Contemporanea Musica e poesia allo specchio di Quirino Principe C onfesso che del lavoro comune di Mario Pagotto e mio, Speculum mundi, avrei dato una definizione «di genere» della quale oggi, a posteriori, dopo avere udito «life size» la nostra creatura vivente e in atto, non sono più tanto sicuro. Avrei detto che si trattava È questa la sede per attribuire «unicuique suum». Non esisterebbe Speculum mundi se Mario Pagotto, dopo avere udito Fuoco aquileiese a Portogruaro, non mi avesse proposto un lavoro in collaborazione con lui. Fu Pagotto a darmi alcuni bellissimi testi sufi, rendendo- Un momento di Speculum Mundi all’Auditorium di Milano del mio secondo melòlogo; il mio primo, Fuoco aquileiese, con musica di Davide Pitis, era stato eseguito a Portogruaro nell’agosto 2004. Oggi, dopo che Speculum mundi ha avuto la sua prima esecuzione assoluta giovedì 22 marzo 2007 all’Auditorium di Milano, con me stesso come voce recitante, con il soprano Monica Trini, con il Coro (diretto da Erina Gambarini e Ruben Jais) e l’Orchestra «Giuseppe Verdi», e la giovane musicista greca Stamatia Karampini alla direzione generale, non direi che si tratta «soltanto» di un melòlogo. Userei, in alternativa, termini come «cantata» o «drammaturgia poeticomusicale», o simili. mi chiaro il suo desiderio di gettare una sonda verso il nucleo eretico (e perciò, vivo) del pensiero islamico al suo livello più alto e nobile: in sostanza, a un livello più nobilmente filosofico che non banalmente e rozzamente religioso. L’intento ambizioso con il quale mi associai entusiasticamente all’impresa era rivelare il metallo prezioso sepolto nella fanghiglia fideistica e moralistica di una religione monoteistica, e perciò intollerante, ottusa e persecutoria, e fare brillare quel metallo a contatto con zone altrettanto nobili della cultura occidentale. Alla base della piramide dell’Essere, i punti sono lontani, le linee divergenti. «Speculum mundi» è stato eseguito in prima assoluta all’Auditorium di Milano il 22 marzo con il soprano Monica Trini, il Coro e l’Orchestra «Giuseppe Verdi» e Stamatia Karampini alla direzione 36 Contemporanea Al vertice, si unisce e si annoda ciò che alla base è semundi si articola in cinque parti: un Prologo, un Epiloparato da altri. go e tre sezioni centrali. Il numero dispari non soltanAlla magnifica impresa di Pagotto ho voluto dare un to consente una perfetta simmetria («a specchio», apcontributo intellettualmente complesso. Ho intrecciapunto), ma garantisce l’esistenza di un centro assoluto. to i testi sufi e uno splendido frammento di poesia ocIn dettaglio: cidentale (John Donne, Hymne to God my God in my Sickness) con mie poesie originali, o con altre mie poe Prologo sie precedenti. Ho lavorato sulle parole e sulle loro infi 1: Della musica 2: Delle parole nite possibilità: palindro 3: Delle visioni mi (come quello terribile Epilogo con cui il Diavolo rispose a sant’Antonio nel deserto che chiedeva tregua alle troppe tentazioni, Nel P r o l o g o sono «in girum imus nocte, ec«esposti i parametri muce, et consumimur igni»), sicali che saranno ripredi Mario Pagotto* inversioni del tipo «avelsi, variati e sviluppati, nel leva» o «Roma-Amor», corso dell’opera». Della parole diversissime che l testo poetico, filosofico e sapienziale che Quirino musica definisce il rapporhanno lo stesso significaPrincipe ha indulgentemente accettato di scrivere, to vita-morte. Delle parole, to in diverse lingue parosu mia sollecitazione dopo una felice quanto fortuita la parte centrale, «pietra le diverse che sembrano coincidenza che ha incrociato i nostri cammini (il suo di volta dell’intero edivoler dire la stessa cosa e già lungo e luminoso, il mio agli inizi), comportava, ficio», è affidata interainvece si riferiscono a diper me, un rischio molto alto. Alle prime