Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it DISPENSA DEL MODULO STITICHEZZA DEL CORSO E-LEARNING FORMARSI PER TRASFORMARSI 2013 confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia Indice Introduzione Cosa è la stitichezza Epidemiologia Cause e classificazione Complicanze Trattamento: il consiglio del Farmacista Classificazione dei lassativi Agenti idrofili o di massa Apporto medio di fibra in alcuni alimenti Agenti osmotici Lassativi stimolanti (o irritanti) Agenti lubrificanti/emollienti Prodotti di erboristeria Osservazioni sulla composizione del mercato Come si può prevenire la stitichezza Stitichezza nel bambino Cause Trattamento Consigli ai genitori Stitichezza nell'anziano Stitichezza in gravidanza Stitichezza nel malato oncologico Stitichezza da farmaci Uso razionale ed irrazionale dei lassativi Educazione del consumatore cronico e priorità del farmacista Bibliografia 1 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Introduzione Probabilmente si tratta di uno dei problemi per i quali più frequentemente viene richiesto l'aiuto del farmacista. Pur non essendo una malattia, il suo impatto sulla qualità di vita viene vissuto come disturbante e interferisce negativamente con la percezione dello stato di salute proprio come una vera malattia. Il più delle volte la stitichezza è una situazione transitoria e occasionale che può essere risolta ricorrendo a farmaci di automedicazione. Il farmacista è spesso il primo interlocutore, e a volte l'unico: solo una parte dei pazienti che si ritengono stitici, infatti, si rivolge al medico, mentre i più preferiscono ricorrere ai lassativi, che non a caso sono tra i farmaci di automedicazione di più largo utilizzo. Dietro la richiesta di un lassativo, tuttavia, si possono celare condizioni molto diverse ed è per questo che il consiglio professionale assume una valenza importante e non può prescindere da una attenta analisi di ogni singolo caso sia per evitare un uso incongruo di farmaci ma anche per svolgere un'opera educativa e preventiva, fornendo indicazioni su uno stile alimentare e di vita corretti. Solo indagando le ragioni di fondo che hanno determinato il problema sarà possibile indicare al paziente il percorso da intraprendere 2 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Cosa è la stitichezza La stitichezza può essere definita come un ritardo nel passaggio delle feci attraverso l'intestino con diminuzione della frequenza delle evacuazioni ed espulsione difficoltosa, e la massa fecale è scarsa e di consistenza aumentata a causa del maggior assorbimento di acqua nel colon. Mentre il medico generalmente basa la sua valutazione sulla frequenza delle evacuazioni, il parametro di più facile valutazione, la percezione del paziente è quanto mai varia: i pazienti lamentano stitichezza anche solo in base alla presenza di feci troppo dure, al bisogno di defecare che si rivela infruttuoso, allo sforzo necessario per evacuare e alla sensazione di evacuazione incompleta. E' quindi difficile definire con esattezza i parametri entro i quali si può parlare di stipsi: quella che da alcuni pazienti è riferita come stipsi è spesso una sensazione soggettiva di insoddisfazione relativa all'evacuazione, alla quale si può rimediare a seconda dei casi aumentando la frequenza delle evacuazioni, o aumentando la quantità delle feci o rendendo le feci più soffici (ad esempio in caso di dolore all'atto della defecazione). Può essere considerata fisiologica una frequenza intestinale variabile da 2-3 volte al giorno a 3 volte alla settimana Non è vero che la permanenza delle feci nell'intestino o intossica l'organismo o o o o o intasa l'apparato digerente interferendo con la digestione e con l'assunzione di cibo è causa di cefalea induce alitosi può causare più gravi malattie al colon fa ingrassare per una buona salute è necessario evacuare almeno una volta al giorno. è bene purgarsi di tanto in tanto perché i lassativi depurano l'organismo. i prodotti di erboristeria non fanno male perché sono naturali. i clisteri rinnovano la flora batterica. Nessuna di queste affermazioni trova riscontro scientifico. Contribuiscono tuttavia a promuovere l'uso improprio e cronico di lassativi e/o clisteri, spesso autoprescritti. 3 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Fisiologia della defecazione Quando il contenuto intestinale giunge nel crasso, attraverso la valvola ileo-cecale, è ormai quasi completamente privo di sostanze nutritive.Esso contiene tutti i residui non digeribili degli alimenti e notevoli quantitativi di acqua e sali in soluzione (circa 500 ml nelle 24 ore). La funzione essenziale del colon è quella di riassorbire acqua e sali inorganici accumulando materiale fecale in attesa della defecazione. La progressione nel crasso del contenuto intestinale, che gradatamente assume il carattere di feci, avviene per l'insorgenza di energici movimenti peristaltici che hanno un ciclo di circa 30 secondi e si ripetono solo 3 o 4 volte nella giornata ed in particolare in corrispondenza dell'assunzione di un pasto per un riflesso gastrocolico, che insorge circa 20 minuti dopo il pasto. Questi movimenti determinano la progressione del contenuto del colon per un tratto molto lungo. Le feci si accumulano nel colon pelvico ed entrano nel retto solo prima della defecazione. La funzione principale del retto è quella di serbatoio, per poter accogliere volumi fecali crescenti, per breve periodo di tempo. Pospone così la defecazione fino alla comparsa dello stimolo per evacuare. L'uscita delle feci dall'orifizio anale è controllata da due anelli muscolari: gli sfinteri anali, dei quali quello esterno è costituito da muscolatura striata ed è volontario, mentre l'altro, interno, da muscolatura liscia ed è involontario. Lo stimolo ad evacuare insorge quando la pressione nel retto raggiunge circa 25 mmHg. Si determina allora, per via riflessa, l'inibizione dello sfintere involontario. Per evitare l'evacuazione imminente il cervello manda un impulso volontario allo sfintere anale esterno che si contrae. Le feci ritornano in ampolla rimandando l'evacuazione al momento sociale più opportuno. Con la defecazione si ha lo svuotamento del colon pelvico e discendente per l'insorgenza di onde peristaltiche ed il contributo dato dai muscoli addominali e dal diaframma. 4 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Epidemiologia La stipsi è un disturbo molto comune nei paesi occidentali in ogni classe di età. Tuttavia, la difficoltà nella definizione di questa condizione e soprattutto l'ampio ricorso all'automedicazione, rendono impossibile avere dati epidemiologici precisi. L'ampio range di valori riscontrabili negli articoli di letteratura riflettono più che differenze sostanziali fra le diverse aree geografiche, l'utilizzo di criteri non omogenei già a partire dalla definizione diagnostica [es. in una recente review la prevalenza riportata va dallo 0,7% al 79% (mediana 16%) nella popolazione generale, e dallo 0,7% al 29,6% (mediana 12%) nella popolazione pediatrica. Dati statunitensi riportano una media del 12,8% della popolazione che si dichiara stitica con un picco del 23,3% negli over 60, che sale al 26% nei maschi e 34% nelle donne oltre i 65 anni. In Italia, uno studio della Società Italiana di Medicina Generale sulla popolazione degli assistiti dei Medici di Medicina Generale (MMG) riporta una prevalenza media della stipsi, riferita dai pazienti, del 18% con prevalenza (oltre il doppio) nelle femmine rispetto ai maschi (25 contro 11%). In generale si può affermare che la prevalenza si attesta tra il 15% e il 20%, con un andamento crescente in relazione all'età, in particolare dopo i 70 anni (circa il 30-50% degli anziani usa regolarmente lassativi), e una predominanza del sesso femminile (4:1). Nei bambini la stitichezza è invece più frequente nei maschi (2:1). La prevalenza è più elevata in soggetti con basso livello socio-economico e bassa scolarizzazione. Epidemiologia : Scienza medica che studia, a fini soprattutto preventivi, l'entità e le vie della diffusione delle malattie (spec. di quelle infettive), mirando a individuare le condizioni organiche, ambientali, demografiche e sociali che possono favorire o contrastare il loro sviluppo 5 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Cause e classificazione Quando persiste da più di tre mesi la stipsi viene definita cronica. La maggior parte dei casi di stitichezza cronica (probabilmente in oltre il 90%) non è determinato da una condizione specifica ed è difficile determinarne la causa esatta. La si definisce perciò stipsi cronica primaria o idiopatica o funzionale. Per lo più è determinata da disturbi della motilità e della sensibilità viscerale della porzione distale del tubo digerente. Se ne conoscono in maniera ancora limitata caratteristiche, cause e meccanismi di tipo fisiopatologico. Stipsi cronica funzionale: criteri diagnostici di Roma III Per cercare di formulare diagnosi di stipsi non secondaria a patologie organiche, nel corso degli anni sono stati proposti diversi criteri. Attualmente vengono utilizzati i Criteri di Roma nella III versione pubblicata nel 2006, i quali hanno incluso anche l’intero spettro dei sintomi riferiti dal paziente, come la sensazione di evacuazione incompleta e quella di ostruzione ano-rettale. Per formulare diagnosi di stipsi cronica funzionale, tali disturbi devono durare da almeno tre mesi nell'arco dell'ultimo semestre 1. almeno due o più delle seguenti caratteristiche almeno in una su 4 evacuazioni: o sforzo eccessivo alla evacuazione o o o o o feci dure o caprine sensazione di evacuazione incompleta sensazione di ostruzione o blocco