Dipartimento Salute della Donna, del Bambino e dell’Adolescente - Direttore: Prof. Mario Lima
Unità Operativa Anestesia e Rianimazione - Direttore: Prof.ssa Simonetta Baroncini
Partorire in
Analgesia Epidurale
padiglione
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Pablo Pi c a s s o - Ma t er n i t y
“ O r i e n t a r s i ” N. 9
Supplemento d’Informazione a “Diario di Bordo” Reg. Tribunale di Bologna n. 6759 del 31/12/1997
Analgesia Epidurale in Travaglio di Parto
L’analgesia in travaglio di parto, qualunque sia la metodica
adottata, ha lo scopo di ottenere una riduzione del dolore
fisiologicamente presente durante il travaglio.
Attualmente la moderna anestesiologia offre alla donna
la possibilità di controllare il proprio dolore durante il
travaglio e il parto mediante l’analgesia epidurale, nella
consapevolezza che: alleviare il dolore nel travaglio
di parto contribuisce non solo a migliorare il
benessere della gestante, ma anche a ridurre
gli effetti negativi che il dolore può provocare su
madre e feto.
Solamente in rari casi è necessario escludere la gestante
da tale tecnica: alcune complicanze della gravidanza,
l’assunzione di farmaci particolari, la presenza di alcune patologie preesistenti
come ad esempio quelle coagulative ed infettive. La paziente che desidera
sottoporsi ad analgesia epidurale deve eseguire alcuni esami di laboratorio
(emocromo con conta piastrinica, coagulazione), un elettrocardiogramma
e, infine, essere sottoposta ad una visita anestesiologica per poter ottenere
l’idoneità alla tecnica. Dopo questi accertamenti e dopo essere stata
correttamente informata circa la metodica, i benefici ed i possibili rischi ad
essa correlati, la paziente potrà richiedere l’analgesia e il medico acquisirà il
relativo consenso informato. Le condizioni cliniche ed ostetriche di idoneità alla
esecuzione dell’analgesia epidurale andranno riverificate in travaglio.
Caratteristiche del Dolore da Parto
Il dolore del travaglio è percepito e riferito in maniera diversa dalle gestanti:
è influenzato, oltre che dalla causa scatenante, anche da altre variabili (età,
etnia/religione, grado di istruzione, preparazione psicologica). Ha caratteristiche
diverse nelle fasi dilatativa ed espulsiva del travaglio.
La fase dilatativa è caratterizzata da un dolore intermittente, sincrono con le
contrazioni uterine, di intensità crescente con la progressiva distensione del
collo uterino. E’ mal localizzato, presente soprattutto nella zona periombelicale
ed alla schiena, simile al dolore mestruale.
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In fase espulsiva, il dolore diventa più localizzato ed intenso: è avvertito in
sede pelvica, vaginale e perianale e si sovrappone alla sensazione di spinta.
Descrizione della Tecnica Epidurale
L’analgesia epidurale non è applicabile durante il periodo prodromico ma viene
generalmente iniziata a travaglio ben avviato, con contrazioni valide, regolari
e ad una dilatazione cervicale di circa 3-4 cm. Dopo verifica del ginecologo
delle condizioni ostetriche.
All’inizio della procedura, a paziente monitorizzata, viene posizionato un
piccolo catetere venoso al braccio per la somministrazione di liquidi e farmaci
eventualmente necessari durante il travaglio. Per eseguire l’epidurale la donna
deve mettersi sul fianco con le ginocchia e la testa flesse sul tronco oppure
in posizione seduta per facilitare l’identificazione dello spazio intervertebrale
lombare. A questo punto l’anestesista prepara un campo sterile ed esegue
un’anestesia locale di superficie.
Il materiale utilizzato è monouso e sterile. Raggiunto, con l’ago epidurale, lo
spazio interessato l’anestesista posiziona e fissa un cateterino attraverso il quale
verranno sommi¬nistrati i farmaci necessari per tutta la durata del travaglio.
Una medicazione fisserà il cateterino alla schiena e permetterà alla paziente di
muoversi liberamente. La scomparsa dei dolori avviene, generalmente, dopo
circa 15-20 minuti dalla prima somministrazione della miscela analgesica; la
paziente continua ad avvertire le contrazioni come indurimento della pancia
ma non avvertirà dolore. L’utilizzo di anestetici locali a basso dosaggio permette
di conservare la forza muscolare degli arti inferiori e dell’addome; la gestante
potrà, quindi, camminare liberamente (se pur accompagnata) per la stanza
e collaborare efficacemente durante il periodo espulsivo. All’inizio della
procedura e ad intervalli fissi o secondo necessità, l’anestesista valuta con la
paziente l’efficacia e la qualità del trattamento antalgico.
