Basilea II: Banche e PMI
Limiti e opportunità nel
finanziamento delle piccole e medie
imprese.
Urbino, 1 Marzo 2006
Prof. Mara Del Baldo
1
Le questioni di fondo
• Quali effetti avrà l’accordo di Basilea II sulle
banche e sulle piccole e medie imprese italiane?
• Si verificherà un razionamento del credito o un
innalzamento del costo del credito?
2
Caratteristiche finanziarie tipiche delle
pmi
•
•
•
•
Sottocapitalizzazione
Multiaffidamento
Sbilanciamento sul credito bancario a breve
Insufficiente informativa economico-finanziaria (bassa
disclosure)
• Insufficiente livello di cultura finanziaria
• Avversione al rischio e alla diluizione del controllo
3
La funzione finanziaria nelle piccole imprese
Il dibattito in letteratura
“Le teorie della Fa non servono per valutare lo stato di salute della piccola
impresa perché è presente la coincidenza tra proprietà e controllo: i
modelli di FA sono inapplicabili (Levin, Travis, 1987)”
Perché….
dati di bilancio ingannevoli; decisioni di indebitamento e di investimento
non ottimali ma legate a preferenze personali; mancanza di una
politica dei dividendi, …
Perché…
La Fa applica la teoria neoclassica marginalistica; le decisioni finanziarie
perseguono la massimizzazione dei valori dell’impresa nell’interesse
degli azionisti
decisioni di struttura finanziaria: minimizzano il costo del capitale; capital
budgeting: valore attuale netto dei flussi di cassa dei progetti di
investimento; modelli di gestione del numerario: controllo variazioni
flussi perminimizzare il costo della liquidità,...
4
Prima fase della ricerca:
Quali modelli della Fa sono applicabili alle pi?
Quasi generale applicabilità dei modelli della FA alla pi
• Differenti decisioni di struttura finanziaria
• Modelli
della
FA
integrabili
con
la
ricerca
sull’imprenditorialità superando l’ipotesi della perfetta
efficienza dei mercati finanziari: le pi si confrontano con
sacche di inefficienza
• Maggiore importanza alla piccola dimensione
• “Occorre ampliare i confini della FA per ammettere che la pi
possa agire in modo differente nelle decisioni finanziarie”
• McConnell, Pettit (1983);Pettit, Singer (1985); Brophy,
Shulman (1992); Ang (1992).
5
Seconda fase della ricerca:
Si prendono le distanze dai paradigmi classici e
si recepiscono i caratteri singolari della pmi
•
•
•
•
•
•
•
•
Nuovi problemi di gestione finanziaria: nuove soluzioni;
I modelli della FA danno risultati poco soddisfacenti: si tende ad
adattarli ad una “logica della pi”
Caratteristiche distintive delle pi
Eterogeneità delle pi
Comportamenti finanziari delle pi divergenti rispetto a quelli
razionali previsti dalla FA per le gi
Centralità motivazioni e obiettivi del piccolo imprenditore: diverse
funzioni obiettivo (diverso uso della leva finanziaria rispetto a
quanto suggerito dal rapporto di indebitamento ottimale; diversa
gestione della liquidità)
Tipi di pi (stabili/life style firms; emergenti /entrepreneurial
firms) in funzione di fattori interni ed ambientali
Ricerche empiriche (obiettivi finanziari delle piccole imprese;
decisioni di struttura finanziaria; decisioni di investimento)
Petty, Bygrave (1992); Cooley, Ewards (1983); Peterson, Norton
(1980).
6
Terza fase della ricerca
Si ricerca una nuova impostazione agli studi:
verso la “finanza imprenditoriale”
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Occorre superare la teoria finanziaria marginalistica e porre alla base
della finanza imprenditoriale la teoria shumpeteriana (situazioni di
disequilibrio, nicchie).
Analisi centrata sull’imprenditore: esperienza, competenze.
Diversa razionalità; diversa valutazione dei rischi e dei risultati
economico-finanziari.
Informazioni acquisite con l’apprendimento e non sempre ex ante..
Decisioni finanziarie: decisioni di gestione strategica (ottimo relativo;
valori e atteggiamenti imprenditoriali).
preferenze e obiettivi degli imprenditori; gap finanziario.
Configurazione degli obiettivi finanziari e della funzione di utilità della
pi: attributi diversi dalla gi (motivazioni degli imprenditori).
