GLI URTI IN UNA DIMENSIONE De Giorgio Francesco Francavilla Leonardo Ligurgo Fabrizio Spinelli Valerio III B Liceo Scientifico “D.De Ruggieri” a.s. 2007/2008 OBIETTIVO: Dimostrazione dei diversi tipi di urti da noi studiati: urti elastici e urti anelastici. RICHIAMI TEORICI Un urto è un’interazione tra due corpi la cui durata è molto più breve del tempo di moto dei due corpi Esistono due tipi di urti: elastici e anelastici. Gli URTI ELASTICI sono quelli in cui l’energia cinetica posseduta dai corpi si conserva durante l’urto perché i corpi che collidono si comportano come molle che, dopo la deformazione, riprendono la loro forma senza dissipare energia Gli URTI ANELASTICI sono quelli in cui si perde la massima quantità di energia cinetica compatibile con la conservazione della quantità di moto Il PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA QUANTITA’ DI MOTO afferma che se il sistema è isolato, cioè se non scambia forze con l’esterno, la sua quantità di moto totale rimane costante. q = mv (quantità di moto = massa x velocità) Vediamo alcuni esperimenti sugli URTI ELASTICI: ESPERIMENTO 1: Dopo aver applicato due respingenti a due carrellini di 50g l’uno e averli posti alle due estremità opposte della guida metallica li abbiamo spinti l’uno contro l’altro. v -v Abbiamo osservato che i due carrellini si respingono mantenendo la stessa velocità con verso opposto rispetto a quello iniziale. q iniziale = q finale mv + m(-v) = m(-v1) + mv1 Ø=Ø EC iniziale = EC finale ½ mv2 + ½ m(-v)2 = ½ m(-v1)2 + ½ m(v1)2 mv2 = mv2 Esperimento 2: Dopo aver eseguito il procedimento descritto prima, abbiamo spinto un carrellino contro l’altro fermo. Abbiamo osservato che il carrellino in movimento una volta urtato l’altro si ferma, mentre il carrellino fermo, urtato da quello in movimento, ne acquista la velocità e il verso. q iniziale = q finale mv + 0 = 0 + mv1 mv = mv1 EC iniziale = EC finale ½ mv2 + 0 = 0 + ½ m(v1)2 URTI TOTALMENTE ANELASTICI: Esperimento 1 Dopo aver applicato due palline di plastilina ai lati dei carrellini e averli posti alle estremità opposte della guida li spingiamo l’uno contro l’altro. Dopo l’urto i due carrellini si sono fermati rimanendo attaccati tra di loro a causa della plastilina. q iniziale = q finale mv + m(-v) = 2mv1 0 = 2mv1 v1 = 0 Esperimento 2: Dopo aver compiuto il procedimento descritto prima, poniamo su uno dei due carrellini una massa uguale a 50 g e li spingiamo l’uno contro l’altro. Abbiamo osservato che dopo l’urto i carrellini si sono attaccati tra di loro e si muovono con una velocità che è –1/3 di quella iniziale. q iniziale = q finale mv + 2m(-v) = 3 1 mv mv – 2mv = 3mv1 -mv = 3mv1 v1 = -mv/3m = -v/3 Esperimento 3: Dopo aver eseguito il procedimento descritto prima abbiamo spinto un carrellino contro l’altro fermo. Abbiamo osservato che dopo l’urto il carrellino in movimento, dopo essersi attaccato a quello fermo, gli trasmette una velocità pari alla metà di quella iniziale. q iniziale = q finale mv + 0 = mv = 1 2mv 1 2mv v1 = mv/2m = v/2 ESPERIMENTI SUPPLEMENTARI E RELATIVE CONSIDERAZIONI TEORICHE Utilizzando un pendolo con 2 palline di uguale massa, abbiamo voluto eseguire un ulteriore esperimento sull’urto elastico. Esaminiamo il dispositivo costituito da due sfere identiche, sospese in modo da toccarsi ma senza esercitare alcuno sforzo l'una sull'altra. Spostiamo la prima dalla posizione di equilibrio e poi lasciamola andare. La sfera parte e si arresta nell'istante in cui urta l'altra sfera, mentre quest'ultima risale fino quasi alla stessa quota da cui era partita la prima. Quando la seconda sfera ricade, urta la prima e si ferma di nuovo, mentre la prima risale nuovamente e così di seguito. Gli urti tra sfere di acciaio o di vetro, tra palle da biliardo o tra speciali palline di gomma chiamate palline "rimbalzine", sono quasi perfettamente elastici, a patto che l'urto non sia cosi' violento da danneggiare i corpi; quindi in questi urti si conserva, oltre la quantita' di moto, l'energia cinetica. In generale, se due palline di masse m1 ed m2 muovendosi nella stessa direzione con velocita' v1 e v2 , si urtano centralmente ed elasticamente, le loro velocita' dopo l'urto si potranno ricavare dalle seguenti relazioni (nelle formule le velocita' saranno intese positive se dirette in un verso assegnato, negative nel caso contrario): conservazione della quantità di moto conservazione dell'energia cinetica da cui Nel nostro caso m1=m2 e v2=0, dunque le relazioni precedenti diventano: Questo significa che le due sferette si scambiano le velocità nell'urto: la prima si ferma mentre la seconda assume la velocità che aveva la prima, proprio come avviene, almeno approssimativamente, nel gioco del biliardo o delle bocce. Osserviamo, però, che dopo un po' di tempo le due sferette si fermano. Il sistema, infatti, non e' perfettamente isolato dato che, oltre all'attrito con l'aria, il sostegno dei pendoli trasmette energia cinetica sotto forma di vibrazioni da un pendolo all'altro ed anche il basamento. Inoltre, l'urto fra le due sferette non e' perfettamente elastico, ne' perfettamente centrale, quindi una pallina non si ferma perfettamente quando urta l'altra, e quest’ultima parte con velocità inferiori raggiungendo altezze sempre minori. Quanto asserito può essere provato osservando il moto di due pendoli che si urtano e quello di un singolo pendolo che oscilla: si nota che nel primo caso lo smorzamento e' più rapido che nel secondo. Sempre con due palline: solleviamole entrambe simmetricamente, una da una parte e una dall'altra, e poi lasciamole insieme. Esse ricadono, si urtano e rimbalzano indietro, raggiungendo quasi la stessa quota di partenza, ricadono di nuovo, etc. Anche questa situazione possiamo spiegarla appellandoci ai principi di conservazione. Infatti, nell'ipotesi m1=m2 ricaviamo: e cioe' le palline, nell'urto, si scambiano le velocità. CONCLUSIONE Con questi esperimenti abbiamo verificato che in un sistema chiuso la quantità di moto negli urti anelastici si conserva, e che negli urti elastici, oltre alla quantità di moto si conserva anche l’energia cinetica.