Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 49, giovedì 15 marzo 2007, pag. 1 Kellogg’s Coco Pops Leo Burnett Italia celebra il successo dei Kellogg’s Coco Pops Gioccolatosi con un nuovo spot in cui la scimmietta Coco racconta, con una filastrocca, della sua ultima avventura insieme ai simpatici amici della giungla: difendere il segreto della bontà dei Kellogg’s Coco Pops Gioccolatosi. Ed ecco la storia. Coco e gli amici della giungla stanno facendo allegramente colazione con Kellogg’s Coco Pops Gioccolatosi, quando all’improvviso Croco e la sua band di gorilloni ne rubano… continua a pag. 2 Red Cell vince Blockbuster Sarà l’agenzia Red Cell a sviluppare la creatività del piano di comunicazione integrata di Blockbuster Italia, catena leader nell’home entertainment. Il budget complessivo si attesta intorno ai 6 milioni di euro. L’agenzia Red Cell, guidata dall’amministratore delegato Alberto De Martini, si è, infatti, aggiudicata la gara per la comunicazione del riposizionamento del brand imponendosi in una consultazione che nella seconda fase ha coinvolto Brand Portal e Leagas Delaney. Per la prima volta nella sua storia, Blockbuster affiderà ad un’unica agenzia… continua a pag. 2 On air BMW X5: eccellenza senza limiti a pag. 3 USA: il mezzo “stampa” sta lasciando la carta di Mario Soavi Negli Stati Uniti, come è noto, c’è un generalizzato fermento nel settore dei periodici, alcuni dei quali stanno pensando di “passare” totalmente all’on-line (cercando il successo, per esempio, di Elle Girl: http://www.ellegirl.com/). Pare che la discriminante sia la raccolta pubblicitaria: sotto i 10 milioni di dollari la tendenza è forte. Ma la ragione del passaggio all'on-line può essere anche un'altra. Durante la conferenza "Magazines 24/7" tenutasi lo scorso mese di Febbraio a New York, è stato evidenziato il fatto che le versioni digitali della stampa non sono la semplice trasposizione dei contenuti visivi e testuali delle edizioni cartacee ma possono (e, di fatto, lo fanno) arricchirsi anche dei contenuti video, in questo avvicinandosi all'ambito televisivo. Questa evoluzione (motivata più dal pubblico - che vuole avere in un sol luogo tutti i contenuti - che da un vero obiettivo di business) è assai significativa e forse è la vera e più naturale strada verso la convergenza di tutti i mezzi nel digitale. Ma la “migrazione” verso altri sistemi di distribuzione non si limita all’on-line e coinvolge anche il mondo “mobile”. L’editore Hearst sta lanciando versioni delle proprie riviste (tra cui Cosmopolitan), fruibili via cellulare… continua a pag. 5 Quotidiano di comunicazione e marketing, anno III, numero 49, giovedì 15 marzo 2007, pag. 5 USA: il mezzo “stampa” sta lasciando la carta segue dalla prima… (Verizon ma anche altri carrier americani). Pare che abbiano scoperto che circa il 25% dei lettori delle proprie testate femminili abbiano un telefono capace di navigare su Internet e che perciò possa esserci alto interesse a consultare elettronicamente soprattutto le rubriche dei consigli e gli oroscopi [fonte Advertising Age - http://adage.com/ mediaworks/article.php? article_id=114856]. Ecco perciò che lo scenario riacquista una sua logica, rimettendo in gioco questi mezzi d’informazione “classici” e ponendoli anche in possibile competizione con altri soggetti che, sfruttando proprio la tendenza al locale, utilizzano altri sistemi (i giornalisti cittadini) offrendo aggregazioni di notizia con sempre maggiore appeal verso il pubblico (mi riferisco soprattutto a Yahoo Amigos, l’accordo che il portale statunitense ha fatto con 215 testate locali mai essere fatto senza un percorso graduale che sappia conciliare le esigenze economiche con le abitudini e nuove tendenze del pubblico. Ecco perciò che devono esserci tappe intermedie, capaci di tracciare la strada ma soprattutto