Programma Premessa (aggiornato al 1 settembre 2008) Le Giornate di studio saranno registrate da RAIEDU e trasmesse da “Explora - la Tv delle Scienze” sul canale satellitare in chiaro RAIEDU 2. La seduta plenaria sarà trasmessa in diretta televisiva da RAIDUE. La miseria materiale è ormai evidente anche nella vetrina dell’Occidente, dove il possesso di beni non tutela dalla miseria spirituale. La lotta tra Penia, dea della povertà, e Poros, dio che impersona la ricerca degli espedienti per la sopravvivenza, è la metafora del conflitto in corso. Si fronteggiano un’umanità opulenta, ma in crisi di crescita, e un’umanità affluente, alla ricerca del benessere e del consumo. Le antiche povertà, sedimentate nella storia dei popoli del Sud del mondo, si incontrano con le nuove povertà, determinate da un benessere mal distribuito e dai meccanismi imperfetti della globalizzazione. Livelli diversi e diseguali di indigenza e neo opulenza si coagulano attorno ai destini degli stati-nazione, destini sempre più interdipendenti, dove i poteri pubblici faticano a governare i processi critici territoriali, a partire dalla disoccupazione e dalla sottoccupazione. Ceti storicamente protetti, minacciati dal decremento del potere d’acquisto, s’interrogano sul proprio futuro di consumatori. Si erode l’accumulo e quindi il risparmio, mentre il credito al consumo genera il ‘reddito illuso’ e legioni di nuovi debitori. A livello globale, il numero di persone nei Paesi in via di sviluppo che vive con meno di 1 dollaro al giorno è sceso da 1 miliardo e 250 milioni nel 1990 ai 980 milioni del 2004: una riduzione del 19%. Sono fondate le speranze che l’Obiettivo 1 fissato dalle Nazioni Unite venga conseguito entro il 2015. Ma la tendenza al miglioramento delle condizioni di vita non è omogenea. Gran parte del progresso quantitativo nella lotta alla povertà è imputabile alla rapida crescita economica dell’Asia: anzitutto nel Sud Est asiatico, in Cina, e in Estremo Oriente, con l’India che opera da ‘locomotiva’ anche per il sub continente meridionale. La nuova equazione sociale - più consumi, più squilibri – genera nuovi fenomeni paralleli e complementari all’impoverimento: welfare con meno risorse, neoconsumatori ‘low cost’ non per scelta ma per necessità, abbassamento della soglia di sopravvivenza economica delle piccole e medie imprese, precariato permanente dei giovani. Si afferma, dagli Stati Uniti all’Europa, una nuova ‘middle class poverty’. I parametri di salvaguardia che il Novecento aveva concepito – a partire dallo Stato Sociale - non sembrano più in grado da soli di proteggere il sistema dell’accumulazione e lo scambio politico democratico dalle spinte centrifughe: sociali, politiche, etniche e religiose. Si ripropone, prepotente e attuale, l’orizzonte di un nuovo equilibrio tra mercato e democrazia, tra servizi pubblici e imprese. Si reclama un nuovo ordine di abbondanza, che lungi dall’immaginare l’utopistica ripartizione egualitaria delle risorse, esalta un’economia della relazione e dell’altruismo, della disponibilità e del dono, dell’interesse generale. Il Centro Pio Manzù chiama a raccolta uomini e donne di buona volontà per tracciare linee innovative di analisi, ma anche di speranza, progetto e riscatto dal fantasma del terzo millennio: la povertà diffusa nello sviluppo diseguale. Venerdì 17 ottobre ore 15,00 Discorso d’apertura Patrus Ananias De Sousa Ministro dello sviluppo sociale e della lotta alla fame, Brasile Workshop 1 Obiettivo 2015: traiettorie e scenari del riscatto Nel mondo, 1,2 miliardi di persone vive con meno di 1 dollaro al giorno, 852 milioni sono i denutriti cronici, 5 milioni di bambini sotto i cinque anni che muoiono ogni anno per malnutrizione. Sono cifre a cui le cronache mediatiche ci hanno abituati. Dimezzare la povertà estrema nel mondo entro il 2015, questa la sfida lanciata dall’Onu all’inizio del