Venerdì 23 Aprile 2004 Auditorium di Palazzo Montani-Antaldi BASILEA 2 LA NUOVA SFIDA DI BANCHE E IMPRESE MASSIMO BIANCONI DIRETTORE GENERALE DI BANCA DELLE MARCHE 1 Contenuti del documento BASILEA 2 LA NUOVA SFIDA DI BANCHE E IMPRESE Contesto di riferimento Contenuti dell’accordo: le principali novità Possibili impatti sul rapporto Banca-Impresa - Piccole e Medie Imprese (PMI) - Small Business (Other Retail) Conclusioni 2 Contesto di riferimento Il primo Accordo di Basilea Il Il Comitato Comitato di di Basilea Basilea Il Il primo primo Accordo Accordo sul sul Capitale Capitale (1988) (1988) Il Comitato di Basilea, costituito nel 1974, ha Il Comitato di Basilea introdusse nel 1988 il concetto di il compito di promuovere la cooperazione Adeguatezza Patrimoniale delle Banche: delle Banche Centrali dei Paesi del G-10* allo Patrimonio di Vigilanza ≥ 8% scopo di definire i regolamenti comuni necessari per assicurare Attività Ponderate per il Rischio la stabilità del sistema creditizio. Non possedendo autorità sovranazionale, gli I mezzi propri di ciascuna Banca sono proporzionali rispetto al volume ed alla rischiosità degli impieghi (“attività a rischio”). accordi raggiunti vanno recepiti nelle varie La rischiosità degli impieghi viene riflessa in differenti legislazioni nazionali. coefficienti di ponderazione: in particolare, i finanziamenti Iter: Accordo Æ Direttiva Europea Æ Legge senza garanzie alle imprese sono sempre ponderati al 100% e quindi richiedono la disponibilità di almeno 8 euro di capitale per ogni 100 euro prestati. * Tra gli altri Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti. 3 Contesto di riferimento I coefficienti di ponderazione delle principali linee di credito Alcuni Alcuni Esempi Esempi Di Di Ponderazione Ponderazione 0% per le attività di rischio verso il governo italiano (es. Ministeri, SACE, Cassa Depositi e Prestiti, etc.), i governi e le banche centrali dei Paesi più industrializzati e le Istituzioni dell’Unione Europea 20% 20% per le attività di rischio verso gli enti pubblici italiani territoriali (Comuni, Province, Regioni) e non territoriali (es. INPS, ASL), le banche ordinarie e le banche multilaterali di sviluppo (BERS, BEI, etc.) 50% 50% per i crediti ipotecari concessi per l’acquisto di immobili di tipo residenziale 100% per le attività di rischio verso il settore privato, per le partecipazioni, le attività subordinate e gli strumenti ibridi di patrimonializzazione non dedotti dal patrimonio di vigilanza 4 Contesto di riferimento Il primo Accordo di Basilea: pregi e limiti Pregi Pregi di di Basilea Basilea 1 1 Limiti Limiti di di Basilea Basilea 1 1 • Bassa sensibilità al rischio La vigilanza bancaria passa da “limiti al fare” alla fissazione di requisiti patrimoniali, basati su una regola semplice e di immediata applicabilità: si contribuisce così al rafforzamento della solidità patrimoniale del sistema creditizio globale (sono oltre 100 i Paesi che hanno aderito a Basilea 1). La quantità di capitale assorbito è scarsamente sensibile rispetto al rischio di credito delle controparti: l’8% di accantonamento può essere eccessivo per un’impresa poco rischiosa ed insufficiente per un’azienda giudicata rischiosa. • Limitato riconoscimento agli strumenti di mitigazione del rischio (es. garanzie reali e personali, derivati su crediti) Il sistema di ponderazione delle attività bancarie ha Ruolo fondamentale di stimolo alla crescita della capitalizzazione delle banche manifestato gravi rigidità di fronte ad un’industria finanziari in rapida evoluzione Valutazione del rischio ancora troppo semplicistica 5 Contesto di riferimento Basilea 2: obiettivi e struttura del Nuovo Accordo sul Capitale Obiettivi: Obiettivi: migliorare la stabilità del sistema finanziario (obiettivo condiviso ed ampliato rispetto alla prima versione) definire i requisiti patrimoniali delle banche, basandosi su una misurazione più accurata e completa dei rischi BASILEA 2 “PRIMO PILASTRO” Requisiti Patrimoniali Minimi “SECONDO PILASTRO” Attività di vigilanza delle Banche Centrali “TERZO PILASTRO” Disciplina di mercato e sulla trasparenza Rilascio del Testo definitivo dell’Accordo : Fine 1° semestre 2004 Entrata in vigore : Fine 2006 6 Contenuti del documento BASILEA 2 LA NUOVA SFIDA DI BANCHE E IMPRESE Contesto di riferimento Contenuti dell’accordo: le principali novità Possibili impatti sul rapporto Banca-Impresa - Piccole e Medie Imprese (PMI) - Small Business (Other Retail) Conclusioni 7 Contenuti dell’accordo: le principali novità “Cosa cambia” e “Cosa resta” nel rapporto Banca-Impresa Cosa Cosa Cambia Cambia OPZIONI REGOLAMENTARI PER IL CALCOLO DEI REQUISITI MINIMI DI CAPITALE Le banche saranno diverse tra loro IL RATING Vengono introdotte metodologie più sofisticate per la valutazione del rischio di credito LA NUOVA DEFINIZIONE DI INSOLVENZA Cosa Cosa Resta Resta Il coefficiente di adeguatezza patrimoniale delle banche continua ad essere applicato ai fini di vigilanza. Patrimonio di Vigilanza ≥ 8% Attività Ponderate per il Rischio Fatte salve le modalità di calcolo del numeratore ovvero del Patrimonio di Vigilanza, Basilea 2 inciderà profondamente sul denominatore del rapporto, modificando il sistema di ponderazione sinora adottato. 8 Contenuti dell’accordo: le principali novità Opzioni regolamentari per il calcolo dei requisiti minimi di capitale Viene concessa alle Banche la possibilità di adottare metodologie di valutazione del rischio dal grado di complessità crescente, laddove l’adozione delle soluzioni più sofisticate comporterà benefici in termini di minore assorbimento di capitale ALTERNATIVE POSSIBILI PER LE BANCHE APPROCCIO BASATO SUI RATING INTERNI APPROCCIO STANDARD Standard – Adozione per Banche Medio-Piccole Rating Interni – Adozione per Banche Maggiori Coefficienti di ponderazione basati su rating esterni Coefficienti di ponderazione basati su rating interni Controparti unrated: coefficiente in vigore (8%) Validazione dei modelli da parte di Banca d’Italia Ampliamento delle tecniche di mitigazione del rischio Calcolo del patrimonio assorbito per ciascun portafoglio di clientela ovvero: Stati e AAPP Corporate (fatturato > 50 mln €) PMI (fatturato compreso tra 5 e 50 mln €) Small Business (aziende con fatturato < 5 mln €) Banche Operazioni specialistiche (es. Project Finance) Partecipazioni azionarie Nel futuro: Possibilità di realizzare modelli di rating interni per segmenti di clientela ritenuti più significativi (soluzione di “scalabilità” graduale) Vista la scarsità di rating oggi disponibili sulle imprese italiane, è prevedibile una migrazione progressiva verso soluzioni di rating interno 9 Contenuti dell’accordo: le principali novità Le variabili determinanti il Rischio di Credito Prima di introdurre la definizione di Rating, vengono di seguito presentate le 4 variabili determinanti il Rischio di Credito: PD PD -- Probability Probability of of Default Default Probabilità di insolvenza x LGD LGD – – Loss Loss Given Given Default Default Perdita effettiva post recupero RISCHIO DI CREDITO x EAD EAD – – Exposure Exposure at at Default Default Esposizione al momento dell’insolvenza x E’ la probabilità di insolvenza della controparte risultante dal modello di rating. La capacità previsiva del modello copre un orizzonte temporale di 12 mesi. E’ la percentuale di perdita effettiva sul credito, ovvero il costo dell’insolvenza al netto della porzione recuperata. Dipende