ano-rettale utilizzo di manovre manuali (digitazione, sostegno del pavimento pelvico) 2. meno di tre evacuazioni a settimana feci molli sono presenti raramente senza l’uso di lassativi 3. esclusione della diagnosi di Sindrome dell'Intestino Irritabile Gli altri sintomi (presenza di muco, gonfiore o tensione addominale, alterata consistenza delle feci) possono essere presenti ma non sono elementi sintomatologici fondamentali. Il tipo di vita e le abitudini alimentari contribuiscono ampiamente allo sviluppo di questa condizione: da un lato i ritmi di vita frenetici e gli impegni incalzanti possono generare situazioni di stress e di rinvio degli stimoli fisiologici alla defecazione che influiscono negativamente sull'equilibrio del sistema neurovegetativo, dall'altro l'alimentazione moderna, sempre più purificata da scorie e povera di cellulosa, fa sì che il cibo sia quasi totalmente assorbito, con formazione inadeguata di residuo. Viene così a mancare lo stimolo meccanico che la massa fecale di per sé esercita sulla parete intestinale inducendone la peristalsi. L'eccessiva sedentarietà, inoltre, è causa di una ipotonia muscolare ed in particolare di flaccidità del ventre, dove i depositi adiposi aumentano in maniera eccessiva, intorpidendo la funzione motoria intestinale. Se poi un individuo prende l'abitudine a non evacuare quando sente lo stimolo (con la contrazione attiva dello sfintere anale volontario e conseguenti onde antiperistaltiche), le feci si accumulano nella ampolla rettale, diventano dure per un ulteriore riassorbimento di acqua e la loro eliminazione può risultare dolorosa. Tale situazione può essere aggravata dalla presenza di emorroidi o ragadi per cui il paziente comincia a temere la defecazione e si crea un circolo vizioso che genera o aggrava la stitichezza. 6 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it In una minoranza di casi, la stipsi cronica è secondaria a malattie organiche, neuromuscolari o endocrine, ad esiti di chirurgia (vedi box). Infine la stitichezza può costituire l'effetto indesiderato di molti trattamenti farmacologici (vedi paragrafo a parte). CAUSE PRINCIPALI DI STIPSI SECONDARIA 1. Malattie del colon Lesioni croniche ostruttive (es. tumori, ostruzioni) Proctite ulcerativa 2. Malattie al collageno vascolare con anomalie muscolari Malattie al retto Stenosi (es. colite ulcerativa, post-chirurgica) Disturbi dolorosi (fessurazioni, ascessi) 3. Prolasso della mucosa rettale Rectocele Malattie neurologiche Malattia di Hirschsprung Ganglioneuromatosi Malattia di Chagas Pseudo-ostruzione intestinale Lesioni e malattie al midollo spinale 4. Malattia di Parkinson Tumori cerebrali e malattie cerebrovascolari Malattie metaboliche Porfiria Ipotiroidismo Ipercalcemia Feocromocitoma Uremia 7 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Complicanze Chi soffre di stitichezza cronica può andare incontro a complicanze di vario tipo come ad esempio: - perdite di materiale fecale liquido, solitamente in presenza di un grosso fecaloma rettale: le feci liquide scorrono intorno al fecaloma e fuoriescono; - emorroidi: causate dallo sforzo compiuto nell'atto di defecare e dall'aumento della pressione intraddominale. In caso di stitichezza il rischio di comparsa di emorroidi aumenta di 4 volte; - comparsa di ragadi anali: nei pazienti che soffrono di stitichezza le ragadi anali sono 5 volte più frequenti. L'espulsione di feci dure può causare una lesione che rappresenta l'evento iniziale. - L'elevata pressione esercitata dallo sfintere interno, che si associa alla ragade, può poi ridurre l'apporto di sangue ai tessuti e la risultante ischemia causa la cronicizzazione della patologia; - prolasso di organi pelvici (utero, vescica, retto); - fecalomi e ostruzione intestinale. Fecaloma = accumulo di feci nel retto Trattamento: il consiglio del Farmacista Per il trattamento della stitichezza il farmacista ha a disposizione un'ampia scelta di prodotti. Come procedere per dare ad ogni paziente il consiglio giusto? Innanzitutto attenzione ai segnali d'allarme! Ogni paziente adulto che riferisce un problema di stitichezza ha una situazione personale che deve essere indagata per escludere cause che richiedono una valutazione medica. Deve essere indirizzato al medico per avere una diagnosi sicura che escluda la presenza di particolari patologie a carico dell'intestino qualsiasi caso di stitichezza che il paziente stesso non possa mettere in relazione a situazioni contingenti, cambiamenti delle abitudini di vita o dietetiche, uso di determinati farmaci. 8 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it In particolare se: - la stitichezza insorge improvvisamente, in una persona che non aveva prima questo problema si alterna a diarrea, si accompagna a dimagrimento, è accompagnata da dolori addominali o vomito, è presente sangue nelle feci, c'è storia familiare per il tumore del colon o di malattia infiammatoria intestinale, è accompagnata da febbre e astenia, dopo la defecazione permane un senso di pienezza dell'intestino. Questo vale a maggior ragione dopo i 50 anni, quando la probabilità di malattie importanti dell'intestino diventa progressivamente più alta. Nel sospetto di una causa organica è evidente la necessità di ricorrere ad accertamenti, che il medico indicherà in funzione del sospetto clinico. Una volta escluse queste eventualità che richiedono sempre una valutazione medica, il passo successivo consisterà nel verificare la presenza o meno di quelle condizioni che si possono rendere responsabili di stipsi occasionale, un disturbo temporaneo che può comparire per i motivi più diversi, frequentemente in seguito a variazioni dello stile di vita o dell'alimentazione, oppure, più semplicemente, degli orari di lavoro, fattori che interrompono il normale ritmo dell'attività intestinale. Talvolta gli episodi di stipsi sono conseguenti a malattie acute, all'allettamento (es. per interventi chirurgici), a stress psichici o altre situazioni psicologiche o emozionali (es. vivere in una condizione con scarsa privacy quando si deve usare il bagno). Di regola scompare con la risoluzione dell'evento scatenante o della situazione contingente. Il ricorso ai lassativi in queste condizioni può essere giustificato e non pone eccessivi problemi. Il trattamento dovrà tener conto: - del loro meccanismo d'azione (non sempre esattamente noto) del tempo che essi impiegano per dare l'effetto (variabile con le dosi) delle preferenze dei pazienti e tendere a: - ripristinare la normale frequenza delle evacuazioni ottenere una evacuazione regolare e soddisfacente utilizzando il farmaco più adatto per il minor tempo possibile; evitare la dipendenza dai lassativi. 9 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Bisogna ricordare che dopo l'assunzione di un purgante il colon si svuota quasi completamente e non si riempie prima di 48-72 ore; mancando nei giorni successivi l'evacuazione, il paziente ricorre di nuovo al lassativo, magari aumentando la dose e si crea così un circolo vizioso che aggrava la stipsi e l'abitudine ai lassativi. Una attenzione particolare va posta nel caso di richieste ripetute di lassativi soprattutto da parte di giovani donne. L'abuso di lassativi infatti è frequente in caso di disturbi dell'alimentazione come l'anoressia ma anche in soggetti obesi. Una volta escluse possibili cause di stipsi occasionale, i pazienti che soffrono cronicamente di stipsi devono innanzitutto essere sollecitati ad adottare misure dietetico comportamentali: incrementare l'assunzione di fibre, un esercizio fisico appropriato e una corretta idratazione. Sono candidati ad una terapia farmacologica con lassativi quei pazienti in cui questi provvedimenti basilari non siano possibili o non ottengano l'effetto desiderato. Il ricorso a lassativi a breve termine può servire anche mentre si attende che i provvedimenti non farmacologici facciano effetto. Classificazione dei lassativi Poiché i lassativi sono tipici farmaci da banco, nella cui vendita è determinante il ruolo informativo svolto dal farmacista, è indispensabile conoscere le caratteristiche della varie classi di composti per consigliare il farmaco migliore nelle varie situazione che si possono presentare. A seconda del meccanismo i lassativi vengono suddivisi in Agenti idrofili o di massa Osmotici Stimolanti Emollienti Lubrificanti 10 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Agenti idrofili o di massa ientrano fra gli agenti idrofili o di massa le fibre alimentari insolubili come la crusca e quelle solubili come lo psyllium, alcuni polimeri sintetici (policarbofil) e polisaccaridi complessi ad elevato peso molecolare (gomma sterculia o gomma karaya). Queste ultime sono definite anche fibre medicinali. La scoperta e la valorizzazione delle fibre come agenti efficaci e sicuri per prevenire e trattare la stitichezza cronica sono dovute alla osservazione che la dieta occidentale moderna, con rimozione quasi totale della fibra vegetale, produce feci ridotte che non stimolano abbastanza il riflesso intestinale. Indipendentemente dalla loro solubilità, non sono digeribili e come tali non vengono assorbite dall'intestino. Di conseguenza, vengono eliminate dall'organismo espletando i loro effetti positivi soprattutto nell'ultimo tratto dell'intestino. Posseggono l'importante proprietà fisica di trattenere acqua nelle feci: il conseguente aumento di volume endoluminale e l'incremento di peso delle feci stimolano l'attività motoria accelerando il transito nel tratto digestivo, specialmente a livello del colon e facilitano la percezione di urgenza ad evacuare e la consistenza fecale risulta ridotta, rendendo la defecazione