letture e almente al solo mio testo versi concetti, vittime di lo scavo parafrastico dei suoi infiniti rimandi, accanto che viene recitato senza chi non abbia valutato il ad uno scoramento nei miei mezzi musicali per rendermusica, e che insiste sul «significato del significagli sufficiente onore, trovava posto, come naturale reanesso tra l’incomprento», detti tradizionali cozione, una tendenza eccessiva alla speculazione musicale, sione dei significati delme quello bellissimo delovvero ad investire molto dal punto di vista intellettuale parole e le discordie, le le isole Fernando Pô citale e progettuale sulla costruzione del pezzo affidandoguerre e la violenza. Delle to da Cecul Kay Ogden e mi a procedimenti creativi autogeni, a discapito di una visioni è una sezione traIvor Armstrong Richarlogica unicamente musicale che, come mi capitava nelgica, culminante con la ds in The Meaning of Meale composizioni prodotte negli ultimi anni, non tradisspaventosa vicenda dei ning (1923): «Avviciniase un equilibrio, tanto cercato, tra raffinatezza sintattibambini morti a Beslam, moci al fuoco, per vedeca e trasparenza d’eloquio. che accoglie come citare meglio quello che stiaFatto un rapido dietrofront nell’approccio, ho deciso di zione la melodia mahlemo dicendo». dedicarmi esclusivamente alla lettura a voce alta degli riana sulle parole «Wenn Speculum mundi è una erti endecasillabi, e di arrivare al suo idioletto (direbbe dein Mütterlein» dal tercomposizione per granEco) in maniera istintiva. Ho fatto diventare la rigorosa zo dei Kindertotenlieder. de orchestra. L’organico cadenza sillabica quasi una struttura musicale ritmicoL’Epilogo è affidato al vocale è: voce recitante fonetica, cercando di cogliere prima il significante del soprano solo, che, pri(io stesso, come sappiasignificato, convinto che il vero Senso non fosse escluma di un inatteso e conmo, nella prima esecusivo appannaggio di quest’ultimo. clusivo intervento del zione), soprano, coro miÈ a questo livello d’introiezione testuale che hanno coro, riassume e unifica sto. L’organico strumencominciato a sgorgare, fluide e libere, le principali idee tutti i temi esposti daltale è: 3 flauti (3° anche musicali. A quel punto l’intero lavoro compositivo si la musica fino a quel moottavino), 3 oboi (3° anè dilungato nella loro lavorazione, limatura, e nel camento. La bellezza della che corno inglese), 3 clalibrarne il collocamento formale in rapporto al testo e musica di Pagotto mi ha rinetti (3° anche clarinetalla struttura generale. molto colpito. Un esemto basso), 2 fagotti, conDal punto di vista della mia poetica musicale, anche in pio, minimo ma signifitrofagotto, 4 cor n i , 3 questo pezzo, come in tutta la mia produzione recencativo per tutti: il divamtrombe, 3 tromboni, tute, la tavolozza armonica deriva da alcune semplici mepare di «fiamme» orcheba, timpani, percussioni, lodie primigenie. Ho trattato il materiale musicale di strali là dove il testo cita arpa, archi. base, costituito da strutture armoniche per terze e per la filastrocca di FernanNel descrivere la comquarte, mediante principi elaborativi che si rifanno ad do Pô, «avviciniamoci al posizione, mi valgo delarchetipi linguistico-musicali come l’imitazione canofuoco…». l’eccellente nota prepanica, l’imitazione per moto inverso (a specchio) e il canrata da Pagotto per il to piano, accanto a conquiste più recenti come la tecniprogramma di sala del ca della ripetizione, l’uso di metriche asimmetriche, il 22 marzo, e p on g o tra processo di progressivo defasaggio ritmico eccetera. virgolette le sue parole Tali elementi sono saldamente ancorati in un ambito quando esse siano citasonoro che definirei multitonale. te testualmente. Speculum *Testo tratto dal libretto di sala Note alla partitura di «Speculum mundi» I 37 Contemporanea