dalla forma tecnica del credito, nonché dalla “forza” delle garanzie acquisite a supporto dell’erogazione. E’ l’esposizione (outstanding) al rischio riscontrata al momento dell’insolvenza. Dipende dalle forme di rimborso fissate al momento dell’erogazione del credito (linee “revolving”, crediti di firma, prodotti derivati, etc.) E’ la scadenza residua delle esposizioni in essere. M M– – Maturity Maturity Scadenza residua Il suo effetto sul rischio di credito è consistente ed è crescente dai 12 mesi sino ai 5 anni, restando poi stabile su scadenze più lunghe. 10 Contenuti dell’accordo: le principali novità Il Rating: la valutazione del rischio di credito DEFINIZIONE DI RATING: GIUDIZIO SINTETICO CHE CONSENTE DI QUANTIFICARE IL RISCHIO DI CREDITO DI UNA CONTROPARTE ATTRAVERSO L’ANALISI CONGIUNTA DI VARIABILI FINANZIARIE E NON Il Rating rappresenta la novità di maggior rilievo dell’Accordo perché la sua introduzione produrrà riflessi “a cascata” sull’assorbimento di capitale, sulle politiche di credito e di pricing delle Banche nei confronti della clientela. ANALISI SETTORIALE E COMPETITIVA ANALISI DI BILANCIO ANALISI ANDAMENTALE GIUDIZIO DI RATING ANALISI QUALITATIVA (Es. qualità del management, storia dell’azienda e del gruppo di appartenenza) VALUTAZIONE SOGGETTIVA DEL RELATIONSHIP MANAGER DATI COMPORTAMENTALI (Es. esistenza pregiudizievoli) 11 Contenuti dell’accordo: le principali novità Il Rating: la valutazione del rischio di credito Il Rating consentirà di ottenere una più stretta correlazione tra la rischiosità dell’impresa affidata ed il capitale necessario alla banca per coprire il rischio. 60,0% Rating medio delle PMI italiane ed europee 50,0% Basilea 2 40,0% 30,0% Attuale assorbimento (8%) 20,0% 10,0% 0,0% AAA AA+ AA AA- A+ A A- BBB+ BBB BBB- BB+ BB BB- B+ B B- CCC Al crescere della rischiosità del cliente corrisponderà, a parità di linea di credito, un maggiore capitale assorbito e di conseguenza un aumento del tasso di interesse richiesto al cliente per garantire un’adeguata remunerazione 12 Contenuti dell’accordo: le principali novità La nuova definizione di insolvenza La definizione di insolvenza (default) si basa sull’indipendente o concomitante verificarsi di 2 condizioni: Soggettiva, che si fonda sulla valutazione della Banca sull’incapacità del debitore di adempiere in pieno alle proprie obbligazioni contrattuali (simile ad oggi) Oggettiva, in base al quale i crediti scaduti da oltre 90 giorni configurano il verificarsi dell’insolvenza N.B. Alle banche italiane è stato concesso di applicare il limite di 180 giorni per un periodo di transizione di 5 anni EFFETTI: Sarà necessario modificare progressivamente le abitudini di pagamento uniformandosi sull’obiettivo 90 giorni Profondi cambiamenti indotti sulla gestione del circolante e quindi sulla gestione finanziaria di clienti e fornitori 13 Contenuti del documento BASILEA 2 LA NUOVA SFIDA DI BANCHE E IMPRESE Contesto di riferimento Contenuti dell’accordo: le principali novità Possibili impatti sul rapporto Banca-Impresa - Piccole e Medie Imprese (PMI) - Small Business (Other Retail) Conclusioni 14 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Basilea 2 – Classificazione delle imprese e PMI FATTURATO DELL’IMPRESA ≥ 50 milioni di euro TIPOLOGIA DI PORTAFOGLIO CORPORATE Vengono valutate individualmente tramite rating esterni ovvero rating derivanti da modelli interni TRATTAMENTO In mancanza di rating l’assorbimento è fisso all’8% Compreso tra 5 e 50 milioni di euro PMI Vengono valutate individualmente tramite rating derivanti da modelli interni * * non esistono oggi rating esterni su PMI In mancanza di rating l’assorbimento è fisso all’8% < 5 milioni di euro con Esposizione