Rischio sistematico e non sistematico (liquidità, investimento del
capitale personale su una ristretta base reddituale, non trasferibilità
della proprietà).
Colot, Michel (1996); Gibson (1991); Barton, Matthews (1987); Gordon
(1988)
7
?
– I parametri di Basilea II “recepiscono”
le specificità delle scelte finanziarie del
piccolo imprenditore e, più in generale,
tengono conto dei principi su cui si basa
la finanza imprenditoriale?
8
Basilea II: posizioni a
confronto
• Dopo una fase di prima perplessità, le
istituzioni finanziarie considerano positivi
gli effetti derivanti dall’applicazione
dell’Accordo
• Le imprese, e in particolare le imprese di
piccola e media dimensione, non sembrano
ancora averne percepito le potenzialità e i
vincoli
9
Opinioni favorevoli: sui vantaggi di
Basilea 2
• Per banche e imprese Basilea II é:
un potente incentivo per gestire in maniera più efficiente il rischio
operativo e di credito e per calibrare il pricing
I sistemi di rating: valutazione sistematica e omogenea della rischiosità
prospettica dei clienti (per individuare segnali di pericolo, per prevenire
il deterioramento del rischio)
• Banche e imprese possono guardare a Basilea 2 senza eccessive
preoccupazioni
(A. Lanzara, Bnl)
• Le preoccupazioni si affievoliscono. La maggioranza delle banche anche
piccole intende applicare il metodo dei rating interni, non ritenuto
complesso e costoso
(A. Baglioni, Univ. Cattolica Mi)
• Basilea 2 apporterà benefici alle piccole imprese. Le incertezze
dipendono dall’attuale situazione congiunturale. Ma gli istituti di credito
potranno e sapranno pensare a piani finanziari personalizzati per le
realtà industriali più piccole.
(Crif, C. Gherardi)
• Ma se diminuiscono le preoccupazione delle banche, aumentano quelle
10
delle imprese ?…….
Opinioni molto favorevoli: sui vantaggi
di Basilea 2
• Un’opportunità per le banche, chiamate a perfezionare il sistema
di controllo e di gestione dei rischi (Banca Monteriggioni)
• Uno stimolo per costruire relazioni forti di lungo periodo,
parlando non solo di conti passati, ma anche dei progetti futuri, e
favorendo l’introduzione della Hausbank (Banca Intesa)
• Un modo per pervenire ad un approccio alla gestione del rischio
più rigoroso, grazie ai controlli interni andamentali intensificati,
senza impatti di rilievo per le piccole imprese (BancAsciano)
• Un modo per legare in modo meno rudimentale il rischio di credito
con l’utilizzo del capitale a fronte del rischio e per prezzare in
modo più efficiente il credito, non per tagliarlo (Banca del
Piemonte)
• Una possibilità per concentrarsi sui servizi finanziari e sui prestiti
al dettaglio a individui e piccole imprese e per migliorare la
cultura del rischio per le banche (Agenzia di rating Moody’s)
11
Opinioni abbastanza favorevoli: sui
vantaggi di Basilea 2
• Il trattamento delle piccole imprese all’interno di approcci
regolamentari spingerà molte di queste aziende verso una
maggiore
attenzione
alla
finanza
d’impresa,
all’arricchimento dei contenuti di bilancio, ad una maggiore
trasparenza della comunicazione finanziaria verso gli
istituti di credito (Bankit)
• Le controparti piccole imprese trattate come esposizioni
corporate non sono penalizzate; le pi trattate come
esposizioni
retail
ottengono
una
riduzione
dell’assorbimento patrimoniale
• L’adozione di sistemi interni di rating calibrati sul
portafoglio pi promuove un processo di selezione delle
controparti (S.Paolo IMI)
12
Opinioni abbastanza favorevoli: sui
vantaggi di Basilea 2
•
•
•
•
Non tutte le banche sono pronte ad utilizzare i modelli di rating
interni.
La metodologia di valutazione adottata dalle banche inciderà sul costo
del debito. Le imprese che gestiscono in maniera efficiente il proprio
core-business e sono capaci di comunicarlo alle banche, potranno
ridurre il costo del debito I margini di manovra delle imprese per
negoziare il credito aumenteranno, indipendentemente dai requisiti
dimensionali delle imprese (Snamprogetti, M.A.Vinzia).
Gli Accordi aiuteranno le piccole imprese e stanno alimentando
maggiore concorrenza. E’ infondato il timore che l’accesso al
credito per le piccole imprese diventi più difficoltoso.