nuovo millennio. Insieme ad altri sette obiettivi specifici come raggiungere l’istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianza di genere, migliorare la salute materna. Un traguardo utopico o un progetto realizzabile? Il cammino verso gli Obiettivi del Millennio è ancora molto, per alcuni troppo, lungo. Lotta alla povertà significa, anzitutto, destinare le risorse necessarie agli aiuti internazionali, assegnando lo 0,7% del Prodotto Interno Lordo alla cooperazione e allo sviluppo. Questo impegno, confermato nel 2002 a Monterrey, era stato preso dai paesi ricchi nel 1980, eppure quasi tutti sono ancora ben lontani dal raggiungerlo. Secondo le Nazioni Unite, Asia e Nord Africa sono sulla strada giusta per raggiungere il traguardo di dimezzare la povertà estrema entro i prossimi sette anni. Lo stesso non si può dire per altre vaste regioni dell’Africa Sub-Sahariana, dove persistono condizioni estreme di limite alla sopravvivenza. Ancora una volta, dunque, si ripropone la sfida dell’equità e della capacità di creare condizioni di sviluppo reali e sostenibili. Il tema resta il superamento della disparità nella distribuzione delle ricchezze e delle opportunità, sia all’interno dei paesi che tra paesi. Presidente Giorgio Ruffolo (Italia) Fondatore e presidente del Centro Europa Ricerche, istituto specializzato in previsioni economiche e ricerche di politica economica, ha ricoperto incarichi in imprese pubbliche e private e in centri di ricerca. È stato Segretario Generale alla Programmazione Economica fino al 1975, Ministro dell'Ambiente dal 1987 al 1992, deputato e Senatore al Parlamento italiano e deputato al Parlamento Europeo. Panel Venerdì 17 ottobre Le soglie critiche per sfuggire alle trappole della povertà Selim Jahan (Bangladesh) Consigliere senior per la Riduzione della Povertà all’interno del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, indaga le politiche pro-poveri in ambito economico e politico per quanto riguarda la salute, l’istruzione, la protezione sociale, l’uguaglianza di genere, la crescita economica e l’occupazione, il mercato del lavoro e l’inclusione sociale. È stato vicedirettore dell’Ufficio per il Rapporto sullo Sviluppo Umano. ore 21,00 La sfida della decrescita: per una nuova narrazione del mondo Riccardo Petrella (Italia) Fondatore del Comitato Mondiale dell’Acqua, consigliere della Commissione Europea a Bruxelles e docente presso l’Università Cattolica di Lovanio (Belgio). È presidente del Gruppo di Lisbona e collaboratore di Le Monde Diplomatique. Anna Migotto Giornalista e inviata speciale di Mediaset, collabora alla redazione di Terra!, il settimanale di approfondimento del TG5 a cura di Toni Capuozzo e Sandro Provvisionato. Diana Skelton (USA) Direttore Generale aggiunto di ATD Quarto Mondo, movimento internazionale che collabora con coloro che vivono in condizioni di povertà nelle aree urbane e rurali e con le istituzioni per trovare delle soluzioni contro la miseria e la povertà estrema. Il superimpero dei padroni del mondo Eric Toussaint (Belgio) Presidente del Comitato per l’abolizione del debito del Terzo Mondo, autore del volume “The World Bank: A Critical Primer” (La Banca Mondiale: Manuale critico), è uno dei consiglieri dell’Ecuador nel rivoluzionario progetto di una Banca del Sud, che si propone come alternativa alle grandi organizzazioni finanziarie (Banca Mondiale e FMI) per lo sviluppo dei Paesi del Sud del mondo. Special Guest Saranno le donne africane a salvare l’Africa Angelique Kidjo (Benin) Ambasciatrice UNICEF di buona volontà, Angelique Kidjo è una delle voci più belle della musica etnica contemporanea (ha vinto il Grammy Award 2008 con l’album Djin Djin). Si batte per la liberazione economica e sociale del continente africano anche attraverso la sua fondazione, Batonga Foundation, focalizzata sull’istruzione femminile come strumento di sviluppo. Serata