strumenti di mercato Redditività degli impianti CCGT e remunerazione della capacità produttiva L’introduzione di meccanismi di remunerazione esplicita della capacità produttiva è di fondamentale importanza dato l’attuale contesto di mercato nel quale gli impianti CCGT faticano a coprire i propri costi. In quest’ottica si inserisce il capacity market recentemente approvato dall’AEEG. Michele Benini RSE Marco Savino Pasquadibisceglie Edison O Introduzione rmai da qualche anno si sta assistendo ad una diminuzione della redditività degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti termiche, complici gli effetti della crisi economica e le scelte in materia di politica ambientale che hanno favorito lo sviluppo delle fonti rinnovabili, specialmente non programmabili. A ciò si somma anche la situazione di overcapacity in cui il sistema elettrico italiano è venuto a trovarsi con l’entrata in servizio nell’ultimo decennio di numerosi impianti, la cui costruzione era stata inizialmente motivata dagli elevati prezzi mostrati da IPEX nei primi anni del suo funzionamento. Scopo di questo articolo è evidenziare come l’attuale contesto di mercato non sia in grado di garantire un’adeguata remunerazione agli impianti di generazione, specialmente a quelli a ciclo combinato di ultima generazione, e come sia, quindi, necessario introdurre meccanismi di remunerazione della capacità più efficaci rispetto all’attuale sistema di capacity payment. La redditività attuale di un ciclo combinato L’analisi riportata nel seguito ha lo scopo di valutare la redditività che un ciclo combinato a gas naturale (CCGT - tecnologia di riferimento per il parco termoelettrico nazionale) non cogenerativo avrebbe potuto conseguire sul Mercato del Giorno Prima (MGP) nel 2010, nelle varie zone di mercato. L’analisi è stata condotta tenendo conto del costo di combustibile adottato dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) per il calcolo del costo variabile riconosciuto relativo agli impianti essenziali per la sicurezza del sistema elettrico [1]. Per il costo della materia prima si sono quindi presi a riferimento la Componente di Commercializzazione all’Ingrosso (CCI) del gas naturale definita dall’AEEG per i quattro trimestri del 2010, nonché i costi di trasporto1 e l’accisa. Dai costi del gas naturale così determinati si è quindi ricavato il costo di un MWh elettrico prodotto da un impianto CCGT, ipotizzando un rendimento medio del 55% ed assumendo un PCI del gas pari a 8250 kcal/m3. I risultati ottenuti sono riassunti nella tabella 1. 1 Stimati sulla base del valore contenuto nella delibera ARG/elt 175/08, riferito all’impianto di Trino Vercellese, assunto come rappresentativo del parco italiano nell’ambito del provvedimento CIP 6/92. Non sono state considerate le voci relative alle componenti GSt, REt e CVos, in quanto applicate solamente a partire dall’anno 2011. L’Energia Elettrica 43 settembre-ottobre 2011 strumenti di mercato Tabella 1 Costi variabili di combustibile (in €/MWhe) nel 2010 per un CCGT avente un rendimento del 55% PERIODO CCI [€/m3] TRASPORTO [€/m3] ACCISA [€/m3] COSTO TOTALE [€/MWhe] 1° trimestre 2010 0,247017 0,0178 0,0004493 50,28 2° trimestre 2010 0,269522 0,0178 0,0004493 54,54 3° trimestre 2010 0,289085 0,0178 0,0004493 58,25 4° trimestre 2010 0,286429 0,0178 0,0004493 57,75 Tabella 2 Numero di ore nelle quali il prezzo MGP 2010 avrebbe consentito la copertura dei costi variabili di un CCGT non cogenerativo Ore con copertura dei costi variabili NORD CENTRO Nord CENTRO SUD 4.046 4.129 4.192 SUD SICILIA SARDEGNA 3.324 5.694 4.823 Tabella 3 Costi fissi (in €/MWh, comprensivi del ritorno sul capitale proprio investito) di un CCGT non cogenerativo che operi annualmente per un numero di ore equivalenti pari a quelle riportate nella tabella 2 NORD CENTRO Nord CENTRO SUD Costi fissi [€/MWh] 19,2 18,73 18,45 SUD SICILIA SARDEGNA 23,27 13,58 16,03 Ai costi di combustibile sopra determinati si sono quindi aggiunti: ❑ i costi di O&M variabili, stimati pari a 2,4 €/MWh; ❑ i costi relativi alla necessità di acquisto di Certificati Verdi, stimati pari a 5,15 €/MWh [2]. Non sono