Effetti Collaterali e Complicanze
L’analgesia epidurale è una metodica efficace e sicura, ma in alcuni casi
può risultare tecnicamente difficile (o impossibile) o realizzare un risultato
incompleto (analgesia parziale). Non è esente da complicazioni transitorie
quali ipotensione, prurito, difficoltà ad urinare, rialzo termico.
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Vantaggi
L’analgesia epidurale svolge un’azione favorevole sul benessere maternofetale attraverso il controllo della increzione di catecolamine materne. L’effetto
antalgico si accompagna ad un miglioramento della ventilazione materna e
conseguentemente ad una migliore ossigenazione fetale. Senza dolore durante
il travaglio la partoriente è in grado di vivere il momento del parto nella sua
completezza. L’efficacia analgesica è completa nel 95-100% dei casi nel
periodo dilatante. Nella fase espulsiva il dolore può essere presente ma di
grado moderato.
In caso di indicazione ostetrica al taglio cesareo urgente, grazie alla presenza
del catetere epidurale, si può convertire l’analgesia in anestesia chirurgica
riducendo i rischi relativi alle tecniche anestesiologiche condotte in urgenza.
In casi particolare il cateterino può essere utilizzato per il controllo del dolore
post operatorio.
Complicanze
La complicanza relativamente più frequente è la cefalea. La sua incidenza è
<1%; può presentarsi se accidentalmente si punge la dura madre con l’ago
epidurale e si manifesta dopo il parto, generalmente, entro le 72 ore. La durata
è, mediamente, di 7 giorni ma può essere talvolta più lunga e condiziona il
ricovero. Nel 50% delle pazienti i sintomi sono modesti e non interferiscono con
la loro normale attività; il trattamento consiste in riposo a letto, somministrazione
di farmaci analgesici, mantenimento di un buono stato di idratazione.
In letteratura sono descritte altre complicanze (neurologiche, infettive) alcune
anche gravi, con danni neurologici permanenti che sono però rarissime.
Effetti sul Travaglio e sul Parto
Alcuni studi riferiscono, in caso di analgesia epidurale, un allungamento del
tempo di travaglio; altri lavori affermano invece che l’analgesia migliora la
dinamica del travaglio stesso. Questa controversia potrebbe derivare sia dalle
diverse tecniche di analgesia impiegate (farmaci e dosaggi), sia dal diverso
atteggiamento degli ostetrici. Nella fin ora svolta esperienza possiamo riferire
che, se iniziata a travaglio ben avviato, l’analgesia epidurale non interferisce
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sulla dinamica del parto ma in alcuni casi può addirittura abbreviarne la
durata. L’incidenza dei tagli cesarei eseguiti in corso di travaglio di parto è
la medesima sia in presenza di analgesia epidurale che in corso di travaglio
senza analgesia. Risulta invece aumentato il parto operativo con applicazione
di ventosa la cui incidenza è variabile.
Conclusioni
Il percorso ideale della paziente che richiede l’analgesia nel parto deve
prevedere un colloquio con l’anestesista, teso a fornire delle informazioni
corrette e specifiche sull’analgesia per il travaglio ed il parto, l’esecuzione di
esami laboratoristico-strumentali e la valutazione clinica.
Una informazione corretta fornita anzitempo è di grande vantaggio per la
gestante che al momento del travaglio si troverà preparata a decidere di
confermare o annullare la sua richiesta di un’analgesia di cui conosce le
modalità e le procedure.
A Bologna esiste la possibilità, al terzo trimestre di gravidanza, di fare un
incontro collettivo con l’anestesista che fornirà tutte le specifiche informazioni.
Oltre al colloquio è prevista anche una visita anestesiologica alla quale la
paziente si recherà con i referti degli esami richiesti; durante la visita viene
compilata una cartella clinica che contiene il consenso informato e tutti i dati
utili per effettuare l’analgesia.
In questa sede si possono evidenziare le eventuali controindicazioni all’epidurale
e prescrivere accertamenti che si ritengano necessari.
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Bibliografia
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Epidural versus no-epidural or no analgesia in labour M Anim-Somuah, R Smyth, C Howell Cochrane Database of Systematic Reviews 2008 Issue 4 (Status: Unchanged, commented) Copyright ©
2008 The Cochrane Collaboration. Published by John Wiley & Sons, Ltd DOI: 10.1002/14651858.
CD000331.pub2 This version first published online: 19 October 2005 in Issue 4, 2005
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Appunti
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giugno 2013
Comunicazione ed ufficio stampa
Rev. 4
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