Il sistema di Basilea 2 opportunità e rischi per le piccole e medie imprese Enrico Camilleri Giovani Imprenditori Fenapro Gli accordi di Basilea 2 Cosa sono? "Basilea 2" è il nuovo accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche. Le banche dei paesi aderenti dovranno accantonare quote di capitale proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti, valutato attraverso lo strumento del rating. Gli accordi di Basilea 2 I soggetti partecipanti Gli Accordi di Basilea sui requisiti patrimoniali delle banche sono il frutto del lavoro del Comitato di Basilea, istituito dai governatori delle Banche centrali dei dieci paesi più industrializzati (G10) alla fine del 1974. I membri attuali del Comitato provengono da Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Gli accordi di Basilea 2 I primi accordi di Basilea 1988: il Comitato di Basilea introduce il sistema di misurazione del capitale comunemente chiamato Accordo di Basilea sul Capitale. Fino ad oggi hanno aderito le autorità centrali di oltre 100 paesi definendo l'obbligo per le banche di accantonare capitale nella misura dell'8% del capitale erogato, allo scopo di garantire solidità alla loro attività. Pro: maggiore solidità Contro: poca “precisione” sul singolo caso di affidamento Gli accordi di Basilea 2 2001: l’accordo di Basilea 2 Obiettivi: criteri “oggettivi” di rating I tre pilastri di Basilea 2 I Requisiti patrimoniali minimi Il controllo delle Banche Centrali Disciplina del Mercato e Trasparenza I tre “pilastri” Regole per la Quantificazione dei rischi (Nuovo sistema di requisiti patrimoniali) Principi guida per la vigilanza (Nuovi sistemi di misurazione e controllo dei rischi) Disciplina di mercato (Utilizzo di requisiti di trasparenza delle informazioni sulle condizioni di rischio e di patrimonializzazione delle singole banche) Gli accordi di Basilea 2 I Requisiti patrimoniali minimi Affinamento della misura prevista dall'accordo del 1988 che richiedeva un requisito di accantonamento dell'8%. In primo luogo ora si tiene conto del rischio operativo e del rischio di mercato. Per il rischio di credito, le banche potranno utilizzare metodologie diverse di calcolo dei requisiti. sistemi di internal rating, con l'obiettivo di garantire una maggior sensibilità ai rischi La differenziazione dei requisiti in funzione della probabilità d'insolvenza è particolarmente ampia, soprattutto per le banche che adotteranno le metodologie più avanzate. Gli accordi di Basilea 2 Il controllo delle Banche Centrali Tenendo conto delle strategie aziendali in materia di patrimonializzazione e di assunzione di rischi, le Banche Centrali avranno una maggiore discrezionalità nel valutare l'adeguatezza patrimoniale delle banche, potendo imporre una copertura superiore ai requisiti minimi. Gli accordi di Basilea 2 Disciplina del Mercato e Trasparenza Sono previste regole di trasparenza per l'informazione al pubblico sui livelli patrimoniali, sui rischi e sulla loro gestione. Gli accordi di Basilea 2 Basilea 2 entrerà in vigore all'inizio del 2007. Con Basilea 2 le banche dovranno accantonare quote di capitale proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti, valutati attraverso lo strumento del rating. Se i rapporti comportano maggiori rischi, dovranno essere effettuati maggiori accantonamenti, e quindi le banche dovranno sostenere maggiori costi. Tempi di attuazione Giugno 2004: approvazione del nuovo schema di regolamentazione da parte del comitato Luglio 2004: inizio procedura per l’emanazione della direttiva UE Giugno 2005: emanazione della direttiva da parte del Consiglio Europeo Dicembre 2005: recepimento direttiva da parte degli stati nazionali 2007: entrata in vigore delle norme C’è tempo… Il fatto che Basilea 2 entrerà in vigore nel 2007 non deve far pensare che sia troppo presto per affrontare il problema. I gruppi bancari che ambiscono al riconoscimento più avanzato dell'accordo dovranno adottare il conteggio parallelo del nuovo e del vecchio accordo a partire dalla fine del 2005. Le imprese che vorranno mantenere o migliorare le loro posizioni creditizie (scoring e pricing) dovranno adeguare il loro approccio alla contabilità ed al controllo di gestione. Quantificazione del rischio Definizione comune del patrimonio di vigilanza Concetto di attività ponderate per il rischio Rapporto fra patrimonio e attività ponderate per il rischio Un concetto generale Asset and Liability Management Gestione equilibrata attivo passivo In Italia per le PMI non è stato sinora così Bilancio Attivita di breve periodo Passività di breve periodo Attività di medio periodo Passività di medio periodo Attività di lungo periodo Passività di lungo periodo Patrimonio di vigilanza Patrimonio di base: capitale sociale, riserve, fondo rischi Patrimonio