stati invece presi in considerazione i costi relativi alla CO2 in quanto trattasi di costo opportunità e non di un reale costo di produzione. Si è quindi valutato, per ciascuna zona di mercato, in quante ore il prezzo zonale MGP 2010 fosse maggiore od uguale alla somma dei suddetti costi variabili, al fine di identificare le ore in cui al CCGT sarebbe convenuto essere in funzione: il risultato è mostrato nella tabella 2. Si nota come nel Nord, CentroNord e CentroSud le ore che consentono la copertura dei costi variabili si aggirano attorno a 4000÷4200, mentre al Sud la situazione è più critica, con circa 3300 h. Al contrario, gli alti prezzi della Sicilia avrebbero consentito un funzionamento dell’ordine di 5700 h. La Sardegna, in attesa del gasdotto Galsi, non è raggiunta dalla rete gas, tuttavia, un ipotetico CCGT non cogenerativo ivi localizzato nel 2010 avrebbe potuto coprire i L’Energia Elettrica 44 settembre-ottobre 2011 suoi costi variabili indicativamente in 4800 h. In ogni caso, oltre ai costi variabili è necessario coprire i costi fissi (comprensivi di un adeguato ritorno sul capitale investito). Utilizzando un apposito modello finanziario per il calcolo del LUEC (Levelized Unit Electricity Cost2), si sono quindi calcolati i costi fissi (in €/MWh) ipotizzando un funzionamento annuo degli impianti per un numero di ore equivalenti a potenza massima pari a quelle riportate nella tabella 2. I parametri utilizzati per il calcolo del LUEC sono i seguenti: ❑ costo di investimento: 0,51 M€/MW (costo di un CCGT costruito a metà dello scorso decennio, rivalutato al 2010 per tenere conto dell’inflazione); ❑ costi fissi di O&M: 0,01875 M€/MWanno; ❑ tempo di costruzione: 2 anni; ❑ vita economica: 20 anni; ❑ rapporto debito/equity: 70/30; ❑ tasso debito: 5%; ❑ durata debito: 12 anni; ❑ tasso di ritorno sull’equity: 12%; ❑ aliquota IRES: 27,5%; ❑ aliquota IRAP: 3,9%; ❑ ammortamento fiscale: 9%; ❑ tasso di inflazione medio sulla vita economica: 2% annuo. Il risultato del calcolo dei costi fissi (comprensivi del ritorno sul capitale proprio investito) è mostrato nella tabella 3. Si è dunque valutato in quante ore il prezzo zonale MGP 2010 avrebbe consentito la copertura di tutti i costi, sia variabili che fissi (compresa la quota di remunerazione del capitale proprio investito): il risultato, piuttosto sconfortante, è mostrato nella tabella 4, insieme con le percentuali di tali ore sulle ore di funzionamento ipotizzate. Si nota come nel Nord, CentroNord e CentroSud solo in circa 800÷1000 h (pari al 20÷24% delle ore di funzionamento ipotizzate, nelle quali è garantita la copertura dei costi variabili) sarebbe stato possibile, con i prezzi MGP 2010, coprire anche i costi fissi di un CCGT non cogenerativo e, al contempo, ottenere un’adeguata remunerazione del capitale proprio investito3. Ancora più critica la situazione al Sud, con copertura in meno di 400 h, pari solo all’11% di quelle di funzionamento. Al contrario, in Sicilia la 2 Si tratta del prezzo a cui occorre vendere l’energia prodotta per coprire tutti i costi relativi alla costruzione ed all’esercizio dell’impianto (oneri finanziari e tasse inclusi) ed ottenere un determinato ritorno sul capitale proprio investito. 3 A rigore, questa valutazione è leggermente pessimistica, poiché andrebbe tenuto conto del fatto che nelle ore riportate nella tabella 4 il prezzo MGP consentirebbe in generale un margine ulteriore rispetto alla copertura dei costi ed al ritorno richiesto sul capitale proprio. strumenti di mercato copertura si sarebbe ottenuta in circa 5000 h (pari all’87% delle ore di funzionamento), mentre intermedia è la situazione (teorica, vista l’assenza della rete gas) della Sardegna, con circa 2500 h (pari al 52% delle ore di funzionamento). Infine, per ciascun MWh generato nelle ore di cui alla tabella 2 (ossia nelle ore in cui il prezzo di mercato risulta superiore ai costi variabili), si è calcolata la differenza media tra i ricavi derivanti dalla vendita al prezzo zonale ed i costi fissi e variabili quantificati come in precedenza. Il segno di tale differenza, per quanto detto sopra, se positivo/negativo indica