“Pagherà di più chi si assume maggiori rischi, non necessariamente
quegli istituti che finanziano le piccole imprese; anzi le banche
sostenitrici di aziende minori avranno diritto a una riduzione del
capitale minimo da detenere” (Bankitalia)
13
Opinioni contrarie…
• Le piccole imprese risentiranno del razionamento del credito
bancario (credit crunch=politiche restrittive del credito), poiché i
criteri di accesso al credito diventeranno più selettivi. Risultato:
aumento della sensibilità al rischio da parte delle banche e maggiore
attenzione a valutare le singole posizioni (Confindustria)
• Le imprese di piccola dimensione perderanno competitività perché
l’accordo rappresenta un ostacolo al consolidamento e allo sviluppo
di molte aziende. Basilea 2 si aggiunge alle ragioni tecniche,
culturali, legislative e comportamentali che già ostacolano l’accesso
al mercato finanziario delle piccole imprese (Assindustria Molise)
• Basilea 2 prevede prestiti fondati sui dati di bilancio degli ultimi 5
anni e non su parametri di sviluppo (età impresa, curriculum
professionale dell’imprenditore, indice di sviluppo dell’area in cui
investe). L’anomalia italiana è rappresentata dagli imprenditori con
poca voglia di investire e problemi di governance (Bipielle, Amm.re
delegato Fiorani)
• L’imprenditoria italiana e le piccole imprese non sono
culturalmente pronte ad affrontare queste novità (Banca Credito
Cooperativo Chianciano)
14
…..Opinioni contrarie….
•
•
•
•
I nuovi coefficienti patrimoniali rischiano di penalizzare il project
financing della media impresa con fatturato tra 7 e 40 mln di
euro, a cui è accordato uno sconto sull’assorbimento patrimoniale al
massimo pari al 20% rispetto alle grandi imprese; servono nuovi
correttivi (ABI)
preoccupazioni per l’impatto negativo sull’attività private equity
e venture capital degli operatori del settore (AIFI, Ass.ne It.na
per gli investitori istituzionali nel capitale di rischio)
Basilea 2 pone problematiche che potranno mettere in difficoltà le
piccole imprese abituate a gestire un rapporto one-to-one con
la banca e non in base a griglie rigide di parametri. Compito
della CCIAA è di innescare un processo culturale tra gli
imprenditori in tema di accesso al credito (CCIAA PS, A. Drudi)
Preoccupazione per le ridotte dimensioni delle imprese e la
diffusa sottocapitalizzazione (Cna Marche)
15
I fondamenti delle opinioni: gli studi
simulativi
Analisi periodica 2002 Banca d’Italia
• Alle piccole imprese è richiesto maggiore capitale solo
quando la PD (probabilità di default =che l’impresa sia
insolvente entro l’anno) supera il 7,3%
• Per il 2002 l’analisi su un campione di 133.000 imprese con
affidamento fino a 1 mln di euro ha rilevato una
concentrazione degli impieghi (80%) nelle classi con PD <
1 e il 97% entro una PD pari a 4.
• La quasi totalità delle pi beneficerà di un minore requisito
patrimoniale.
• Il vero aggravio sarà relativo ad un numero ristretto di
p.i.; quelle con un buon rating beneficeranno di un
trattamento migliore
16
I fondamenti delle opinioni: gli studi
simulativi
•
•
Analisi simulativa gennaio 2003 (QIS3, Quantitative Impact
Study
3,
Institute
of
International
Finance)
Campione di 170.000 p.i.: si ipotizza che i requisiti di capitale
associati a questo portafoglio diminuiscano del 44% rispetto a
quelli calcolati con la versione del First Pillar
Simulazione Unioncamere (ottobre 2003) Campione: 7860 pi;
campo di osservazione 166.000 soc. di capitale (classi
dimensionali: 1-9; 10-49; 50-99; 15 settori economici:, aree
geografiche: Nord-Ovest/Est; Centro; Mezzogiorno; Isole)
Obiettivo: misurare la classe di merito di un portafoglio di
piccole imprese e gli effetti del rating sul costo del credito
d’impresa (analisi di tendenza)
17
Alcuni risultati della simulazione
Unioncamere
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Il 65% delle imprese si concentra nelle classi di rating medie
Il 16,8% delle imprese si concentra nelle classi di rating peggiori, con PD tra il
4,76% e il 15,25%
Le imprese con fatturato <1,25 mln euro si concentrano nelle classi di rating BB+
e BB per circa il 70%
Le imprese con fatturato intermedio tra 1,25 e 5 mlm di euro si collocano su rating
BBB e BBB- per oltre il 57%
Le imprese con fatturato più basso sono assenti nelle classi peggiori, ma ben il
10% delle imprese più piccole sta nella classe CCC (l’ultima delle peggiori) e il
3% di quelle con i maggiori fatturati
Dati nazionali: il 60% delle imprese maggiori è nelle prime tre classi di rating,
contro il 31% di quelle minori e oltre il 15% delle imprese piccole si colloca nelle
ultime due classi di rating contro il 7% di quelle grandi.
