Eleonora Duse Cronologia Anni 1900 parte prima Eleonora Duse nella campagna romana, 1900 circa (fotografia di Giuseppe Primoli) Irma Gramatica, 1900 circa Irma Gramatica sostituisce la Duse alla ‘prima’ della Figlia di Jorio di G. d’Annunzio, il 3 marzo 1904. Luigi Rasi, 1900 circa Luigi Rasi fu attore, critico, storico, collezionista e direttore per molti anni della Regia Scuola di Recitazione di Firenze. Autore di un’opera di vaste proporzioni sulla vita dei comici italiani, nel 1901 il Rasi pubblica quella che è la prima biografia artistica dedicata alla Duse e che descrive la tournée del 1899 nell’Europa orientale, quando l’attrice aveva ‘rilevato’ la compagnia del Rasi. Fra le molte occasioni di collaborazione fra i due attori, ricordiamo la direzione del movimento delle masse da parte del Rasi nella Francesca da Rimini di d’Annunzio. Virgilio Talli, 1900 circa Virgilio Talli (1857-1928) considerato uno dei primi proto-registi italiani, di elevata cultura e famoso maestro di recitazione, su invito di d’Annunzio, dirige nel 1904 la messinscena della Figlia di Jorio, che vedrà però nella parte protagonista Irma Gramatica al posto della Duse. Tale decisione sarà fatale per il legame Duse-d’Annunzio. Celebrando l’attrice da poco scomparsa, Virgilio Talli definisce le protagoniste dusiane: “poema della grazia e della femminilità". Ellen Terry nel Racconto d’inverno di W. Shakespeare Durante il periodo della collaborazione con Gordon Craig per la realizzazione di Rosmersholm di Ibsen (‘prima’: 5 dicembre 1906) Ellen Terry, madre di Gordon Craig, scriveva biglietti giornalieri alla Duse. Eleonora Duse, 1901 Lettera di Eleonora Duse ad Adolfo Orvieto, Cortina d’Ampezzo, primo foglio L’amicizia con i fratelli Angiolo e Adolfo Orvieto è data dagli anni di permanenza dell’attrice a Firenze a via della Robbia e ancor più dal periodo di soggiorno alla villa detta della Porziuncola, accanto a quella di d’Annunzio, detta La Capponcina, sulle colline di Firenze. Adolfo Orvieto è direttore della rivista letteraria “Il Marzocco”, fondata dal fratello, per una trentina d’anni. Dal 1903 Eleonora Duse è invitata a partecipare agli incontri della “Società Leonardo da Vinci”, anch’essa promossa da Angiolo Orvieto, ritrovo destinato ad accogliere personalità del mondo dell’arte, delle scienze, delle lettere. Eleonora Duse, Anna in La città morta di G. d’Annunzio, 1901 (fotografia di Gio Batta Sciutto) In versione francese La città morta era già stata allestita nel 1898 da Sarah Bernhardt; la Duse riesce a metterla in scena solo il 20 marzo 1901 al teatro Lirico di Milano con la compagnia DuseZacconi. I costumi sono di Jean Philip Worth, mentre le scene sono ad opera di Antonio Rovescalli. Al rientro sulle scene, dopo dodici anni di assenza, la Duse riprende la tragedia di d’Annunzio apportandovi molti ‘tagli’ drammaturgici. Eleonora Duse, Anna e l’attrice Ines Cristina in La città morta di G. d’Annunzio, 1901 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Eleonora Duse, Anna e l’attrice Ines Cristina in La città morta di G. d’Annunzio, 1901 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Eleonora Duse, Francesca in Francesca da Rimini di G. d’Annunzio, 1902 (fotografia di Gio Batta Sciutto) La ‘prima’ di Francesca da Rimini, dedicata alla “Divina Eleonora Duse”, avviene il 9 dicembre 1901 al teatro Costanzi di Roma: la serata è nel complesso un insuccesso. Nel corso delle repliche, grazie allo snellimento del testo, all’eliminazione della musica di Scontrino eseguita negli intermezzi, alla soppressione di alcune danze e di alcune scene della battaglia, la tragedia incontra il favore del pubbblico. L’allestimento, per quello che è considerato uno dei primi esperimenti registici moderni in Italia, dura due mesi e costa una cifra considerevole alla capocomica Duse anche per il puntiglio con cui l’autore vuole ricostruire l’ambiente storico, i costumi, la suppellettile e la scenografia vera e propria. La coreografia delle masse è affidata a Luigi Rasi, le scene sono di Rovescalli, la decorazione delle scene di Antonio De Carolis, i figurini disegnati da Caramba (pseudonimo di Luigi Sapelli), i costumi per la Duse