più agevole. Le fibre solubili, a contatto con i liquidi enterici, formano un gel, al contrario delle fibre insolubili che passano attraverso l'intestino senza subire grosse alterazioni. La capacità di trattenere acqua varia a seconda dei vari agenti ma a questo non corrisponde linearmente una maggiore efficacia; ad esempio, la capacità in vitro di trattenere acqua da parte della crusca è di 4,2 g/g di crusca, mentre quella della pectina è di oltre 50 g/g di pectina. Tuttavia, la crusca risulta più efficace nell'aumentare il peso fecale, dato che la pectina viene fermentata molto più efficacemente dai batteri del colon. Dell'effetto lassativo delle fibre traggono vantaggio soprattutto i pazienti con normale velocità di transito intestinale, i quali notano feci più morbide, voluminose, agevoli, mentre quelli con colon atono rispondono meno facilmente. Poiché richiedono un certo tempo perché il loro effetto possa essere apprezzato, non sono adatti quando sia richiesto un sollievo immediato come ad es. in caso di stipsi occasionale. Non devono essere assunti prima di andare a letto. Laddove non si raggiunga l'effetto desiderato modificando l'alimentazione, gli agenti formanti massa possono essere considerati, per la loro innocuità, degli integratori della dieta, ed essere impiegati senza rischi anche per prolungati periodi di tempo. Per tale ragione sono sconsigliabili però tutte le associazioni di lassativi formanti massa con altri lassativi di tipo stimolante o lubrificante che dovrebbero tutt'al più essere destinate ad un uso occasionale (es piantaggine semi + senna foglia + senna frutto). 11 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Fibra dietetica Per fibra dietetica si intende la membrana cellulare vegetale che sfugge alla digestione da parte dei secreti del tratto gastrointestinale umano.Essa contiene polisaccaridi fibrosi (cellulosa) e a matrice (pectine, emicellulosa), lignina, cutina, cere ed alcune glicoproteine. Normalmente, la dieta contiene il 70-75% di fibre insolubili ed il 25% di fibre solubili. I nutrizionisti non danno troppo peso alla scelta di alimenti contenenti un tipo di fibre piuttosto che un altro, poiché è molto più importante raggiungere i livelli raccomandati, che dovrebbero essere almeno 20-35 grammi al giorno per l'adulto (in relazione all'apporto energetico). In caso di stipsi, la prima, semplice misura generalmente raccomandata è incrementare l'assunzione dietetica di fibra: le fibre alimentari più studiate sono quelle derivate dal grano; studi dose-risposta hanno evidenziato che l'aggiunta alla dieta di quantità progressivamente crescenti di cereali ricchi in crusca aumenta il peso fecale in maniera lineare. ALIMENTI a maggior contenuto di fibra alimentare FIBRA TOTALE Crusca pura 44% Legumi freschi/secchi Fagioli, lenticchie, piselli, fave, ceci 10-25% Frutta secca Fichi secchi, uvetta, prugne secche 10-15% Pane e pasta integrali 10% Semi oleosi Mandorle, noci, nocciole, arachidi 6-14% Frutta fresca Ciliege, mele, pesche, arance 1,5-2% Verdura fresca/cotta Carote, spinaci, sedano, pomodori, peperoni, finocchi, carciofi, cavoli, cicoria Farine bianche Altro Cereali arricchiti in fibra utilizzati per la prima colazione 1-3% 1,5-2% Olio, zucchero bianco, carni, bibite Quasi 0% 5-25% 12 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Apporto medio di fibra in alcuni alimenti Alto contenuto Medio contenuto Basso contenuto Crusca, farina grezza, prodotti di crusca al 40% Pane nero, pasta comune, grano soffiato Riso, pane bianco, cornflakes Piselli, fagioli, carciofi spinaci, peperoni Broccoletti di Bruxelles, zucca, melanzane carote, lattuga Pomodori, patate, zucchine, cavolo, cavolfiore, sedano, funghi, broccoli Datteri More, uva passa, avocado Banana, mela, pera, pesca ananas, pompelmo, arancia, ciliege, prugne Noci brasiliane Mandorle, noccioline Crusca L'effetto massa è dovuto al suo contenuto in polisaccaridi contenenti pentosi. Da non trascurare però anche la sua degradazione batterica all'interno del colon che porta alla formazione di acidi grassi volatili i quali possono agire in maniera simile all'acido ricinoleico producendo accumulo di liquido intestinale. La quantità giornaliera di crusca da assumere raccomandata per un buon effetto lassativo è di circa 20 g ma un paziente su tre necessita di quantità superiori, comunque non dannose. Gli effetti indesiderati più comuni della crusca sono flatulenza e meteorismo, dovuti alla capacità di trattenere gas insieme ad acqua; pur se modesti, sono spesso mal tollerati per cui un discreto numero di pazienti preferisce l'assunzione di fibre "medicinali". La maggiore velocità dello svuotamento gastrico e del transito intestinale incidono anche sull'assorbimento di taluni nutrienti. E' segnalata inoltre la possibilità di interferire con l'assorbimento intestinale di alcuni farmaci riducendone la biodisponibilità e, fra le controindicazioni, la presenza di lesioni ostruttive o disturbi celiaci; in quest'ultimo caso si è provata con successo la crusca di riso. Fibre "medicinali" Di origine naturale come lo psillio o ispagula (Plantago Psyllium, Plantago Ovata, Plantago Indica), i semi di lino, gomma Karaya (o sterculia), e gli involucri dei semi di Plantago Ovata (Hispagula Husk) o sintetiche, come il policarbofil, un polimero non fermentabile dell'acido acrilico. Hanno notevole capacità igroscopica: il policarbofil adsorbe acqua pari a 60 volte il suo peso, la gomma sterculia da 60 a 100 volte e 10 g di psyllium, ad esempio, aumentano il peso fecale da 55 a 100 g/24 ore. Questa loro capacità di inglobare considerevoli quantità di acqua le rende efficaci contro la stipsi già a dosi di 2 - 3 g. La tollerabilità di queste fibre è buona, specialmente per quel che riguarda i sintomi "gassosi" (meteorismo, flatulenza), che non risultano significativamente diversi dal placebo. Lo psyllium può essere responsabile di reazioni allergiche. Va ricordato che l'efficacia di questi composti non è immediata, e che possono essere necessarie alcune settimane di terapia prima di poterne apprezzare gli effetti. Per evitare precoci delusioni che lo spingano ad 13 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it interrompere il trattamento, è importante informare il paziente che l'effetto di un lassativo di massa può richiedere più giorni prima di manifestarsi. E' inoltre essenziale informare sempre il paziente di bere molta acqua contemporaneamente all'assunzione di un lassativo di massa. Ciò assicura la formazione di un colloide allo stato di gel ben idratato ed evita il rischio di ostruzioni intestinali o di provocare disidratazione per richiamo di acqua nel lume intestinale. Le mucillagini possono essere preparate sia a partire dai semi, per infusione, che reidratando le polveri o i granuli, spesso presentati in pratiche confezioni monodose. Non vanno assunti prima di andare a letto. Agenti osmotici L'effetto lassativo degli agenti osmotici è dovuto alla loro capacità di richiamare acqua all'interno del lume intestinale. L'intestino risponde alla loro presenza cercando di ripristinare la normale osmolarità intestinale (circa 290 mosm) attraverso la secrezione di acqua nel lume stesso. Ogni mosm oltre il valore di normalità porta nell'intestino circa 3,5 ml di liquidi. Sono sostanze poco o per nulla assorbibili. Alcune esercitano la loro azione così come tali (sali di magnesio, fosfati), altri sono fermentati nel colon (lattulosio, lattitolo). L'effetto osmotico e la loro azione dipendono dal tipo di farmaco e soprattutto dal tempo di permanenza nel lume intestinale. Lassativi salini Sono rappresentati da ioni o molecole osmoticamente attivi, scarsamente assorbiti a livello dell'intestino. Vengono impiegati l'idrossido, il solfato e il citrato di magnesio, il fosfato di sodio (orale) e il solfato di sodio (clismi). Il magnesio è uno ione che viene scarsamente assorbito nel tratto gastrointestinale, e che pertanto costituisce un componente di molti composti ad azione lassativa. Poiché è sufficiente una quantità relativamente bassa di magnesio per saturare la capacità di trasporto attivo intestinale, una volta soddisfatta questa condizione solo il 7% circa di una dose orale dello ione viene assorbito, per cui l'escrezione fecale diviene direttamente proporzionale all'assunzione orale. L'uso a lungo termine di composti contenenti magnesio può determinare ipermagnesiemia in pazienti con insufficienza renale. Il solfato di sodio viene assorbito in quantità maggiore a livello intestinale. In genere determinano un'evacuazione entro 3-6 ore Il magnesio solfato (15 g in 250 ml di acqua) provoca una evacuazione semifluida od acquosa entro 2-4 ore. I fosfati sono assorbiti a livello del tenue per cui l'effetto lassativo si ottiene con dosi relativamente elevate. In caso di insufficienza renale può verificarsi iperfosfatemia. In genere vengono utilizzati nella preparazione dell'intestino ad indagini diagnostiche. 