prog etti e tecnolog ie ANALISI DEI RISCHI NELLA DEMOLIZIONE DI STRUTTURE MEDIANTE L’USO DI ESPLOSIVI Demolizioni complesse e sempre più sicure grazie ad una corretta valutazione dei rischi e a Piani di Sicurezza che garantiscono l’incolumità delle persone e delle strutture di Stefano Scaini* N ell’ambito dell’ingegneria civile ed industriale gli interventi di demolizione e di decostruzione sono spesso considerati, non solamente in virtù della loro invasività nonché irreversibilità, quanto mai in accezione negativa. Infatti, l’estrema specializzazione richiesta, le numerose problematiche presenti sia in fase progettuale che operativa e l’attuazione di particolari misure di sicurezza che ne impediscono la visibilità all’esterno dei cantieri, hanno da sempre creato attorno a questa tipologia d’interventi un forte alone di curiosità ed incertezza, amplificato da una purtroppo esistente e profonda ignoranza tecnica in merito, la quale trasversalmente accomuna Pubbliche Amministrazioni, Professionisti ed Imprese di costruzione nell’approcciare la voce, appunto, “demolizioni complesse”. Inoltre, la pressoché totale assenza nel nostro contesto sociale e politico di una cosiddetta cultura della demolizione, ha sempre relegato tale attività ed il suo “modus operandi” ad un livello inferiore d’importanza, catalizzando quindi l’attenzione e conseguentemente i percorsi di formazione e specializzazione tecnica verso altre applicazioni nell’ambito dell’ingegneria. Considerando poi il particolare caso delle tecniche d’intervento con materiali esplodenti, il 62 Anno 5 - Numero 18 rimanere sconcertati ed allibiti di fronte agli ostacoli con i quali esse devono quotidianamente misurarsi è davvero riduttivo. In un panorama povero di attori veramente competenti in materia, lo sconforto di chi è specializzato in tale tipologia d’interventi deriva infatti dal trovarsi costantemente esaminato, giudicato e supervisionato da figure incapaci ed investite di incarichi a dir poco fuori luogo. DEMOLIZIONI COMPLESSE L’utilizzo di materiali esplodenti nel campo dell’ingegneria delle demolizioni, in applicazioni ad esempio all’interno di siti industriali attivi o in contesti urbani densamente popolati, implica l’analisi approfondita di scenari caratterizzati da problematiche di particolare rilievo dal punto di vista della Sicurezza. L’analizzare correttamente i rischi derivanti dal loro utilizzo in ambiente fortemente antropizzato, ha come obiettivo dichiarato quello di fornire, a figure quali ad esempio Coordinatori della sicurezza, RSPP e Professionisti privi di una formazione specifica in materia, alcuni concetti essenziali e funzionali al poter approcciare correttamente uno scenario il quale, spesso e paradossalmente, viene considerato più problematico e critico di quanto esso sia nella realtà. Partecipando a conferenze dei servizi o riunioni di coordinamento dedicate alla pianificazione di interventi di demolizione controllata mediante l’utilizzo di materiali esplodenti, è consueto confrontarsi con la forte, fortissima preoccupazione delle figure coinvolte nelle problematiche di “Safety” le quali, nella maggior parte dei casi ed indiscutibilmente a causa di un’evidente impreparazione tecnica in materia, inquadrano nel materiale esplodente la principale fonte di preoccupazione nonché l’oggetto di attenzione primaria, senza analizzare quali siano realmente i pericoli ed i rischi connessi a tali interventi. E’ spesso sufficiente porre in evidenza i motivi per i quali in campo civile si utilizzino spesso esplosivi considerati “di sicurezza”, per comprendere immediatamente quanto i rischi diretti siano assolutamente minimi e di semplicissima mitigazione; tali esplosivi, nella fattispecie, non possono essere innescati se non deliberatamente o a causa di procedure d’utilizzo condotte con estrema negligenza, imprudenza ed imperizia, circostanze assai remote grazie all’elevata specializzazione dei tecnici impegnati in simili attività. manenti) simili a quelli della sindrome cervicale; cefalee e nausee possono infatti manifestarsi, specialmente in caso di attività di allestimento e caricamento in ambienti scarsamente