Il Progetto Quadro come strumento di lavoro in un contesto di équipe integrata Relatore Chiara Bonazzi Comune di Reggio Emilia Perché parlare del percorso… La meta non è indipendente dal viaggio stesso…ma ogni esito è contenuto in germe nella strada scelta per raggiungerlo L’esperienza precedente Gruppi provinciali misti di varie appartenenze che, nel 2012, hanno ragionato su contenuti e prassi di lavoro producendo linee guida per la collaborazione tra strutture di accoglienza e servizi territoriali La costruzione del progetto quadro Positivi esiti del percorso provinciale sulle linee guida Scelta di modalità di lavoro analoghe anche per la progettazione e costruzione dello strumento di lavoro “progetto quadro” richiesto dalla direttiva regionale 1904/2011 Il gruppo operativo Coordinamento: Provincia di RE con l’ausilio di consulenza esterna Il gruppo:responsabili di servizi sociali e sanitari, operatori e coordinatori di comunità, assistenti sociali, psicologi, educatori…) La prima fase di lavoro Identificazione di: elementi utili per orientare la decisione rispetto ad un eventuale percorso di allontanamento dalla famiglia criticità nel lavoro dei diversi servizi coinvolti e nel confronto tra gli stessi attese reciproche tra diversi servizi e operatori L’elaborazione dei materiali 1) Raccolta di tutti gli strumenti utilizzati a livello provinciale nell’ambito della tutela minori (schede, tracce di progettazione, ecc) 2) Analisi e comparazione, cercando di mettere a fuoco il senso che stava dietro a ciascuno di essi (alle voci, ai contenuti previsti …) 3) Costruzione di uno strumento “terzo” rispetto a quelli in uso localmente (non quello di qualcuno, ma quello di tutti). A partire da quali osservazioni? Le informazioni, se pur presenti nelle cartelle di servizio, talvolta, vengono raccolte e condivise in modo un po’ disorganizzato… Nel lavoro sociale, gli operatori sono particolarmente abituati ad usare strumenti narrativo-descrittivi e meno strumenti che aiutino a progettare e pianificare il lavoro a supporto delle verifiche. Con quali criteri? Si è tentato di costruire: un sistema a matrice che “desse ordine” e che mettesse le informazioni e le visioni dei diversi professionisti maggiormente in dialogo. una traccia di lavoro non tanto descrittiva delle situazioni, quanto di stimolo alla riflessività e di supporto a sviluppare sintesi e coerenza tra i dati, le ipotesi, gli obiettivi, le azioni e i tempi favorendo trasparenza e co-progettazione e evitando “slittamenti” di tempi. Quali avvertenze? Uno dei focus di attenzione è stato quello della sostenibilità con l’obiettivo di arrivare ad avere in mano un prodotto utile e “adoperabile” nel concreto dell’operatività. Positività e criticità di uno strumento emergono solo nel momento in cui si inizia ad utilizzarlo: prima di “licenziarlo” si è passati ad una fase di sperimentazione con tutti gli operatori e i servizi L’applicazione nella pratica lavorativa… Nel Distretto di Reggio l’accordo di programma tra comuni e AUSL prevede équipe integrate (assistenti sociali, educatori e psicologi) che, fino dal loro avvio, hanno facilitato collaborazione e letture condivise L’utilizzo di uno strumento che individua focus di osservazione/progettazione condivisi orienta il confronto tra professionalità e appartenenze differenti consolidando un approccio comune 2013:percorso formativo distrettuale Obiettivi: comprensione e condivisione “reale” del senso e dei contenuti dello strumento Assunzione del progetto quadro come mappa orientativa per la costruzione di percorso progettuali indipendentemente dai servizi attivati Condivisione di presupposti e costruzione di linguaggi comuni I contenuti del percorso PRIMA FASE comparazione di modelli e di strumenti utilizzati dalle diverse professionalità coinvolte e sul recupero di alcune teorie di riferimento in modo da andare a costruire un terreno di confronto comune. SECONDA FASE, tuttora in corso, si sta presidiando maggiormente il percorso di costruzione di obiettivi verificabili. Alcune peculiarità dello strumento Dati di corredo e supporto alla valutazione e progettazione Rispetto agli interventi messi in atto dai servizi si introduce una parte di “autovalutazione” sulle modalità di lavoro: si chiede di mettere in evidenza non solo “che cosa” è stato fatto (quali interventi) ma anche “come” ovvero il tipo di approccio avuto dagli operatori nei confronti della famiglia nei diversi soggetti coinvolti: il “come” alle volte “fa la differenza” anche in termini predittivi. schede di valutazione multidimensionale e progettazione viene richiesto di fare un’ipotesi focale sulla famiglia ovvero di capire come i protagonisti delle vicende familiari funzionano nel loro insieme (sistema di funzionamento familiare). Il focus è stato tenuto su tre assi: minore, famiglia,contesto. rispetto ai quali definire obiettivi,azioni, esiti e tempi Lo strumento è pensato per essere utilizzato “in progress” non richiedendo necessariamente, in prima battuta, una conoscenza esaustiva della situazione in esame, assumendo come parte integrante del percorso anche il momento dell’osservazione. Grazie dell’attenzione!