l’ottenimento di un tasso di ritorno sul capitale proprio investito superiore/inferiore a quanto prefissato. Il risultato è mostrato nella tabella 5. Si noti come, in tutta la Penisola, un ciclo combinato non cogenerativo nel 2010 non sarebbe stato in grado di ottenere il prefissato tasso di ritorno sul capitale proprio investito. Inoltre, anche accettando di non ottenere alcun ritorno sull’equity, l’impianto coprirebbe a malapena i propri costi nel Nord, CentroNord e CentroSud e risulterebbe comunque in perdita nel Sud, come mostrato dalla tabella 6. In Sicilia ed in Sardegna, invece, l’impianto risulterebbe profittevole. Tuttavia, con l’incremento della capacità di interconnessione derivante dal futuro sviluppo dell’elettrodotto Rizziconi-Sorgente e con l’entrata a regime del cavo HVDC Sa.Pe.I., è ragionevole attendersi un riavvicinamento dei prezzi di Sicilia e Sardegna a quelli delle zone peninsulari, riducendo quindi la convenienza economica delle due isole fin qui evidenziata. Peraltro, nei calcoli effettuati si è implicitamente assunta una perfetta flessibilità degli impianti, tale da consentire loro di funzionare esattamente solo nelle ore nelle quali il prezzo zonale MGP avrebbe consentito la copertura dei costi variabili. Poiché nella realtà i vincoli di start-up, shut-down e di minimo tecnico costringono gli impianti a funzionare anche in ore in cui i prezzi di mercato risultano inferiori ai costi variabili, è ragionevole pensare che la stima delle perdite su MGP nelle zone geografiche peninsulari effettuata in questo studio sia, da questo punto di vista, addirittura ottimistica. Inoltre, nei prossimi anni, se da un lato la componente di costo variabile relativa alla necessità di acquisto di Certificati Verdi tenderà ad azzerarsi con l’eliminazione di tale meccanismo di incentivazione dopo il 2015 [3], dall’altro l’allocazione tramite asta dei permessi di emissione di CO2 a partire dal 2013 potrebbe introdurre nuovi e più rilevanti costi va- Tabella 4 Numero di ore nelle quali il prezzo MGP 2010 avrebbe consentito la copertura dei costi variabili e fissi (inclusa la quota di remunerazione del capitale proprio investito) di un CCGT non cogenerativo e percentuale di tali ore sulle ore di funzionamento ipotizzate Ore con copertura di tutti i costi % delle ore di funzionamento NORD CENTRO Nord CENTRO SUD SUD SICILIA SARDEGNA 820 914 993 368 4.968 2.523 20,3% 22,1% 23,7% 11,1% 87,2% 52,3% Tabella 5 Differenza media (in €/MWh) tra ricavi e costi (inclusa la quota di remunerazione del capitale proprio investito) su MGP ai prezzi 2010 per un CCGT non cogenerativo che operi annualmente per un numero di ore equivalenti pari a quelle riportate nella tabella 2 Delta ricavi-costi [€/MWh] NORD CENTRO Nord CENTRO SUD SUD SICILIA SARDEGNA –6,7 –5,6 –4,4 –12,4 +39,3 +15,2 Tabella 6 Differenza media (in €/MWh) tra ricavi e costi (senza richiedere alcun ritorno sul capitale proprio investito) su MGP ai prezzi 2010 per un CCGT non cogenerativo che operi annualmente per un numero di ore equivalenti pari a quelle riportate nella tabella 2 Delta ricavi-costi [€/MWh] NORD CENTRO Nord CENTRO SUD SUD SICILIA SARDEGNA 0,0 +0,9 +2,0 –4,4 +44,0 +20,8 riabili4, che saranno presumibilmente traslati direttamente sui prezzi di offerta su IPEX. Se la profittabilità su MGP appare, quindi, a forte rischio, tenuto conto anche del ridotto trend attuale di crescita della domanda e del previsto significativo sviluppo delle fonti rinnovabili, prima fra tutte il fotovoltaico (che, producendo nelle ore di picco, potrebbe indurre una ulteriore riduzione dei prezzi in tali ore), va ovviamente considerato che gli operatori di CCGT possono ottenere introiti ulteriori sia dalla partecipazione al Mercato per il Servizio di Dispacciamento (MSD), sia dal meccanismo di capacity payment “transitorio” [4] finalizzato a remunerare la capacità messa a disposizione nei giorni e nelle ore critiche. Si tratta, tuttavia, di guadagni palliativi, date le scarse risorse messe annualmente a disposizione dall’Autorità per la re- 4 Al relativamente basso prezzo attuale dei permessi di emissione di circa 14 €/tCO , l’impatto