Sonetto con rime secondo lo schema ABBA,ABBA,CDE,CDE (vv. 10-11) D e E creano una consonanza (“sarte” – “attorto” ) (v. 8) allitterazione ( “di sospir di speranze e di desio” ) (vv. 7-8) enjambement ( “eterno” – “di sospir” ) Uso costante del tempo presente avvenimenti passati, evidenza la esistenziale e morale non si fa nessun riferimento ad ma il poeta mette soprattutto in sua attuale condizione Sistema di metafore NAVIGAZIONE = CONDIOZIONE DEL POETA UOMO NAVE VITA IN QUEL MOMENTO MARE PIENO DI PERICOLI FORZE DELLE PASSIONI/SOSPIRI VENTO TEMPESTOSO PENSIERI DOLOROSI MUOVONO I REMI LACRIME PIOGGIA SGEGNO NEBBIA OCCHI DI LAURA STELLE (VIA DA SEGUIRE) SALVEZZA PORTO (SUPERAMENTO DELLA TEMPESTA) AL TIMONE AMORE SARTIE FORZE POSITIVE E RAZIONALI DELL’ANIMA STANCHE DI SENTIMENTI PASSIONALI, ORMAI CONQUISTATE DA SBAGLI E DA IGNORANZA Perché la metafora? modo statico Mostrare la condizione psicologica astratta Narrare dinamicamente ciò che sarebbe narrato in o o o Il sistema delle metafore non è costruito arbitrariamente gli antichi accostavano la vita alla navigazione Petrarca richiama il mito di Scilla e Cariddi Scilla e Cariddi Scilla e Cariddi MITO DI SCILLA E CARIDDI . Due mostri mitologici che rendevano pericoloso il passaggio dello stretto di Messina insidioso per le correnti soprattutto con Alceo è stato un poeta greco antico, vissuto tra il VII e il VI secolo A.C. • Platone (Atene, 428 a.C./427 a.C. – Atene, 348 a.C./347 a.C.) è stato un filosofo ateniese l'allegoria della nave La Repubblica Non capisco il tumulto dei venti: infatti, un’onda si avvolge di qua ed una di là, e noi nel mezzo siamo trascinati con la nera nave, assai travagliati per la grande tempesta: l’acqua della sentina supera la base dell’albero, mentre la vela è già tutta squarciata e grandi brandelli ne pendono: si allentano le sartie… Attraverso l’allegoria della nave Socrate spiega ciò che accade negli Stati esistenti, governati da demagoghi. Laura incorona Petrarca con la corona d’alloro Tutta la mia fiorita et verde etade Passava, e ‘ntrepidir sentia già ‘l foco Ch’arsr il mio core, et era giunto al loco Ove scende la vita ch’al fin cade. •Petrarca e Laura •Incontro tra Petrarca e Laura Tutta la mia età fiorite verde (la giovinezza) Terminava, e sentivo già intiepidirsi il fuoco Che arse il mio cuore, ed ero giunto al momento In cui la vita scende, che in fine cade (la morte). Già incominciava a prender securtate la mia cara nemica a poco a poco De’ suoi sospetti, et rivolgeva in gioco Mie pene acerbe sua doloce honestade. •Petrarca nello scrittoio ammira il ritratto di Laura La mia cara nemica a poco a poco Già incominciava a tranquillizzarsi Dei suoi sospetti, e la sua dolce onestà Trasformava in gioia le mie aspre sofferenze. Presso era ‘l tempo dove Amor si scontra Con Castitate, et agli amanti è dato Sedersi insieme, et dir che lor incontra. •Petrarca e Laura Era vicino il momento in cui Amore Si incontra con la Castità, e agli amanti è concesso Di sedersi insieme, e dir che accade loro. •Petrarca e Laura Morte ebbe invidia al mio felice stato, Anzi a la speme; et feglisi a l’incontra A mezza via come nemico armato. •Petrarca col Dolore affianco, abbandonato dalla speranza lacera i suoi scritti •Il sepolcro di Laura La morte provò invidia per il mio stato felice, Anzi per la mia speranza (di felicità); e gli si fece incontro A mezza via come un nemico armato Tema della contrapposizione (es. sospetti vs securtate; pene acerbe vs gioco…) 2 stagioni differenti della vita di Petrarca che corrispondono a 2 modi differenti di concepire l’amore L’amore può essere realizzato accettando il compromesso dell’onestà di Laura ( no all’amore impetuoso e passionale giovanile, si ad un amore maturo) Amore di Petrarca e NonAmore di Laura Conclusione fallimentare amore reciproco intervento della morte che infrange un sogno fallimento del progetto di felicità determinato amore (in un primo tempo) morte L’autore si pente di non essere riuscito a distaccarsi dall’amore terreno pur avendone le qualità. FIGURE RETORICHE. ‘’L’ale’’ è una metafora, infatti indica ‘’i mezzi’’, ‘’le qualità’’. Serie negativa: ‘’mortale’’ (Vv.2), ‘’senza levarmi a volo’’ (Vv.3), ‘’non bassi’’(Vv.4) L’autore chiede a Dio di soccorrerlo e di curare i suoi errori attraverso la sua grazia. FIGURE RETORICHE Latinismo: ‘’defecto’’ (Vv.8) deriva dal latino ‘’deficio’’. Continua la serie negativa: ‘’ mali indegni et