Rispetto alle dimensioni le imprese più grandi si concentrano nelle classi di rating
più elevate (24% imprese tra 10 e 49 e 21% imprese fino a 99 dipendenti, contro il
6,2% di quelle tra 1 e 9 addetti).
Rispetto ai settori oltre il 40% delle imprese dei settori chimica, elettronica, moda,
meccanica è nelle classi di rating più elevate (BBB), contro il 20 e il 30% nelle classi
di rating meno favorevoli (B e CCC) delle imprese dell’edilizia, manufatti,
arredamento.
Analisi del pricing su un orizzonte temporale di 1 anno in genere migliora per le
varie classi di fatturato, salvo che per la classe di rating BB e nei casi di fatturati
elevati.
18
I risultati della Simulazione su un campione
di imprese della provincia di Pesaro-Urbino
(04/2004)
Gli effetti del Nuovo Accordo sulla misurazione delle classi di merito creditizio
e sul costo del finanziamento
• Campione: 250 pmi Provincia PU fatturato < 15 mln euro; bilanci 2002, 5,5%
universo di riferimento
• Campo di osservazione: 4.600 società di capitali (stratificazione settoriale e
dimensionale)
• 73% delle imprese tra le classi BBB+ e BB: livelli di affidabilità di 8 punti <
al dato nazionale
• 21% delle imprese collocate sul crinale di vulnerabilità (tra BB- e B): nel
futuro sicurezza vs inaffidabilità
• 5% delle imprese in posizioni di elevato rischio di default (CCC) Rispetto al
dato nazionale le imprese a rischio sono di più (21% contro 4%) ma quelle a
rischio elevato sono di meno (4,75% contro 15,25%).
Ottimismo….
• Unioncamere (2004) I nuovi parametri di Basilea 2 non porteranno ad una
riduzione consistente del credito concesso alle piccole imprese marchigiane: il
73% delle pmi marchigiane è pronto per Basilea 2.
• Relazione Abi: il requisito medio di capitale per le piccole imprese scenderà
dall’8% al 6,6%; sarà possibile concedere più credito alle piccole imprese.
19
I risultati della Simulazione su un campione
di imprese della provincia di Pesaro-Urbino
(04/2004)
• Le imprese marchigiane sono più stabili rispetto a quelle
nazionali; il sistema economico marchigiano è più coeso ed
omogeneo tra le varie classi dimensionali.
• Classi ad alto rischio default: il 7,6% delle imprese
minori (fatturato < 5 milioni di euro)
•
il 5,7% delle imprese maggiori
• Le imprese con fatturato più basso sono concentrate nella
classe BB (26,8%) e sono in genere più presenti in tutte le
classi intermedie (BBB- BB--);
• Il 56% delle imprese del campione ottiene miglioramenti
di pricing
• Il 17% delle imprese non registra variazioni o solo lievi
peggioramenti
• Il 21% delle piccole imprese subisce un peggioramento
delle condizioni di credito
• Il 6% rischia l’accesso negato al credito
20
Studio Prometeia (09 2003)
•
•
•
•
•
•
•
•
campione di 85.000 e 15 banche regionali:
-imprese segmento corporate fatturato > 50 mil euro (requisito medio del capitale
da 8 a 7,65%; capitale per la banca: riduzione per il 76% delle imprese)
-imprese segmento intermedio fatturato tra 5 e 50 ml euro (requisito medio del
capitale scende a 7,47%; ne beneficiano il 77% delle imprese del campione)
-imprese più piccole-retail (requisito patrimoniale da 8 a 4,8% e miglioramento nel
96% dei casi)
I 2/3 degli impieghi riguardanti imprese con fatturato non superiore a 5 mln di euro
registrano una probabilità di default inferiore al 2%.