14 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Lattulosio e lattitolo Il lattulosio è disaccaride semisintetico non idrolizzabile a livello intestinale. I l suo meccanismo di azione è del tutto simile a quello dei lassativi salini. Viene somministrato sotto forma di sciroppo in dosi medie di 15 ml/die. Ha un effetto relativamente blando. Per questo motivo, il composto viene generalmente preferito quale primo approccio alla terapia farmacologica della stipsi sia nei bambini che nei lattanti. Va tenuto presente che la metabolizzazione a livello colico del lattulosio determina frequentemente distensione intestinale, meteorismo e flatulenza, che possono divenire problematici in alcuni soggetti. Può essere mescolato con succo di frutta, acqua o latte per migliorare il sapore (che di per sé è dolciastro e può non essere gradito a tutti). L'effetto può manifestarsi anche dopo 24-48 ore. Consigliare di bere un bicchiere pieno d'acqua dopo l'assunzione del farmaco. Il lattitolo è un disaccaride di seconda generazione che, come il lattulosio, non viene assorbito: transita nel piccolo intestino senza essere scisso nei suoi due componenti per mancanza di una disaccaridasi specifica e viene metabolizzato solo dai batteri del colon, in acido lattico e acidi organici a catena corta che esercitano l'effetto osmotico. Non esiste in natura e viene prodotto per idrogenazione di una soluzione di lattosio. E' altamente solubile ed è meno dolce del lattulosio e più gradevole al gusto. Ha un'azione a livello del colon del tutto simile al lattulosio ma presenta minore incidenza di effetti indesiderati (flatulenza, borborigmi, diarrea) e miglior palatabilità. Le confezioni che riportano la sigla EPS hanno indicazioni nella encefalopatia porto sistemica, indicazione per la quale sono dispensabili dietro presentazione di ricetta medica. Polialcoli con azione simile a quella del lattulosio sono il mannitolo (o mannite) e il sorbitolo. La mannite viene utilizzata prevalentemente nei bambini sciolta in acqua o nel latte (5-10 g fino a un anno e mezzo di età; da un anno e mezzo di età a 3 anni 15 g e da dai 3 ai 5 anni 20 g). Per l'azione lassativa piuttosto blanda e la possibile comparsa di flatulenze e dolori colici se ne sconsiglia l'impiego. Il sorbitolo è presente ora solo nella composizione di alcuni clisteri monouso. La glicerina è un composto ad azione osmotica, frequentemente impiegata sotto forma di supposte rettali che hanno lo scopo di attrarre acqua nel retto ma hanno un blando effetto irritante sulla mucosa rettale, con miglioramento della soglia percettiva all'evacuazione. La glicerina inoltre esercita anche un'azione lubrificante dell'ampolla rettale. La sua azione è in genere soddisfacente e rapida (entro 30 minuti). Macrogol Negli ultimi anni è progressivamente aumentato l'impiego di soluzioni elettrolitiche a base di macrogol, polimeri del glicole propilenico [chiamati anche polietilenglicoli (PEG)]: sono molecole di grosse dimensioni, metabolicamente inerti e non degradabili dai batteri intestinali, che riescono a sequestrare efficacemente l'acqua a livello intestinale. I più utilizzati sono Macrogol 3350 e macrogol 4000 (il numero rappresenta il peso molecolare medio). Le soluzioni contenenti PEG sono state inizialmente sviluppate per ottenere un adeguato lavaggio intestinale prima dell'esecuzione di manovre endoscopiche, ed attualmente rappresentano il tipo standard di preparazione per la pulizia del colon. Su questa base, l'impiego dei PEG è stato esteso al trattamento a breve termine della stipsi sia negli adulti che in età pediatrica. Studi condotti in gruppi di pazienti affetti da stipsi cronica hanno dimostrato l'efficacia di questo trattamento e la scarsità di effetti indesiderati anche a medio termine (2-6 mesi). Occorrono circa 150-250 ml di acqua ogni 13-17 g di PEG. Si ottiene una soluzione limpida, inodore e insapore. 15 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Lassativi stimolanti (o irritanti) In questa classe sono compresi i derivati del difenilmetano, i derivati antrachinonici (senna, cascara) e l'olio di ricino. Mentre un tempo si attribuiva la loro azione unicamente all'aumento della peristalsi grazie ad una stimolazione delle terminazioni nervose della mucosa del colon, più recentemente sono stati individuati altri possibili meccanismi d'azione che, alterando i processi di assorbimento dell'acqua e degli elettroliti, conducono ad un loro accumulo nel lume intestinale. Derivati del difenilmetano I principali sono il bisacodile e il picosolfato, chimicamente molto simili tra loro. Agiscono prevalentemente sul crasso mediante vari meccanismi di azione: una inibizione della Na-K-ATPasi intestinale con riduzione del trasporto attivo di acqua e ioni negli enterociti; una attivazione della adenilciclasi intestinale con aumento dell'AMP-c il quale induce una secrezione attiva di ioni; una sintesi intestinale di prostaglandina E che aumenta la motilità e interferisce sul trasporto di acqua e ioni; un aumento di permeabilità della membrana verso il lume intestinale. Danno feci poltacee con qualche dolore addominale. Il bisacodil viene idrolizzato nel tenue e nel colon. L'effetto principale del bisacodil è quello di indurre un'importante attività propulsiva (movimenti di massa) a livello del colon. Il bisacodil agisce sia dopo assunzione orale (dopo circa 6-8 ore) sia dopo somministrazione locale (15-30 minuti). I confetti di bisacodile sono gastroprotetti per consentire il rilascio del farmaco prevalentemente nel colon: non devono pertanto essere masticati, né assunti con latte o contemporaneamente ad antiacidi per evitare di rompere o sciogliere il film protettivo. La dose consigliata e di 5-10 mg per l'adulto e di 5 mg tra 2 e 5 anni. Poco consigliabile è l'uso di supposte contenenti bisacodile che sebbene efficaci rapidamente, sono irritanti per la mucosa rettale tanto da provocare proctiti se impiegate a lungo. Il sodio picosolfato viene idrolizzato dagli enzimi batterici, per cui è attivato solo nel colon quando esiste una flora batterica sufficiente; quest'ultima lo trasforma nella parte attiva del bisacodil, responsabile dell'effetto lassativo. Lassativi antrachinonici Gli antrachinonici sono una famiglia di composti contenuti in diverse piante quali la senna, la cascara, il rabarbaro, l'aloe, la frangula. Dopo ingestione orale, gli antrachinonici raggiungono immodificati il colon, dove vengono idrolizzati dalle colonie batteriche intestinali e si scindono in glucosio ed un aglicone, la sostanza attiva. L'azione di questi composti sembra dovuta alla stimolazione del plesso di Auerbach (terminazioni nervose intramurali del colon) ma non tutti i dati sono concordi. Non danno dolori addominali apprezzabili, ma dosi eccessive possono dare scariche diarroiche e crampi addominali; agiscono dopo 6 ore o più dalla loro assunzione. Le dosi abituali variano a seconda della preparazione e delle associazioni che vengono effettuate tra i vari componenti. Se usati per lunghi periodi di tempo, gli antrachinonici possono indurre una caratteristica pigmentazione brunastra della mucosa del retto e del colon ( melanosis coli) che tuttavia si risolve 16 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it alla sospensione dell'assunzione e ipersecrezione. Nelle forme più gravi si può giungere a malassorbimento, perdita proteica, squilibri elettrolitici in particolare ipokaliemia. E' ancora controverso se l'uso abitudinario di questi prodotti (e più in generale di tutti i lassativi irritanti), possa portare al cosiddetto "colon da catartici", una vera e propria forma di dipendenza che richiede il perpetuarsi dell'assunzione del farmaco per mantenere le funzioni intestinali, effetto che sarebbe dovuto ad un danno delle cellule enteriche e del sistema nervoso enterico (intrinseco) per liberazione di mediatori tossici che potrebbero compromettere la funzione motoria colonica. Ciononostante, l'uso di questi farmaci deve essere comunque estremamente limitato nel tempo a situazioni di stipsi acuta e il farmacista dovrebbe sempre mettere in guardia i pazienti dai rischi di un uso continuativo di questi prodotti. Poiché possono essere escreti col latte materno conferendogli sapore amarognolo ed effetto purgativo, andrebbero sconsigliati nelle puerpere. Olio di ricino E' un trigliceride idrolizzato dagli enzimi pancreatici in glicerolo ed acido ricinoleico. E' quest'ultimo che riduce l'assorbimento di acqua e stimola la peristalsi intestinale. L'azione sulla secrezione di liquidi è probabilmente mediata dall'AMP-c. Poiché agisce nel piccolo intestino, l'accumulo di fluidi e la evacuazione sono pronti ed energici e lo svuotamento dell'alvo è completo. Il suo uso è limitato dai crampi addominali che seguono alla sua ingestione. La dose raccomandata è da 15 a 60 ml nell'adulto e da 5 a 15 ml nel bambino. Va assunto a stomaco vuoto. Non va assunto in gravidanza. Agenti lubrificanti/emollienti Tradizionale agente lubrificante è l'olio di vaselina (o paraffina liquida), un olio minerale che può essere somministrato sia per os che per via rettale; non è chimicamente attivo all'interno dell'organismo, ma ne vengono sfruttate le proprietà lubrificanti (facilitazione dell'espulsione fecale) ed emulsificanti (ammorbidimento della massa fecale). Oltre ad avere una scarsa palatabilità, può causare incontinenza anale e prurito da sgocciolamento e, per uso prolungato, malassorbimento vitaminico, reazioni da corpo estraneo nella mucosa intestinale e nei linfonodi locoregionali. L'aspirazione di olio minerale può causare polmonite lipoidea, per cui l'uso è controindicato in soggetti con problemi di deglutizione (ictus, miopatie) od alterazioni dello stato mentale. L'olio di vaselina ha, oggi, un impiego molto limitato e lo stesso dicasi per l'olio di mandorle dolci. Il docusato (in commercio in clismi in associazione con il sorbitolo) agisce come emolliente mediante l'abbassamento della tensione superficiale del contenuto intestinale e il conseguente impregnamento di acqua con minore riassorbimento della medesima. Può risultare dannoso per l'epitelio del colon. Favorisce inoltre l'assorbimento di sostanze altrimenti non assorbibili quali l'olio di vaselina e altri lassativi di contatto. La loro efficacia è inferiore a quella degli agenti formanti massa e non sono raccomandabili nella stipsi cronica. 