LE EPILESSIE Sara Varanese, MD PhD Definizione «epilessia» deriva da un termine geco che vuol dire «impossessarsi», e sta ad indicare che la persona che ha una crisi è «posseduta» È una patologia nota sin dall’antichità La lettura è ricca di riferimenti alla malattia epilettica (p.e. Dostoevskij) Epidemiologia Disturbo neurologico relativamente comune 40-70:100000 nei Paesi sviluppati 100-190:100000 nei Paesi in via di sviluppo Distribuzione bimodale: più frequente nella prima decade e dopo i 60 anni Prognosi Rischio di recidiva varia dal 27% al 80% La maggior parte delle recidive avviene entro i primi 6 mesi La prognosi è molto eterogenea: ECCELLENTE per alcune forme (epilessia benigna dell’infanzia con punte centrotemporali, epilessia mioclonica benigna) BUONA nelle forme ben controllate dalla terapia farmacologica INCERTA NEL 20% SFAVOREVOLE nel 20% Classificazione CRISI PARZIALI (focali, localizzate) CRISI PARZIALI SEMPLICI (senza disturbo coscienza) Con segni motori Con sintomi somatosensoriali Con sintomi e/o segni vegetativi Con sintomi psichici CRISI PARZIALI COMPLESSE (con disturbo coscienza) Inizio parziale semplice seguito da disturbo coscienza Senza altre caratteristiche Con caratteristiche simili a parziali semplici Con automatismi Classificazione CON DISTURBO DELLA COSCIENZA SIN DALL’INIZIO Senza altre caratteristiche Con caratteristiche simili alle crisi parziali semplici Con automatismi CRISI PARZIALI SECONDARIAMENTE GENERALIZZATE Crisi parziali semplici che sfociano in crisi generalizzate Crisi parziali complesse che sfociano in crisi generalizzate Crisi parziali semplici che evolvono in crisi parziali complesse, le quali a loro volta sfociano in crisi generalizzate Classificazione CRISI GENERALIZZATE (convulsive e non convulsive) Assenze Tipiche Atipiche Crisi miocloniche Crisi cloniche Crisi toniche Crisi tonico-cloniche Crisi atoniche (crisi astatiche) CRISI NON CLASSIFICABILI (per l’incompletezza dei dati anamnestici o che non trovano posto nelle categorie sopradescritte; sono incluse alcune crisi neonatali) Crisi parziali semplici motorie Iniziano in un’area della corteccia motoria che si propaga alle regioni contigue Produce scosse muscolari che coinvolgono progressivamente parti successive del corpo (crisi jacksoniana) Le caratteristiche cliniche dipendono dalla sede corticale del focolaio epilettico: AREA MOTORIA PRIMARIA: emilato AREA PREROLANDICA: compromissione del linguaggio, deglutizioni ripetute, movimenti tonico-clonici emivolto controlaterale OPERCOLARE: masticazione, salivazione, deglutizione, muscolatura mimica facciale controlaterale DLPFC: rotazione capo vero il lato opposto, arresto parola Crisi parziali semplici sensitive Crisi del lobo parietale Formicolio e intorpidimento a propagazione jacksoniana Formicolio, rigidità, freddo Desiderio di muovere parti del corpo o avere la sensazione che si stiano muovendo Fenomeni negativi: perdita di consapevolezza di parti del corpo, sensazioni di vuoto alla bocca, allo stomaco, soffocamento, nausea Crisi del lobo occipitale Sintomi visivi Immagini elementari: lampi di luce, scotomi, emianopsie, amaurosi Micropsie, macropsie, metamorfopsie Allucinazioni ed autoscopia Possono associarsi: deviazione controlaterale tonicoclonica dei globi oculari, clonie palplebrali, chiusura forzata delle palpebre Crisi del lobo temporale Molto difficili da riconoscere Allucinazioni uditive, olfattive, sintomi psichici o emotivi, sensazione di movimento o rotazione, sintomi autonomici Stato sognante, flashback, deja vu, jamais vu, Aura epilettica Sensazione che precede le crisi Sono crisi parziali semplici che durano secondi o minuti Le premonizioni o prodromi sono invece sensazioni di nervosismo, modificazioni comportamentali o ansietà della durata di ore o giorni che precedono le crisi Crisi parziali complesse Caratterizzate dalla presenza i compromissione della coscienza non associata ad attività generalizzata (tonico-clonica) Perdita, parziale o totale, della consapevolezza di se e dell’ambiente circostante Amnesia per l’evento I pazienti sono di solito inconsapevoli di aver avuto una crisi e non ricordano gli eventi occorsi durante la crisi La maggior parte delle CPC origina dal lobo temporale (epilessia del lobo temporale) Caratterizzate da: AUTOMATISMI: attività motoria più o meno coordinata (masticazione, bere) Durata >30 sec<2 minuti Recupero post-critico lento seguito da marcato stato confusionale COMPORTAMENTO VIOLENTO Caratteristiche EEG: CRITICO: attività ritmica lenta 5-7Hz senza punte o sharp waves; attività ritmica di punte e sharp waves; rallentamento focale INTERCRITICO: normale nel 50% dei casi, sharpwaves temporali bilaterali in un terzo dei casi SPESSO NO TERAPIA! Sindromi epilettiche parziali Epilessia benigna dell’infanzia con punte centrotemporali Conservazione dello stato di coscienza Disturbi sensitivi alla bocca, eccessiva salivazione, scosse tonico-cloniche facciali e