L’«Antigone» lirica di Ivan Fedele L’opera allestita da Mario Martone apre il Maggio Musicale Fiorentino I l Maggio Musicale Fiorentino quest’anno è stato inaugurato una persona che si illude – come molti oggi – che il raziodall’Antigone di Ivan Fedele, andata in scena il 24 aprile al nalismo risolva tutto. Ma non è il solo strumento che abTeatro Comunale di Firenze con la regia di Mario Martone e biamo per organizzare e comprendere le nostre relazioni. la direzione di Michel Tabachnik. Si tratta di un’opera in un atto Esiste anche qualcos’altro, che va oltre il mero speculare: su testo di Giuliano Corti a partire da Sofocle, prodotta dallo stesso le ragioni spirituali. Nel mondo ci sono miliardi di persoMaggio e da Sugarmusic Edizioni Suvini Zerboni. Il compositore ci ne che hanno una fede. E queste fedi avranno pur un senracconta perché ha scelto proprio questo personaggio e questa dolorosa so, saranno per lo meno delle rappresentazioni del monsaga familiare per il suo primo lavoro di teatro musicale. do dal valore etico molto forte, quando ovviamente non L’A ntigone è una portino a travisatragedia che riflette menti. Ma in questo conflitti psicologici caso si tratta di ape reali che sono tutplicazioni distorte, tora in atto nel noche portano – anstro mondo, anche che in tempi recenti se pensavamo di – a sgozzare le peraverli risolti. Il prisone o a bombardamo di questi snodi re popoli inermi in cruciali è senz’altro nome di Dio. la guerra civile: la Poi ci sono gli tragedia comincia aspetti familiari e i con una guerra fralegami di sangue, a tricida, due fratelcominciare dalla reli uno contro l’altro lazione tra Antigoarmati per la conne e Ismene. Tra le quista di una città, due sorelle c’è condi un territorio, di divisione (che nel un trono. Sia Poligreco sofocleo è rinice che Eteocle credono di avere delle buone ragioni, e marcata dall’utilizzo del modo duale), quando esprimono Creonte dietro le quinte invece di stemperare il dissidio la stessa compassione nei confronti del fratello insepolto. lo alimenta, sperando di arrivare a essere lui il re della citMa Ismene non vuole restare sola, desidera che Antigone tà. E non è un caso che Martone abbia interpretato queviva e la prega di non portare a termine la sepoltura. Non sta guerra civile dandole un taglio che ricorda soprattutdeve sembrare una figura cinica, rappresenta un amore to nella scenografia le guerre dei Balcani. L’allestimento più conservativo. Antigone invece va al di là di questo raprevede sia il «dentro-Tebe» che «il fuori-Tebe». Il «dengionamento e sfida la morte perché sa che con questo getro-Tebe» è sulla scena, una specie di parallelepipedo nesto darà la pace all’anima di Polinice. In più sa che con la ro con le famose sette porte. Poi nelle prime file della plamorte incontrerà il padre, la madre e tutta la sua famitea sono conficcati dei tralicci che salgono diagonalmenglia, per cui l’addio a questo mondo non le è così dolorote sormontando la buca dell’orchestra fino al soffitto delso. L’altra relazione familiare è quella tra Creonte e suo fila scena. Questi tralicci di ferro, che ricordano un po’ una glio Emone, che è anche il fidanzato di Antigone. Creonsituazione da post-bombardamento «intelligente», rapte è permeato da quell’esasperazione legalitaria che caratpresentano simbolicamente il «fuori Tebe», l’«extra poterizza la sua persona e cerca di dissuadere il figlio, dipinlis». Chi sta dentro la città, come Creonte, afferma la sua gendo Antigone come una traditrice che ha scelto di spoappartenenza a un’organizzazione strutturata di leggi che sare la morte. Emone invece riflette lo spirito di Antigohanno la presunzione di poter regolare tutte le relazione, perché fa prevalere le ragioni dell’amore che prova per ni umane. Antigone invece si fa portatrice delle