Eleonora Duse
Cronologia
Anni 1870-79
Flavio Andò, 1870 circa
Flavio Andò fu prim’attore e
codirettore della Compagnia
Drammatica della Città di Roma.
Durante la tournée in Sud America
del 1885, la Duse ha una relazione
con Andò, all’origine della sua
separazione con il marito Tebaldo
Checchi, che non torna in Italia con
il resto della compagnia. La Duse si
era sposata con Checchi quando già
era incinta della figlia Enrichetta,
cui fu sempre legata da un
rapporto d’affetto, misto però a
qualche ambiguità.
Tommaso Salvini, 1871 circa
Appartenente alla generazione precedente a quella della Duse,
Salvini costituisce uno dei più importanti esempi dello stile
‘grandattorico’ italiano; la sua recitazione è stata definita ‘neoclassica’ per l’equilibrio, la costante tensione verso il verosimile,
la costruzione di personaggi monolitici e definiti. Lo sconcerto
di attori quali Adelaide Ristori e appunto Tommaso Salvini per
le nuove tendenze sceniche, fra i cui rappresentanti vi era
anche la Duse, è ben espresso in questa lettera di Salvini alla
Ristori: “ditemi sinceramente che ne pensate di questa nuova
forma d’interpretare la nostra arte! Ai nostri tempi si faceva
meglio o peggio? Sono peggiorati gli artisti, o il pubblico? Siamo
noi che avemmo torto, o lo hanno loro?” La risposta della
Ristori: “Volete sapere quello che io penso di questa nuova
interpretazione dell’arte nostra? La nevrosi è la malattia che
sconvolge il cervello umano in questo fin di secolo! Il pubblico è
attaccato da questa orribile malattia e guasto il vero gusto del
bello nell’Arte rappresentativa […] noi dobbiamo essere
orgogliosi di essere stati quello che fummo […]”.
Arrigo Boito, 1872 circa
La relazione prima d’amicizia, poi sentimentale
fra la Duse e Arrigo Boito inizia nel 1884 e dura
una decina d’anni. Spesso lontani sia per gli
impegni dell’attrice, che dal 1889 incomincia
anche le lunghe tournée internazionali, sia per
la condizione sposata di Boito (l’attrice è
sposata, ma vive in regime di separazione), il
poeta e l’attrice si scambiano un numero
notevole di lettere. Tema ricorrente all’interno
del voluminoso carteggio, oltre alle discussioni
di tipo estetico-letterario, è la considerazione
della vita teatrale e dell’arte scenica come
corrotta in se stessa. Boito ha un’influenza
diretta infatti sulla scelta della Duse di impedire
alla figlia Enrichetta qualsiasi contatto con
ilmondo del teatro.
Eleonora Duse probabilmente
in Pamela nubile di C.
Goldoni, 1874 circa
Erede della tradizione goldoniana della sua
famiglia, Eleonora Duse mantiene a lungo in
repertorio testi del commediografo veneziano, fra
cui oltre a Pamela nubile, anche Gli innamorati e
soprattutto La locandiera. Il nonno paterno, Luigi
Duse (1792-1854), figlio di un agiato commerciante,
aveva seguito studi regolari e si era dato poi al
teatro riproponendo le opere di Goldoni, come già
aveva fatto prima di lui Francesco Augusto Bon.
Luigi Duse, cui per istinto Eleonora si sente legata e
che possiede una cultura e degli interessi
intellettuali non comuni per gli attori dell’epoca, ha
quattro figli: Eugenio, Giorgio, Enrico e Vincenzo
(che si faceva chiamare Alessandro), padre di
Eleonora.
Giovanni Emanuel,
1877
Giovanni Emanuel (1848-1902) non figlio d’arte,
inizia la sua attività come attore entrando in
compagnia con Bellotti-Bon; il suo nome si lega
soprattutto alle interpretazioni di Shakespeare e alle
concezioni estetiche ‘naturalistiche’. Giovanni
Emanuel ha un ruolo fondamentale nella biografia
artistica di Eleonora Duse, avendola segnalata alla
principessa di Santobuono, proprietaria del teatro
dei Fiorentini di Napoli, dove l’attore lavorava e
avendo organizzato in tale teatro una compagnia
che, oltre alla Duse, prevedeva la presenza della
grande tragica Giacinta Pezzana, da cui Eleonora
ebbe molto a imparare. Nel periodo del teatro dei
Fiorentini la Duse ha successo nelle parti di
Desdemona e Ofelia (Shakespeare), Elettra (Alfieri) e
infine di Teresa Raquin (Zola).
Francesco Ciotti
Nella stagione 1878-79 Eleonora Duse ottiene
la sua prima scrittura importante, nel ruolo di
‘amorosa’, nella compagnia di Enrico Belli
Blanes e di Francesco Ciotti. A Napoli, al teatro
dei Fiorentini, sostituisce la ‘prima donna’
Giulia Gritti nella parte di Maia in
Fourchambault di Augier e viene notata da
Giovanni Emanuel che convince la principessa
Santobuono, proprietaria del teatro, a formare
una compagnia con Giacinta Pezzana e
Eleonora Duse. Da qui comincia l’ascesa
dell’attrice.
Beneficiata di Giacinta
Pezzana, 1878
Le cosiddette ‘beneficiate’ erano
serate il cui incasso era interamente
devoluto a un singolo artista che
sceglieva con quale testo in
repertorio presentarsi.
Giacinta Pezzana, la madre in
Teresa Raquin di E. Zola
Giacinta Pezzana (1841-1919) si afferma con la compagnia
dialettale del Toselli, la Pezzana ritrova i suoi migliori accenti
tragici nell’interpretazione della signora Raquin nel dramma di
Zola, tradotto da Vittorio Bersezio. La sera del 26 luglio 1879 al
teatro dei Fiorentini di Napoli, diretto da Giovanni Emanuel, va
in scena infatti Teresa Raquin: protagoniste la Pezzana,
appunto, e una allieva d’eccezione, la giovane Eleonora Duse. Il
critico Edoardo Boutet scrive: “La Pezzana, signora Raquin,
ritrovò la grande arte che nessuno le riconosceva più; dalla
tranquilla bonomia della tenera mamma, felice e serena, al
tragico grido dell’apoplettica che ode la confessione degli
assassini della sua creatura prima, e poi li vede scendere tutti i
gradi della rea passione fino al rantolo sciagurato dell’agonia.
L’altra possente creazione, fu quella di Teresa-Eleonora Duse. Il
trionfo di quella sera non si scorda. La vedo nella veste nera e
succinta, appoggiata alla finestretta, con aria distratta,
estranea all’ambiente, vivendo nella menzogna, nella colpa, nel
delitto, nello sgomento, nel terrore, nel disgusto, nell’odio”.
Locandina di Amleto al
teatro dei Fiorentini a
Napoli, 1879
In cartellone Eleonora Duse è Ofelia.
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