iniziare anche il test o la proposta di nuovi contenuti da parte di questi nuovi mezzi. Riporto a questo riguardo un esempio lontano geograficamente ma sostanzialmente replicabile anche sul mercato italia- Certo è che, almeno in America, il problema è sentito in maniera generalizzata. Durante la Mandalay Bay Convention tenutasi all'inizio di Febbraio a Las Vegas, sempre i rappresentanti dell’Associazione Americana degli Editori di Quotidiani hanno denunciato i motivi principali per cui ripensare il rapporto tra carta e web: ● perdita degli investimenti pubblicitari provenienti dal settore vendita di automobili, ricerche di lavoro ed annunci immobiliari, tutti passati on-line; ● diverso approccio del pubblico, che preferisce avere il controllo delle proprie fonti d’informazione, compresa la modalità di fruizione; ● l’illogicità di sobbarcarsi ancora costi di stampa e distribuzione, per contenuti che generalmente non sono esclusivi (sono anche, e gratuitamente, sul web). Riflettendo poi su quale strada intraprendere, ecco che la stessa storia dei giornali on-line sembra dare la “ricetta” di come evolversi. Migrare on-line con tutti i contenuti non è certo il sistema migliore, ma evolvere il servizio informativo incentrandolo soprattutto sugli interessi locali, ecco sì che il giornale acquista una ragione per evolvere e trarre dalla propria versione digitale successo di pubblico ed anche economico (riprendendosi alcuni degli investimenti persi). nazionali per pubblicare sul suo sito notizie targettizzate rispetto alla provenienza del visitatore e WikiNews - http:// it.wikinews.org/wiki - che comprende i contenuti da 162 ambiti internazionali). Ma non solo: la stampa deve diventare una sorta di "agnostico del mezzo", cioè non deve limitarsi a pensare di affrontare l'on-line riproponendo il proprio modello. Non si tratta di adattare qualcosa che tradizionalmente funziona, è altresì necessario capire che la digitalizzazione della stampa è più una rivoluzione che un'evoluzione (anche forzata). Ciò fondamentalmente per due ragioni: ● l'on-line libera la capacità di trasmissione di un mezzo stampa (ecco perché parlavo di agnosticismo), perché la pagina web può contenere testi ed immagini ma anche suoni e video, di fatto aggiungendo capacità identiche (o superiori) al mezzo televisivo; ● l'on-line (che lo si voglia o meno) sta diventando sempre più il mondo dell'individuo e non dei mezzi tradizionali; ecco perciò che l'approccio al web da parte di un editore deve per forza comprendere questo aspetto ed evolvere aprendo canali sia d'interazione massiccia con il pubblico sia di pubblicazione di contenuti da parte del suo cliente. Ovviamente questo processo non potrà no. Da qualche giorno il Washington Post ha iniziato una serie chiamata Citizen K Street, sul famoso lobbista americano Gerald Cassidy. Niente di particolare, tranne che per il fatto che si tratta di una serie di 25 appuntamenti che ripercorrono la storia dell'attività di questo personaggio della politica americana, riportando documenti, interviste radiofoniche e contributi video. Ma l'offrire contenuti che mai sarebbero stati offerti da un mezzo cartaceo non significa solo aumentare la ricchezza della proposta. In realtà, come dice Jim Brady (Executive Editor del giornale, intervistato su http:// www.mediabuyerplanner.com/2007/03/0 6/citizen-k-street-debuts-onwashingtonpostcom/), questi sono pubblicati per permettere al lettore di aumentare il proprio coinvolgimento nella storia, viverla più in profondità, ed anche avere elementi per verificare e giudicare quanto riportato dal giornalista nella parte stampata. Non solo trasposizione sul web, ma il tentativo di aumentare il servizio al lettore, doppio vantaggio e non solo forzata evoluzione con il mero obiettivo di riduzione dei costi di produzione. Mario Soavi