supplementare:riserve di rivalutazione, plusvalenze su partecipazioni altri elementi positivi Attività ponderate per il rischio Rischio di credito Metodo standard corrente Tutti i debitori Sono allo stesso livello Di rischio Metodo standard nuovo Valutazione dei debitori A livello personalizzato Di rischio La classificazione dei clienti Le banche saranno costrette a classificare i propri clienti in base alla loro rischiosità, attraverso procedure di rating sempre più sofisticate. E' quindi evidente la necessità che le aziende, ed in particolare le Pmi, pongano in essere fin d'ora politiche gestionali e di bilancio atte a rafforzare la propria struttura e la propria immagine per affrontare nel modo più sereno possibile "l'esame" dei rating bancari. Il concetto di attivo ponderato per il rischio di credito Attività rischiose (valore nominale) Coefficienti imposti dalle Autorità di vigilanza (0%-200%) Attivo ponderato per il rischio di credito Valutazione debitore Valutazione Aaa Merito credito Aa- A+ A- Bbb+ Infer. Bbb- B- Ponderazione 20% 50% 100% 150% rischio Privi rating 100% adeguatezza patrimoniale patrimonio di vigilanza crediti * merito creditizio ≥ 8% Metodologie operative Metodo standard un po’ più complesso di quello oggi in vigore; Metodo esterno assunto dalle agenzie specializzate (Moody’s, Fitch/IBCA, Standard&Poors, etc)*; Metodo interno di base Metodo interno avanzato Entrambi i metodi interni sono soggetti a validazione da parte dell’Istituto di vigilanza * Valido se le agenzie soddisfano i requisiti di obiettività, indipendenza, trasparenza e pubblicità delle operazioni, risorse organizzative, credibilità delle procedure Internal rating avanzato Aggiornamento procedurale Internal rating base Metodi interni Standard avanzato Standard base Complessità metodologica Scoring Definizione del concetto Di insolvenza (default) Individuazione del campione Scelta delle variabili Stima del modello Verifica dei risultati Il coefficiente di ponderazione PD (probabilty of default) = definizione della probabilità che il cliente sia insolvente LGD (loss given default) = stima della potenziale perdita EAD (exposure at default) = stima dell’esposizione al momento del default M (maturity) = esprime la durata residua dell’esposizione Aree di analisi di bilancio Capacità reddituale Valutazione creditizia Capacità finanziaria Capacità patrimoniale L’analisi di bilancio: indicatori ROE; ROS; TURNOVER ROA; ROI. L’analisi di bilancio: indicatori ROE; (rapporto tra reddito netto e capitale netto) sintetizza la redditività del capitale proprio evidenziando la redditività complessiva dell'impresa. Anche se risente delle variazioni di capitale e del carico degli oneri finanziari, questo indicatore deve essere sempre alto e crescente (anche se oltre certi limiti potrebbe evidenziare non una ottima redditività quanto invece un capitale netto insufficiente) e può essere interpretato valutando la redditività delle singole aree della gestione. L’analisi di bilancio: indicatori ROS (return on sales) indica la redditività delle vendite come rapporto tra reddito operativo e vendite nette) L’analisi di bilancio: indicatori TURNOVER il turnover (o indice di rotazione, come rapporto tra vendite nette e capitale investito) indica quante vendite sono state prodotte per ogni euro investito in impresa. L’analisi di bilancio: indicatori ROA (rapporto tra reddito operativo e totale attivo) misura l'efficienza nella gestione del capitale, quindi misura la capacità dell'impresa di trarre profitto dagli investimenti. In linea di massima questo indicatore dovrebbe essere sempre elevato ed, essendo fortemente influenzato dal sistema di appartenenza, è opportuno confrontarlo con i valori degli esercizi precedenti e con le imprese dello stesso settore. Soprattutto se il valore di questo indicatore è basso oppure decrescente nel tempo, per una sua maggiore comprensione può essere utile scinderlo nelle sue due componenti; infatti il ROA si compone dalla seguente equazione: ROA = ROS x TURNOVER Il ROA dipende dunque sia dai margini realizzati sui ricavi sia dalla rotazione del capitale investito, vale a dire dall'entità dei ricavi prodotti attraverso il capitale investito. Questo indicatore può essere migliorato rafforzando il margine sulle vendite oppure realizzando maggiori volumi di vendita a parità di capitale investito. Se, per contro, il ROA risulta insoddisfacente occorre capire se questo è il risultato di un basso margine sulle vendite oppure di un basso volume di vendite rispetto al capitale investito, oppure di entrambi i fenomeni. L’analisi di bilancio: indicatori ROI rapporto tra il reddito operativo ed il totale delle risorse finanziarie investite nell'impresa (debiti a breve e a medio e lungo termine e capitale netto): questo indicatore