Artrite reumatoide Introduzione L’artrite reumatoide (AR) è una patologia autoimmunitaria cronica e progressiva da causa sconosciuta. E’ caratterizzata da infiammazione persistente che affligge primariamente le articolazioni periferiche. Di solito inizia come una artrite simmetrica insidiosa ed ha un decorso imprevedibile e variabile, sebbene dolore e disabilità possano essere minimizzati se la condizione viene diagnosticata precocemente e trattata prontamente ed adeguatamente. Epidemiologia ed impatto economico • La prevalenza varia dallo 0.5% all’1.5% della popolazione. • L’AR affligge più le donne degli uomini (rapporto 3:1). • L’età di insorgenza è fra i 30 ed i 55 anni. • L’AR si traduce in progressiva disabilità, con quasi la metà dei pazienti che presentano una compromissione funzionale significativa nell’arco di 10 anni. • L’AR accorcia l’aspettativa di vita di un certo numero di anni sia negli uomini che nelle donne. Fisiopatologia • La patogenesi coinvolge fattori multipli, incluse influenze sia genetiche che ambientali. • Le cellule immunitarie ed i mediatori solubili dell’infiammazione rivestono un ruolo cruciale nella patogenesi, sebbene il relativo contributo delle componenti individuali rimanga incerto. • La proliferazione delle cellule nello strato sinoviale dell’articolazione, insieme all’infiltrazione da parte di varie popolazioni cellulari, promossa da citochine, chemochine, fattori di crescita, ed ormoni, produce un “panno” localmente invasivo che è capace di infiltrare ed infine distruggere la cartilagine, l’osso ed i tessuti molli circostanti. Caratteristiche cliniche • L’AR si manifesta come una poliartrite simmetrica che colpisce le piccole articolazioni delle mani e dei piedi. • L’esordio è molto spesso insidioso ma può essere episodico o acuto. • Le articolazioni infiammate divengono gonfie, dolenti e rigide. Il fluido sinoviale può accumularsi, causando versamento. Il dolore articolare è di solito più marcato e persistente che nell’osteoartrosi, manifestandosi a riposo, durante la notte e in corso di attività. Anche una prolungata rigidità mattutina è una caratteristica diagnostica chiave suggestiva di patologia infiammatoria. • Oltre a causare sintomi periferici, l’AR può anche coinvolgere il rachide cervicale, causando dolore al collo e cefalea occipitale. • Il dolore può anche insorgere come risultato del coinvolgimento patologico dell’articolazione temporomandibolare. • L’AR non controllata può tradursi in infiammazione che si diffonde oltre la sinovia dell’articolazione ad altre strutture vicine, inclusi tenosinovia dei tendini, ligamenti, altre strutture molli, ed osso. In casi più gravi possono manifestarsi noduli sottocutanei, che sono associati ad una prognosi peggiore. • Manifestazioni extra-articolari sono comuni e possono coinvolgere più organi, inclusi cute, occhi, polmoni e vasi sanguigni. Criteri diagnostici La diagnosi di AR è normalmente basata su criteri stabiliti dall’American College of Rheumatology. Per ricevere diagnosi di AR, un paziente deve soddisfare 4 o più criteri, che includono: 1. Rigidità mattutina nelle articolazioni ed intorno ad esse che dura per almeno 1 ora 2. Rigonfiamento dei tessuti molli di 3 o più articolazioni 3. Gonfiore delle articolazioni interfalangee prossimali, metacarpofalagee, o del polso 4. Artrite simmetrica 5. Noduli sottocutanei 6. Fattore reumatoide positivo 7. Evidenza radiografica di erosioni o osteopenia periarticolare nelle articolazioni della mano e del polso Diagnosi e trattamento • Si raccomanda una visita specialistica precoce per ogni paziente con AR o sospetta sinovite da causa indeterminata. • Comunicazione ed informazione efficaci sono di cruciale importanza, insieme con pronto accesso alle cure di un team multidisciplinare. • Analgesici e FANS possono alleviare il dolore ma non hanno effetto sulla progressione di malattia. • Sono raccomandati i farmaci convenzionali che modificano la malattia o antireumatici biologici, idealmente entro i primi 3 mesi dalla diagnosi; la terapia dovrebbe prevedere metotrexate ed almeno un altro agente modificatore di malattia, in aggiunta a glucorticoidi per breve periodo. • Dovrebbe essere effettuato un regolare monitoraggio, sia dell’efficacia terapeutica che della tossicità farmacologica, utilizzando markers dell’infiammazione ed altri componenti chiave dell’attività di malattia. • Dovrebbe essere effettuato un controllo regolare delle co-morbidità, incluse ipertensione, cardiopatia ischemica, osteoporosi e depressione. • Dovrebbe essere immediatamente ricercato un parere chirurgico nel caso in cui il paziente non risponda alla terapia non chirurgica. • La terapia psicologica, comprendente strategie di adattamento, tecniche di rilassamento, adeguata informazione sulla patologa ed il suo trattamento, e controllo dello stress, riduce il dolore e migliora la funzione. • La terapia fisica è efficace nel trattamento dell’artrite reumatoide; c’è evidenza a sostegno dell’efficacia di esercizi aerobici e di potenziamento, stimolazione elettrica transcutanea, ed ultrasuoni. 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