ragioni lei e rifiuta l’obbrobrio di un editto che proibisce la sepoldel cuore, laddove la legge arriva a offenderle e a bestemtura. Parimenti importanti sono le evoluzioni individuali: miarle. Uno Stato strutturato secondo leggi non è di per se Antigone è la stessa dall’inizio alla fine e la sua vicenda sé uno Stato giusto che obbliga all’obbedienza, può anche si svolge secondo quello che già le prime battute ci fanno spingere alla disobbedienza, come accade per Antigone. presagire, con Creonte ad esempio assistiamo a un’evoluUno Stato che per esempio promulghi leggi razziali, proizione del vissuto personale: è lui il personaggio sul quale bisca la libertà di culto e la possibilità la vicenda di Antigone agisce in maniedi professare il proprio pensiero, o prera più evidente, producendo un cambiaveda caste e privilegi va contro il diritmento e una presa di coscienza. Dopo Firenze – Teatro Comunale to naturale di uguaglianza degli uomiil vaticinio di Tiresia Creonte si rende 4 maggio, ore 20.30 ni. Creonte non è un cattivo tout court, è conto che la sua visione del mondo iper6 maggio, ore 15.30 38 Contemporanea legalitaria e autoritaria ha prodotto solo morte. E nell’acquisire questa consapevolezza prova uno sgomento tanto forte che l’unico suo rifugio diviene la follia. Dal punto di vista musicale, come sono caratterizzati i personaggi? Quando ho cominciato a pormi interrogativi su quale scrittura adottare per il teatro musicale oggi, mi sono reso conto che nell’opera antica o nel melodramma ogni personaggio viene caratterizzato con un’aria particolare in un momento e magari con un’altra in un momento successivo. Non esiste una caratterizzazione univoca per tutto l’arco dell’opera. Poi con Wagner ha preso piede il Leitmotiv, tanto presente anche oggi, per esempio nella musica per film. Io ho riflettuto su quest’acquisizione che mi sembrava affondare le radici su un terreno fertile e comunque rispondere in maniera efficace a una domanda di identificazione. E ho cercato di «andare oltre» questa concezione, per la quale ciascun personaggio viene identificato con un tema che è immutabile, anche se orchestrato diversamente, magari leggermente più lento o un pochino più veloce. E ho avuto l’idea di utilizzare, al posto di un Leitmotiv, una sorta di Leitgestalt, una figura, una rappresentazione, una forma quindi articolata in più elementi, che caratterizzassero un personaggio e non altri. Ed ecco allora che per esempio Creonte canta con due modalità: la prima è quella apodittica, perentoria, e l’altra è quella subdola e insinuante, che lui utilizza sia con Antigone che con Emone. Queste due modalità sono ben definite, e nessuno nell’opera canta come Creonte, se non il figlio, che ha lo stesso codice genetico (ma la seconda modalità di Creonte in lui acquista un altro sapore perché è accelerata, lui è più giovane e quindi l’unità di misura non è più l’ottavo ma l’ottavo di terzina). Anche Tiresia è un personaggio per il quale mi sono posto molte domande. Un giorno mi è venuta in mente la profezia della Sibilla Cumana, che viene utilizzata come esempio di lettura in due sensi opposti: «Ibis redibis non morieris in bello» («andrai, tornerai, non morirai in guerra»). Se noi mettia- mo una virgola o una pausa dopo il «non» la frase assume il senso opposto («Andrai, non ritornerai, morirai in guerra»). Mi domandavo: come rendere quest’ambiguità della profezia? Innanzi tutto usando la voce di controtenore, che è voce d’uomo utilizzata in falsetto. In secondo luogo inventando una Leitgestalt, cioè appunto una modalità attraverso la quale il personaggio si esprime, che poi sono due anche in questo caso. La prima dovrebbe rendere conto dell’oscurità del vaticinio: Tiresia comincia con un canto che lentissimamente glissa dall’acuto verso il registro grave