fornisce una indicazione approssimativa della massima remunerazione disponibile per tutti i prestatori di risorse (banche, azionisti ed eventuali altri finanziatori esterni). È opportuno che questo indicatore sia particolarmente elevato in quanto segnala (per lo meno in via approssimativa) che l'impresa dispone di risorse adeguate per remunerare i finanziatori. Cos’è il rating Il rating è associato normalmente alle agenzie internazionali come Moody's, Standard&Poor's o Fitch, che danno il voto sull'affidabilità finanziaria di uno Stato, o sulle emissioni di bond dei Paesi emergenti, oppure su banche o grandi aziende quotate. Ma nei prossimi mesi anche le Pmi dovranno confrontarsi con questo termine. Profilo aziendale L’architettura concettuale di un modello di rating interno proposto dalla Centrale dei Bilanci Analisi qualitativa Score qualitativo Analisi eco-fin.ria Analisi ambientale Rating di bilancio Score ambientale Rating di impresa Profilo comportamentale Rating interno complessivo Score andamentale Score andamentale Dati di Sistema Centrale rischi Score andamentale interno Rapporto banca/impresa Cosa significa rating Letteralmente, rating significa valutazione. Di conseguenza, l'operazione di rating comporta la valutazione della credibilità di uno Stato, di una emissione finanziaria, di un‘azienda. Basilea 2 fissa solo le linee guida, lasciando ampio spazio alle banche ed alle autorità centrali di controllo del credito per quel che concerne le metodologie ed i processi che porteranno alla definizione del rating. Gli orientamenti Il metodo di calcolo del rating effettuato internamente da un istituto di credito potrà differire anche significativamente da quello effettuato da un altro istituto. In ogni caso, le aziende saranno valutate, con riferimento alla rischiosità, vale a dire alla probabilità di insolvenza, sulla base di una scala ordinale di merito ed attraverso l'utilizzo di metodologie e di processi organizzativi idonei. Quali valutazioni? Ma quali elementi di valutazione utilizzeranno in concreto le banche? Attualmente, è possibile identificare diverse classi di elementi: 1) Caratteristiche proprie dell'azienda 2) Caratteristiche ed andamento del settore in cui opera l'azienda 3) Andamento del rapporto "banca/azienda" 4) Andamento del rapporto "azienda/sistema bancario" Il sistema azienda attraverso il bilancio Cassa Clienti Magazzino Altre attività Immob. Tecniche Immob. Finan. Immob. Immat. Politiche di Tesoreria Politiche Commerciali Politiche delle scorte Politica Investimenti Politiche di integraz./diversificaz. Politiche di Innovazione Il sistema azienda attraverso il bilancio Banche a breve Fornitori Stato Altri debiti Banche a m/l Altri deb. a m/l Politiche di indebit. Politiche Acquisti Politiche tributarie Mezzi propri Politiche di indebit. e di dividendo Politiche di Indebit. Politiche di Indebit. Alcune indicazioni sintetiche Relativamente al settore di appartenenza di una impresa e con particolare riferimento alla sua arena competitiva è possibile monitorare l’andamento di alcune “quantità” importanti Quota di mercato:rappresenta l’effetto esperienza e la capacità di apprendimento e consente leadership di costo Reddito operativo migliore dei concorrenti Oneri finanziari più bassi Reddito netto elevato Valore Aggiunto elevato: è la rappresentazione dell’originalità del prodotto Indebitamento più basso I Pilastri della gestione aziendale SOLIDITA’ LIQUIDITA’ SVILUPPO REDDITIVITA’ Le relazioni sistemiche: una rappresentazione per indici 1. 2. 3. 4. 5. 6. MEZZI PROPRI/ ATTIVO FISSO NETTO=1 ROI > 0 con INCREMENTO del CAPITALE CIRCOLANTE = 0 INCREMENTO CAP. INVESTITO = AUTOFINANZIAMENTO/MEZZI PROPRI INCREMENTO CAP. INVESTITO = INCREMENTO MEZZI DI TERZI+INCREMENTO MEZZI PROPRI MEZZI TERZI/MEZZI PROPRI=1 e ROI-I>0 INCREMENTO CAP. INVESTITO = INCREMENTO FLUSSI DI CASSA Cosa devono fare le aziende? Le aziende hanno quindi molti elementi su cui lavorare per evitare di giungere impreparate all'appuntamento con Basilea 2 e con i relativi rating: migliorare la propria struttura finanziaria e patrimoniale ed i propri flussi economici migliorare la quantità, la qualità e la tempestività delle informazioni verso l'esterno LA STRUTTURA DEL PROCESSO DI ANALISI CREDITIZIA SECONDO BASILEA II: L’UTILIZZO DEI RATING INTERNI Analisi di bilancio storico e prospettico Analisi cliente Analisi della relazione Analisi competitiva: prospettive, posizionamento, fattori di criticità e di successo, etc. Score andamentale: analisi Centrale Rischi, sconfinamenti, etc. Rating Integrato P.D. (Probabilità di insolvenza) E.A.D. (Esposizione presunta al momento dell’insolvenza) Analisi operazione L.G.D. Analisi garanzie (Perdita in caso di insolvenza) EL SINTESI DEL RISCHIO = PD x LGD x EAD E.L. PERDITA ATTESA