Nelle letterature e nell’arte A CURA DELLA CLASSE 3°D STOP Italiano Foscolo Leopardi Manzoni Verga Carducci Pascoli D’Annunzio Svevo Pirandello Montale Saba Latino Età arcaica Età repubblicana Età imperiale Greco La donna nell’età classica La donna nell’età ellenistica La donna nella tragedia La donna nell’epigramma Arte La donna immagine di perfezione La donna dei realisti Il disagio dell’uomo moderno La donna immagine di seduzione Ugo Foscolo Immagine idealizzata e sublimata della donna Jacopo Ortis Le Odi Le Grazie Teresa L’amica risanata L’amore per una donna eleva l’uomo a divinità e lo rende poeta Donna sensuale e affascinante, incarnazione della bellezza metafisica La bellezza femminile porta armonia nel mondo Ugo Foscolo Sonetti A Zacinto Funzione fecondatrice dell’amore nella figura di Venere Donna come simbolo della patria Figura materna della terra che diviene “ultimo asilo” Sepolcri ma anche dell’”arbore amica” che protegge e consola le ceneri del defunto Didimo Chierico Donna mite e gentile contrapposta alla brutalità dell’uomo Giacomo Leopardi A Silvia Donna come rimembranza Le ricordanze Nerina rivive nel ricordo Dialogo della Natura e di un islandese Natura come donna bella e terribile La ginestra Madre di parto e di voler matrigna Donna emblema di giovinezza quindi illusione Rivolta contro la natura personificata come donna fatale Alessandro Manzoni Adelchi Promessi sposi Gertrude Ermengarda Lucia Donna angelo che non sostiene le passioni terrene ma fatta per l’amore celeste Idealizzazione della donna pura e innocente capace di purificare e salvare Donna tenebrosa e perversa complessa e problematica, non solo vittima ma anche colpevole Giovanni Verga La lupa Sotto le vesti di una contadina si nasconde una donna fatale, “tentazione dell’inferno”, dalla lussuria insaziabile, che non si arresta di fronte a nessun divieto Nedda “Povera fanciulla” vinta dalla povertà e dal pregiudizio che anche nella più triste disperazione ringrazia la “Vergine santa” per aver sottratto la sua “povera bimba” alla sua stessa sorte Giosuè Carducci Donna fatale Donna idealizzata Donna decadente, che prova piacere nel vedere soffrire l’uomo. È la belva feroce, attratta dal sangue e dagli ambienti degradati Alla stazione in una mattina d’autunno Lidia è chiamata per riscattare un presente oscuro, segnato dall’inerzia. È un ideale che si infrange contro la realtà Giovanni Pascoli Maria Rappresenta l’innocenza ed il candore virginale che non osa violare il divieto Digitale purpurea Rachele Rappresenta la forza oscura e indomabile dell’eros che si cela nella donna. Cede alla tentazione e così trasgredisce Gabriele D’Annunzio Dalfino Zarra Il trionfo della morte Ippolita Sanzio Il fuoco Foscarina Alcyone Le donne vengono appena accennate. Il loro aspetto fisico è personificazione degli aspetti della natura Accomunate per l’effetto distruttivo che provocano nell’uomo, raffigurate come belve Gabriele D’Annunzio Elena Muti Donna come rovina e distruzione. Il suo corpo vela la sua indole malvagia Il piacere Maria Ferres Donna casta e pura, che suscita in Andrea Sperelli desideri erotici Italo Svevo Senilità Angiolina Donna sensuale e affascinante, incarnazione della bellezza metafisica La coscienza di Zeno Augusta Moglie come “salute personificata” e modello da imitare Ada Ideale irraggiungibile. Mette in luce la caducità della bellezza che svanisce nella malattia e nei tradimenti di Guido Carla Donna popolana asservita alle fantasie sessuali costretta dalle ristrettezze economiche Luigi Pirandello La trappola Donna fatale che sotto le sue arti di seduttrice riserva all’uomo un destino crudele dopo pochi istanti di gioia Il fu Mattia Pascal Le donne rendono invivibile l’ambiente familiare, a tal punto che il protagonista inscena la sua morte Il gioco delle parti La protagonista soffre