincroni che analizzano la risposta delle prime due e dell'ultima camera a drift. L'efficienza eÁ risultata essere (98.319+0.038)% e (98.353+0.022)% per KL (pesati come descritto di sopra) e KS, rispettivamente. Le efficienze appena citate si riferiscono ad eventi in cui durante il tempo di sensibilitaÁ delle camere (circa 600 ns) il numero totale dei fili che hanno dato segnale in ciascun piano non ha superato la soglia di 7. Questa condizione eÁ applicata sia agli eventi di decadimento in mesoni carichi che neutri indipendentemente dal fascio da cui provengono e risulta nella perdita media del 21.5% degli eventi. Uno studio dettagliato su ipotetiche differenze fra KS e KL ha permesso di stabilire un limite superiore all'effetto sul doppio rapporto R di +4610± 4. 8. ± Ricostruzione e selezione di eventi 0-0 La ricostruzione degli eventi 0 -0 eÁ basata interamente sui segnali provenienti dal calorimetro a krypton. La distribuzione spazio-temporale delle altezze di impulso nelle celle, opportunamente calibrate, permette di determinare energie e posizioni dei singoli fotoni nell'intervallo accettato 3-100 GeV. EÁ anche richiesta una minima distanza di 15 cm dall'asse del calorimetro e di 11cm dal suo bordo esterno. Per ogni gruppo di quattro fotoni, ricostruiti entro 5 ns dal loro tempo medio, viene calcolata la distanza del vertice di decadimento dal calorimetro imponendo la massa invariante del K. Vengono poi calcolate le masse m1 e m2 delle due coppie di fotoni corrispondenti alla scelta di accoppiamento che minimizza il w2 per l'ipotesi 0 -0 . La fig. 4 mostra la distribuzione per eventi candidati KS in 20 nel piano m1, m2. I contorni ellittici corrispondono a multipli della deviazione standard. La risoluzione temporale per eventi di decadimento in 20 eÁ di circa 220 ps. Siccome la risposta del calorimetro eÁ insensibile Fig. 4. ± Distribuzione degli eventi in funzione della massa invariante delle due coppie di fotoni. alla posizione trasversa del vertice di decadimento, l'assegnazione di un evento a KS oppure a KL eÁ fatta unicamente sulla base delle coincidenza o meno, entro +2ns, del tempo ricostruito con il tempo di un protone rivelato dal sistema di tagging sul fascio che porta alla targhetta KS. La scala assoluta di energia eÁ fissata paragonando la distribuzione degli eventi in funzione della posizione del vertice ricostruito per eventi KS con quella aspettata tenendo conto che il contatore di veto AKS definisce in modo netto l'inizio della zona utile di decadimento La precisione raggiunta eÁ di 3 cm corrispondente a meno di 3610± 4. Una importante verifica della accuratezza della scala di energia eÁ stata ottenuta dallo studio degli eventi 0 in 2 ed in 2 ottenuti in periodi di calibrazione ripetuti regolarmente. La massa usata per il mesone eÁ stata determinata dal suo decadimento in 30 e controllata utilizzando la massa ricostruita per KL in 30 . EÁ importante notare che a causa della proiettivitaÁ delle celle del calorimetro l'effetto delle fluttuazioni nello sviluppo longitudinale degli sciami si riflette in modo molto attenuato nella determinazione delle masse invarianti, rispetto a quello che sarebbe il caso con celle di sezione costante lungo tutta la loro lunghezza. EÁ stato cosõÁ possibile porre anche dei limiti ben precisi a possibili non linearitaÁ nella ricostruzione dell'energia. Con la scelta fatta della lunghezza del volume fiduciale cor- 105 IL NUOVO SAGGIATORE Fig. 5. ± Distribuzione degli eventi in 4 in funzione del 2 (non normalizzato) per l'ipotesi 20. 