17 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Supposte effervescenti Di recente introduzione in commercio in Italia sono le "supposte effervescenti". Si tratta di supposte a base di bicarbonato di sodio e bitartrato di potassio in polietilenglicole le quali, una volte introdotte nel retto, nel giro di qualche minuto si dissolvono e sprigionano circa 175 ml di CO 2 responsabile dell'effervescenza. La produzione delle micro-bollicine svolgerebbe un'azione locale stimolando le pareti dell'ampolla rettale, distendendola, e ammorbidirebbe le feci stagnanti nell'ampolla rettale, facilitando l'evacuazione. In base al meccanismo d'azione descritto le si potrebbe equiparare ai prodotti emollienti. Tuttavia a differenza di questi ultimi la CO 2 gassosa che si forma potrebbe essere più facilmente liberata senza produrre l'effetto desiderato. Non contenendo sostanze farmacologicamente attive, queste supposte possono essere impiegate anche durante la gravidanza e l'allattamento e nei pazienti anziani, ma non nei bambini sotto i 12 anni. Per facilitarne l'inserimento possono essere bagnate, ma non è indispensabile. In letteratura non sono disponibili dati di efficacia. Prodotti di erboristeria I prodotti erboristici sfruttano l'effetto lassativo di molte piante (aloe, senna, cascara, cassia, rabarbaro), notoriamente le stesse da cui derivano i lassativi antrachinonici utilizzati come tali in un gran numero di specialità medicinali. Essendo "naturali", in quanto di origine vegetale, molte persone ritengono erroneamente che siano innocui. Tale convinzione va sfatata: si tratta in realtà di un vero e proprio approccio farmacologico, anche se molti pazienti non ne hanno consapevolezza. L'abituale assunzione di prodotti erboristici va sempre indagata per escludere l'eventualità di un'atonia intestinale da abuso. Probiotici Nonostante si sia osservato una bassa concentazione di Lactobacillus e Bifidobacterium nell'intestino dei pazienti che soffrono di stitichezza, l'efficacia di una supplementazione di probiotici non è mai stata documentata in sudi adeguati. Recenti rassegne concludono che i dati non sono sufficienti a raccomandarne l'assunzione e neppure a fornire un sostegno scientificamente solido alle affermazioni fatte da intense campagne pubblicitarie per alimenti funzionali contenenti probiotici. 18 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Osservazioni sulla composizione del mercato Un "lassativo ideale" dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: - atossicità - stimolazione della defecazione vicina a quella fisiologica - non interferenza coi processi digestivi e con l'assorbimento - non interferenza con l'equilibrio idro-salino - non assuefazione - produzione di una massa fecale simile a quella fisiologica Anche se nessun lassativo, per definizione, rappresenta una soluzione "ideale" della stitichezza, possiamo dire che la fibra vegetale vi si avvicina molto ed è la soluzione migliore nella maggior parte dei casi. Laddove non è possibile modificare le abitudini alimentari, gli agenti formanti massa, pertanto, possono essere considerati, per la loro innocuità, degli integratori della dieta anche a lungo termine. La disponibilità sul mercato di prodotti a base di fibre è aumentata moltissimo nel corso degli ultimi anni: oggi sono ampiamente rappresentate sia nell'area dei farmaci da automedicazione che nell'area dei prodotti dietetici, dando al farmacista ampia possibilità di scelta efficace e sicura. Negli ultimi anni è progressivamente aumentata anche la disponibilità di prodotti per la preparazione di soluzioni elettrolitiche a base di macrogol. Inizialmente sviluppate per ottenere un adeguato lavaggio intestinale prima dell'esecuzione di manovre endoscopiche, il loro impiego si è esteso al trattamento a breve termine della stipsi sia negli adulti che in età pediatrica. Anche questi prodotti risultano efficaci e ben tollerati. Fra i farmaci da automedicazione permangono alcune associazioni irrazionali nella loro composizione perché i meccanismi d'azione dei singoli componenti sono diversi o le loro indicazioni di impiego non sovrapponibili (es. una mucillagine che richiede tempo per agire e può essere usata per lunghi periodi non dovrebbe essere associata ad un lassativo irritante, che provoca la rapida espulsione delle feci e che non va usato in modo continuativo) ma, complessivamente, il mercato dei lassativi può essere valutato più positivamente rispetto al passato. 19 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Tempo di comparsa dell’effetto di alcuni lassativi di comune impiego Classe Esempio Crusca 2-3 giorni Ispaghula husk 2-3 giorni Sterculia 2-3 giorni Metilcellulosa 2-3 giorni Bisacodile (orale) 10-12 h Bisacodile (rettale) 20-60 min Senna 8-12 h Sodio picosolfato 10-14 h Docusato (rettale) 15-20 min Glicerolo (supposte) 15-60 min Latulosio Fino a 2 giorni Macrogol 1-3 giorni Magnesio idrossido 3-6 h Magnesio solfato 2-4 h Fosfati (per via rettale) 15 min Agenti formanti massa Lassativi stimolanti Lassativi emollienti Lassativi osmotici 20 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Come si può prevenire la stitichezza Norme dietetico-comportamentali per il paziente Ogni paziente che si rivolge al farmacista per un problema di stitichezza, indipendentemente da un eventuale consiglio terapeutico, dovrebbe sempre ricevere informazioni sulle norme dietetico comportamentali che tutta la letteratura scientifica indica essere le più efficaci nella risoluzione della stitichezza. Purtroppo si tratta di indicazioni tanto note quanto disattese da sempre. Ciò non significa che si debba abdicare ad una corretta informazione al paziente tranquillizzandolo sull'innocuità del suo disturbo che, nella maggior parte dei casi, è risolvibile modificando le abitudini dietetiche e di vita. Aumentare il consumo di fibre : dando la preferenza ad alimenti che ne contengono in abbondante quantità. Tra gli alimenti consigliati vi sono pane, pasta e riso integrali, verdure crude e cotte ed in particolare carciofi, spinaci, catalogna, cime di rapa, legumi, freschi e secchi, frutta fresca cruda con la buccia e soprattutto fichi, prugne, uva, pere (vedi tabella). E' bene invece evitare l'assunzione di cibi raffinati, limitare dolci, cioccolata, grassi saturi, carni insaccate. Il supplemento di fibre va introdotto gradualmente fino alla dose massima di 25-30 g di fibre al giorno per almeno 1 o 2 settimane. Aumentare l'assunzione di liquidi meglio se fuori pasto, fino a due litri nella giornata se non esistono particolari controindicazioni (insufficienza cardiaca e renale) . L'acqua può essere sostituita, almeno in parte, con altre bevande, ad es. succhi di frutta, spremute, se questi risultano più graditi. Mettere sempre in guardia sull'apporto calorico delle bevande zuccherate. Fare più movimento. Quando possibile, sono utili le lunghe passeggiate, le gite in bicicletta o la pratica di qualche leggera attività sportiva (che favorisca il mantenimento di un adeguato tono dei muscoli addominali). Andare in bagno appena si avverte lo stimolo alla defecazione . L'abitudine al ritardo può comportare un'ulteriore disidratazione della massa fecale, che può essere più difficile da eliminare. Non rimanere in bagno più a lungo del necessario (evitare le sedute di lettura!), anche se si avverte una "sensazione di svuotamento incompleto" (le emorroidi possono esserne la causa). Cercare di rispettare orari fissi di evacuazione. Assumere una corretta posizione durante l'atto di defecare. L'ideale sarebbe l'adozione della posizione accovacciata, ma dato l'uso quasi universale del water, sul quale ci si siede, una posizione più corretta si può ottenere appoggiando i piedi su un supporto di circa 30 cm (scatola, cassetta, ecc.), per favorire la spinta dei muscoli addominali. Questi due ultimi punti rappresentano i capisaldi del cosiddetto "toilet training" che altro non è se non l'insieme delle procedure comportamentali orientate ad ottimizzare l'atto dell'evacuazione, con l'obbiettivo di riportare verso la norma un bioritmo in parte perduto. 21 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Stitichezza nel bambino Come del resto negli adulti, anche le abitudini intestinali dei bambini possono essere molto diverse. Tuttavia i criteri diagnostici sono più stringenti: si parla di stitichezza se un bambino da due settimane la maggior parte delle volte espelle feci a grumi duri e separati o se evacua meno di tre volte alla settimana feci dure. Sotto l'anno di età Nel neonato il riflesso alla defecazione si instaura poco dopo il parto. Nei bambini allattati al seno la stitichezza è piuttosto rara. A volte viene interpretato come stitichezza ciò che in realtà è nella norma: infatti un lattante può andare di corpo dopo ogni poppata o avere una sola evacuazione ogni 2 giorni. Nei bambini allattati artificialmente capita invece più spesso che le feci siano dure e secche ed il loro passaggio attraverso il canale anale può essere così difficoltoso da provocare nel piccolo smorfie ed arrossamenti del volto tali da far preoccupare la mamma. In genere è proprio la consistenza delle feci più che l'intervallo fra le evacuazioni a preoccupare! Lo svezzamento in genere attenua il problema perché vengono introdotte verdura e frutta che contengono fibre vegetali. Tra 1 e 4 anni E' la fascia di età più critica per lo sviluppo di stitichezza. Se tuttavia il bambino non ha dolore o altri sintomi concomitanti, i genitori possono essere rassicurati: una certa variabilità nella frequenza delle evacuazioni (da una a giorni alterni a tre al giorno) e nella consistenza delle feci è normale. Nell'età scolare Alle cause di origine dietetica e cioè dovute alla carenza di scorie nel cibo, si aggiungono importanti fattori psicologici. Un caso frequente è il dover defecare in momenti inopportuni come durante il gioco o le ore di scuola, per cui il bambino ignora lo stimolo e trattiene le feci con contrazione attiva dello sfintere anale. La massa fecale, rimanendo più a lungo nell'intestino, perde acqua, diventa dura e la sua eliminazione può essere dolorosa, creando così un circolo vizioso. I risultati di due ampi studi longitudinali condotti in bambini con stitichezza cronica indicano che nel 50% dei casi il problema si risolve nel giro di un anno. Dopo due anni lo hanno risolto il 65-70% dei bambini. In un terzo dei casi, i bambini hanno continuato ad avere problemi importanti fino alla pubertà e oltre. 