sono eseguiti dal famoso sarto parigino Jean Philip Worth. Eleonora Duse, Francesca in Francesca da Rimini di G. d’Annunzio, 1902 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Eleonora Duse, Francesca in Francesca da Rimini di G. d’Annunzio, 1902 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Eleonora Duse, Francesca in Francesca da Rimini di G. d’Annunzio, 1902 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Eleonora Duse, Francesca in Francesca da Rimini di G. d’Annunzio, 1902 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Emilia Varini, Malatestino e Carlo Rosaspina, Gianciotto in Francesca da Rimini di G. d’Annunzio, 1902 (fotografia di Gio Batta Sciutto) Eleonora Duse, 1903 Durante la terza tournée americana (la prima era stata nel 1893) l’attrice è fotografata da Aimé Dupont, il cui studio era a New York. Il repertorio scelto per la tournée del 1906 e che prevedeva le tappe di Washington, New York, Boston, Filadelfia e nuovamente New York, non comprendeva molti testi di autori francesi, probabilmente considerati troppo audaci per il pubblico americano. La Duse appare in La signora dalle camelie, Cavalleria rusticana, La locandiera, Magda (titolo con cui era presentato il dramma di Sudermann Casa paterna) e La moglie di Claudio. Il successo eccezionale della tournée è sottolineato dall’invito, da parte del presidente Cleveland, rivolto all’attrice di recarsi alla Casa Bianca per una serata in suo onore. Eleonora Duse, 1904 circa (fotografia di Mario Nunes Vais) Questo ritratto fa parte di una serie di fotografie che si colloca attorno al 1904, cioè nel periodo compreso fra la rottura artistica e sentimentale con d’Annunzio e il ritiro dalle scene. La Duse ha metabolizzato l’artificialità espressiva del poeta evidente nella sofisticata gestualità di questa fotografia, che è depurata di ogni connotazione quotidiana, così come di ogni riferimento alla teatralità. È la Duse ‘pososa’, come spesso è ironicamente definita. Irma Gramatica, 1904 circa Virgilio Talli dirige le prove di La figlia di Jorio di G. d’Annunzio, 1904 Eleonora Duse, Hedda in Hedda Gabler di H. Ibsen, 1904-08 (fotografia di Mario Nunes Vais) Due elementi dell’interpretazione dusiana di Hedda suscitano la perplessità dei critici e dei ‘colleghi’ francesi Lugné-Poe (amministratore-impresario nella stagione 1906-07) e Suzanne Desprès (attrice ibseniana, compagna di Lugné-Poe): che la Duse non ammetta che Hedda sia incinta e la poca osservanza delle didascalie, specie nel terzo atto. Il primo elemento va ascritto alla particolare tendenza dell’attrice a ‘epurare’ i personaggi da lei interpretati da connotazioni immorali. Il secondo è frutto di un atteggiamento non dogmatico verso il testo, che la Duse avrebbe ereditato dalla tradizione attoriale italiana. In particolare: nel terzo atto la didascalia ibseniana prevede che da una scrivania, Hedda estragga una rivoltella e si accinga a bruciare il manoscritto di Loevborg (altro protagonista del dramma). Nella tournée parigina, la Duse non utilizza una scrivania e prima di bruciare il manoscritto lo strappa con violenza Lettera di Eleonora Duse a Gabriele d’Annunzio, senza data ma 1904, primo foglio Questa lettera della Duse, scritta dopo la rottura dell’intesa artistica e sentimentale col poeta, ricorda come siano stati meri problemi finanziari a impedire all’attrice la messinscena della Figlia di Jorio, che era reduce dal fallimento economico della stagione londinese. Scrive infatti l’attrice (vedi secondo foglio): “Il giorno che da Londra arrivai a Settignano se nascosi la gravità della situazione finanziaria, per agevolare la tua e l’entrata di Cicciuzza [figlia di d’Annunzio] al collegio.. bene! bisognava agire e lavorare. Chi di noi subirebbe immobile un fallimento (a questo ne ero) potendo manovrare di vela e salvarti andando con la corrente? Chi di noi non avrebbe tentato coprire il danno e tacerlo? Rispondi. Alla vigilia di montare la Figlia di Jorio potevo io dichiarare che non potevo pagare alcuno?” Eleonora Duse con la figlia Enrichetta e Angelica Mendelssohn a Rimini, 1905 Intima amica dei Mendelssohn, la Duse trascorreva a volte le vacanze con loro.