arresto della parola se coinvolto emisfero dominante, ci può essere secondaria generalizzazione Tipicamente notturne EEG: attività di fondo normale, sharp waves mediotemporali e centrali di ampio voltaggio, spesso difasiche che aumentno di frequenza in sonno. Epilessia dell’infanzia con parossismi occipitali notturne: crisi parziali motorie o generalizzate tonico- cloniche Veglia: crisi visive (allucinazioni, micropsia, metamorfopsia..) EEG: punte occipitali ad alto voltaggio in scariche da 1 a 3 Hz, che scompaiono con lapertura degli occhi e rocompaiono dopo 1-20 sec dopo chiusura occhi o buio. SPESSO NO TERAPIA O MONOTERAPIA! Encefalite di Rasmussen Bambini di età inferiore a 10 anni Malattia infiammatoria ad origine ignota crisi motorie continue a carico di un arto con frequenti generalizzazioni secondarie, emiplegia, demenza Autoanticorpi contro il recettore del glutammato GLUR3 Marcata farmacoresistenza Crisi generalizzate tonico-cloniche Un tempo dette «grande male» 5 fasi: Prodromi: sensazione vaga di imminenza della crisi che può durare anche giorni Immediata fase pre-tonico-clonica: scosse miocloniche o brevi scosse cloniche, talvolta deviazione della testa e degli occhi Tonica: brusca contrazione della muscolatura assiale, rotazione degli occhi vero l’alto e dilatazione pupillare cui segue contrazione degli arti, grido epilettico, ferite della bocca o della lingua, cianosi Clonica: comparsa graduale, incontinenza urinaria e occasionalmente fecale Post critica: privo di coscienza, riprende a respirare, addormentamento o letargia, cefalea e dolori muscolari Lesioni traumatiche! EEG intercritico spesso alterato, EEG critico con coinvolgimento biemisferico dall’esordio. Assenze Sono crisi generalizzate Improvvisa fissità dello sguardo per 5-10 secondi Il paziente non risponde agli stimoli e non è consapevole di avere avuto una crisi Il recupero è repentino Nella maggioranza dei casi coesistono altri fenomeni critici come mioclono e attività tonica o atonica EEG: di solito normale l’intercritico, il critico mostra complesso punta-onda a 3Hz con scariche di circa 3 sec, Sindromi epilettiche generalizzate benigne Convulsioni febbrili Benigne! Insorgenza tra i 3 mesi e i 5 anni (1 mese 10 anni) Durante rialzo termico, qualche volta abbassamento termico Durano meno di 15 minuti Prognosi eccellente! No terapia profilattica, solo BNZ rettale se crisi <5 minuti Epilessia mioclonica benigna dell’infania Esordio entro i 2 nni Brevi crisi miocloniche genralizzate ( di solito caduta del capo o ammiccamento, ma il bimbo può cadere a terra se coinvolto il tronco). Durata circa 10 secondi Causa genetica Cr.6 EEG intercritico è normale Prognosi buona con ac. Valproico Epilessia mioclonica giovanile (di Janz) 4-10% di tutte le epilessie, ma diagnosi tardiva Esordio tra i 12 e i 18 anni Al risveglio scosse miocloniche al cingolo scapolre e AASS, nel 90% c’è generalizzazione e nel 30% dei casi c’è assenza Terapia con ac. Valproico a vita (in alternativa lamotrigina) Piccolo male Assenze del bambino o dell’adolescente Se non trattate possono arrivare a 100 crisi al giorno Probabile origine genetica Terapia etosuccimide (zarontin) o ac. valproico Epilessie epilettiche generalizzate gravi Sindrome di West Spasmi in flessione, arresto dello sviluppo psicomotorio e ipsaritmia EEG (disorganizzazione del ritmo di fondocon onde lente di alto voltaggio, punte diffuse soprattutto postteriormente) Esordio nel primo anno di vita ( di solito tra 3 e 7 mesi) Cause prenatali (malattie genetiche, inf. Intrauterine), cause perinatali (anossia, traumi, prematurità) e criptogenetiche (40%) Prognosi sfavorevole Terapia con ACTH, ma nche valproato e vigabatrin (sabril) Sindrome di Lennaux-Gastaut Presenza di molti tipi di crisi, tipiche alterazioni EEG intercritiche (ritmo molto lento con punte anteriori), disfunzione cognitiva Esordio tra 1 e 7 anni Stesse cause della sindrome di West Terapia con ac. Valproico e BNZ, talvolta utile ACTH e dieta chetogena Stato di male epilettico Crisi epilettica che si prolunga oltre 30 minuti Emergenza medica! Ogni tipo di crisi può evolvere in stato di male, ma soprattutto forma tonico.clonica Terapia: Stabilizzare funzionalità respiratoria Benzodiazepine e fenitoina Cause: Danno cerebrale acuto Brusca interruzione terapia Esordio epilessia Stato di male epilettico parziale complesso Può durare giorni o addirittura settimane Piu’ comune negli adulti (con storia lunghe di epilessia parziale complessa Fattori precipitanti: ciclo mestruale, alcolici e sospensione di farmaci. Esordio e termine poco definiti Puo’ seguire ad una crisi t-c generalizzata EEG quadri differenti (punte e punte-onda diffuse e frequenti, parossismi di punte onda diffusi o focali, episodi di desincronizzazione) tanto piu’ a lingo perdura lo stato di male, tanto meno facilmente è distinguibile una’attivitaà critica discreta) Prognosi buona, di solito non mette a rischio la vita del paziente