sui costi variabili di un CCGT sarebbe pari a 5,1 €/MWh. 2 L’Energia Elettrica 45 settembre-ottobre 2011 strumenti di mercato munerazione della capacità produttiva e data la regolazione incentivante di Terna che ha causato una sensibile riduzione dei volumi movimentati su MSD. Inoltre, occorre sottolineare come i prezzi del gas sottesi dai valori della componente CCI non siano sempre significativi dell’effettivo costo di approvvigionamento del gas naturale: per alcuni impianti tale costo risulta più basso, in quanto correlato all’andamento del mercato spot, mentre per altri potrebbe addirittura risultare più elevato a causa della presenza di contratti a lungo termine correlati all’andamento dei mercati petroliferi. In ogni caso l’analisi fin qui condotta evidenzia la crisi che sta attraversando oggi un modello di tipo “energy only”, quale quello attuato in Italia, basato prevalentemente sulla remunerazione ottenibile sul mercato dell’energia: in situazioni di overcapacity il prezzo del MWh non è sufficiente ad assicurare una redditività agli impianti termoelettrici, soprattutto per quelli a ciclo combinato: ciò potrebbe causare nel medio e lungo termine il blocco di nuovi investimenti nel settore, mettendo a repentaglio l’adeguatezza complessiva del sistema Al fine di scongiurare un tale evento appare opportuno, se non addirittura necessario, rivedere gli attuali meccanismi di valorizzazione della capacità produttiva, al fine di erogare ai produttori una remunerazione che, affiancandosi ai ricavi ottenibili sul mercato dell’energia, li incentivi a mantenere in esercizio efficiente i propri impianti e ad investire in impianti nuovi quando necessario. L’attuale meccanismo di remunerazione della capacità In Italia la remunerazione della capacità è stata istituita nel 2003 a seguito delle criticità occorse nello stesso anno al sistema elettrico nazionale, in particolare i distacchi a rotazione del 26 giugno. A tal proposito il d.lgs. 379/2003 [5] ha dato mandato all’Autorità di definire i criteri per la remunerazione della capacità, basandosi su meccanismi di mercato non discriminatori e non distorsivi del corretto funzionamento della Borsa Elettrica; i dettagli del meccanismo avrebbero dovuto poi essere predisposti dal Gestore di Rete (ora Terna) ed essere sottoposti ad approvazione da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico. Nelle more del completamento del processo sopra descritto, il d.lgs. 379/2003 ha istituito un meccanismo transitorio attuato dall’AEEG con la delibera 48/04 ed articolato su due differenti corrispettivi: 1. corrispettivo per la disponibilità della capacità, corrisposto agli impianti che si sono resi diL’Energia Elettrica 46 settembre-ottobre 2011 sponibili nelle ore critiche di ciascun anno; tali ore sono identificate da Terna sulla base delle previsioni di domanda e dell’indisponibilità programmata degli impianti di produzione e rese note all’inizio di ciascun anno; 2. ulteriore corrispettivo, erogato qualora i ricavi ottenuti su MGP da tali impianti risultino inferiore ad un ricavo di riferimento predefinito dall’Autorità. I corrispettivi sono riservati solamente agli impianti abilitati alla fornitura di risorse sul MSD: sono, pertanto, esclusi gli impianti CIP6 e gli impianti alimentati a fonti rinnovabili non programmabili. Il valore dei corrispettivi non è fisso, ma dipende dall’ammontare complessivamente messo a disposizione per la remunerazione (determinato per via amministrativa dall’Autorità su base annuale) e dalla capacità avente diritto alla remunerazione stessa. Per l’anno 2010 sono stati resi disponibili circa 94 M€ per il corrispettivo di disponibilità e circa 50 M€ per l’ulteriore corrispettivo il cui meccanismo di ripartizione dipende dalla distribuzione geografica degli impianti di ciascun operatore. Per l’anno 2011 il gettito complessivo dovrebbe ammontare a circa 160 M€ (dipende dall’andamento della domanda): la ripartizione fra i due corrispettivi di tale gettito non è, tuttavia, ancora stata comunicata dall’Autorità. La remunerazione della capacità produttiva a livello internazionale La letteratura internazionale