speciale La ricchezza della povertà: pensieri, parole, immagini e storie Testimoni privilegiati, osservatori disincantati, giornalisti appassionati raccontano le loro esperienze a contatto con la miseria e l’indigenza. Stella Pende Inviato speciale di Panorama, autrice di libri e autrice e conduttrice di trasmissioni televisive. Padre Giulio Albanese Missionario comboniano e giornalista, ha studiato teologia in Uganda. Da vari anni è collaboratore di “Avvenire”, Radio Vaticana e RadioRai. È stato direttore del “New People Media Centre” di Nairobi. Ha fondato la MISNA, agenzia stampa internazionale delle congregazioni missionarie cattoliche impegnata nella diffusione di notizie e reportage sul Sud del mondo. Sabato 18 ottobre ore 9,00 Workshop 2 Dalla flessibilità del lavoro alla precarietà della vita La richiesta di una sempre maggior flessibilità dell’occupazione, variamente combinata con forme di deregolamentazione della prestazione, è stata scomposta, riorganizzata e ridistribuita in tutto il mondo su scala globale. La flessibilità del lavoro si considera, generalmente, la sola risposta possibile alla sempre più aspra concorrenza mondiale. Gli storici modelli occupazionali europei si basano su un’organizzazione collettiva del lavoro, mentre i modelli di occupazione disarticolati tendono a rendere individuale il rapporto datore di lavoro/occupato e a indebolire le identità sociali precedentemente basate sul lavoro. Per contenere gli effetti indesiderati della flessibilità esasperata, occorre studiare la possibilità di dare vita a nuovi diritti o di reinterpretare quelli esistenti, per facilitare il passaggio da un lavoro a un altro: salvaguardia delle competenze connesse all’impiego, considerazione dei percorsi professionali discontinui, offerta di un’adeguata protezione sociale per incoraggiare le mobilità, lotta contro il fattore “età” e conciliazione tra vita professionale e vita privata. Panel Tristi generazioni: la crisi delle passioni Miguel Benasayag (Argentina) Filosofo e psicanalista di origine argentina, vive da molti anni a Parigi. Si è occupato del tema della fragilità dei giovani nella società dei consumi. È autore di moltissime opere, tra le quali ricordiamo: Il mito dell’individuo, Contropotere, Resistere è creare, Per una nuova radicalità, Contro il niente. L’ABC dell’impegno, L’epoca delle passioni tristi, Elogio del conflitto. La generazione Tuareg: giovani, flessibili e felici Francesco Delzio (Italia) Direttore Affari Istituzionali e Relazioni Esterne del Gruppo Piaggio, è stato Direttore dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Ha lavorato come giornalista professionista in Rai e come analista economico e sociale in Luiss Guido Carli, dove è stato Consigliere d’Amministrazione e coordinatore del Laboratorio per le Modernizzazioni. Ha fondato “Trenta”, network generazionale ad alta intensità di idee ed è anche direttore editoriale di “Quale Impresa”. Organizzare la precarietà Sara Horowitz (USA) Fondatrice della Freelancers Union, piattaforma per una forza lavoro indipendente a New York. Secondo l’associazione americana, l’esercizio professionale autonomo, il suo rapporto con il mercato e lo Stato sociale non sono privi di diritti. Per questo la Freelancers Union non ha avuto alcun timore nell’associare il termine “sindacato” a quello di “lavoro autonomo”, una contraddizione soltanto apparente. Mitologia della precarietà: storie di ordinaria incertezza Michel Martone (Italia) Professore di Diritto del Lavoro alla Luiss presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università L.U.I.S.S. Guido Carli di Roma e dell’Università di Teramo. È stato segretario della Commissione scientifica per la redazione di uno Statuto dei lavori istituita presso il Ministero del Lavoro. Collabora con varie riviste sui temi del diritto del lavoro, ed è tra i fondatori ed editorialista