106 rispondente, ad ogni energia dei K, a 3.5 volte il percorso medio di decadimento dei KS, la sensibilitaÁ del doppio rapporto R ad un errore della scala di energia dei fotoni eÁ tale che ai 3 cm di incertezza, quotati di sopra, sulla posizione del contatore AKS corrisponde ad un errore del 2610± 4. Ai limiti superiori determinati per effetti di non linearitaÁ corrispondono variazioni di R inferiori a 4610± 4. Paragonando la distribuzione degli eventi candidati KS in 20 con quelli dei KL in funzione del w2 (fig. 5) eÁ evidente un eccesso ad alti valori di w2 dovuto al fondo prodotto da decadimenti KL in 30 in corrispondenza dei quali solo 4 sono stati ricostruti a causa della sovrapposizione di fotoni o perdita fuori del volume di fiducia in assenza di segnali di anticoincidenza. Una simulazione Montecarlo dimostra che gli eventi di fondo sono distribuiti in modo circa indipendente dal valore del w2 e questo fatto ne permette la sottrazione dalla regione di fiducia. Tenendo conto dei vari fattori di incertezza globalmente la correzione per il fondo in 0 -0 corrisponde ad una correzione di (75.9+2.0)610± 4 in R. 9. ± Ricostruzione e selezione di eventi Dai segmenti di traccia ricostruiti nelle prime due camere a drift viene determinato il vertice di decadimento dei candidati . La risoluzione in posizione longitudinale eÁ tipicamente 50 cm mentre quella trasversa eÁ di soli 2 mm. Approfittando quindi della separazione verticale fra il fascio KS e KL eÁ possibile stabilire univocamente da quale dei due eÁ prodotto un evento , indipendentemente dalla coincidenza temporale fra il tempo dell'evento (in questo caso definito dalla risposta dello odoscopio di trigger) ed il tempo del protone piuÁ vicino misurato dal sistema di tagging. Questa possibilitaÁ eÁ molto importante perche permette di determinare quantitativamente le caratteristiche del tagging che influenzano il valore del doppio rapporto R. Le tracce ricostruite nelle camere che precedono il magnete sono connesse a quelle rivelate dalle due camere successive e tenendo conto della mappa misurata del campo magnetico viene determinato il segno della carica e l'impulso p1 e p2 associato a ciascuna delle due tracce. Assumendo che l'evento corrisponda effettivamente ad un decadimento di un mesone K in l'energia del K, viene calcolata in base all'angolo di apertura delle due tracce e alle quantitaÁ A 2 p1 =p2 p2 =p1 tramite la relazione EK q A MK2 A M2 =2 e quindi indipendentemente dalla scala assoluta degli impulsi, che eÁ comunque controllata richiedendo la coincidenza con MK del valor medio della massa invariante ricostruita dei due pioni. La scala delle distanze eÁ fissata come nel caso dei decadimenti 20 paragonando la distribuzione dei vertici di decadimento dei KS con la posizione nota del contatore AKS. Una correzione del (2.0+2.0)610± 4 ad R eÁ stata applicata in corrispondenza ad una discrepanza osservata di 2.5 cm. In assenza di tagli opportunamente scelti, i candidati KS in 20 sono affetti da eventi di fondo dovuti a decadimenti di iperoni in protone- (ed anti- in antiprotone- ) ed i candidati KL da eventi dovuti a decadimenti semileptonici Ke3 e Km3. Inoltre eventi prodotti da K diffusi dai collimatori possono essere accettati con diversa efficienza nelle quattro categorie che definiscono il doppio rapporto. Il fondo dovuto ai decadimenti degli iperoni eÁ facilmente eliminabile con un semplice taglio sul rapporto degli impulsi delle due tracce. Per ridurre il fondo da Ke3 eÁ stato richiesto che ad entrambe le tracce sia associato un deposito di energia E nel calorimetro a krypton tale che il suo rapporto E/p < 0.8, dove p eÁ l'impulso misurato I. MANNELLI: LA VIOLAZIONE DIRETTA DI CP E L'ESPERIMENTO NA48 dalla deflessione nel campo magnetico dello spettrometro. Eventi K3 sono rigettati in presenza di un segnale nel sistema di veto dei mesoni m entro 4 ns dal tempo dell'evento. Per ridurre ancora i fondi viene richiesto che la massa invariante - non differisca da MK di piuÁ di 3 volte della risoluzione in massa. Tutti i tagli di cui sopra vengono applicati indifferentemente a candidati KL e KS. EÁ importante notare che il taglio in massa invariante rigetta praticamente tutti gli eventi - con emissione diretta di un fotone, che sono presenti solo nel caso dei KL , mentre sono accettati in parte