Il requisito patrimoniale per le banche si abbatte se le piccole imprese sono trattate
come retail.
Il premio per il rischio si mantiene al di sotto dei 200 punti base sino ad una PD
intorno al 4%, poi aumenta: se le bc effettuano un pricing coerente con i rischi.
I migliori dovrebbero pagare di meno e i peggiori più degli attuali tassi di
interesse o essere esclusi dalla concessione del credito.
21
Primi risultati di un sondaggio esplorativo
•
Un campione di “interlocutori”: imprese e banche della
provincia di Pesaro-Urbino (aprile 2005)
• 30 piccole e medie imprese
• 4 istituti di credito
22
A: Le risposte delle imprese
1)Conosce Basilea2
%
Si
100%
No
0%
Totale
1.a)Attraverso quali fonti
100%
%
Associazione di categoria
26%
Letture e riviste specializzate
17%
Consulenti, commercialisti
30%
Contatti con il mondo bancario
26%
Totale
2.a)Momenti di confronto
100%
%
Si
58%
No
42%
Totale
100%
23
Come si stanno muovendo le imprese
2) Quali figure interessate da attività formative ed informative
%
Imprenditore (soci/familiari)
36%
Responsabile amministrativo
36%
Responsabile finanziario
20%
Responsabile controllo di gestione
8%
Totale
3)Adeguamenti nella struttura organizzativa e nell'assetto di
governo
100%
%
Si
42%
No
58%
Totale
3.a) Se si quale
100%
%
Ricorso ad un consulente finanz.esterno
38%
Adeguamento del sistema informativo
63%
Totale
100%
24
Cosa stanno verificando le imprese nei rapporti
con le banche
%
4)Mutamenti verificati nei rapporti con le banche
Maggiori informazioni quantitative
35%
Richiesta di informazioni integrative
24%
Richiesta di infor.supplettive di natura qualitativa
6%
Richiesta di maggiori garanzie personali
18%
Richiesta di maggiori garanzie reali
6%
Altro
12%
Totale
5)Il rapporto con le banche sta diventando
100%
%
Più distaccato ed informale
36%
Più sulla conoscenza e sulla relazione personale
21%
Più improntato alla consulenza in ambito finanziario
43%
Altro
0%
Totale
100%
25
Come pensano di essere valutate le imprese
6)Con la nuova normativa è possibile una valutazione,da parte
delle banche, della bontà del disegno strategico e del
profilo imprenditoriale
%
Si
67%
No
33%
Totale
7) La vostra impresa è considerata, dalle banche con le quali
operate, appartenente al segmento
100%
%
Retail ( fatturato<5mln di Euro)
58%
PMI ( fatturato tra 5 e 50 mln di Euro)
25%
Corporate ( fatturato >50 mln di Euro)
17%
Totale
100%
26
Cosa cambierà nel finanziamento bancario
8) Per una nuova richiesta di finanziamento, o aumento di quello in
essere, si possono verificare le seguenti circostanze
%
Restrizione degli importi richiesti
24%
Aumento del costo del credito
33%
Nessuna variazione negli importi,nei tassi e nelle condizioni
19%
Miglioramento per minori oneri finanziari e possibilità di maggior
credito
5%
Un generale allungamento dei tempi di istruttoria
14%
Minori tempi di istruttoria
5%
Totale
9) Con l'applicazione di Basilea2 la qualità creditizia della sua
impresa pensa che possa
100%
%
Migliorare
9%
Peggiorare
73%
Restare invariata
18%
Totale
100%
27
Cosa pensano di dovere fare le imprese
10) Per gestire e fronteggiare il cambiamento è necessario( possibile
risposta multipla indicando la preferenza)
%
Una corretta pianificazione finanziaria
27%
Una maggiore dotazione di mezzi propri
35%
Maggiore attenzione ai problemi di liquidità e alle tensioni di tesoreria
23%
Maggiore controllo del capitale circolante ed in particolare alle dilazioni
concesse ai clienti
15%
Altro
0%
Totale
11) Nella vostra impresa qual è il rapporto percentuale di mezzi propri sul
totale passivo
100%
%
<10%
17%
Tra 11% e 20%
25%
Tra 21% e 30%
33%
Tra 31% e 40%
8%
>40%
17%
Totale
100%
28
Cosa pensano le imprese del rating
12)Ritenete che per la valutazione del rating sia più importante
%
La struttura patrimoniale
