ARTICOLI 3-37-117 IL RUOLO DELLA DONNA E LE PARI OPPURTUNITA' ARTICOLO 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione , di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. ARTICOLO 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato. La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione. ARTICOLO 117 La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione europea; diritto di asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea; b) immigrazione; c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose; d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi; e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; perequazione delle risorse finanziarie; f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo. g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali; h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale; i) cittadinanza, stato civile e anagrafi; l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa; m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; n) norme generali sull'istruzione; o) previdenza sociale; p) legislazione elettorale, organi di governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città metropolitane; q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale; r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno; s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali. RUOLO DELLA DONNA La condizione femminile si riferisce al complesso di norme, costumi e visioni del mondo che riguardano il ruolo della donna nella società. Numerose e diverse culture hanno riconosciuto alla donna capacità e ruoli limitati alla procreazione e alla cura della prole e della famiglia. L'emancipazione femminile ha rappresentato, negli ultimi secoli, la ricerca di una uguaglianza formale e sostanziale tra la donna e l'uomo.Le donne si sono battute per sostenere cambiamenti nel campo del diritto, dal voto all'IVG, dal divorzio alle leggi in materia di violenza sessuale. Le conquiste giuridiche formali non si sono però tradotte ovunque in una parità di fatto anche a livello sostanziale: molteplici condizioni sociali (livelli inferiori dei salari, maggiore ricattabilità a causa di possibili gravidanze) impediscono talvolta alla donna di raggiungere gli stessi livelli degli uomini. In Italia, a livello giuridico, le donne hanno pari dignità sociale e uguali diritti rispetto al genere maschile. Tali principi sono garantiti dall’articolo tre deCostituzione. La scolarizzazione femminile, nel primo decennio del XXI secolo, ha raggiunto livelli molto elevati. In particolare nelle nuove generazioni (dai 15 ai 40 anni) le persone di sesso femminile che dispongono di un titolo di studio superiore o uguale all'esame di maturità sono il 53%, contro il 45% di quelle di sesso maschile. Le donne rappresentano inoltre il 65% dei laureatià. Attualmente un maggior numero di giovani donne, che giovani uomini (in valore assoluto), hanno accesso al mondo del lavoro alla fine del percorso di studi (laurea). Inoltre, le giovani donne che decidono di essere single raggiungono posizioni dirigenziali in percentuale pari ai colleghi uomini nelle medesime condizioni. Nella pubblica amministrazione italiana le lavoratrici donne occupano la maggioranza dei posti disponibili rispetto ai loro colleghi uomini In tale settore, sul totale dei lavoratori, esse sono occupate in funzioni di più alto profilo rispetto ai loro colleghi uomini: circa 2/3 dei funzionari-quadri sono donne. Sebbene siano ancora presenti differenze salariali a parità di mansione a svantaggio delle donne sul totale degli occupati, tali differenze non sono presenti tra le giovani e i giovani lavoratori. Le donne possono usufruire del diritto al pensionamento 5 anni prima rispetto ai colleghi uomini. Il tasso di disoccupazione femminile è più elevato (circa 4% Istat, 2005) di quello maschile. Tuttavia le lavoratrici donne sembrano orientate a lavori meno usuranti e meno pericolosi rispetto agli uomini. Il tasso di mortalità sul lavoro è di circa 11 punti per milione; quello maschile si attesta a circa 86 unità per milione LE PARI OPPORTUNITA' I principi delle pari opportunità nella legge italiana sono contenuti nella Costituzione agli Artt. 3, 37, 51 e 117. Il D. Lgs. 29/93 dispone che almeno 1/3 delle donne sia parte nelle commissioni degli uffici pubblici. La legge costituzionale che ha modificato l’art. 51 della Costituzione, il 5 maggio 2003, dispone la rappresentazione delle donne nelle cariche politiche. UNA TESTIMONIANZA SUL RUOLO DELLA DONNA Nilde Iotti è il ritratto di una donna straordinaria, eletta a soli 26 anni all’Assemblea Costituente e impegnata nella Commissione dei 75 a scrivere la Costituzione. Deputato del Partito Comunista, fu la portavoce di una revisione della legge sulla famiglia e sul matrimonio ed ebbe modo di esporre e di imporre i suoi punti di vista concorrendo grazie a cinquant’anni di battaglie in Parlamento a una delle legislazioni a tutela dei diritti della donna tra le più avanzate in Europa. Prima donna ai vertici dello Stato, fu Presidente della Camera dei deputati per tredici anni dal 1979 al 1992. Fedele a una concezione alta della politica e delle istituzioni, ferma, tenace, intelligente, anticipatrice del valore di autonomia della questione femminile e dei diritti delle donne, nella sua biografia si intrecciano i drammi e le contraddizioni di trent’anni di storia italiana