gli eventi con inner Brehmstrahlung che hanno le stesse caratteristiche in KL e KS. Per ridurre ulteriormente il fondo dovuto ai decadimenti semileptonici ed allo scattering nei collimatori e per valutarne il valore residuo nel campione finale sono state studiate le distribuzioni degli eventi accettati in funzione della variabile pt' definita come la componente dell'impulso ricostruito del K sul piano ortogonale alla retta congiungente la targhetta di produzione (KS o KL a seconda del caso) con la risultante degli impulsi del alla prima camera a drift. L'opportunitaÁ della scelta di questa variabile deriva dal fatto che per veri decadimenti in da mesoni K non diffusi essa eÁ distribuita nello stesso modo per KL come per KS. La fig. 6 mostra le distribuzioni delle differenti componenti. Il taglio applicato per accettare i candidati per la definizione del doppio rapporto eÁ pt'2 < 0.0002 (GeV/c)2. Uno studio dettagliato ha portato a definire la correzione ad R per il residuo fondo semileptonico in (16.9+3.0)6 610± 4 e per la diffusione nei collimatori in (79.6+2.0)610± 4. 10. ± Effetti dovuti a sovrapposizione con eventi accidentali A causa del fatto che i quattro tipi di decadimento sono registrati allo stesso tempo e che il rapporto di intensitaÁ fra il fascio KS e quello KL viene mantenuto assai costante, gli effetti dovuti alla sovrapposizione accidentale con altri eventi durante il tempo risolutivo dell'apparato si cancellano in linea di principio nel doppio rapporto. EÁ tuttavia possibile studiare tali effetti registrando eventi in corrispondenza di triggers a caso ma con frequenza proporzionale alla intensitaÁ istantanea dei fasci. Questi eventi (per lo piuÁ vuoti) sono poi opportunamente sovrapposti agli eventi reali. La variazione nel numero degli eventi accettati a causa della sovrapposizione del contenuto degli eventi con trigger a caso fornisce una misura dell'effetto degli accidentali. In questo modo eÁ stato possibile controllare la validitaÁ del principio di cancellazione e mettere un limite superiore, dovuto ad una sua possibile imperfezione, in R di +4.4610± 4. Una particolare cura eÁ stata dedicata allo studio dell'effetto degli accidentali nel sistema di tagging dei protoni. Di nuovo, in linea di principio, siccome un protone incidente sulla targhetta KS non puoÁ sapere se il K che eventualmente genereraÁ eÁ destinato a decadere in piuttosto che in 20 , non ci si aspetta nessun effetto a livello di doppio rapporto. Tuttavia a causa della leggera differenza di efficienza di trigger per i due modi e della complessa struttura temporale del fascio di protoni primari eÁ stato messo in evidenza un effetto ed applicata una correzione in R di (8.3+3.4)610± 4. 11. ± Correzione di accettanza Fig. 6. ± Distribuzione delle varie categorie di eventi in funzione della variabile p t' definita nel testo. A causa della diversa distribuzione longitudinale dei decadimenti in due pioni nel fascio KS e KL l'accettanza, integrata su una lunghezza a cui corrispondono 3.5 vite medie del KS che eÁ stata scelta per la definizione della zona di fiducia, differisce anche di +10% a seconda dell'energia dei K. Per cancellare tale differenza le distribuzioni dei KL sono pesate con un fattore, identico per decadimenti carichi e neutri, eguale 107 IL NUOVO SAGGIATORE al rapporto fra l'andamento noto del rapporto fra decadimenti in due pioni nel fascio KS relativamente al KL. Resta tuttavia una piccola differenza fra le accettanze dovuta alla leggera differenza in dimensione trasversa dei due fasci e direzione delle particelle che li compongono che si riflette nella distribuzione dei pioni in vicinanza dell'asse dell'apparato di rivelazione. Questa eÁ calcolata con un Montecarlo a alta statistica e implica un effetto su R di (26.7+4.1stat.+4.0sist.)610± 4. 