30%
La capacità finanziaria e la struttura finanziaria
40%
La qualità dei crediti
7%
Le capacità del menagement
13%
Il posizionamento nel settore merceologico di appartenenza
10%
La qualità/tempestività delle informazioni
0%
Il rischio paese
0%
Totale
100%
29
Un giudizio finale delle imprese
%
14)Pensa che Basilea2 possa essere
Un'opportunità da sfruttare per migliorare la gestione finanziaria
dell'impresa ed i rapporti con i finanziatori
20%
Una minaccia che rischia di compromettere la possibilità di ottenere
finanziamenti e di aumentare il costo del credito
80%
Totale
100%
30
B: Le risposte delle banche
•
•
•
Dimensione:1 grande; 2 media; 1 medio-piccola
Mercato: 2 nazionale; 1 regionale; 1 locale
Posizione intervistato: titolare/vice titolare di Agenzia
Settori prevalenti clientela: Mobili, edilizia, calzatura, meccanico,
alimentare, abbigliamento
Segmenti: artigiani, commercianti, agricoltori, piccoli imprenditori
Portafoglio clienti corporate: non presente in due istituti
Portafoglio clienti piccole-medie imprese: media 34%
Portafoglio clienti small business (other retail): media 60%
Interlocutori clientela corporate: DG + Resp. Corp + tit
Interlocutori clientela mi:
RC+tit
Interlocutori clientela pi e other retail: tit+addetto fidi
Rapporto con la clientela ad oggi: adeguato
Rapporto con la clientela previsto con entrata in vigore Basilea 2:
Migliore per clientela corporate e medie imprese
Peggiore per clientela piccola impresa
31
Forze versus debolezze nel rapporto bancapmi
• Punti di forza nel rapporto con la clientela pmi e retail
1) Conoscenza personale degli interlocutori
2) Quantità e qualità informazioni scambiate nella relazione
3) Apporto consulenziale dell’istituto di credito
Punti di debolezza nel rapporto con la clientela pmi
1) Inadeguatezza informativa economico-finanziaria
2) Insufficiente dotazione patrimoniale delle imprese
3) Insufficienza garanzie personali
4) Diffidenza degli imprenditori
5) Insufficienza delle informativa volontaria
32
Valutazione dell’impatto
da parte degli istituti di credito
– Sulla clientela pmi: effetti positivo nel tempo; negativo e con
impatto fortissimo in fase iniziale
– Sulla clientela small business: negativo
Principali benefici +++
1) Misurazione più accurata del rischio
2) Migliore ponderazione delle attività bancarie e rafforzamento
struttura patrimoniale
3) Riduzione probabilità di insolvenza e perdite crediti
4) Correlazione dei tassi all’effettiva rischiosità
5) Qualificazione della struttura finanziaria delle piccole imprese
Principali rischi --1) Aumento costo del credito
2) Peggioramento condizioni di affidabilità della clientela pmi
3) Difficoltà delle pmi di adeguare la gestione del circolante e
razionamento del credito
4) Difficoltà interne operative e di ordine organizzativo
33
Gli orientamenti degli istituti di credito sulle
metodologie di valutazione
• Metodologia di valutazione del rischio di credito
50%standard (1 in futuro rating interni per pmi); 50%rating
interni
Coefficienti
di
ponderazione
per
clientela
small
business/other retail
3 istituti non rispondono (non ne sono a conoscenza)
1 istituto è orientato verso approcci internal rating avanzati
Giudizio di sintesi: non formulato…..
la metà degli intervistati dichiara di credere nelle
possibilità di una crescita della reciproca collaborazione
34
Prime conclusioni dal sondaggio
• Le imprese dimostrano di conoscere la normativa e di avere
svolto i “primi passi” sul fronte informazione-conoscenza
• I tempi di apprendimento sono però lunghi e sono diffusi
timori di ripercussioni negative,
e di un generale
peggioramento della qualità creditizia dell’impresa
• Convive la speranza che in prospettiva le banche possano
meglio cogliere le potenzialità strategiche delle imprese.