della rivista di approfondimento politico e culturale “Zero”. Il senso del lavoro nei lavori senza senso Francesco Morace (Italia) Direttore del Future Concept Lab, istituto di ricerca e consulenza strategica fra i più avanzati nella ricerca di marketing e nell’elaborazione e previsione delle tendenze di consumo. Sabato 18 ottobre Panel ore 15,00 Il panorama competitivo dell’Europa Jean-Paul Fitoussi (Francia) Professore di Economia all’Istituto di Studi Politici di Parigi e Presidente dell’Osservatorio Francese per la Congiuntura Economica, istituto di ricerca economica e previsione, ha fornito numerosi contributi al dibattito corrente di politica economica, in particolare sui temi dell’integrazione economica, sulla disoccupazione, sull’inflazione e sulla transizione. Workshop 3 Equità e prosperità: uscire dal circolo vizioso dell’ineguaglianza Secondo gli indici della Banca Mondiale, mai l’umanità ha attraversato una fase di così esplosiva generazione di prosperità in aree un tempo segnate dall’indigenza. India e Cina, sono la metafora di questo impetuoso cambiamento. In parallelo, mai si erano raggiunte situazioni di povertà assoluta ed emarginazione dalle opportunità di sviluppo per centinaia di milioni di abitanti della Terra. In vaste regioni dell’Africa Sub Sahariana la scommessa con la sopravvivenza è ancora lotta quotidiana. Le sperequazioni esistenti, tuttavia, possono essere ridotte con politiche che favoriscono l’equità. L’obiettivo non è tanto il conseguimento della parità dei redditi o dei livelli di istruzione, quanto delle pari opportunità, tramite una maggiore accessibilità per i poveri a cure sanitarie, istruzione, posti di lavoro, capitale, infrastrutture, tutela dei diritti di proprietà ed eguaglianza di fronte alla legge. Maggiore equità vuol dire anche migliore funzionamento dei mercati globali del lavoro, dei beni, delle idee e dei capitali. La scommessa del benessere si gioca sulla complementarietà fra equità e prosperità. Dal rapporto annuale 2006 sullo sviluppo globale della Banca Mondiale si evince come forti disparità economiche e politiche abbiano portato ad istituzioni economiche e a norme sociali che favoriscono in modo sistematico gli interessi di coloro che godono di maggiore influenza. Presidente Le strategie dell’Onu per un futuro di pace Jan Eliasson (Svezia) Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per il Sudan, è stato Ministro degli Esteri della Svezia, presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e Ambasciatore della Svezia a Washington e presso le Nazioni Unite. Ha svolto numerosi ruoli diplomatici di rilievo tra cui quello di mediatore nella guerra Iran-Iraq e nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan ed è stato responsabile per gli aiuti umanitari in Somalia, Sudan, Mozambico e nei Balcani. Le “intime” mutazioni della globalizzazione Anthony Giddens (Regno Unito) Sociologo e politologo britannico, è l’ideatore principale della “terza via”, che ha trovato nella politica di Tony Blair la sua prima attuazione pratica. Autore de “L’Europa nell’età globale”, sostiene che “l’attuale welfare in Europa ha bisogno di cure, altrimenti il nostro continente sarà lasciato indietro nella storia”. Oltre le Olimpiadi: le traiettorie della politica estera cinese Heng Tang Primo Consigliere, Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma Caos prossimo venturo Prem Shankar Jha (India) Editorialista e già direttore dell’Hindustan Times, il quotidiano più venduto di New Delhi, ha studiato filosofia, politica ed economia a Oxford e lavorato per le Nazioni Unite a New York. Corrispondente dell’Economist in India, nel 1990 è diventato collaboratore del Primo Ministro V.P. Singh. Nel suo saggio “Il caos prossimo venuto” spiega l’evoluzione del capitalismo proponendo una innovativa teoria politica ed economica. Aiuti internazionali, tutto da rifare David