aerati quali, ad esempio, i locali interrati. L’esposizione dei lavoratori alle caratteristiche intrinseche dei prodotti durante l’attività di fochinaggio avviene, comprensibilmente, per brevi periodi di tempo, con frequenza non elevata ed in bassissime concentrazioni; per questo motivo, non è prevista per Legge alcuna sorveglianza medico-sanitaria obbligatoria per monitorare, ad esempio, le funzionalità epatiche e renali degli addetti. I rischi diretti possono essere efficacemente mitigati adottando una corretta turnazione degli operatori impiegati in ambienti chiusi o poco areati, nonché accompagnando le attività di fochinaggio con l’uso di mascherine antipolvere e guanti monouso in nitrile. La mascherina antipolvere, trattandosi nella fattispecie di vapori e quindi non rappresentando di certo il presidio corretto, è in tal caso una soluzione più che efficace a creare da- ANALISI DEI RISCHI I reali rischi sono da ricercare altrove, come si è detto, e non nella pressoché intrinseca sicurezza dei materiali esplodenti utilizzati; tali rischi, essenzialmente categorizzabili in quattro categorie, possono essere suddivisi in diretti, indiretti, correlati ed indotti. RISCHI DIRETTI I rischi diretti sono i rischi derivanti dall’interazione diretta tra operatore ed esplosivi, assimilabili quindi alle fasi di allestimento e caricamento dell’attività di fochinaggio. L’interazione per inalazione o contatto da parte dell’operatore (fochino o suo assistente) con le componenti più volatili degli esplosivi detonanti, ovvero le sostanze azotate, può causare sintomi assolutamente reversibili (e quindi non per- 63 prog etti e tecnolog ie vanti a naso e bocca uno spazio convenientemente confinato, oltre a poter essere utilizzata correttamente anche nelle fasi di brillamento e post-brillamento per interagire con lo scenario di cantiere. RISCHI INDIRETTI Tale categoria di rischi deriva dall’interazione degli operatori con gli scenari d’intervento specialistico ed è indipendente dalla presenza o meno “in situ” di materiali esplodenti. Due esempi semplici ma estremamente significativi sono legati all’utilizzo di esplosivi in ambiente subacqueo (in vasche, serbatoi, condotte forzate e bacini in genere) oppure “in corda” (lavori verticali presso ciminiere, caldaie, altoforni e strutture elevate in genere), ove appare chiaro come i rischi presenti siano quelli caratteristici di attività che nulla hanno a che fare di certo con la presenza di materiali esplodenti. L’impiego corretto di attrezzature specifiche e la scelta di personale appositamente formato per eseguire le lavorazioni necessarie, sono le principali azioni mitigatrici di questa particolare categoria di rischi; le normative di riferimento sono necessariamente quelle specifiche delle attività svolte, e più precisamente: • impiego di Operatori Tecnici Subacquei (O.T.S.) per le attività subacquee; • impiego di Addetti in possesso di abilitazione a lavori con sistemi di accesso e po- 64 Anno 5 - Numero 18 sizionamento mediante funi in siti naturali ed artificiali (come previsto dall'allegato XXI del D.Lgs. 81/08 e s.m.) per quanto riguarda le attività “in corda”. RISCHI CORRELATI La categoria dei rischi correlati è relativa all’interazione tra le maestranze presenti e lo scenario post-esplosione; tali rischi sono propri della fase di verifica e controllo, ad esplosione avvenuta, dell’area oggetto della demolizione. L’eventuale presenza di residui d’esplosivo non detonati, di porzioni di struttura non compiutamente demolite e la verifica del non coinvolgimento nell’evento di strutture ed infrastrutture adiacenti all’area di cantiere, necessitano di un’attenta analisi visiva e ravvicinata da parte del Fochino responsabile e del suo staff. Per eseguire ciò, minimizzando i rischi correlati, gli addetti necessitano di idonei D.P.I. quali, ad esempio, scarpe antinfortunistiche, caschetti protettivi, mascherine antipolvere, abbigliamento ad alta visibilità ed, eventualmente, occhiali protettivi. RISCHI INDOTTI Tale categoria rappresenta ed ingloba la totalità dei rischi derivanti dall’avvenuto innesco e quindi dall’avvenuta detonazione degli esplosivi utilizzati; la