• Gli imprenditori sono coscienti “dei loro problemi”
(sottocapitalizzazione,
mancanza
di
capitalizzazione
finanziaria)
• In complesso prevalgono i timori e Basilea 2 è vissuta come
minaccia che pesa sulle possibilità di ottenere finanziamenti
e sul costo del credito
35
Qualche considerazione di
sintesi“dissonante”
•
Superati i primi “ostacoli” le banche hanno “digerito” le resistenze
e stanno implementando un processo di evoluzione che investe il
piano strategico ed organizzativo:
Anche le banche hanno adottato atteggiamenti reattivi
• Le imprese sono ancora più ritardo, specie le piccole (effetto a
cascata di Basilea 2). Tempi lunghi per il cambiamento, risposte
molto più differenziate e molto meno “politiche” (standardizzate)
Il tipico atteggiamento reattivo delle imprese si lega ai timori e alle
effettive difficoltà di capire la direzione del cambiamento e di
potere fare qualcosa. Come gestire, ad esempio il vincolo di
dipendenza delle condizioni di pagamento della propria clientela?
Le risposte “operative” di alcuni Istituti di credito sembrano molto
più vicine alle preoccupazioni delle imprese clienti e manifestano
segnali di inadeguatezza (timori, gap conoscitivo, sforzi
organizzativi, resistenze culturali)
36
Conclusioni: gli effetti prevedibili per
le imprese
• L’importanza della funzione finanziaria per il controllo del
rischio di illiquidità e di insolvenza:
• * modificare le abitudini di pagamento (90 gg);
• * cambiare la gestione del capitale circolante;
• * riformulare i rapporti con banche, clienti, fornitori
• Il Rating come variabile strategica:
• * per regolare l’accesso al credito
• * per regolare il relativo costo
• Il ruolo consulenziale delle banche:
• * servizi su misura del cliente
• * azioni sulla struttura patrimoniale dell’impresa
37
Conclusioni
Rischi e problemi: non possono essere sottovalutati per
“sdrammatizzare”
per le piccole imprese durante la fase di transizione dalla vecchia
alla nuova normativa e dopo l’avvio della regolamentazione
Processo di “selezione naturale” : evitare che sia troppo critico
Occorrono supporti:
Per accelerare i tempi di apprendimento, prima che sia troppo tardi
e per evitare solo traumatici comportamenti forzati che non
migliorano la cultura finanziaria del piccolo imrpenditore
• Circuiti di apprendimento promossi anche da associazioni di
categoria, imprese leader/emergenti (“best-in-class”), università,
banche (consulenza)
• Potenziamento ruolo Confidi (risorsa critica)
• Normativa legge fallimentare, gestione crisi di impresa, gestione
del turnaround
38
Conclusioni
•
•
•
•
Sviluppo di modelli di relazione di clientela banca-pmi (vantaggi
informativi, vantaggi transattivi, vantaggi localizzativi) fondati
sulla fiducia e il commitment reciproco per colmare i fabbisogni
di risorse (di finanziamento); di conoscenza (di finanza).
Attenzione alle proposte consulenziali per sviluppo e calcolo dei
capitali finanziariamente investiti, attuali e futuri, gestione della
tesoreria, pianificazione e controllo
Per “rating patent” (calcolo del merito creditizio dell’impresa;
calcolo del valore di riferimento dell’impresa)
Trasparenza reale sulle strategie perseguite dalle banche e sulle
scelte di strutturazione dei modelli di rating.
• Fine
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Alcuni riferimenti bibliografici
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I. Marchini, “Il governo della piccola impresa”, Vol. III – La
gestione delle funzioni (cap. 5 La finanza e il controllo di gestione,
pp. 309-398) Aspi-Ins/Edit, Genova, 1998.
R. Masera, Sanpaolo IMI S.p.A. “Il rapporto banca impresa alla luce
di Basilea II: una prospettiva europea”, Urbino, 13.02.2003.
M. Rybach “Il Nuovo Accordo di Basilea premia il management di
qualità delle PMI”, Credit Suisse Bulletin, n. 1, 2003.
A. Berti, “Politiche degli impieghi e relazioni di clientela: alcune
considerazioni sull’impatto della regolamentazione di Basilea 2 sul
mercato del credito alle Pmi”, Argomenti, n. 11, 2004.
Calcagnini G., “Finanza e sviluppo economico: il ruolo di Basilea 2”,
Argomenti, n. 11, 2004.
F. Cannata, S. Laviola, “Il nuovo Accordo di Basilea sul capitale
delle banche: le principali caratteristiche e il trattamento dei
crediti alle imprese”, Argomenti, n, 11, 2004.
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Gli effetti di Basilea II per le PMI