Sogge (Paesi Bassi) Analista e consulente indipendente, ha maturato più di 35 anni di esperienza nel settore della cooperazione e dello sviluppo e dell’attivismo politico ed è l’autore di numerosi articoli e libri sugli aiuti internazionali e su vari paesi dell’Africa. Formatosi alle università di Harvard e Princeton, è membro del consiglio del Transnational Institute di Amsterdam e ricercatore della Fondazione per le relazioni internazionali e il dialogo con l’estero (FRIDE) di Madrid. Domenica 19 ottobre Prolusioni Generali ore 9,30 Seduta plenaria Ospiti d’onore Rappresentanti di organismi internazionali, personalità della cultura, delle istituzioni e della vita economica, in seduta plenaria, fanno il punto sui temi della povertà e dello sviluppo. Gurbanguly Berdimuhamedov Presidente del Turkmenistan Asma al-Assad First Lady della Siria Presenta Maria Concetta Mattei In concomitanza con la seduta plenaria, dalle ore 9,30 alle ore 11,00 andrà in onda in diretta televisiva su RAIDUE un programma speciale sull’evento a cura di Francesca Nocerino e Stefano Lamorgese, condotto da Francesca Nocerino, con la regia di Adolfo Conti. Saluti istituzionali Alberto Ravaioli Sindaco di Rimini Ferdinando Fabbri Presidente della Provincia di Rimini Lorenzo Cagnoni Presidente, Giunta Esecutiva, Centro Pio Manzù Stefano Lucchini Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione, Eni, Roma Intesa Sanpaolo Milano Alfredo Aureli Presidente, Fondazione CARIM, Rimini Fiorenzo Stolfi Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Repubblica di San Marino Rappresentante del Governo italiano Rappresentante del Governo della Danimarca Jan Eliasson (Svezia) Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per il Sudan, è stato Ministro degli Esteri della Svezia, presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e Ambasciatore della Svezia a Washington e presso le Nazioni Unite. James J. Heckman (USA) Premio Nobel per l’Economia (2000), Professore di Economia, Direttore del Centro di Ricerca Economica e del Centro per la valutazione del programma sociale dell’Università di Chicago. Il suo lavoro di ricerca più recente verte sull’impatto dei programmi sociali, il mercato del lavoro e i modelli alternativi di distribuzione del reddito. Massimo Cacciari (Italia) Filosofo, attuale sindaco di Venezia. Ha fondato la Facoltà di Filosofia dell’Università VitaSalute San Raffaele di Milano, presso la quale è Professore Ordinario di Estetica. Teorico della crisi della razionalità moderna, negli ultimi anni la sua ricerca si è indirizzata al nesso tra filosofia e politica nella storia europea. Benjamin Friedman (USA) Professore di Economia Politica ad Harvard, è consigliere della Federal Reserve, la banca centrale degli Usa, e della Morgan Stanley. Nel suo recente saggio “Il valore etico della crescita”, spiega le ragioni per le quali lo sviluppo concorre a rendere “una società più aperta, tollerante e democratica”. Tariq Ramadan (Svizzera) Professore di Studi islamici alla Oxford University, è considerato uno dei più autorevoli intellettuali musulmani europei. Le sue pubblicazioni e conferenze hanno fornito un contribuito sostanziale al dibattito sull’Islam, l’Occidente e le sfide della modernità. È attivamente impegnato nella divulgazione dei temi della giustizia sociale e del dialogo tra civiltà. Giandomenico Picco (Italia) Vice Presidente del Comitato Scientifico Internazionale del Centro Pio Manzù, è stato Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Rappresentante speciale del Segretario Generale Onu per l’Anno del dialogo tra le civiltà. Premiazione Nell’ambito della seduta plenaria verranno consegnate le onorificenze dello Stato italiano e del Centro Pio Manzù attribuite dal Comitato scientifico internazionale del Pio Manzù a personalità che si sono distinte a livello internazionale nel campo della solidarietà e