ITINERARIO delle CARATTERISTICHE PECULIARI • • • • Cordialità (non tecnica ma affetto); Affetto dimostrato (conseguenza della familiarità); Affetto concreto (non parole ma frutti!); Affetto incondizionato (anche e soprattutto, quando fanno qualcosa di negativo); ed è proprio qui che si rivela l’amorevolezza e lasciando la speranza dell’essere perdonato •Affetto casto e puro: no! Alla sensualità egoistica ad attaccamenti particolari che rivelano semplicemente la problematica affettiva dell’educatore. L’adulto è “ABITATO” dai suoi educatori. Sia da quelli che lo hanno “edificato”, sia da quelli che lo hanno “paralizzato”! i ragazzi costruiranno il proprio “io” anche su di “noi”, sull’impronta auspicabilmente profonda a loro donata e da loro integrata, accolta……… 1°L’educatore affettivamente maturo •Soddisfa bene i loro bisogni; •Non si lascia coinvolgere dal loro inconscio poco chiaro; •Diviene paradigma di valori. 2°L’educatore evidenzia •Stile demografico nei rapporti; •Senso di responsabilità; •Grande capacità d’ascolto. 3°L’educatore affettivo poco maturo •Deve essere allontanato immediatamente; •Deve essere aiutato a ricostruire la propria identità…… AMOREVOLEZZA-BUON RAPPORTO • • L’essere con (prevenire-orientare); Lo stare insieme (collaborare-aiutare-crescere). persone libere, creative, felici (amorevolezza = buon rapporto) IN GRUPPO…. • • • • Uno dei luoghi educativi più importanti oggi è il gruppo:spontaneo, più articolato, scolastico. Si vivono insieme valori e proposte; Si elaborano punti di vista e progetti; Si maturano alcune dimensioni psicoaffettive. Punto di riferimento:l’animatore(docente, allenatore, guida scout, ecc.) SE GUIDA CON Stile democratico verso la partecipazione Accoglie iniziative facendo nascere il desiderio dell’impegno Incoraggia la creatività e l’espressione di tutti Non impone le sue idee ma ascolta nel rispetto il parere di tutti Giunge ad una sintesi amplificata e condivisa Non è fuori dalla norma quell’insegnante che dedica, anche settimanalmente, “un momento speciale” per discussioni, dialoghi, sul proprio gruppo/classe, sui problemi collettivi e/o individuali, sui reciproci rapporti per aiutare poi scoprire se stessi, sdrammatizzare piccoli o grandi traumi… L’atteggiamento collaborativo: • Rafforza in ogni persona il sentimento di appartenenza al gruppo. • Matura la capacità di rapportarsi, di esprimersi, di rispettare l’autonomia di tutti. TRE GRAVI ERRORI L’insegnante, il genitore, il leader del gruppo, l’animatore deve evitare: La tendenza a fare la predica,(a parlare troppo). Tutti devono esprimersi, per cui la partecipazione deve essere ricercata come obbiettivo costante;il dosaggio degli interventi e della quantità delle parole abitua ad essere sintetici, meno superficiali lasciando spazio agli altri(“regola”:su 100 parole, 85 dei ragazzi e 15 dell’adulto). La tendenza a mettersi in disparte(accettan do qualsiasi intervento). L’insegnante, l’educatore o chi per lui deve essere la guida della discussione, stimolandone la ricerca e la completezza dell’informazione anche rivolgendo domande appropriate per andare più a fondo pur lasciando che la spontaneità e la libertà interiore abbiano il posto dovuto. Non approfittare di episodi, fatti, situazioni del gruppo stesso. Presentano il materiale migliore per la discussione perché vengono dall’esperienza diretta e accessibile ma, attenzione:l’esperienza non serve a nulla se non è letta in profondità. L’amorevolezza implica il buon rapporto, l’”essere con” per prevenire e orientare, lo stare insieme per collaborare, aiutare e crescere;consequenzialmente tutto può nascere dalla personalità affettivamente matura dell’educatore.