LAVORO DI CIRO PANICO
II A
anno scolastico 2007/2008
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VITA DI UMBERTO SABA
Saba Umberto (Gorizia 1883 - Trieste 1957). Di origine ebraica, rifiutò il
cognome del padre -che lo aveva abbandonato - e assunse, in omaggio alla madre, il
cognome di Saba ("pane" in ebraico). Fu soldato nella prima guerra mondiale, ma
non fu inviato al fronte. Dopo la guerra aprì una libreria antiquaria. Amava
D'Annunzio, ma fu molto deluso dopo una visita personale al "poeta vate". "Il
canzoniere" (1921) raccoglie tutta la sua produzione poetica di vent'anni.
Perseguitato dal fascismo (leggi razziali), ebbe anche forti crisi nervose che dovette
curare con intense sedute psicoanalitiche. Rifugiato Parigi fu protetto da
Montale e da altri intellettuali antifascisti. Una seconda edizione del
"Canzoniere" è del 1948. Nel 1953 fu ricoverato in clinica per un periodo. La sua
raccolta di poesie è molto vasta, molto spesso descrive aspetti aspetti di vita
quotidiana, come in "Città vecchia". Nella sua poesia sono evidenti i riferimenti
mitteleuropei e a conoscenze non usuali per gli intellettuali dell'epoca come
Nietzsche o la psicoanalisi che venivano inserite nel contesto stilistico classico della
letteratura italiana a cui Saba si ispirava.
Trieste letteraria! Qui è nato il grande Italo Svevo che con drammatica
lucidità smaschera i miti di una società alienante e canta la nevrosi,
come epifenomeno di una psiche libera e libidica di una coscienza,
quella di Zeno, che - lungi dal patologizzarsi - non vuole piegarsi ai
conformismi esteriori.
Triestino è anche Umberto Saba cantore della melanconia del
quotidiano, di Trieste, dei caffè fumosi, delle sue strade, delle donne
amate e dell'eterna speranza, che il poeta sempre sa sarà frustrata, di
un domani migliore.
Claudio Magris è germanista e scrittore, figlio di questa grande
tradizione Triestina, Premio Strega con Microcosmi (1997).
Il Carso che maestoso domina Trieste è stato cantato da Scipio
Slataper, morto proprio su quelle montagne combattendo per l'Italia
durante il I conflitto mondiale.
Carpinteri e Faraguna sono una coppia affermata di penne vernacolari,
racconta-storie di novelle giuliane e di una umanità "balcanica" dove
convivono elementi veneti, slavi e turchi.
A Trieste ha vissuto James Joyce, fra i più grandi scrittori del
novecento, amico di Svevo, qui lavorò come insegnante d'inglese.
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Umberto Saba