22 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Cause Nel bambino varie condizioni predispongo alla stitichezza come ad esempio il disturbo da deficit di attenzione, la fibrosi cistica, la celiachia, problemi metabolici, casi rari legati a patologie specifiche dell'intestino (es. malattia di Hirschprung). In questi casi ovviamente la stitichezza rientra nella gestione complessiva della malattia, di pertinenza medica. Malattia di Hirschprung (megacolon congenito) = malattia causata dall'assenza congenita di innervazione del piccolo intestino, di solito limitata al colon, che comporta una ostruzione funzionale parziale o totale. Oltre alla stitichezza, sin dai primi mesi il bambino presenta vomito, distensione addominale o ritardo dell'accrescimento. Nella maggior parte dei casi tuttavia la stipsi è legata a fattori dietetici, ambientali e psicologici. Se il bambino è nutrito col biberon, la stitichezza è quasi sempre di origine alimentare: può essere causata da una non corretta diluizione del latte artificiale, da una intolleranza alle proteine del latte vaccino, da una introduzione troppo precoce di cibi solidi. Nei bambini più grandicelli, a volte un evento che determina una stipsi occasionale (malattia banale con allettamento) o una situazione sociale che renda la defecazione problematica (un viaggio, una scarsa accessibilità al gabinetto) inducono il bambino a trattenere le feci. I bambini inoltre possono non rispondere allo stimolo della defecazione perché coinvolti in altre attività di maggior interesse (es. giochi, televisione), oppure a causa di un prematuro, forzato, passaggio all'uso del vasino tra i 2 e 3 anni, o per il timore suscitato da precedenti trattamenti della stitichezza (clisteri o supposte), per la mancanza di riservatezza (soprattutto nei bagni delle scuole), per condizioni di stress all'interno della famiglia. Talvolta alla base di questo disturbo ci possono essere anche problemi psicologici nel rapporto tra madre e figlio. Quando trattenute, una volta o d'abitudine, si contrae un "debito" che poi è difficile da pagare. La defecazione sarà sempre più faticosa e dolorosa e quindi si tende a rimandare: intervalli superiori ai 3 giorni tra una evacuazione e l'altra possono aumentare la probabilità di provare dolore alla espulsione di feci dure e generare un comportamento riflesso tendente ad evitare la defecazione (stipsi chiama stipsi!). L'esasperazione del circolo vizioso della stipsi porta all'encopresi (perdita involontaria di feci) quando il meccanismo del contenimento fecale "non ce la fa più" e si verifica una perdita di feci involontaria da "overflow", ovvero un'incontinenza paradossa (bambini che sporcano le mutandine). Trattamento L'intervento educativo del farmacista nei confronti dei genitori è quanto mai importante perché i bambini stitici hanno un'alta probabilità di trascinarsi il problema verso l'età adulta. Occorre sollecitare i genitori ad adottare al più presto tutti i provvedimenti dietetico comportamentali per regolarizzare le funzioni intestinali e prevenire la ricomparsa del problema, risolvendo eventuali cause psicosociali. In genere i provvedimenti dietetico comportamentali sono sufficienti a risolvere la stitichezza. Il ricorso ai lassativi va sempre scoraggiato, 23 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it limitandone l'impiego alle situazioni occasionali. In questi casi nei lattanti in genere si utilizzano supposte di glicerina e microclismi in grado di aiutare il rilasciamento dello sfintere esterno e facilitare l'espulsione grazie all'azione lubrificante. La stimolazione rettale con sondini rettali o bastoncini ovattati deve essere effettuata solo su indicazione del medico e per periodi limitati (potrebbero indurre la formazione di ragadi). Nei bambini più grandi (sopra i 3 anni) è ammesso anche l'uso saltuario di lassativi stimolanti come picosolfato di sodio (anche in gocce) e bisacodile (anche in supposte). In caso stipsi cronica, sarà il medico a prescrivere il trattamento per risolvere innanzitutto l'impatto fecale. In mancanza di questo intervento iniziale, l'uso di lassativi potrebbe peggiorare l'overflow (perdita involontaria di feci liquide che superano il "tappo" rappresentato dal fecaloma). I risultati provenienti da studi prospettici mostrano uguale efficacia dei clisteri evacuativi e della terapia orale con polietilenglicole (PEG). I dati indicano che oltre il 75% dei pazienti trattati per 3-6 giorni con 11,5 g/kg/die di PEG ottengono la rimozione dell'impatto fecale. È importante ricordare che i clisteri con fosfato non devono mai essere utilizzati sotto i 2 anni di età. Una volta risolto il problema acuto, è importante motivare i genitori alla terapia di mantenimento i cui pilastri sono i consigli dietetico-comportamentali e la terapia lassativa che ha l'obiettivo di favorire la regolare emissione di feci morbide e senza dolore e garantire un lungo periodo privo di sintomi soprattutto dolorosi, utilizzando lassativi per il tempo indispensabile, se necessario anche per molti mesi. Il ricorso al medico Sempre quando non è ben chiara la causa dei sintomi specialmente se l'addome è gonfio, perché le cause potrebbero essere di tipo organico il bambino ha dolori addominali ha frequenti perdite involontarie di feci la stitichezza interferisce sull'attività scolastica e sulla vita di relazione del bambino Consigli ai genitori Interventi dietetico/comportamentali A seconda dell'età del bambino e dell'entità del problema andranno offerti i consigli più opportuni valutando le singole situazioni. Correggere eventuali errori dietetici a) Nei bambini allattati artificialmente suggerire di controllare l'esatta diluizione della polvere con l'acqua e rispettare il calendario dell'introduzione dei cibi solidi consigliato dal pediatra. Provare a escludere dalla dieta le proteine del latte vaccino 24 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it b) Le evidenze a disposizione a favore dell'efficacia dell'aumento di fibre sui sintomi da stipsi non sono forti, ma è altrettanto evidente che la carenza di fibre e acqua nella dieta è uno dei principali fattori che rendono così frequente questo problema; pertanto andranno incoraggiate diete ricche di frutta e verdura con un adeguato apporto di liquidi. I bambini sono solitamente restii ad assumere alimenti ricchi di fibre (frutta, frullati, vegetali, legumi, minestroni). Cercare di rendere più accettabili questi alimenti attraverso la varietà e la combinazione dei colori, aumentando il quantitativo di fibre a colazione con alcuni alimenti dal gusto gradevole (ad esempio corn flakes, muesli), sostituendo alimenti troppo calorici come dolci e merendine che saziano molto, con cibi più idonei. La volubilità alimentare del bambino è una cosa normale; vanno evitati, però, atteggiamenti troppo ansiosi al momento dei pasti. Una riorganizzazione degli orari dei pasti può essere utile quando il bambino si rifiuta di andare in bagno a scuola; per esempio, anticipando la colazione il bambino può andare di corpo nel proprio bagno prima di andare a scuola. c) Evitare una attenzione troppo preoccupata e immotivata nei confronti delle abitudini intestinali dei figli può risultare già terapeutico d) Insegnare il "toilet training" o rieducazione all'uso della toilette. Il 50% circa dei bambini con stitichezza cronica presenta anomalie nella dinamica della defecazione. Il "toilet training" consiste nello sfruttare il riflesso gastrocolico facendo sedere il bambino dopo i pasti per 10-15 minuti sul vaso che permette di assumere una posizione accovacciata più corretta (come la "turca") rispetto al water, nell'insegnargli ad assecondare lo stimolo e spiegandogli il perché delle cose. Questo approccio può migliorare la dinamica della defecazione. Terapia lassativa Come terapia di mantenimento si utilizzano i lassativi osmotici. I genitori devono essere rassicurati sull'innocuità di questi preparati e sulla necessità di un lungo periodo (anche fino a due anni) per ripristinare il normale ciclo di defecazione. Tradizionalmente per il trattamento a lungo termine della stitichezza il farmaco di riferimento è stato il lattulosio. Lo sciroppo di lattulosio può essere diluito in acqua, latte o in altre bevande e somministrato preferibilmente al mattino a digiuno. Nei bambini sotto l'anno di età la dose media è di 2,5 ml al giorno (laddove non esista un misurino dosatore, occorre tenere conto che 1 cucchiaino da caffè corrisponde a 5 ml = 3,3 g di lattulosio); tra 1 e 5 anni: mediamente 5 ml al giorno; 5-10 anni: 10 ml al giorno; sopra i 10 anni: 15 ml (un cucchiaio da tavola = 10 g di lattulosio). L'effetto può richiedere alcuni giorni. L'assunzione del lattulosio deve essere proseguita anche per lunghi periodi (3-6 mesi) aggiustando la dose fino a quella minima efficace per