CRISI GENERALIZZATE TIPO ASSENZA Il bambino presenta esclusivamente una sospensione di coscienza e quindi si incanta per qualche secondo, non risponde ai richiami od interrompe l’attività in corso; si possono associare brevi automatismi motori (movimenti di masticazione o gestuali) ed alcune crisi possono ripetersi in serie. E’ importante rimanere vicino al bambino finchè la crisi è terminata ed il bambino riprende l’attività in corso. Data la brevità degli episodi non è necessario un intervento farmacologico in acuto. CRISI FOCALI La sintomatologia clinica dipende dalle aree cerebrali interessate dalla scarica : il bambino può riferire sintomi soggettivi (dispercezioni visive, uditive, tattili, cognitive) e gli osservatori possono notare segni oggettivi (scosse muscolari lateralizzate, posizioni particolari assunte dal corpo, deviazione oculare, rossore o pallore, movimenti automatici involontari a tipo masticazione, deglutizione o gestuali). Vi può essere un restringimento della coscienza : il bambino può apparire confuso, disorientato, non in grado di parlare. Di fronte ad una crisi focale l’assistenza necessaria si limita a stare vicino al bambino fino al termine dell’episodio critico, cercando di tranquillizzarlo, lasciando che la crisi si svolga ed evitando di scuoterlo o di impedirgli di muoversi o di camminare a meno che non sia in pericolo di incorrere in un incidente. Se la crisi dura più di tre minuti è necessario un intervento farmacologico, analogo a quello descritto in seguito per la crisi generalizzata. CRISI GENERALIZZATE A TIPO CONVULSIONE GENERALIZZATA TONICO-CLONICA In corso di tale crisi il bambino perde conoscenza improvvisamente, presenta irrigidimento e scosse muscolari in tutto il corpo, conseguente caduta a terra, retroversione e talora deviazione dei globi oculari, mandibola serrata (trisma) con possibile morso della lingua, fuoriuscita di saliva schiumosa dalla bocca, possibile perdita di urina e/o feci, irregolarità del respiro e del battito cardiaco. L’accesso si risolve di solito dopo due/tre minuti; se persiste è necessario intervenire farmacologicamente. Una volta terminata la crisi vi è una fase di recupero caratterizzata da profonda sonnolenza e scarsa reattività chiamata periodo post-critico, che risulta più prolungato e significativo se viene eseguita la terapia farmacologica. La crisi sopradescritta, chiamata anche crisi di grande male, è quella più nota, drammatica e necessita di un intervento di assistenza e talora farmacologico Tenere il bambino in un luogo tranquillo e non abbandonare mai la sua sorveglianza COSA FARE IN CASO DI CRISI CONVULSIVA GENERALIZZATA 1) non perdere la calma: * un adulto si occupa del bambino * un adulto chiama i genitori e controlla la durata della crisi 2) sdraiare o lasciare sdraiato il bambino se lo è già, mettendolo sul fianco sinistro e proteggendo la testa con un cuscino o un indumento morbido (asciugamano, coperta…). Togliere gli occhiali e slacciare il colletto affinchè possa respirare meglio; verificare la pervietà delle vie aeree. 3) non introdurre nessun oggetto in bocca e non forzare l’ apertura della bocca : non è possibile che il bambino si soffochi con la propria lingua durante una crisi generalizzata. Non dare da bere. 4) non tentare di fermare la crisi, non scuotere il bambino, non schiaffeggiarlo : lasciare che la crisi si svolga e prepararsi all’intervento farmacologico se vi è l’indicazione 5) se la convulsione non si interrompe dopo tre minuti somministrare per via rettale micropam come da prescrizione medica (usare guanti monouso) e’ importante rimanere vicino al bambino, non lasciarlo mai solo 6) se la convulsione non si interrompe dopo 5 minuti dal suo esordio, chiamare il 112. INTRODUZIONE Solo quando le crisi epilettiche si ripetono è possibile parlare di epilessia, malattia presente nell’ 1% della popolazione mentre una crisi epilettica che rimane isolata (condizione più frequente che si verifica nel 5% della popolazione) non può essere definita epilessia. Una crisi epilettica è dovuta ad un’improvvisa eccessiva attività dei neuroni cerebrali e può essere assimilata ad una scarica imprevista di impulsi elettrici non controllati che interessa una parte o tutto il cervello. Le crisi epilettiche possono manifestarsi in tanti modi diversi in relazione alle aree cerebrali che vengono attivate dalla scarica critica. Non esiste un solo tipo di crisi epilettica ed è importante che i genitori ed anche gli insegnanti siano in grado di riconoscere le crisi dando quindi un contributo importante al medico sul versante clinico e terapeutico. Si distinguono in particolare: 1. crisi generalizzate a tipo convulsione generalizzata tonico-clonica 2. crisi generalizzate a tipo assenze 3. crisi focali Una crisi epilettica può suscitare in coloro che assistono all’evento critico reazioni che vanno dalla sconcerto, alla preoccupazione, all’ansia. Conoscere come si possono presentare le crisi e quali sono le modalità di intervento di fronte ad esse è fondamentale per un’adeguata gestione del bambino. ISTRUZIONE PER L’USO DI MICROCLISTERI DI DIAZEPAM (MICROPAM RETTALE) • somministrare la dose prescritta dal medico formulazioni disponibili: micropam rettale 5 mg o 10 mg • togliere la capsula di chiusura ruotandola delicatamente 2/3 volte senza strappare • togliere il beccuccio e inserire nell’ano per l’intera lunghezza (fino a metà per i bambini di età inferiori ai 3 anni) • durante la somministrazione il beccuccio deve essere inclinato verso il basso rispetto all’ampolla del microclistere • vuotare il microclistere premendo tra il pollice e l’indice • quando è vuoto ritirare il beccuccio continuando a far pressione sull’ampolla del microclistere • tenere il bambino nella stessa posizione e stringere le natiche per 1 o 2 minuti allo scopo di evitare che il liquido fuoriesca. LE TRE TIPOLOGIE DI CRISI CONVULSIVE COME SI MANIFESTANO E’ inoltre utile che gli insegnanti vengano informati dai genitori circa le caratteristiche dell’epilessia che il proprio figlio presenta, compresa la possibilità del verificarsi di crisi durante la veglia e quindi anche a scuola. Tale conoscenza ha l’obiettivo di favorire nel miglior modo l’inserimento scolastico del bambino evitando in particolare dinamiche di esclusione e di pregiudizio, ancora oggi presenti e legate allo stigma sociale che ancora circonda l’epilessia LE CRISI CONVULSIVE Contenuti condivisi con la SC di Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza dell’Azienda Ospedaliera di Lecco — Settembre 2014 COSA FARE