propone generalmente cinque differenti modelli per la remunerazione della capacità produttiva [6]. Capacity payment Gli impianti di produzione ricevono un corrispettivo a remunerazione della propria disponibilità ad essere dispacciati. Il livello del pagamento è determinato per via amministrativa e non dipende da meccanismi competitivi. La remunerazione può essere estesa a tutte le tecnologie (incluse le fonti rinnovabili programmabili e non programmabili), oppure riservata solo ad alcune categorie di impianti. Questo modello è attualmente in uso in Grecia e in Spagna con corrispettivi differenziati per tecnologia (in particolare per le fonti rinnovabili non programmabili il corrispettivo non è erogato sulla capacità nominale, bensì su una capacità equivalente che tiene conto delle incertezze sulla produzione). Rientra in questo filone anche l’attuale meccanismo transitorio di remunerazione della capacità in vigore in Italia con il quale non è, tuttavia, fissato il valore unitario della capacità, bensì quello complessivo a carico dell’intero sistema elettrico. strumenti di mercato Capacity obligation Si tratta di un meccanismo analogo a quello oggi in utilizzo per i certificati verdi. Ciascun fornitore di energia elettrica è chiamato a coprire un fabbisogno di capacità pari al proprio carico di punta maggiorato di un opportuno margine di riserva. Tale obbligo può essere adempiuto con capacità propria, oppure comprando titoli di capacità da altri produttori in un’apposita piattaforma di scambio. La remunerazione non è più fissata per via amministrativa, ma lasciata alla libera contrattazione fra le parti in un contesto deregolamentato. Tale modello è attualmente allo studio in Francia; la sua implementazione è stata anche ipotizzata in Inghilterra a livello di consultazione, senza, tuttavia, riscuotere particolare entusiasmo da parte degli stakeholder interessati. Capacity auction Il Gestore di rete (o un altro soggetto appositamente delegato) definisce a livello centralizzato il fabbisogno di capacità (inclusivo del margine di riserva) necessario per garantire l’adeguatezza del sistema a breve, medio e lungo termine. Gli impianti ammessi al meccanismo sono selezionati tramite un’asta al ribasso che fissa il livello della remunerazione. Il sistema può prevedere delle penali qualora gli impianti selezionati non risultino effettivamente disponibili, e/o imporre ai soggetti selezionati di restituire una parte delle rendite conseguibili in presenza dei picchi di prezzo. Questo modello è implementato nei mercati nord americani PJM e ISO New England con alcune differenze relativamente alle modalità di organizzazione dell’asta e di restituzione delle rendite di picco. Reliability option Il sistema, pur se concettualmente analogo al capacity auction (obiettivo definito in modo centralizzato con asta dedicata per l’approvvigionamento), risulta privo del sottostante fisico e assume un carattere essenzialmente finanziario. In sostanza gli operatori sottoscrivono delle call option che prevedono, in cambio di un corrispettivo, la restituzione al sistema delle rendite superiori ad uno strike price predeterminato senza alcun obbligo di messa a disposizione di capacità. Il modello per il momento ha validità solamente accademica e non ne sono previste implementazioni a breve. Tender for targeted resources La remunerazione della capacità produttiva è limitata solamente ad alcune tipologie di impianti necessarie per coprire le punte di carico. Il corri- spettivo è fissato attraverso meccanismi competitivi. Per evitare distorsioni al mercato possono essere previsti per gli impianti selezionati dei vincoli di offerta sul mercato o delle limitazioni al funzionamento degli stessi. Questo modello è stato indicato come preferito nell’ambito della consultazione sulla riforma del mercato inglese. La proposta dell’Autorità Sulla scorta delle disposizioni del d.lgs. 379/2003, l’Autorità ha avviato un processo consultivo finalizzato alla definizione dei criteri da indirizzare a Terna per la predisposizione del nuovo meccanismo di remunerazione della capacità chiamato a sostituire il meccanismo