ottenere feci morbide. Uno degli errori più frequenti, infatti, è quello di sospendere la terapia con un emolliente subito dopo averne osservato un effetto positivo. All'inizio del trattamento può presentarsi meteorismo che solitamente tende a scompare in breve tempo. Attualmente, tuttavia, in base alle revisioni degli studi effettuati, le più recenti linee guida suggeriscono come prima scelta prodotti a base di polietilenglicole: i dati indicano infatti una efficacia superiore del PEG (a dosaggi che vanno da 0,2 a 0,8 g/kg/die) rispetto al lattulosio nel migliorare il numero di scariche per settimana e la consistenza delle feci. Il PEG induce effetti indesiderati con minore frequenza e riduce la necessità di altri presidi terapeutici. Inoltre si può usare lo stesso prodotto con cui inizialmente si ottiene la risoluzione dell'impatto fecale, modulando il dosaggio per individuare la minima dose efficace giornaliera riducendo il 25 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it rischio di diarrea. La posologia andrà ovviamente verificata per i singoli prodotti a base di macrogol. A titolo indicativo si riporta la posologia di un prodotto a base di macrogol 4000. Età N° bustine/die Quantità di Macrogol 6 mesi - 1 anno 1 bustina 3,644 g 1-4 ann1 1-2 bustina 3,644 g - 7,288 g 4-8 ann1 2-3 bustina 7,288 g - 10.932 g 8-10 ann1 3-4 bustina 10,932 g - 14,576 g I dati di una recente rassegna sistematica sulla stipsi cronica nei bambini non supportano invece l'uso dei lassativi formanti massa né dei lassativi di contatto. Anche la mannite, tuttora considerata un prodotto adatto all'infanzia, non trova più posto nel trattamento della stipsi cronica. Nella terapia di mantenimento va scoraggiato anche l'impiego di clisteri evacuativi. 26 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Stitichezza nell'anziano L'invecchiamento in sé non sembra comportare modificazioni funzionali del tratto digestivo tali da giustificare la stipsi. Tuttavia è un dato di fatto che la stitichezza è molto frequente nelle persone anziane: circa il 40 % dei soggetti oltre i 65 anni di età riferisce infatti di soffrirne. L'affermazione di soffrire di stipsi e l'uso di lassativi aumentano con l' età, ma la reale prevalenza non è nota. Si sa invece, che spesso, negli anziani, la "stipsi" è percepita non su parametri oggettivi, ma piuttosto su pregiudizi e abitudini consolidate (es. che la norma sia una evacuazione al giorno). Non è sempre facile individuare quale sia la ragione della stitichezza. E' certo che in età avanzata la dieta tende a diventare più povera sia qualitativamente che quantitativamente per tutta una serie di problemi, che vanno dalla perdita dei denti alla riduzione dell'appetito, fino a motivi di carattere sociale come la solitudine, l'istituzionalizzazione, la scarsa disponibilità economica e la difficoltà di preparazione dei cibi: tra le persone anziane che vivono sole quasi regolarmente la scelta si orienta su prodotti facili da cucinare come cibi in scatola, uova, latticini e salumi, con un contenuto molto scarso in fibra data la difficoltà alla masticazione. Anche l'ingestione di liquidi è spesso scarsa o inferiore comunque al normale fabbisogno, mentre è molto frequente l'assunzione di farmaci che causano stipsi (antiparkinsoniani, antiipertensivi, antidepressivi triciclici, antiacidi, oppiacei ecc.). Contribuiscono all'insorgere della stitichezza anche l'attività fisica molto ridotta tipica dell'età avanzata e/o la prolungata permanenza a letto. In questi pazienti è particolarmente importante escludere la presenza di particolari patologie a carico dell'intestino, sollecitando un consulto medico soprattutto in caso di stitichezza improvvisa, specie se accompagnata da dolori e dimagrimento, modifiche quantitative e qualitative delle defecazioni, modifiche del calibro delle feci, sanguinamento rettale. Fecaloma = accumulo di feci nel retto Un fecaloma causato dalla stipsi è particolarmente frequente nel paziente anziano allettato. Il paziente effettua ripetuti, ma inutili, tentativi di defecare, con dolore rettale, dolori crampiformi e si può verificare un passaggio di muco acquoso o di materiale fecale intorno al fecaloma (overflow), con perdite che simulano la diarrea. Se un paziente anziano o un suo familiare riferisce un problema di stitichezza, oltre alle generiche domande sulla: - durata ed entità della stipsi - presenza di altri sintomi (soprattutto dolore e presenza di sangue) - eventuali fattori precipitanti è importante chiedergli anche informazioni relative: - alle abitudini alimentari (ad esempio se porta la dentiera è facile che assuma alimenti facilmente masticabili e quindi poveri di fibra) - allo stile di vita quotidiano (ad esempio in presenza di dolori articolari è prevedibile una vita molto sedentaria) - eventuali terapie in atto (per escludere una stipsi iatrogena) 27 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Queste informazioni sono indispensabili per capire se alla base della stitichezza esistono abitudini di vita o condizioni particolari modificabili su cui orientare in modo particolare il consiglio. Come già ricordato, dopo i 50 anni, la probabilità di malattie importanti dell'intestino diventa progressivamente più alta. Nel soggetto anziano quindi andrà posta attenzione ancora maggiore all'individuazione di eventuali segnali di allarme. Escluse tutte le condizioni che rendono consigliabile il ricorso al medico, in caso di stipsi occasionale non vi sono particolari controindicazioni per nessun lassativo purché l'impiego non ecceda 1-3 giorni: solitamente per via orale preparati a base di senna, bisacodile o picosolfato; supposte di glicerina e clismi in caso di impatto fecale più o meno grave. Se si ravvede la necessità di ricorrere ad un clisma, consigliare: - di portarlo alla temperatura corporea prima della somministrazione, immergendolo alcuni minuti i acqua calda - di lubrificare la cannula per facilitare l'inserimento e evitare lesioni della mucosa; - di somministrarlo stando coricati su un fianco con le ginocchia rannicchiate; - dopo la somministrazione,di contrarre lo sfintere per trattenere il liquido il più possibile. Se dall'intervista emerge una situazione di stipsi cronica, fibre, lattulosio o macrogol rappresentano la scelta migliore a seconda della tollerabilità e delle preferenze individuali. 28 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Stitichezza in gravidanza Il sesso femminile è maggiormente interessato da problemi di stitichezza anche in condizioni normali, ma soprattutto durante la gravidanza tale disturbo diventa più acuto e frequente, tanto da essere il secondo per frequenza dopo la nausea. Durante questo periodo, infatti, l'intestino viene compresso dal peso stesso dell'utero contenente il feto in accrescimento e tale pressione aumenta, ovviamente, con il passare dei mesi, per cui l'insorgere di stipsi è assai probabile specialmente dal sesto mese di gravidanza. A causa dell'aumento dei livelli di progesterone, poi, la muscolatura della parete intestinale è particolarmente rilassata; ne consegue una ridotta motilità che prolunga la permanenza delle feci nell'intestino, aumenta la loro disidratazione e ne rende più difficile l'espulsione. Altre cause possibili sono le modificazioni dell'alimentazione causate dalla presenza di nausea e vomito, l'eventuale assunzione di integratori/farmaci a base ferro e la ridotta attività fisica. A tutto questo spesso si aggiunge la presenza di emorroidi, causate dalla gravidanza stessa, che rendono la defecazione molto dolorosa e possono perciò indurre stitichezza o peggiorarla se questa è già presente. Per risolvere questi problemi è sufficiente, nella maggioranza dei casi, intervenire sulla dieta, arricchendola di alimenti contenenti sostanze indigeribili le quali, aumentando il residuo e trattenendo acqua distendono le pareti del colon e ne stimolano la peristalsi. Si consigliano dunque pane, pasta e riso integrali, frutta e verdura cotta e cruda, evitare una vita troppo sedentaria e cercare di svolgere una certa attività fisica, passeggiate lunghe e frequenti, utili indipendentemente dalla stitichezza. E' bene inoltre controllare che l'assunzione di liquidi sia nei limiti della norma. Nei casi più resistenti, per correggere la stitichezza, sono ammessi in gravidanza: - lassativi di massa (ma si possono consigliare anche semi di lino fatti macerare in acqua per alcune ore per ricavarne una mucillagine): non vengono assorbiti e non sono stati associati ad un aumentato rischio di malformazioni fetali; pertanto, vengono ritenuti come sicuri per l'utilizzo a lungo termine; - lattulosio e glicole polietilenico hanno un basso assorbimento sistemico. Il loro utilizzo non è stato associato a reazioni avverse; teoricamente un uso prolungato di lassativi osmotici può indurre uno squilibrio elettrolitico - emollienti fecali (supposte di glicerina, docusato) Il docusato sodico nei vari studi condotti non è mai stato associato ad alcun evento avverso durante la gravidanza e quindi il suo impiego viene considerato sicuro. Si tratta di tre opzioni che consentono di gestire la maggior parte delle situazioni, alternandole nell'eventualità che compaiano effetti indesiderati fastidiosi (flatulenza, gonfiore). La varietà delle formulazioni disponibili (sciroppo, bustine per soluzioni, supposte, clismi) consente di diversificare il consiglio a seconda delle preferenze delle pazienti. 