nel suo ruolo di seduttrice e vittima del marito. È una donna quasi ridicola negli inutili slanci erotici Eugenio Montale Satura Ho sceso dandoti il braccio.. La moglie è guida. È soprannominata Mosca perché pur portando “spessi occhiali”, possedeva una grande “vista interiore” che le permetteva di consigliare il marito nelle situazioni difficili Umberto Saba Un nuovo modo di cantare la donna amata Canzoniere A mia moglie Celebrazione della donna attraverso il paragone con le “femmine di tutti i sereni animali che avvicinano a Dio” Età arcaica Il paradigma di virtù femminile era legato esclusivamente alla sfera domestica Ve ne sono esempi nelle iscrizioni sepolcrali CASTA FUIT, DOMUM SERVAVIT, LANAM FECIT Età repubblicana L’ideale di virtù femminile si arricchisce di nuovi aspetti, quali il ruolo nella società con l’educazione dei figli Cornelia, madre dei Gracchi, è l’emblema della virtù femminile Exemplum di donna perché “univira”inoltre colta e raffinata, che si realizza nell’adempiere ai propri doveri familiari Età repubblicana Si assiste anche ad una caduta di valori e al degrado dei costumi femminili tradizionali Clodia, amante di Catullo, viene ritratta da Cicerone come una donna dissoluta e lasciva “Supponiamo che una donna senza marito abbia aperto la sua casa alle voglie di tutti […] un giovane che abbia frequentato una donna simile lo riterresti adultero o amante” Età imperiale Petronio (età giulio-claudia) Nel Satyricon fa una colorita rappresentazione dei protagonisti, ritratti con un sermo cotidianus. Tratta l’aspetto erotico con eccessivo realismo “Fortunata è la moglie di Trimalchione: ha una lingua che taglia e cuce, a letto una gazza (pica pulvinaris)” (Satyricon 37, 1-38) Età imperiale Marziale (età dei Flavi) Con un tono mordace e satirico, la donna viene descritta come colei che si vanta di essere richiesta e retribuita per le sue prestazioni erotiche: si insiste sui dati più crudamente fisici e sui particolari più concreti e sordidi “Lesbia giura di non aver fatto mai l’amore gratis. Vero: quando vuol far l’amore è solita pagare” (Epigrammata, XI, 62) Età imperiale Giovenale Nella VI Satira c’è una torrenziale e feroce requisitoria contro la donna a cui manca la pudicizia virtù fondamentale nell’età dell’oro: Messalina è la tipica donna corrotta. “E allora nuda, con i capezzoli ornati d’oro si prostituiva esibendo il falso nome di Licisca, e metteva in mostra, nobile Britannico, il ventre che ti aveva generato.” (Satira VI, 122-124) Età imperiale Tertulliano In tarda età imperiale i primi scrittori cristiani condannavano il lusso femminile, condanna che diviene topos letterario sostenuto dai principi dell’etica cinico – stoica e dalla predicazione della diatriba. “Peccano contro di lui, infatti, quelle donne che tormentano la pelle con i cosmetici […] esse evidentemente non sono soddisfatte dell’arte modellatrice di Dio” (De cultu feminarum, II, 2-3) La condizione femminile nella Grecia classica Nell’Atene classica la donna era totalmente subordinata all’uomo: il mondo femminile esisteva in funzione di quello maschile In politica l’influenza femminile era nulla Le donne vivevano in casa e si occupavano della sua amministrazione. Raramente potevano uscire dal gineceo Aristotele sosteneva che la donna era simile allo schiavo, del tutto incapace e inadatta alla vita pubblica La condizione femminile nella Grecia ellenistica Ambito economico - culturale Ambito legale La condizione femminile migliora: le vengono concessi spazi più ampi di gestione dell’abitazione e la possibilità di istruirsi I diritti e la libertà personale rimangono molto limitati La donna nella tragedia Nelle tragedie le donne si fanno portatrici di valori che mancano ai protagonisti come nella “Medea” di Euripide o nell’ “Antigone” di Sofocle. Nell’ “Antigone” la protagonista con il suo gesto eroico riesce a sfidare l’apaqia della sorella Ismene e la tracotanza del tiranno Creonte. DISCORSO TRA ANTIGONE ED ISMENE DISCORSO TRA ANTIGONE E CREONTE Discorso tra Antigone e Creonte Creonte (vv. 449): E dunque hai osato trasgredire le leggi stabilite? Antigone (vv. 453-455): […] non pensavo che i tuoi proclami fossero tanto forti che tu pur essendo mortale, avessi il potere di infrangere le leggi non scritte e stabili degli dei.