per il loro contributo al progresso sociale. ore 13,30 Grand Hotel di Rimini Colazione in onore delle personalità premiate (solo su invito) Domenica 19 ottobre ore 15,30 Workshop 4 Il neoconsumatore ‘low cost’ tra convenienza e pauperismo C’è una povertà diffusa e crescente anche nell’opulento Occidente alla quale governi e decisori sono obbligati a guardare con nuova attenzione. Un barometro di questo fenomeno è dato dalla quantità, ma anche dalla qualità dei consumi. L’avvento del low cost, delle compagnie aeree no frills, dei pacchetti last minute, degli outlet e dei discount ha spodestato tendenze consolidate, stili di vita e abitudini di consumo. Il fenomeno dell’acquisto a basso prezzo, importato dagli Usa in Europa nella seconda metà degli anni Novanta, sospinto dalla diffusa capillarità del web, s’intreccia con gli scenari dell’economia e del lavoro. Con esso, si qualifica ed afferma negli orizzonti del mercato una nuova schiera di consumatori affluenti, caratterizzati da un potere d’acquisto flessibile, come spesso flessibile è la condizione salariale e reddituale. L’universo del low cost pone (quasi) tutta la scelta nelle mani del consumatore. L’addio dell’Occidente alla propria tradizione industriale coincide, quindi, con la fine del consumatore ‘classico’, stretto nella morsa della globalizzazione e scosso dalla rivoluzione «democratica» nei nuovi consumi di massa. Una realtà caratterizzata da un’equazione sociale altrettanto originale: più consumi, più squilibri. Per le imprese - sempre più orientate ai mercati euroasiatici, dove stanno crescendo miliardi di nuovi capitalisti - è un’occasione per rigenerare la presenza sui mercati occidentali. Per la politica è una sfida formidabile: entra in crisi la logica fondante del modello europeo e di una visione dei consumi basati sull’equilibrio tra potere d’acquisto, libero mercato e welfare. Low cost, dunque, come scelta o come costrizione? Il costo nascosto della convenienza Charles Fishman (USA) Giornalista, ha condotto numerose inchieste giornalistiche. È l’autore del best-seller “Effetto Wal-Mart. Il costo nascosto della convenienza” che indaga gli effetti economici, sociali e ambientali della più grande catena di distribuzione del mondo. Il valore etico dello sviluppo Benjamin Friedman (USA) Professore di Economia Politica ad Harvard, è autore del volume “Il valore etico della crescita”. Sostiene che lo sviluppo economico “rende una società più aperta, tollerante e democratica” ma che la crescita ha una dimensione etica solo quando la ricchezza è distribuita in modo diffuso e compito dello Stato è fare di tutto per promuovere questo tipo di crescita e un’equa distribuzione. La società low cost Massimo Gaggi (Italia) Inviato del Corriere della Sera con base a New York, ha dedicato le sue analisi più recenti all’evoluzione dei sistemi socio-economici e alle conseguenze politiche della globalizzazione. Ha pubblicato insieme a Edoardo Narduzzi ‘La fine del ceto medio e la nascita della società low cost‘ (2006). Modelli di consumo, modelli d’impresa Federica Guidi (Italia) Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Direttore Generale della Ducati Energia Spa, Bologna. Dal 2002 al 2005 è stata vice presidente di Confindustria Emilia-Romagna e presidente dei Giovani Imprenditori dell’Emilia Romagna. Per una serena decrescita Serge Latouche (Francia) Professore emerito di Scienze Economiche all’Università di Paris-Sud (Orsay), ha dedicato il suo lavoro di ricerca all’antropologia economica ed è uno dei più affascinanti interpreti della crisi della razionalità occidentale. Sostiene la “decrescita” come alternativa all’ideologia economica dello sviluppo per fermare la crisi sociale ed ecologica sul pianeta e i danni causati dall’avidità dell’Uomo. La borsa della spesa tra diritti e soprusi Carlo Rienzi (Italia) Presidente di