transitorio in vigore dal 2004. Dopo un lungo processo durato diversi anni, con la delibera ARG/elt 98/11 l’Autorità ha reso note le proprie decisioni [7]. Si tratta di un meccanismo di capacity auction, mutuato da quello in vigore nei mercati americani, articolato come segue: 1. Terna esprime la domanda di adeguatezza del sistema (inclusiva del margine di riserva) attraverso una curva quantità – prezzo che rappresenta la capacità che il sistema si ritiene sia disposto ad approvvigionare in una data zona di mercato ad un dato prezzo; in particolare per prezzi particolarmente elevati è ragionevole ipotizzare che il sistema, al fine di spendere meno per contrattualizzare la capacità, rinunci ad una parte del margine di riserva o che sia addirittura disposto a soffrire eventuali distacchi di carico; 2. Terna indice delle aste al ribasso per l’approvvigionamento della domanda di adeguatezza; l’asta è a prezzo marginale e fissa il corrispettivo unitario (in €/MW) spettante a ciascun produttore; l’asta è svolta con un anticipo (orizzonte di pianificazione) almeno quadriennale e riguarda obblighi di capacità di durata (periodo di consegna) non inferiore al triennio5; 3. i produttori selezionati ricevono il corrispettivo risultante dall’asta e in cambio si impegnano a restituire in ciascuna ora al sistema, se positiva, una rendita pari alla differenza fra il prezzo di riferimento (si veda punto 4) e il prezzo strike definito nel contratto, generalmente allineato ai costi variabili della tecnologia di punta (turbogas a ciclo aperto); tale rendita unitaria è applicata all’intera capacità oggetto del contratto; 4. il prezzo di riferimento è pari a. al prezzo zonale per le offerte accettate su MGP; 5 Sono altresì ammessi periodi di consegna di durata annuale, con possibilità per gli operatori di trasformarli automaticamente in durate pluriennali, previa decurtazione percentuale del premio. L’Energia Elettrica 47 settembre-ottobre 2011 strumenti di mercato Figura 1 Diagramma temporale delle scadenze per la definizione del capacity market. b. al prezzo strike per le offerte accettate su MSD a prezzo inferiore al prezzo strike (in pratica per questa energia non è prevista alcuna restituzione); c. al prezzo di offerta su MSD per le offerte accettate su MSD a prezzo superiore al prezzo strike; d. al prezzo dell’ultima offerta accettata su MSD per la quota parte di capacità non accettata su MSD6. 5. i costi complessivi per il sistema (intesi come differenza fra il premio corrisposto agli operatori e le rendite restituite dagli stessi in applicazione del prezzo strike) sono a carico dei clienti finali attraverso un apposito corrispettivo di dispacciamento (che dovrebbe sostituire il corrispettivo CD utilizzato per finanziare l’attuale capacity payment); 6. sono esentati dalla restituzione della rendita di cui al punto 3 gli impianti impiegati per la copertura dei programmi registrati su PCE (vendite a termine su MTE e contratti bilaterali); il mancato gettito viene recuperato maggiorando i corrispettivi a carico dei clienti finali con modalità ancora de definire. L’Autorità ha fissato anche i tempi per il prosieguo delle attività, riassunti nel diagramma di figura 1: la bozza di meccanismo è attesa per la primavera 2012 e la definitiva trasmissione al MSE dovrebbe avvenire prima dell’estate; le prime aste di capacità dovrebbero indicativamente essere svolte nel corso del 2013, con applicazione del nuovo mec6 Dalla determinazione del valore dell’ultima offerta sono escluse le offerte accettate per motivi legati alla loro localizzazione geografica. L’Energia Elettrica 48 settembre-ottobre 2011 canismo non prima del 2017 – 2018. Fino a tale data continuerà ad essere applicato l’attuale meccanismo di capacity payment. Alcune considerazioni sulla proposta dell’Autorità La proposta dell’Autorità introduce un meccanismo di remunerazione di capacità basato su un sistema di opzioni: in cambio della certezza di un corrispettivo (definito a priori in base all’esito dell’asta), i produttori si impegnano a restituire al sistema le rendite di natura incerta ottenibili nel mercato del giorno prima e