12. ± Effetti sistematici Le incertezze sistematiche connesse con le correzioni e con gli effetti piuÁ significativi sono state quotate nei punti rilevanti. Esse sono state valutate cambiando i tagli applicati per la selezione degli eventi, suddividendo i dati in vario modo e controllando la consistenza dei risultati per i vari sottogruppi. Sono state portate avanti e confrontate solo alla loro conclusione due complete analisi separate. Sono stati anche utilizzati dati ausiliari, acquisiti in condizioni diverse. In generale lo studio eÁ stato condotto prescindendo dal fatto che il metodo scelto da NA48 assicura di per se una notevole immunitaÁ da effetti sistematici. 108 13. ± Risultato e conclusioni I valori corretti del doppio rapporto R sono mostrati in fig. 7 in funzione dell'energia dei K. Il risultato globale eÁ R (0.99098 0.00101stat 0.00126sist), a cui corrisponde Re "0 =" 15:0 2:7 10 4 : Combinando questo ultimo risultato con quello Re "0 =" 18:5 7:3 10 4 , ottenuto precedentemente da NA48, su un primo insieme di dati indipendenti, il risultato complessivo di NA48 eÁ Re "0 =" 15:3 2:6 10 4 Fig. 7. ± Il doppio rapporto R in funzione dell'energia. del valore Re "0 =" 28:0 4:1 10 4 da loro pubblicato nel 1999 [8], che, a seguito di stime piuÁ accurate di vari effetti sistematici eÁ adesso, per gli stessi dati, Re "0 =" 23:2 4:4 10 4 . La collaborazione KTEV ha anche presentato un nuovo valore, dedotto da una parte della statistica non precedentemente utilizzata Re "0 =" 19:8 2:9 10 4 Complessivamente il risultato di KTEV eÁ Re "0 =" 20:7 2:8 10 ; KTEV 10 : I risultati di NA48 e KTEV risultano pertanto compatibili fra di loro a livello di due deviazioni standard. Tenendo conto che l'invarianza sotto CPT dello sviluppo temporale e dei decadimenti dei K neutri eÁ stata verificata in tutti gli esperimenti condotti finora, l'esistenza della violazione diretta di CP implica che nei decadimenti in due pioni di K0 e K0 si verificano le seguenti asimmetrie: K0 ! K0 ! KS ! KS ! 0 0 NA48 ; che prova l'esistenza della violazione diretta di CP a 5.9 deviazioni standard. Il risultato eÁ stato presentato alla Conferenza Internazionale KAON2001, tenutasi a Pisa nel Giugno 2001 ed eÁ in corso di pubblicazione (9). Nella stessa occasione, la collaborazione KTEV ha comunicato il risultato della revisione 4 4=3 Re "0 4 10 6 ; e K0 ! 0 0 K0 ! 0 0 KS ! KS ! 0 0 4=3 Re "0 4 10 6 : I. MANNELLI: LA VIOLAZIONE DIRETTA DI CP E L'ESPERIMENTO NA48 Il fatto che l'ordine di grandezza di queste asimmetrie sia di solo 4610± 6 spiega a sufficienza perche sia stata necessaria una vera e propria campagna sperimentale per arrivare a determinarle con l'attuale grado di accuratezza. Il loro valore non nullo costituisce la prima prova in assoluto della esistenza di violazione diretta di CP nelle interazioni deboli di decadimento di mesoni K neutri, in accordo qualitativo con il Modello Standard. Altre verifiche, piuÁ quantitative, delle predizioni del Modello Standard relative ai mesoni B stanno emergendo dai primi risultati degli esperimenti BaBar e Belle attualmente in fase avanzata di esecuzione a Stanford (USA) e Tsukuba (Giappone) (11). Ringraziamenti. EÁ un gradito dovere dare atto a tutti i membri della Collaborazione NA48 del loro contributo all'esperimento descritto in questo articolo e ringraziarli sentitamente. Bibliografia (1) CHRISTENSON J.H., C ORNIN J.W., FITCH V.L. e TURLAY R., Phys. Rev. Lett., 13 (1964) 138. (2) Greenberg O.W. e MOHAPATRA R.N., Phys. Rev. D, 39 (1989) 2032. (3) WOLFENSTEIN L., Phys. Rev. Lett., 13 (1964) 562. (4) KOBAYASHI M. e MASKAWA T., Prog. Theor. Phys., 49 (1973) 659. (5) BARR G.D. et al., Phys. Lett. B, 317 (1993) 233. (6) GIBBONS L.K. et al., Phys. Rev. Lett., 70 (1993) 1203. (7) FANTI V. et al., Phys. Lett. B, 465 (1999) 335. (8) ALAVI -HARATI A. et al., Phys. Rev. Lett., 83 (1999) 22. (9) LAI A. et al., in pubblicazione in Eur. Phys. J. C., 2001. (10) In pubblicazione in Procedings KAON 2001 Conference, Pisa 2001. (11) In pubblicazione in Proceeding LPHE Symposium Rome 2001. 109