PROVINCIA DI OLBIA TEMPIO Pianificazione e politiche abitative Olbia 13 febbraio 2013 Sebastiano Bitti L’urbanistica come progetto della città IL PROGETTO: Sforzinda LA CITTA’: Palmanova Il progetto della città, una tradizione italiana Il primo intervento di riqualificazione urbana: Pienza, la città di Pio II Nato nel 1405, Enea Silvio Piccolomini divenne Papa Pio II a 53 anni dopo. Durante un viaggio verso Mantova, constatato lo stato di degrado, decise la costruzione sopra l'antico borgo di una nuova città, affidandone il progetto all'architetto Bernardo Rossellino. Progetto di città e progetto di paesaggio Progettata e realizzata in circa quattro anni, la Pienza di Bernardo Rossellino è questa cittadina armoniosa di forme tipicamente quattrocentesche. Oggi Pienza ha 2.190 abitanti. L’urbanistica come atto di governo Ambrogio Lorenzetti Effetti del Buon Governo in città, 1338‐‐1339 Il Giardino d'Europa La Città della rivoluzione industriale Maurice Failles; Stazione e fabbriche a Saint-Denis La questione delle abitazioni “Nel 1906 le abitazioni il cui pavimento era sotto il livello stradale erano il 30% del totale” Inchiesta Barrago – Cagliari 1906 “I quozienti di mortalità generale e tubercolare sono inversamente roporzionali all’ampiezza delle strade e all’altezza delle case antistanti” Studio Proff. Petrignani e Olla ‐ Cagliari, 1925 La questione delle abitazioni 1951 ITALIA SARDEGNA MASCHI FEMMINE MASCHI FEMMINE 77,9 74,3 106 152 Prescrizioni urbanistiche e “i vincoli per la tutela di bellezze artistiche o panoramiche” Il disegno originario prevedeva la creazione di tre norme coordinate: • Tutela delle cose d’interesse artistico (L. 1° giugno 1939, n.1089) • Protezione delle bellezze naturali (L. 29 giugno 1939, n. 1497) • Legge urbanistica fondamentale (che vide la luce solo nel 1942) Infatti i primi progetti di legge urbanistica del 1932 prevedevano che i vincoli per la tutela di bellezze artistiche o panoramiche fossero contenuti nei piani territoriali di coordinamento. Il piano regionale avrebbe quindi dettato insieme, in modo coordinato, le prescrizioni urbanistiche e norme di vincolo paesaggistico e monumentale, riferite a un medesimo ambito. Una pianificazione che ha smarrito il sentiero del governo del territorio Il repentino stop imposto alla legge urbanistica nel 1933 sgomberò il campo a favore delle leggi del 1939, aprendo il campo ad una (separata) pianificazione paesistica. Si stabilì allora una netta distinzione fra il regime delle tutele e quello delle trasformazioni urbanistiche. Il doppio regime si è consolidato al trascorrere degli anni e delle vicende storiche (nonostante i tentativi di riforma, come la legge Galassi del 1985) ed è stato convalidato da numerose sentenze costituzionali. Una pianificazione che ha smarrito il sentiero del governo del territorio La dimensione paesaggistico-ambientale del piano urbanistico oggi Un piano urbanistico oggi rappresenta tutta la ricchezza e, insieme, la complessità della struttura di un territorio. Diventa molto più impegnativo il suo percorso di costruzione, ma rappresenta anche una straordinaria opportunità di lettura unitaria. Le ragioni della complessità: cioè quelli che potremmo dire i punti di debolezza e Le ragioni della semplicità: cioè i possibili punti di forza LE RAGIONI DELLA COMPLESSITÀ: PUNTI DI DEBOLEZZA L’adeguamento del piano urbanistico comunale al PPR è un processo di natura articolata Non solo il piano urbanistico, ma tutta la pianificazione comunale, generale ed attuativa, deve essere adeguata in coerenza con: la pianificazione provinciale (PUP); la pianificazione delle fasce litoranee demaniali (PUL), il Piano Paesaggistico Regionale (PPR), il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) gli altri piani regionali di settore come, a solo titolo di esempio, il Piano forestale ambientale (PAF), i piani delle aree protette, il piano regionale del turismo sostenibile, i piani settore etc. Quindi è LE RAGIONI DELLA COMPLESSITÀ: PUNTI DI DEBOLEZZA 2 una intera famiglia di piani, a scala comunale, deve essere adeguata o comunque verificata rispetto ad una famiglia di piani sovraordinati. LE RAGIONI (verticali) DELLA COMPLESSITÀ Siamo di fronte a una operazione culturale, politica, tecnica ed amministrativa di rilettura generale dell’assetto pianificatorio e di elaborazione di nuove visioni territoriali. Ma ad essa corrispondono anche adempimenti più immediatamente operativi ed anche urgenti, come l’adeguamento al Piano di Assetto Idrogeologico. L’adeguamento al PPR prevede invece che tutta la pianificazione comunale