n° 358 - gennaio 2013 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via W. Tobagi, 8 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) - www.fondazione-menarini.it Il Novecento ritrovato Esempi di arte italiana tra le due guerre nelle scelte del collezionismo privato Ottone Rosai: I giocatori di toppa - Antonio Donghi: Vaso di fiori - Banca Monte dei Paschi di Siena Le collezioni d’arte degli Istituti di credito costituiscono un patrimonio artistico ingente, e solitamente di difficile accesso; sono quindi particolarmente apprezzabili le occasioni in cui vengono presentate al pubblico. In quest’ottica, le Fruttiere di Palazzo Te a Mantova ospitano la rassegna Dipinti, sculture e disegni del Novecento, aperta fino al 24 febbraio prossimo; il sottotitolo, Esperienze di collezionismo nelle raccolte della Banca Monte dei Paschi di Siena e della Fondazione Banca Agricola Mantovana, vuole essere una sorta di filo rosso che guida il visitatore alla scoperta di opere di grandi artisti del Novecento italiano, rappresentativi di correnti e movimenti diversi, ma che si sono comunque sempre mossi nell’ambito della figurazione. Le acquisizioni delle opere appartenenti alla collezione del Monte dei Paschi sono state realizzate a partire dal 1979, cioè in concomitanza con la riscoperta - e in un certo senso lo sdoganamento - da parte Mario Sironi: Composizione con cattedrale Banca Monte dei Paschi di Siena pag. 2 degli studiosi nei confronti dell’arte italiana tra le due guerre, tenuta in ombra fino a quel momento per le contiguità ideologiche e culturali con il regime fascista. Dalle opere di artisti toscani - Viani, Conti, Soffici, Rosai, Libero Andreotti - che costituivano il primo nucleo della raccolta, l’orizzonte si è andato ampliando in più direzioni, verso l’ambiente artistico milanese rappresentato da Carlo Carrà, e le Atmosfere romane di Mario Socrate e Antonio Donghi, fino a protagonisti assoluti della pittura del Novecento come Morandi e De Pisis. La scelta delle opere da esporre a Mantova è stata condotta in modo da creare una “narrazione”, che il visitatore segue: come scrive la curatrice Barbara Cinelli nell’introduzione al catalogo, «è stato scelto un itinerario nel quale dipinti, sculture e disegni sono raggruppati come sequenze di un racconto, ciascuna delle quali reca, come iscrizione di apertura, una testimonianza del tempo, che possa sintonizzare lo spettatore sul clima che ha visto nascere le opere». Alcuni bronzi di Libero Andreotti aprono una prospettiva sull’arte plastica a partire dal secondo decennio del Novecento, e sull’uso di materiali diversi, il legno della Danzatrice di Pericle Fazzini, e di nuovo il bronzo con la Bagnante seduta di Marino Marini, e La ginnasta del pittore e scultore mantovano Vindizio Nodari Pesenti, che riscosse notevole successo alla Biennale di Venezia del 1940. La presenza di un nucleo cospicuo di opere su carta - raccolte nella sezione Carte del Novecento - molte delle quali in stretta connessione con i dipinti esposti, testimonia un ulteriore collegamento con le tendenze degli studi specialistici contemporanei alle acquisizioni: risale infatti proprio agli anni Ottanta l’accendersi di un rinnovato interesse per il disegno del Novecento, in quanto espressione artistica in sé compiuta e non soltanto funzionale alla genesi dell’opera pittorica o scultorea. Spiccano in questa sezione una serie di tempere di Severini - riunite sotto il titolo Fleurs et masques - e un gruppo di studi ad acquerello di Giorgio De Chirico con bozzetti per costumi teatrali. La sezione mantovana della mostra offre una panoramica sugli echi dei movimenti e correnti più significativi dell’epoca che giungevano in ambito provinciale, presentando artisti interessanti e poco conosciuti, come Mario Lomini, seguace della Secessione di Monaco che si avvicina ai modi di Egon Schiele, o Arturo Cavicchini, tra i fondatori della corrente del Novecento a Mantova, che recepisce in pieno il linguaggio figurativo di questo movimento, caratterizzato dal richiamo alla purezza di forme e agli equilibri compositivi dell’arte classica. La mostra di Palazzo Te costituisce un ponte ideale fra la rassegna Anni ’30. Arti in Italia oltre il fascismo, presentata a Firenze nelle sale di Palazzo Strozzi fino al 27 gennaio e Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre, che si tiene presso i Musei di San Domenico a Forlì dal 2 febbraio al 16 giugno: questo fiorire di iniziative in un arco di tempo relativamente breve, testimonia quanto i movimenti, le avanguardie, i temi dominanti nella cultura figurativa italiana degli anni Venti e Trenta, riservino ancora motivi di studio e di interesse sia per gli specialisti che per il grande pubblico. federico poletti Mario Lomini: Mendicantee Fondazione Banca Agricola Mantovana Gino Severini: Fleurs et masques Banca Monte dei Paschi di Siena