Antigone Sofocle Trama e significato dell’opera L’ Antigone, capolavoro di Sofocle è una creazione letteraria giunta fino a noi attraversando due millenni di storia della civiltà occidentale e mantenendo intatto e sempre attuale il suo significato. Al centro della vicenda troneggia la figura di Antigone, figlia nata dal rapporto incestuoso tra Edipo e sua madre Giocasta. Ciò che mette in moto la tragedia è la ferma volontà della protagonista di dare sepoltura al fratello Polinice, bandito dalla città e considerato traditore della patria. Infatti dopo l’esilio di Edipo da Tebe, i suoi figli Eteocle e Polinice si erano dati battaglia per conquistare il trono della città; Etocle esilia il fratello Polinice, che marcia con un potente esercito contro Tebe. Entrambi “Chi crede di essere saggio lui solo, o di avere una lingua e una mente quale nessun altro, questo, scrutato a fondo, fu trovato vuoto” I NOSTRI VIDEO A P AL AZZOLO ACRE IDE Antigone e Creonte Racconto del messaggero Lo spettacolo a Palazzolo Acreide (Siracusa) cadono, ma il nuovo re Creonte, fratello di Giocasta e quindi zio di Antigone, decreta onori funebri per l’eroe Eteocle e vieta di seppellire il corpo di Polinice. Dopo aver invano cercato l’appoggio della sorella Ismene, Antigone decide di sfidare da sola la volontà di Creonte ed accorda gli onori funebri al fratello Polinice. (segue) Antigone e Ismene L’editto di Creonte Creonte e Il figlio Emone Addio di Antigone alla vita La disperazione di Creonte Finale Regia: Gustavo d’Aversa, Compagnia “La Busacca” Dopo aver invano cercato l’appoggio della sorella Ismene, Antigone decide di sfidare da sola la volontà di Creonte ed accorda gli onori funebri al fratello Polinice. Fermata da una guardia tebana, viene portata dinanzi a Creonte, il quale rivendica la legittimità del suo potere. È evidente la netta contrapposizione di due figure, il contrasto, insanabile per natura, tra legge naturale e legge positiva, re e suddito, politica e tradizione, uomo e donna: Creonte adduce la ragione del diritto positivo, la necessità dell’obbedienza alla massima autorità politica; Antigone fa appello alle leggi della natura, quelle sacre ed inviolabili della tradizione e del vincolo familiare. Ma Antigone e Creonte non posseggono la ragione assoluta. Ognuno è portatore della sua ragione, di una ragione soggettiva e non sindacabile: ha ragione Creonte perchè è lui la massima autorità di Tebe, e non portargli obbedienza significa trasgredire la legge e costringere la città all’anarchia; ed ha ragione Antigone perchè prima della legge terrena c’è la legge degli dei, in una società, come è quella greca, dove i riti religiosi contano più di ogni altra cosa, il diritto alla sepoltura era inviolabile e il venirne esclusi equivaleva all'annullamento della memoria e della dignità della persona. Il conflitto insanabile, base dello spirito tragico greco, non trova una soluzione definitiva: si abbattono mille sciagure su Creonte, che perde il figlio Emone (fidanzato di Antigone) e la moglie, mentre Antigone si impicca, diventando nei secoli successivi simbolo universale della libertà che cerca di non soccombere di fronte al potere tirannico. Lo spettacolo, i saluti e gli autografi “ Il potere gode anche di molti altri vantaggi: gli è permesso di fare e di dire ciò che vuole” “Non pensavo che i tuoi decreti avessero tanto potere da far trasgredire, essendo tu mortale, le leggi non scritte e immutabili degli dei”