vs Banca ≤ 1 milione di euro OTHER RETAIL (Small Business) Vengono assimilate a debitori Retail: ciò comporta una gestione delle posizioni in massa e una valutazione di rating non più individuale. Il coefficiente standard di ponderazione passa dal 100% di Basilea 1 al 75% 15 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Rialzo dei tassi: minaccia concreta o ingiustificato allarmismo? La prima versione del nuovo Accordo di Basilea (gennaio 2001) risultava estremamente penalizzante nei confronti delle PMI (fatturato compreso tra i 5 e i 50 mln €), che venivano equiparate a posizioni Corporate (fatturato ≥ 50 mln €). Dal momento che le PMI sono mediamente caratterizzate da una probabilità di insolvenza più elevata rispetto ad un’azienda Corporate, questa proposta avrebbe comportato: un rischio di riduzione del credito alle PMI e di parallelo innalzamento dei tassi per le PMI effetti distorsivi sulle economie europee e più marcatamente su Italia e Germania dove la diffusione di PMI è maggiore un’eccessiva penalizzazione delle PMI, che sebbene più rischiose come aziende singole, a livello aggregato generano un rischio complessivo minore delle Corporate (grazie alla possibilità di diversificare e frammentare le esposizioni, alla ridotta incidenza sul rischio sistematico ed alla loro flessibilità operativa maggiore a fronte di rallentamenti economici) Tale pericolo è stato scongiurato dall’ultima bozza di Accordo, nel quale si prevede che Le PMI siano soggette a requisiti patrimoniali inferiori fino al 20% rispetto al rischio Corporate (“Corporate con Sconto”) 16 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Rialzo dei tassi: minaccia concreta o ingiustificato allarmismo? Gli ultimi studi di impatto promossi dal Comitato di Basilea fugano i timori di razionamento del credito e innalzamento dei tassi a danno delle PMI: le nuove regole hanno infatti portato ad una sensibile riduzione dei requisiti patrimoniali richiesti e quindi potranno determinare tassi mediamente inferiori. Attuale (8%) Gennaio 2001 Aprile 2003 Aprile 2003 PMI BASILEA 2 Gennaio 2001 Effetto della revisione Attuale Assorbimento (8%) BASILEA 2 Aprile 2003 Livello medio delle PMI italiane ed europee 17 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Rialzo dei tassi: minaccia concreta o ingiustificato allarmismo? Una Una Serie Serie di di Evidenze Evidenze per per sfatare sfatare inutili inutili “Leggende” “Leggende” Da uno studio promosso da Prometeia su 75.000 imprese, 3 imprese su 4 avranno riduzioni o parità di capitale assorbito e solo 1 su 4 avrà potenziali penalizzazioni I prezzi teorici del credito calcolati secondo Basilea 2 sono inferiori o uguali a quelli già oggi praticati fino al livello BB- (stima Banca d’Italia): in questo senso, uno studio Unioncamere /Moody’s su un campione di 7.860 società mostra come oltre l’80% delle PMI esaminate abbia ottenuto un rating uguale o superiore a BB- (ottobre 2003) Laddove sono stati affinati i modelli di rating (es. Sanpaolo IMI, Unicredito) il credito alle PMI è cresciuto e non diminuito rispetto al totale degli impieghi 18 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Sintesi degli effetti oggi prevedibili sulle PMI 9 Il rapporto Banca-impresa sarà maggiormente orientato alla trasparenza reciproca: sarà interesse comune di Banca ed Impresa affidata fornire ed ottenere informazioni per una corretta valutazione del rischio 9 Il Rating diverrà variabile strategica per regolare l’accesso al credito ed il costo relativo: le imprese con buon rating vedranno migliorare le condizioni di accesso al credito, le aziende più rischiose subiranno restrizioni creditizie ovvero pagheranno tassi più elevati 9 Verrà enfatizzato