dicendo sillabe a distanza di secondi, cosicché quando sentiamo una sillaba abbiamo perso la memoria di quella precedente e dunque non riusciamo a mettere bene insieme la parola. Alla fine di ogni fraseggio poi il resto del testo è compresso in un’articolazione molto serrata, che è l’altro modo per renderlo poco comprensibile: si va da un’estrema dilatazione e un’estrema compressione. Tra l’altro la voce di Tiresia è l’unica trattata in maniera cospicua dal punto di vista elettronico, perché è una voce che deve venire da un’altra dimensione. Una sorta di inconscio collettivo che si materializza in queste parole profetiche. L’altra modalità di Tiresia è quella estremamente saltellante e inquieta in cui descrive le ragioni della sua profezia, narra cioè il sacrificio e il suo esito negativo, dato che il fuoco non ha bruciato le carni delle offerte. Ha collaborato con Giuliano Corti nella scelta delle parole? Da questo punto di vista è stato fatto un lavoro molto approfondito. Tra la sesta e la settima versione del libretto, che è quella definitiva, ho fatto delle annotazioni anche in virtù di ciò che musicalmente avevo immaginato. In alcuni passaggi ho chiesto a Giuliano di cercare dei sinonimi che avessero un’abbondanza di volta in volta di labiali, liquide, dentali, oppure vocali più o meno aperte. Perché pensavo al suono delle singole parole. Tutto questo in funzione della musica, che non si limita ad addobbare il testo ma ne esprime certe caratteristiche volendo offrirne una rappresentazione di un certo tipo piuttosto che di un altro. (l.m.) 39 Contemporanea La «Danae» di Fabio Vacchi ispirata alla tela del Correggio Alla Fenice l’opera dell’eclettico compositore che scrive (anche) per il cinema di Olmi e Chéreau di Mirko Schipilliti D opo una comparsa su Rai3 a «Che tempo fa?» intervistato da Fabio Fazio, Fabio Vacchi sarà alla Fenice il 5 e il 6 maggio nell’ambito della stagione sinfonica, con Danae per orchestra, diretta da Mikko Franck, atteso sguardo su uno dei compositori contemporanei più richiesti ed eseguiti, autore che negli ultimi anni ha ampliato la cerchia delle proprie collaborazioni, con artisti illustri e in senso trasversale, toccando tutti i generi del comporre, compresa la musica per il cinema, con le musiche per gli ultimi film di Ermanno Olmi (Il Mestiere delle armi, I centochiodi) e Patrice Chéreau (Gabrielle). In questo momento Vacchi sta completando gli ultimi ritocchi a Teneke, l’opera su libretto di Franco Marcoaldi ispirata al racconto di Yashar Kemal sui conflitti culturali in Turchia, che andrà in scena alla Scala il 22 settembre nella direzione di Roberto Abbado e la regia di Olmi, scene e costumi di Arnaldo Pomodoro. Con Ol- mi, Vacchi ha inoltre collaborato componendo le musiche per il documentario sull’allestimento della mostra sullo scultore greco Jannis Kounellis, conclusasi a Milano lo scorso febbraio, e uscirà un altro documentario, sempre con musiche di Vacchi, sui restauri degli affreschi di Piero della Francesca ad Arezzo. Per l’Accademia Chigiana di Siena ha composto La madre del mostro, su libretto di Michele Serra, dove il «mostro» è un tifoso ultrà, argomento particolarmente attuale di questi tempi, mentre negli Usa la compagnia di marionette di Carlo Colla e figli ha portato in tournée un Macbeth con musiche di scena scritte appositamente da Vacchi. Lo scorso aprile Antonio Pappano ha diretto l’Orchestra di S.Cecilia a Roma in Mare che f iumi accoglie, immagine metaforica sulle culture, pensate da Vacchi in una visione unita- 40 Contemporanea ria, e per il prossimo concorso violinistico Paganini mette in gioco questioni che non sono solo musicali, Vacchi sarà l’autore del pezzo d’obbligo. Riccardo Muanche se il tessuto musicale di un movimento di quarti riprenderà al festival di Ravenna La