La morale della vita Il caso della piccola Sofia Quotidianamente i mass-media riportano notizie in merito a questioni eticamente sensibili come l’ eutanasia, l’ aborto, la fecondazione artificiale, la sperimentazione su embrioni umani e cellule staminali e, più in generale, le questioni morali poste dal continuo progresso scientifico e tecnologico nell’ ambito delle ricerche biomediche. A questo punto è lecito chiedersi: Tutto ciò che è scientificamente possibile e tecnicamente realizzabile è anche eticamente lecito? Il dibattito sorto intorno a questo interrogativo rappresenta la fonte di origine della Bioetica. Il termine Bioetica , formato dalle parole greche bios (vita) ed ethos (costume), è stato introdotto da diversi autori negli anni ’70 del Novecento, per istituire un dialogo tra le Scienze mediche, biologiche e le Scienze umane tra cui la Filosofia e l’ Etica. Si tratta di una disciplina nata per rispondere alle problematiche che la ricerca scientifica solleva continuamente intorno ad un tema fondamentale, quello dei possibili confini etici che la scienza e la tecnica moderna sarebbero tenuti a rispettare. Il caso Il clamore suscitato dal caso di Sofia una bambina di 3 anni, affetta da Leucodistrofia metacromatica ha sensibilizzato l’ opinione pubblica sulla liceità etico-giuridica della sperimentazione con cellule staminali per finalità terapeutiche. La malattia di cui è affetta la piccola Sofia, è una patologia neurodegenerativa, che paralizza e rende ciechi. La medicina tradizionale nega spiragli di possibile miglioramento. Il coraggio dei genitori L’ ardente desiderio di non arrendersi alla condanna senza appello della medicina tradizionale ha spinto coraggiosamente i genitori della bambina a rivolgersi alle pratiche medico-scientifiche che la Bioetica laica suggerisce appellandosi al principio utilitaristico del miglioramento della qualità della vita. La battaglia della piccola Sofia per l’ affermazione dei principi fondamentali su cui si fonda la Bioetica: 1. Giustizia 2. Il rispetto della persona 3. La beneficenza Giustizia “Principio che impone un’ uguaglianza di trattamento per soggetti dotati di uguali diritti e che versano nelle medesime condizioni” Il rispetto della persona “Principio che esprime il necessario equilibrio fra due elementi: autonomia e paternalismo, ossia l’ autodeterminazione della scelta e la protezione dei soggetti deboli incapaci di prendere decisioni” La beneficenza “Principio di natura utilitaristica che suggerisce di agire sempre nell’ interesse presumibile dei soggetti coinvolti nell’ atto terapeutico, con l’ intento di massimizzare i benefici e minimizzare gli svantaggi che ne potrebbero conseguire” Conclusioni personali Questo particolare caso mi ha colpito molto e l’ ho voluto approfondire collegandolo al tema della Bioetica, argomento svolto nell’ ora di materia alternativa. All’inizio mi era difficile concepire la brutale discriminazione che il Ministro della Sanità usava nei confronti della piccola Sofia. Perché altri bambini affetti dalla stessa malattia potevano usufruire delle cure a base di staminali mentre alla piccola Sofia venivano negate? Tutto questo accadeva perché Sofia, forse, aveva avuto la sfortuna di nascere a Firenze dove un giudice, chissà per quale motivo, le aveva bloccato le cure. Grazie alla coraggiosa battaglia dei genitori, il Ministro della Sanità ha capito che sarebbe stato “ingiusto” negare anche una “minima” possibilità di migliorare la qualità della vita della bambina. Pertanto l’ 11 marzo con un apposito decreto, il Ministro ha permesso alla piccola Sofia di continuare le cure con le staminali. Penso che con questo gesto il Ministro abbia riconosciuto alla piccola Sofia: IL DIRITTO ALLA VITA !!!