nel mercato dei servizi in presenza di picchi di prezzo. La figura 2 chiarisce meglio il contesto: usufruendo del premio i produttori rinunciano ai guadagni associati alla differenza fra i picchi di prezzo e lo strike price che viene, di fatto, a costituire un cap indiretto ai prezzi di mercato. Il sistema dei prezzi strike trova applicazione anche su MSD, che, notoriamente, approvvigiona sia risorse legate all’adeguatezza (riserva terziaria), sia risorse legate alla sicurezza (risoluzione delle congestioni, supporto di tensione, bilanciamento). In particolare, l’Autorità, conscia di questa situazione ibrida, ha manifestato la propria intenzione di escludere dalla restituzione della rendita tutte le offerte accettate solamente in virtù della loro localizzazione geografica. In altri termini dovrebbero essere esentate dal meccanismo tutte le offerte su MSD accettate da Terna in deroga all’ordine di merito economico le quali, infatti, si riferiscono esclusivamente a prestazioni erogabili da singoli impianti su base lo- strumenti di mercato 140 Rendite restituite Premio 120 €/MWh 100 Strike price 80 60 40 20 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 Ore cale e necessarie per l’esercizio in sicurezza della rete di trasmissione. La disposizione contenuta nella delibera in materia non è del tutto chiara e dovrebbe essere chiarita in sede di predisposizione da parte di Terna del meccanismo definitivo. Infine si evidenzia come il sistema proposto in Italia non ha eguali in Europa: a livello UE si sta discutendo di un possibile target model in termini di remunerazione della capacità, ma, allo stato attuale, la materia è ancora regolata dai singoli stati membri che decidono ognuno per proprio conto. Non deve, quindi, sorprendere la presenza di modelli così diversi fra loro, dal capacity payment al capacity auction alle aste dedicate alle sole tecnologie di punta. Figura 2 Prezzi marginali e rendite nel mercato dell’energia. Conclusione I criteri per la remunerazione della capacità produttiva proposti dall’Autorità per l’Energia elettrica e il Gas comportano per il sistema Italia la transizione da un sistema di tipo energy only a un sistema misto in cui vengono remunerati in modo duale sia la capacità, sia l’energia. Si tratta di un cambiamento sostanziale nella valorizzazione degli impianti di generazione che si auspica possa migliorare la redditività complessiva degli impianti a ciclo combinato, favorendone il mantenimento in esercizio efficiente ed incentivandone la costruzione di nuovi quando necessario. bibliografia [1] AEEG: Criteri per la determinazione dei corrispettivi da riconoscere agli impianti essenziali per la sicurezza del sistema elettrico di cui agli articoli 64 e 65 della deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06. Delibera ARG/elt 161/10 – 30 settembre 2010. [2] Campidoglio C.: Presentazione della Relazione Annuale 2010 del GME. Roma - 5 Luglio 2011; http://www.mercatoelettrico.org/It/MenuBiblioteca/Documenti/20110705PresentazioneRelazioneAnnu ale2010.pdf [3] Consiglio dei Ministri: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE. Decreto legislativo 28/11 – Gazzetta Ufficiale n. 71 del 28 marzo 2011. [4] AEEG: Avvio del dispacciamento di merito economico per l'anno 2004 e connesse disposizioni in materia di adeguatezza della capacità produttiva del sistema elettrico nazionale e di attuazione della deliberazione dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas 30 gennaio 2004, n. 5/04. Delibera 48/04 – 27 marzo 2004. [5] Consiglio dei Ministri: Disposizioni in materia di remunerazione delle capacita' di produzione di energia elettrica. Decreto legislativo 379/2003 Gazzetta Ufficiale n. 14 del 19 gennaio 2004. [6] Department of Energy & Climate Change: Electricity Market Reform – Consultation Document. December 2010. [7] AEEG: Criteri e condizioni per la disciplina del sistema di remunerazione della disponibilità di capacità produttiva di energia elettrica, ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 19 dicembre 2003, n. 379. Delibera ARG/elt 98/11 del 21 luglio 2011. L’Energia Elettrica 49 settembre-ottobre 2011