fase propria, all’interno delle attività di fochinaggio, è chiaramente rappresentata dal cosiddetto brillamento o sparo. Escludendo eventi inquadrabili nella negligenza, imprudenza ed imperizia da parte delle maestranze, nonché nelle attività di sabotaggio legate ad attività criminali e di terrorismo, i rischi indotti sono principalmente quelli derivanti da: a. produzione di polveri, il cui eccesso potrebbe intasare griglie e filtri di areazione e ventilazione (mitigazione dell’effetto indesiderato tramite aspersione d’acqua o sua nebulizzazione attraverso il corretto utilizzo di idonei cannoni nebulizzatori); b. lancio di proietti, cosiddette proiezioni, la cui balistica potrebbe arrecare danneggiamenti alle cose e lesioni di gravità variabile alle persone (mitigazione degli effetti indesiderati mediante l’utilizzo di opere di difesa passiva quali reti metalliche e teli di protezione in corrispondenza degli elementi strutturali minati); c. trasmissione di sollecitazioni meccaniche indotte dalla dinamica di crollo delle strutture e dal loro successivo collasso a terra, ove esiste una proporzionalità inversa (non lineare) tra l’indice di deformazione di una struttura (al quale concorrono valori qualitativi e quantitativi dei materiali impiegati per la costruzione, forme e geometrie) e la produzione di vibrazioni (fortemente influenzate dalle caratteristiche geologiche del suolo e dal contesto dello scenario di cantiere). Oltre ad eseguire un corretto monitoraggio vibrometrico durante le fasi del brillamento e del successivo abbattimento a terra delle strutture, l’eventuale eccessiva trasmissione di sollecitazioni meccaniche indotte si mitiga con efficacia attraverso la creazione di argini e cumuli di materiale sciolto mediante attività corollarie di scavo e movimento terra. d. trasmissione della meccanica dell’onda di sovra-pressione aerea prodotta (air-blast) la quale, in presenza di superfici vetrate e strutture in muratura fortemente degradate in estrema adiacenza, potrebbe avere effetti lesivi. Questo effetto indesiderato viene mitigato con estrema efficacia attraverso la corretta scelta qualitativa e quantitativa dei materiali esplodenti da impiegare, nonché adottando accorgimenti “banali” quale, ad esempio, invitare i vicini più prossimi a tenere leggermente aper- te le finestre, chiudendo per contro i relativi infissi oscuranti (assecondando in tal modo l’onda di sovra-pressione ed inibendo contestualmente il passaggio di una dose eccessiva di polveri da frizione). Appare ora maggiormente evidente quanto sia di primaria importanza, ai fini della pianificazione della “Safety”, l’esecuzione di una corretta valutazione dei rischi indotti nell’utilizzo di materiali esplodenti, al fine di poter predisporre adeguati Piani di sicurezza i quali possano garantire la totale incolumità di persone e strutture a seguito delle attività, cosiddette, di brillamento o sparo mine. Gli “outputs” più significativi di tali Piani sono senza dubbio il calcolo delle corrette distanze di sicurezza e il relativo dimensionamento delle varie aree di rispetto che da ciò ne consegue; tali “outputs” devono necessariamente risultare dall’approfondita conoscenza di due differenti metodologie di approccio alla mitigazione delle problematiche elencate in precedenza, caratterizzate ciascuna da tecnologie e strumenti specifici: • una mitigazione passiva dei rischi indotti attraverso il dimensionamento e l’allestimento di opere di difesa quali protezioni in rete metallica e geo-tessuto, nonché l’eventuale creazione di cumuli di materiale sciolto, come già espresso in precedenza; • una mitigazione attiva dei medesimi, mediante l’adozione di corrette geometrie di sparo e la conoscenza delle caratteristiche proprie dell’esplosivo utilizzato e del mezzo oggetto dell’applicazione; sono infatti le caratteristiche proprie di un esplosivo che determinano, unitamente al suo quantitativo, posizionamento e costipamento, ed in funzione delle caratteristiche fisiche del materiale oggetto della frammentazione, l’entità più o meno marcata degli effetti direttamente correlati ai rischi indotti dal suo impiego. *Dexplo s.r.l. 65