il ruolo “consulenziale” delle banche a favore delle imprese: agli imprenditori si richiederanno strategie d’impresa coerenti e trasparenti sia sul piano industriale sia sul piano finanziario; alle banche si richiederanno maggiore trasparenza nella valutazione di rating e maggiore coinvolgimento in termini di consulenza, sviluppo di servizi e di soluzioni innovative 9 I Confidi potranno giocare un ruolo determinante per l’ottenimento di tassi più favorevoli, a condizione che intraprendano alcune azioni correttive per migliorare la qualità delle garanzie rilasciate (es. Basilea 2 richiede, nell’approccio Internal Rating Foundation, un rating del Confidi almeno pari ad A-, mentre oggi nessun consorzio supera il livello BBB+): in questa direzione, la visione dei Confidi quali Banche di Garanzia ed il processo di aggregazione e ristrutturazione in atto potranno contribuire ad elevare la qualità e la “forza” degli impegni assunti. 19 Contenuti del documento BASILEA 2 LA NUOVA SFIDA DI BANCHE E IMPRESE Contesto di riferimento Contenuti dell’accordo: le principali novità Possibili impatti sul rapporto Banca-Impresa - Piccole e Medie Imprese (PMI) - Small Business (Other Retail) Conclusioni 20 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Basilea 2 – Classificazione delle imprese e ‘Other Retail’ FATTURATO DELL’IMPRESA ≥ 50 milioni di euro TIPOLOGIA DI PORTAFOGLIO CORPORATE Vengono valutate individualmente tramite rating esterni ovvero rating derivanti da modelli interni TRATTAMENTO In mancanza di rating l’assorbimento è fisso all’8% Compreso tra 5 e 50 milioni di euro PMI Vengono valutate individualmente tramite rating derivanti da modelli interni * * non esistono oggi rating esterni su PMI In mancanza di rating l’assorbimento è fisso all’8% < 5 milioni di euro con Esposizione vs Banca ≤ 1 milione di euro OTHER RETAIL (Small Business) Vengono assimilate a debitori Retail: ciò comporta una gestione delle posizioni in massa e una valutazione di rating non più individuale. Il coefficiente standard di ponderazione passa dal 100% di Basilea 1 al 75% 21 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Le imprese rientranti nel segmento ‘Other Retail’ Rientrano nel portafoglio ‘Other Retail’ le imprese con: 9 fatturato inferiore ai 5 milioni di euro 9 esposizione verso la singola Banca inferiore ad 1 milione di euro Su tali tipologie di imprese spesso le informazioni disponibili (bilancio anzitutto) sono insufficienti per formulare un giudizio di rating sulla singola controparte Il frazionamento degli importi e la numerosità delle controparti ha indotto il Comitato di Basilea a riconoscere la minore rischiosità di tale portafoglio e quindi a ridurre il coefficiente di ponderazione dal 100% al 75%: l’assorbimento di capitale passerà quindi dall’8% al 6% Le imprese “Other Retail” vengono quindi assimilate a debitori Retail: ciò comporta una gestione delle posizioni in massa e una valutazione di rating non più individuale, ma susseguente ad aggregazioni in classi omogenee di rischio sofferto (es. area geografica, settore di attività, qualità del management, etc.). Le banche potranno scegliere tra coefficiente di ponderazione standard (75%) e Approccio Internal Rating Avanzato: quest’ultimo potrà comportare ulteriori benefici in termini di minor assorbimento di capitale. 