giusta armonia, tetto per archi può essere molto più impegnativo. Per già diretta al Festival di Salisburgo con la Filarmoniquanto riguarda il rapporto col testo ho scritto anche ca di Vienna e ora in prima esecuzione italiana, ispidei melologhi, dove ho approfondito la scrittura per rata a La dottrina della giusta armonia dell’utopista Franz voce recitante, accompagnata dalla musica, voce di atHeinrich Ziegenhagen, testo sull’uguaglianza sociale tori-non musicisti che cerco di modulare. che ispirò anche Mozart. C’è un’attenzione rilevante Cosa significa oggi scrivere per il cinema? verso le tematiche più attuali, poiché il compositore Ho accettato di comporre per il cinema non a livello non può rimanere estraneo alla contemporaneità, del di routine e solamente collaborando con grandi regiresto «Mozart stessti, che mi chiedeso insegna – spievano la mia musica. ga Vacchi – più che Ho quindi cercato mai uomo del suo di mettere in raptempo, non certo il porto i l m io mofanciullone avulso do di scrivere con dalla realtà, erotola pel l icola. Gramane o dedito sozie a Olmi ho raflo a giochi di paroforzato l’idea che le, ma uomo a tutla musica nel cineto tondo che voleva ma non deve mai cambiare il mondo. essere descrittiviDa alcuni anni amo smo, ma casoma i rendere più espliciti evocazione, oppucerti contenuti, anre porsi in contrache se non è l’elesto apparente con mento extramusiquanto rappresencale che deve dare tato, sempre in uno il senso alla musiscambio continuo. ca». Danae fu scritHo sempre scritto to nel 1989 ed esela mia musica, non guito per la prima la musica da cinevolta nel 1989 dalma, ammesso che l’Orchestra Toscaoggi ci sia una mun i n i , i n occasiosica da cinema. Ma ne del centenario pensiamo a Korndel Correg g io. I l gold, per esempio, soggetto, scelto da e a come divenne Vacchi, si ispira albanale quando pasFabio Vacchi l’omonima tela cusò a scrivere per il stodita a Villa Borcinema, o a Schönghese a Roma, a lui berg, che rifiutò inmolto cara, dove Giove si trasforma in pioggia dorata vece le richieste di Hollywood, perché avrebbe dovuper potersi unire a Danae, che così darà in seguito alla to scrivere la musica di Hollywood. luce Perseo. «In quel periodo – aggiunge Vacchi – staChe cosa vorrebbe scrivere che non ha ancora composto? vo componendo l’opera Il Viaggio, e lavoravo su campi Un grande ciclo di brani pianistici, mentre negli ularmonici di cinque note, scelti in base a un effetto fatimi anni ho ricevuto numerose richieste in ambito volistico evocativo, diatonico». sinfonico e teatrale, e molti sono gli Si può parlare di un percorso evolutivo impegni futuri. del suo stile negli ultimi 30 anni? Dove va la musica contemporanea oggi? Dopo il diploma in composizione, Verso infinite direzioni, in una dal 1974, cominciai a scrivere secondizione liberatoria rispetto al Venezia – Teatro La Fenice 5, 6 maggio guendo una linea in continua, grapassato, poiché ora sono sempre duale anche se piccola evoluzione, meno quelli che stabiliscono le diverso un punto immaginario. Sperirezioni giuste o sbagliate. Qualche mentare sì nuove cose, affinare nuove formule, comdecennio fa uno si chiedeva, dopo un concerto di mubinazioni timbriche e dimensioni formali, ma nulla a sica «contemporanea», se esistesse ancora il concetto che vedere con lo «sperimentalismo». di ascolto. Ecco il punto: il problema non sono la meÈ riuscito a impegnarsi in ogni genere musicale, uno dei lodia o il ritmo, per fare un paio di esempi, ma propochi autori contemporanei ad affermarsi anche in ambito prio la dimensione dell’ascolto. operistico. Ho cercato sempre di non negarmi niente. In realNella pagina a fronte: Correggio, Danae (olio su tela, cm. 158 x 189, databile 1530/1531, Roma, Galleria Borghese). tà ho composto tantissimi brani sinfonici, ma l’opera 41