Eleonora Duse Cronologia Anni 1880-89 parte prima Achille Torelli Achille Torelli (1841-1922) è stato drammaturgo e, negli ultimi anni della sua vita, bibliotecario alla biblioteca nazionale di Napoli. La Duse ne interpreta i drammi I mariti (rappresentato per la prima volta dalla compagnia di Luigi Bellotti-Bon nel 1867 al teatro Niccolini di Firenze) e Scrollina. Alexandre Dumas figlio, 1880 circa Emile Zola, 1880 circa Emile Zola (1840-1902) è autore del saggio Le naturalisme au théâtre che così decisiva influenza eserciterà sull’evoluzione dell’arte scenica. Nel 1879 la Duse è protagonista, insieme a Giacinta Pezzana, del testo di Zola Teresa Raquin al teatro dei Fiorentini di Napoli. Sarah Bernhardt, Adrienne in Adrienne Lecouvreur di ScribeLegouvé, 1880 Tebaldo Checchi, 1880 circa Tebaldo Marchetti (questo il suo vero nome) nel profilo professionale di Luigi Rasi è definito come “generico primario assai pregiato per correttezza e dizione, per aristocrazia di modi, per intelligenza e cultura non comune”. Marito della Duse, che sposa nel settembre 1881 e con cui ha la figlia Enrichetta, è con Eleonora nella stessa Compagnia Drammatica di Cesare Rossi fino al 1885 quando, per varie ragioni, la coppia decide di separarsi e Checchi rimane a Buenos Aires, dove in seguito diventa console. Il 27 agosto 1885 dalla città argentina, scrive al critico italiano Francesco d’Arcais: “Eleonora non la credo affatto cattiva, ma solamente guastata dai falsi amici che mi dipingevano a lei con colori foschi, e dai pochi che incensandola la commiseravano perché incatenata per la vita ad un essere volgare come sono io - A questo aggiungete l’ubriacatura del continuo successo, le letture malsane della vita delle Rachel, delle Desclée, e delle Bernhardt l’esempio della società corrotta in cui siamo – il mio carattere forse noioso con le mie prediche continue, la mia debolezza di fronte ai suoi capricci, e forse il mio amore, più da amante che da marito, insomma tante cose unite assieme, che l’hanno stancata, infastidita di me”. Eleonora Duse, 1881 circa Dell’attrice esistono pochissime foto di scena, la Duse preferiva infatti farsi fotografare in studio, come in questo caso. La posa con le ‘mani giunte’, a mo’ di preghiera era una sua posa tipica: corrisponde a un momento di estraniamento del personaggio e mostra unaprofonda capacità di concentrazione e di analisi dell’attrice. Eleonora Duse, 1882 circa Eleonora Duse, Cesarina in La moglie di Claudio di A. Dumas figlio, 1882 circa Il personaggio di Cesarina, sorta di “Messalina borghese" com’è definito, che non possiede nemmeno il riscatto nella maternità, come accade per altri personaggi interpretati dalla Duse, è recitato dall’attrice con un movimento continuo e “indiavolato”. Un personaggio di donna colpevole e condannata dall’ipocrita morale sociale è, per esempio, quello di Lionette nel dramma omonimo di Dumas figlio, dove però il riscatto della colpa giunge attraverso la maternità. Nella scena ‘clou’ del dramma, la Duse introduce un gesto, il giuramento sul capo del figlio, che tanto Dumas apprezza, da integrarlo in una nuova edizione, attribuendone la creazione alla Duse. Il “Corriere di Roma” del 26 dicembre 1885 celebra in prima pagina l’interpretazione dusiana della Moglie di Claudio con un’illustrazione di Sartorio che ritrae la morte di Cesarina, uccisa con un colpo di fucile. Eleonora Duse, Gilberta in Frou-Frou di H. Meilhac e L. Halévy, 1882 Questo personaggio fa parte della galleria di ritratti femminili, rappresentati soprattutto negli anni Ottanta (solo La moglie di Claudio e La signora dalle camelie rimangono in repertorio a lungo), in cui eccelleva anche la grande amica-rivale Sarah Bernhardt. Il personaggio di Gilberta, interpretato dalla Duse, è anch’esso un tipico personaggio ‘ingenuo’ e via via più drammatico e travagliato: in tale passaggio psicologico era implicito uno scarto anche di ruolo che, se inizialmente corrisponde a quello di ‘seconda donna’ si trasforma poi in quello di ‘prima donna’. Il teatro italiano all’antica, ma del resto tutto il teatro ottocentesco europeo, è strutturato infatti su un’organizzazione gerarchico-estetica di ruoli. Fra le molte critiche rivolte alla Duse agli inizi degli anni Ottanta vi sono anche quelle di aver rimescolato tale suddivisione, seguendo il modello delle attrici francesi. A proposito di Frou-Frou la Duse scrive a Gennaro Minervini, il 28 ottobre 1882: “Ieri sera ho fatto la quarta replica di Frou-Frou. Incasso 1400 e applausi intelligenti e fragorosi. Di mia serata ho fatto 1946.50 cent.”. Eleonora Duse, Giorgina in Fernanda di V. Sardou, 1882 Dell’interpretazione dusiana di Giorgina (con Giacinta Pezzana nella parte di Clotilde) scrive Luigi Rasi: “Mai, neppure agli occhi dell’anima s’era affacciata l’idea di un tal modo di dir le cose dalla scena […] Era l’attrattiva grande nell’apparente negligenza degli effetti presenti e vivi? Era nel precipitare anche soverchio non pur delle frasi e delle parole, ma delle passioni? Non so. Era in uno sguardo e in un sorriso, in un oh e in un ah, in una precipitazion di parole e in un silenzio prolungato, in un passo, in un moto della mano: l’attrattiva grande era in tutta lei. Il suo occhio, la sua bocca, il suo gesto, la sua voce, la sua dizione, la sua interpretazione si discostavano, distaccavano da quelli delle altre attrici”. Enrichetta Marchetti, 1884