(vv.523) non sono nata per condividere l’odio ma l’amore. Creonte (vv. 524-525): Ora andando laggiù negli inferi, se devi amare, ama quelli finchè vivrò non comanderà una donna. Discorso tra Antigone ed Ismene Ismene (vv. 61-64): Ma bisogna tenere a mente questo che siamo per natura due donne e non è pensabile battersi contro gli uomini; e poi che siamo comandate da gente più forte così da dare ascolto a questi ordini e ad altri anche più dolorosi. Antigone (vv. 71-75): Fai pure come ti sembra bene, io invece seppellirò quello; bello è per me, dopo aver fatto questo, morire. La donna nell’epigramma Un caso particolare è l’epigramma, in cui non c’è esplicito riferimento all’ideale di donna, ma piuttosto essa diventa l’oggetto di brevi canti amorosi. Abbiamo i maggiori esempi in Asclepiade di Samo, simbolo della voluttà e della vanità infinita del piacere, e in Meleagro di Gadara che con grazia ed eleganza canta l’amore per Eliodora “anima della sua anima” ASCLEPIADE DI SAMO “VEGLIA D’AMORE” MELEAGRO DI GADARA “ANIMA DELLA MIA ANIMA” Veglia d’amore Lunga è la notte, è già inverno, s’inclina alle Pleiadi il cielo, ed io molle di pioggia m’aggiro alle sue porte preso da brama per quella rugiada perché Cipride inflisse in me feroce dardo di fuoco e non d’amore Anima della mia anima Dentro, dentro il mio cuore, proprio Eros ha dato forma a Eliodora che dolce mi parla anima della mia anima. La donna immagine di perfezione Le Grazie Figure perfette che disegnano, con la sinuosità delle forme femminili, una danza che tuttavia dà idea di solidità Canova Amore e Psiche La composizione geometrica permette un equilibrio perfetto tra i due amanti, concepiti come “forma libera” La donna dei realisti Courbet Signorine sulle rive della Senna Le due donne sono ritratte in una veste non usuale per l’epoca e, diversamente dalla tradizione, non sono figure mitiche Degas Donna che si spugna nella tinozza La posa di spalle ed il momento raffigurato rendono l’istantaneità del gesto preso nella sua dislocazione temporale La donna dei realisti Hayez Il bacio La leziosità è mascherata dalla veste azzurra della donna, sotto un atteggiamento amoroso nasconde un significato risorgimentale Michetti La figlia di Iorio È il dramma di Mila Di Codro che, desiderata dagli uomini, vuole conservare la propria integrità in un Abruzzo dalla rigida morale arcaica Il disagio dell’uomo moderno Dalì Picasso Giraffa in fiamme Les demoiselles d’Avignon Deforma innaturalisticamente immagini tradizionali scomponendo il reale in spazi chiusi dalla linea d’orizzonte L’iconografia tradizionale è scomposta in forme che non esaltano la bellezza femminile ma la nascondono nella maschera Il disagio dell’uomo moderno Van Gogh Manet Il ritratto di Madame Roulin Il balcone Lo sguardo assente delle due donne rappresenta la sete di infinito che ne provoca il dissidio interiore La donna immagine della seduzione Matisse Lusso, calma e voluttà Klimt Giuditta I La donna è una seduttrice che rende l’uomo asservito al suo fascino e alla sua voluttà Conclusioni Il presente lavoro è opera della classe III D anno scolastico 2003 – 2004 Si ringraziano per la collaborazione: Il preside prof. Befacchia Lino Il consiglio di classe della III D e in particolare: Le prof. Di Biagio Elisabetta, Di Silvestre Anna, Orsini Stefania. Si ringrazia il prof. Dirodi Massimiliano per la consulenza informatica