29 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it - gli oli minerali sono poco assorbiti a livello gastrointestinale e non sembrano essere legati a reazioni avverse. È dibattuto il fatto se l'uso prolungato possa ridurre l'assorbimento delle vitamine liposolubili A, D, E, K, ma questo sembra essere più un rischio teorico che reale. Anche l'assunzione di un cucchiaio di olio di oliva prima dei pasti può servire come lubrificante e stimolante della secrezione biliare, ma viene per buona parte digerito dalla lipasi intestinale ed assorbito e apporta un elevato numero di calorie! Sono invece sconsigliati in gravidanza: - tutti i purganti salini - ilassativi antrachinonici: fra questi, la senna non sembra associata ad un aumentato rischio di malformazioni e non viene assorbita per via sistemica. Può essere usata, dietro consiglio medico, se le altre opzioni falliscono. Controindicata nel terzo trimestre perché può indurre contrazioni uterine - lassativi stimolanti: anche se l'assorbimento del bisacodile è minimo, alcune donne potrebbero manifestare effetti collaterali quali crampi addominali. 30 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Stitichezza nel malato oncologico La stipsi nel malato oncologico è un'evenienza frequente. Nella maggioranza dei casi la causa principale va ricercata nella terapia analgesica con oppiacei. Il meccanismo con il quale la terapia con oppiacei causa stipsi è triplice: un rallentamento del transito intestinale, una ridotta secrezione pancreatica, biliare e intestinale e, infine, un incremento del riassorbimento intestinale di liquidi. L'entità del problema, pur essendo dose-correlata, presenta una discreta variabilità interindividuale. Altri fattori che concorrono alla comparsa di questo problema sono lo stato di nutrizione, l'inattività fisica, una dieta povera di fibre, una scarsa idratazione orale, i trattamenti citotossici stessi. Nei pazienti trattati con oppioidi la stipsi è una condizione spesso persistente, per la quale non si instaura una tolleranza. Inoltre difficilmente sono praticabili i consigli dietetico/comportamentali. In quasi tutti i pazienti perciò è necessario ricorrere ai farmaci. E' importante quindi individuare un trattamento adeguato, pianificandolo a lungo termine. Non ci sono evidenze sufficienti per affermare la superiorità di un lassativo su un altro. La scelta quindi si dovrà basare sulla pratica clinica, considerando le caratteristiche dei vari prodotti a disposizione. Il coinvolgimento del paziente e l'attenzione alle sue preferenze sono determinanti. Ad esempio gli agenti formanti massa manifestano la loro efficacia dopo 3-5 giorni dall'inizio della somministrazione e sono spesso accompagnati da distensione addominale e dolore e richiedono un rilevante apporto idrico; sono da riservare a casi lievi, non urgenti, e in pazienti che possono assumere acqua in quantità adeguata. Anche lattulosio, lattitolo e sorbitolo impiegano qualche tempo ad agire. Provocano raramente dolori addominali ma talora inducono un fastidioso meteorismo e hanno un sapore dolciastro, per molti sgradevole. I lassativi più comunemente impiegati nel trattamento cronico della stipsi da oppiacei sono i lassativi da contatto spesso associati ad un emolliente fecale. Agiscono abbastanza rapidamente (tra le 3 6 ore): ad esempio, due compresse di senna al momento di coricarsi determinano usualmente lo svuotamento intestinale nel giro di 6-8 ore. Una alternativa alla senna è rappresentata dal bisacodile. In fase di acuzie della stipsi, nei pazienti con fecalomi ricorrenti e con deficit muscolare della parete addominale, si ricorre all'uso di clisteri o piccoli clismi. Nei pazienti in trattamento con analgesici oppiacei è stata dimostrata l'utilità di un trattamento sistematico continuativo, a scopo preventivo, di 1-2 compresse di senna al momento di coricarsi. 31 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Stitichezza da farmaci Sono numerosi i farmaci (vedi box) che provocano o aggravano la stitichezza attraverso differenti meccanismi, a seconda della loro azione farmacologica: ad esempio gli oppioidi e atropinici causano un rallentamento della peristalsi intestinale, alcuni antineoplastici danneggiano l'innervazione intestinale, ecc.. Per altri il meccanismo con cui causano stitichezza non è noto. Le complicazioni sono le stesse che si possono osservare in tutti i tipi di stitichezza indipendentemente dal fatto che sia di origine farmacologica (occlusioni, ostruzioni, fecalomi ecc.). Quando si dispensa un farmaco che potrebbe dare stipsi, sarebbe importante informarne il paziente, dandogli anche i consigli opportuni per cercare di ridurre l'entità del problema, nel caso si verificasse, e suggerimenti sulle possibili opzioni di trattamento: un intervento tempestivo può evitare successive complicazioni soprattutto in caso di pazienti allettati. Oppiacei: Analgesici (es. codeina, morfina, ossicodone, fentanil). Antidiarroici Anti 5HT3: Antiemetici (es. ondansetron, granisetron) Citotossici: Alcaloidi vinca (es. vinorelbina) Farmaci con effetto anticolinergico: - Urinari (es. ossibutinina, tolterodina) Antidepressivi triciclici (es. amitriptilina) Antipsicotici (tradizionali e "atipici") Antiparkinson (orfenadrina, triesifenidile) Antistaminici H1 (es. clorfenamina) Antiaritmici (es. disopiramide) Ca-antagonisti: Verapamil, diltiazem, amlodipina, ecc. Antiparkinson: Agonisti dopaminergici (es. pramipexolo) Diuretici; sali di ferro; clonidina, loperamide Antiacidi, come i Sali di alluminio, i Sali di calcio, il sucralfato 32 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Uso razionale ed irrazionale dei lassativi Al termine di questa trattazione è legittimo domandarsi "è necessario l'uso di un lassativo?" e, ove la risposta sia affermativa, "quale lassativo usare?". Da quanto esposto e ribadito molte volte che l'approccio principale al problema "stitichezza" consiste nell'educazione del paziente ad uncorretto stile di vita, i cui capisaldi sono un incremento nell'assunzione di alimenti ricchi di fibra, una maggiore attività fisica, e una adeguata assunzione di liquidi nella giornata (almeno 1500 ml). Se le modificazioni dietetico-comportamentali non sono accettate/possibili/praticabili, alcuni lassativi si possono utilizzare anche per lunghi periodi. I lassativi formanti massa e gli osmotici (lattulosio/lattitolo e macrogol) sono le possibili opzioni. La scelta terrà conto delle preferenze del singolo paziente, della tollerabilità soggettiva e del costo. Altri lassativi dovrebbero essere utilizzati solo per risolvere situazioni acute, occasionali o transitorie. Ad esempio: - malattie che costringono a letto, cambio dell'alimentazione, un viaggio: uno stimolante; - preparazione ad indagini diagnostiche: di solito si ricorre a schemi di preparazione che includono dieta liquida, macrogol, sennosidi, in genere su indicazione dell'ospedale. - interventi chirurgici perianali: è da programmare l'uso di fibre prima e dopo l'intervento, al fine di ammorbidire le feci; - casi di stitichezza con atonia intestinale cronica: si può usare occasionalmente un lassativo stimolante (di preferenza senna o bisacodile) oppure supposte di glicerina per innescare il riflesso della defecazione; - dopo infarto miocardico possono essere usati gli ammorbidenti fecali ed i lassativi osmotici od agenti più energici quali gli antrachinonici Da non dimenticare il sintomo che rappresenta una assoluta controindicazione all'uso di lassativi, ovvero la presenza di dolori addominali. Anche se essi infatti a volte possono dipendere da stitichezza pregressa con tensione della parete addominale, talvolta sono il sintomo di una appendice infiammata che in seguito all'aumento di motilità stimolato dai lassativi può perforarsi ed avere serie complicazioni (peritonite), o di un ostacolo di altro tipo allo svuotamento del colon che richiede un intervento chirurgico. 33 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Educazione del consumatore cronico e priorità del farmacista Un giudizio di completa irrazionalità va alla cosiddetta "purga di routine" in base alla credenza popolare che un intestino sgombro sia condizione per mantenersi in buona salute. Il consumatore "cronico" di lassativi deve essere guidato ad un corretto approccio dietetico al suo problema e convinto che dopo una evacuazione stimolata dal lassativo possono intercorrere anche vari giorni prima di una successiva normale evacuazione e che quindi non è necessario l'uso quotidiano del lassativo stesso. Va consigliato quindi ad intraprendere nei giorni di attesa le nuove abitudini alimentari e di vita, e, solo nel caso in cui l'intestino resti di nuovo fermo, si dovrà ricorrere ad un lassativo, utilizzando le dosi minime efficaci. Tutto fino a che non sia ripreso il riflesso intestinale normale. Le priorità del farmacista Riconoscere la stipsi cronica Identificare eventuali elementi o condizioni di allarme, soprattutto in soggetti fragili o particolarmente vulnerabili e suggerire, quando opportuno, il consulto del medico onde evitare possibili complicanze Suggerire cambiamenti nello stile di vita e suggerimenti per la prevenzione Seguire se possibile il comportamento del paziente nel tempo Valutare il rischio di possibili interazioni tra farmaci di automedicazione effetto lassativo e altre terapie in atto. 34 Comunicazione – Formarsi per trasformarsi 2013: confrontarsi con un mercato e un’utenza che cambia © SIDS - Farmacie Comunali di Reggio Emilia e Iforma.it Bibliografia - Mugie SM, Benninga MA, Di Lorenzo C. Epidemiology of constipation in children and adults: a systematic review. Best Pract Res Clin Gastroenterol 2011;25:3-18 - American Gastroenterological Association Medical Position Statement on Constipation Gastroenterology 2013;144:211-217 - Leung L et al. 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