22 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Le imprese della Regione Marche: addetti e ricavi presumibili I risultati dell’8° Censimento sull’Industria e Servizi della nostra Regione* mostrano con tutta evidenza le piccole dimensioni del tessuto imprenditoriale marchigiano, laddove oltre il 50% delle imprese dichiara un solo addetto. Meno di 10 addetti Tra 10 e 49 addetti Oltre 50 addetti TOTALE IMPRESE CENSITE NELLE MARCHE: 123.607 5% 1% 94% Il 94% delle imprese occupa meno di 10 addetti, dimensione cui corrispondono statisticamente ricavi inferiori ai 5 milioni di euro (Stima Eurisko). * Fonte: ISTAT - 16 marzo 2004 (censimento dell’ottobre 2001) 23 Possibili impatti sul rapporto Banca - Impresa Le imprese della Regione Marche: l’esposizione media Le rilevazioni di Centrale dei Rischi sulla Regione Marche* mostrano come oltre il 96% dei soggetti segnalati presentino un utilizzato medio per cassa inferiore a 1 milione di euro. La combinazione dei dati ISTAT su addetti e ricavi delle imprese marchigiane con le rilevazioni Banca d’Italia sull’utilizzato medio segnalato a Centrale dei Rischi portano alla seguente conclusione: Una ampissima maggioranza di imprese marchigiane rientrerà nella fattispecie “Other Retail” con forti vantaggi in termini di minor assorbimento di capitale per le banche Infatti… L’esposizione totale della Regione Marche segnalata a Centrale dei Rischi ammonta a 19,8 miliardi di euro. Assumendo per ipotesi che tali finanziamenti per cassa non siano assistiti da garanzia, il coefficiente di ponderazione attuale (8%) comporterebbe un assorbimento di capitale per 1,6 miliardi di euro, mentre il nuovo coefficiente standard fissato per il portafoglio ‘Other Retail’ da Basilea 2 determinerebbe un consumo di capitale per 1,2 miliardi richiesti, con un risparmio di circa 400 milioni di euro Il timore di Credit Crunch e di innalzamento dei tassi sulle aziende marchigiane appare ingiustificato * Fonte: Bollettino Statistico Banca d’Italia – Dati al 30 settembre 2003 24 Contenuti del documento BASILEA 2 LA NUOVA SFIDA DI BANCHE E IMPRESE Contesto di riferimento Contenuti dell’accordo: le principali novità Possibili impatti sul rapporto Banca-Impresa Conclusioni 25 Conclusioni Suggerimenti operativi: quando muoversi e cosa fare Banche Banche Imprese Imprese Il Nuovo Accordo sul Capitale entrerà in vigore a fine 2006. Sin d’ora Basilea 2 non è un “corpo estraneo” alle logiche bancarie: infatti, per alcuni grandi Gruppi Basilea 2 è già una realtà, molti altri si stanno attrezzando perchè per poter utilizzare gli approcci più avanzati (e più vantaggiosi per la banca in termini di minore assorbimento di capitale) serve dimostrare alla Banca d’Italia i risultati di 3 anni di utilizzo dei modelli. Dal momento che Basilea 2 premierà le aziende migliori, occorrerà impostare in tempi brevi una strategia finalizzata a migliorare il proprio rating. In questo senso, sarà fondamentale individuare – di concerto con le Banche – le aree di intervento prioritario e definirne ii relativi valori obiettivo: la Funzione Finanza assumerà pertanto un ruolo centrale nella vita aziendale, importante almeno tanto quanto quella commerciale, organizzativa e tecnologica. Nella realtà italiana, le principali Aree di valutazione sulle quali incidere sono: • Livello di Capitalizzazione dell’impresa (es. rapporto tra mezzi propri e capitale investito) • Redditività e Capacità di autofinanziamento (es. ROI, Cash Flow Operativo) • Indice di Copertura degli interessi passivi • Funzionamento del Capitale Circolante • Dati andamentali • Scenario competitivo (es. Principali concorrenti, previsioni sul settore di appartenenza) • Dati qualitativi (es. Qualità del management, storia della società, reputazione degli azionisti) 26 Conclusioni BASILEA 2 LE IMPRESE POTRANNO ESSERE I PRIMI CONSULENTI DELLE BANCHE NELLA SPIEGAZIONE DEI PROPRI OBIETTIVI E PIANI INDUSTRIALI TRASPARENZA CAMBIAMENTO DEL RAPPORTO BANCAIMPRESA LE BANCHE POTRANNO ESSERE I PRIMI CONSULENTI DELLE IMPRESE IN MATERIA DI FINANZA AZIENDALE NON PIU’ DIFFIDENTI, MA CONFIDENTI! 27