empi’’(Vv.5), ‘’alma disviata et frale’’ (Vv.7), ‘’defecto’’ (Vv.8). Inizio di una serie positiva: ‘’Re del cielo invisibile immortale’’ (Vv.6). Contrapposizione ‘’mortale’’(Vv.2)-’’immortale’’ (Vv.6) L’autore chiede di nuovo aiuto a Dio per trovare un comportamento più distaccato dall’amore terreno almeno prima di morire. Egli ripone la sua speranza solo in Dio. SIGNIFICATO DELLE PAROLE. GUERRA: lotta tra desideri contrastanti TEMPESTA: agitazione psicologica INUTILITA’: mancato progresso in direzione del cielo PACE: serenità interiore raggiunta con il conseguimento della salvezza. Troviamo nel testo molte contrapposizioni: PACE – GUERRA INDEGNI – DEGNI MORTALE – IMMORTALE • la funzione di queste contrapposizioni è di insistere sul rovesciamento. Ai valori della vita terrena si oppongono i valori celesti. TEMA DELLA CONVERSIONE FIGURE RETORICHE DITTOLOGIA SINONIMICA: ‘’solo et pensoso’’ (v.1), ’’tardi et lenti’’ (v.2), ’’ aspre…selvagge’’ (v.12) METAFORA: ’’si legge’’ (v.8) PERSONIFICAZIONE: ’’amore’’, ’’monti’’, ’’ pianure’’, ’’fiumi’’, ’’boschi’’ ENJAMBEMENTS:(vv.1/2 ) ’’i più deserti campi vo mesurando’’ ANASTROFE:(v. 3) ’’et gli occhi porto per fuggire intenti’’ CHIASMO: (v.14) ’’ragionando con meco, et io co-llui’’ ASSONANZA: ‘’solo et pensoso/schermo e manifesto’’ ANTITESI: ‘’spenti/avampi, fuor/dentro’’ (dualismo interiorità/esteriorità) COLLOCAZIONE Rerum vulgarium fragmenta (Canzoniere) , numero XXXV DATAZIONE Composto prima del 16 Novembre 1337 SCHEMA METRICO Struttura metrica : sonetto Rima: ABBA-ABBA-CDE-CDE (incrociata nelle quartine e ripetuta nelle terzine) CONTENUTO E’ una lirica d’amore che esprime il travaglio interiore del poeta. Egli vaga tra luoghi desolati (proprio come il suo stato d’animo) alla ricerca di un luogo solitario dove dare pace ai propri tormenti interiori. Vuole fuggire allo sguardo umano per nascondere il suo sentimento, tanto forte che non può essere celato alla natura, ma Amore lo insegue ovunque e «insieme» ragionano. TEMI La ricerca della solitudine, il contatto con la natura, il dialogo interiore con i propri sentimenti. OCCHI: ‘’ e gli occhi porto per fuggire intenti’’ Già utilizzati in precedenza da Cavalcanti come strumento essenziale per l’innamoramento, qui servono per fuggire dai luoghi popolati, per evitare la gente PAESAGGIO: “ monti e piagge e fiumi e selve sappian di che tempre sia la mia vita “ Il paesaggio diventa l’equivalente dello stato d’animo del soggetto lirico MONDO CORTESE AMBITO SICILIANO DALL’ESTERNO, DAI GESTI DEL POETA (‘’atti d’alegrezza spenti di fuor si legge com’io dentro avampi’’ ) SI PERCEPISCE L’AMORE CHE ARDE DI LUI CORTESE: Petrarca AMPLIAMENTO RISPETTO ADENTRO TRADIZIONE vuole tutelare la propria interiorità oltre a quella dell’amata (Andrea Cappellano) CAVALCANTI: - Tema della solitudine come in ‘’Perch’i no spero di tornar giammai’’, che si ritrova in seguito in Leopardi. - Teatralizzazione: in Cavalcanti gli attori del teatro delle sue poesie sono occhi, mente, cuore; in Petrarca sono: Petrarca stesso (il soggetto lirico), il paesaggio, gli altri uomini, l’amore. SINTOMI DA INNAMORAMENTO: ’’solo et pensoso’’, ’’passi tardi et lenti’’, ’’atti dell’alegrezza spenti’’; sono i tipici tratti depressivi ed inquieti, unitamente all’avvampare interiore, riscontrabili nell’uomo del mondo classico ma anche nell’uomo attuale in alcuni momenti dell’innamoramento. SITUAZIONE GENERICA E ASTRATTA: il paesaggio e l’io lirico sono indeterminati; non si precisa né luogo, né tempo, né oggetto dell’amore, né perché il soggetto viva quella situazione interiore GRANDE INTROSPEZIONE INTERIORE: l’ ’’IO’’ lirico al centro, parlando del suo amore Petrarca parla di sé L’ AMORE come instancabile inseguitore: nemmeno le vie ’’aspre e selvagge’’ possono allontanare il poeta dall’amore, pensiero continuo che non dà pace. GIACOMO LEOPARDI • Giacomo Leopardi è uno dei più importanti poeti italiani dell’Ottocento e una delle principali figure del Romanticismo. Tra le sua vasta produzione letteraria si ricordano «Lo Zibaldone» e gli «Idilli» • Nelle sue poesia ricorrono i temi del dolore, sfociante nella sua visione pessimistica, e la solitudine, risultato di contraddizioni profonde che il poeta vive con sofferenza posto com'è fra il desiderare ed il "non curare", tra il sapere quali sono i beni della vita ("sollazzo", "riso", "amore", etc..) e il non cercarli, tra il trascurare la giovinezza e il rifiutare la vecchiaia.