CODACONS, Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori Lunedì 20 ottobre ore 9,00 Workshop 5 Sviluppo e miseria: la povertà genera violenza? La relazione tra violenza e condizione di privazione economica non è scontata. La semplificazione del ‘riduzionismo economico’ secondo il quale la povertà è di per sé generatrice di conflitto, è smentita dalla storia. Certamente, l’indigenza può generare situazioni di tensione che sfociano nella ribellione violenta, ma dietro di esse ci sono sempre anche altre cause, un processo più esteso. I sommovimenti e le vere e proprie guerre civili di Afghanistan, Irlanda, Bengala o Kenya, la stessa vicenda palestinese, dimostrano come la povertà sia solo una delle ragioni del conflitto. L’immediatezza meccanicistica tra violenza e povertà è una visione semplicistica. Molto più rilevanti sono altre cause insite nella difficoltà di integrare culture e religioni diverse, le origini ideologiche di scontri globali. Diritti umani e diversità culturali sono parti del paradigma sviluppo-povertà. La sfida alla povertà, dunque, chiama in causa anche il dibattito sul multiculturalismo e il relativismo morale, l’integrazione pluralistica e i diritti fondamentali dell’uomo. Immigrazione e cultura dell'accoglienza, tra tolleranza e repressione Iain Chambers (Regno Unito) Antropologo inglese, è docente di Studi culturali e postcoloniali all’Università di Napoli, dove dirige il Centro Studi Postcoloniali di recente costituzione. È stato uno dei pionieri dei cultural studies in Inghilterra, e in Italia li ha applicati, in particolare, all’orizzonte del postcolonialismo. Ha pubblicato numerosi saggi tra cui: Dialoghi di frontiera, Paesaggi migratori, Sulla soglia del mondo, Le molte voci del mediterraneo. La società multietnica e le fortezze del benessere Mario Giro (Italia) Responsabile delle Relazioni Internazionali e del Dipartimento Africa della Comunità di Sant’Egidio, i cui membri sono impegnati nell’evangelizzazione e nella solidarietà con i più poveri e i più fragili. La potenza dei poveri Majid Rahnema (Iran) Diplomatico, già Ministro della cultura del Governo iraniano, ha rappresentato il suo paese alle Nazioni Unite ed è stato membro del Consiglio esecutivo dell’Unesco. Ha conosciuto da vicino le contraddizioni dello sviluppo e della povertà di cui si è occupato nel corso degli ultimi venti anni. Nel suo volume ‘Quando la povertà diventa miseria’ offre una critica radicale e nuova del mondo globalizzato. Immigrazione, integrazione, violenza Tariq Ramadan (Svizzera) Intellettuale e accademico musulmano, è fautore di una reinterpretazione dei testi islamici. Attento alle dinamiche dell’Islam europeo, mette in evidenza la natura eterogenea della società islamica e sottolinea la necessità di un impegno da parte dei musulmani in Europa per un maggior coinvolgimento nella società europea. Il suo interesse è rivolto alle influenze della religione islamica sulla filosofia e la politica. La democrazia provvidenziale Dominique Schnapper (Francia) Studiosa di sociologia, direttore di ricerca all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi (EHESS), è membro del Consiglio costituzionale francese. Autrice de “La democrazia provvidenziale. Saggio sull’eguaglianza nella società contemporanea”, nel 2002 ha ricevuto il prestigioso Premio Balzan per le sue analisi acute e perspicaci dei problemi dell’integrazione sociale e della cittadinanza. COPYRIGHT 2008/Centro Pio Manzù TUTTI I DIRITTI RISERVATI Questo documento è stato concepito dal Centro Internazionale Ricerche Pio Manzù. Nessuna parte del suo contenuto può essere divulgata, copiata o utilizzata senza l’espressa autorizzazione dell’istituto, ai sensi della legge sulla proprietà intellettuale delle produzioni scientifiche. Ogni violazione od uso non espressamente consentito dall’organismo che ha prodotto il testo sarà perseguito nei termini delle leggi vigenti.