si arricchisca di contenuti sui valori paesaggistici del territorio, riconoscendone le peculiarità specifiche e i caratteri connotativi della propria identità, analizzando le interazioni tra gli aspetti storico culturali e quelli dell’ambiente naturale e antropizzato. LE RAGIONI (orizzontali) DELLA COMPLESSITÀ Questo elemento assume particolare rilevanza per quei Comuni in cui si sono susseguite diverse generazioni di piani, sia generali che attuativi. Essi si trovano a governare un territorio connotato, per quanto riguarda la proprietà immobiliare, non da mere aspettative edificatorie, ma da sistemi complessi di interessi legittimi che nel medesimo territorio risultano strettamente intrecciati a diritti soggettivi giuridicamente tutelati. Diventa molto impegnativo perseguire l’obiettivo di una complessiva semplificazione delle procedure di rilascio dei titoli abilitativi, che impone un importante lavoro di riorganizzazione della struttura amministrativa interna e delle norme procedurali sul versante tecnico e su quello amministrativo. Le ragioni della semplicità: i punti di forza Ragionare sul ‘sistema’ della pianificazione significa ragionare su uno dei fattori strutturali del settore economico che da almeno mezzo secolo è stato la ‘locomotiva’ del sistema produttivo sardo: l’industria edilizia. Un approccio che prescinda da questa valutazione preliminare è destinato nel migliore dei casi a produrre effetti irrilevanti. Viceversa qualunque politica urbana che mostri indirizzi chiari in questo settore può mobilitare risorse imprenditoriali, economiche e culturali molto rilevanti. Le ragioni della semplicità: i punti di forza Il principale fattore di forza del ‘sistema’ della pianificazione è costituito dalla presenza di un valido strumento urbanistico generale. Significa avere consolidato una base strategica di riflessioni, discussioni e ragionamenti che hanno profondamente permeato la realtà locale sia in termini sociali ed economici che politici e culturali. Significa che esiste nella comunità locale di una radicata e condivisa idea della città e del suo prossimo futuro. CARATTERI DELLA PIANIFICAZIONE Tutti questi obiettivi devono essere connotati da tre specifiche caratteristiche: concretezza, intesa come effettiva e immediata capacità di incidere sull’assetto fisico del paesaggio e dell’ambiente nelle loro componenti; misurabilità, intesa come possibilità di svolgere un processo di valutazione quantitativa attraverso parametri qualitativi e/o quantitativi; adeguatezza, intesa come effettiva capacità di incidere sulle componenti o suscettibili di una evoluzione nella direzione indicata. DA DOVE PARTIAMO? QUALCHE NUMERO • 1 % Una regione con un tasso di crescita dell'1% all'anno • La Gallura come paradigma della Sardegna (aree costiere e dell'interno) • 6,5 % La regione con il tasso più alto di popolazione straniera • La Gallura come paradigma dell'Italia (nord e sud) • 53 % di abitazioni vuote: Il dramma dello spreco edilizio DA DOVE PARTIAMO? Ripensare la città La coscienza ambientale della sostenibilità Il piano e le politiche della casa L'Italia di Giolitti La questione delle abitazioni Il rapporto tra cittadino e abitazione Una nuova domanda di abitare sociale Le politiche della Casa: incertezze e ripensamenti OBIETTIVI STRATEGICI: 1°° Obiettivo – “Neanche un metro quadro di espansione dei suoli urbani” – L’azione di piano dovrà tendere a riconfermare l’attuale perimetrazione delle zone omogenee, evitando ogni previsione di ulteriori consumi di suolo per qualsiasi genere di scopo edificatorio. 2°° Obiettivo – “Incrementare la quantità di aree verdi e suoli permeabili” – Attraverso lo sviluppo di una maggiore densità edilizia, si dovrà perseguire un incremento del 10 % delle aree verdi e comunque dei suoli naturali, o comunque permeabili, all’interno delle aree che restano destinate a scopo edificatorio 3°° Obiettivo – “Semplificare i procedimenti tecnici ed amministrativi di abilitazione” – Attraverso la revisione dell’attuale quadro normativo e regolamentare, della organizzazione degli uffici e dei procedimenti, si dovrà perseguire una riduzione del 15 % degli adempimenti necessari per ciascun procedimento urbanistico/edilizio. 4°° Obiettivo – “Ridurre l’impatto complessivo del sistema della mobilità” – Attraverso la revisione dell’attuale rapporto tra l’assetto insediativo e il sistema della mobilità e regolamentare, , si dovrà perseguire una riduzione del 15 % dell’impatto complessivo del sistema sull’ambiente. PROVINCIA DI OLBIA TEMPIO Pianificazione e politiche abitative Grazie Sebastiano Bitti