Anno III
Numero 1,
Agosto 2008
Il Filo di Sofia, è un filo che non lega, ma tesse, ricama e addirittura scioglie.
E ad ogni nodo si aprono nuove possibilità per nuove tessiture…
Il Filo di Sofia
Il Filo di Sofia
Bollettino filosofico autogestito
da alunne/i e docenti di Roma e Provincia
A.s. 2007-08
Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Il Filo di Sofia è pubblicato online nel sito dell’associazione Avios (www.avios.it); nella rivista
Scienze del pensiero e del comportamento sono pubblicati gli articoli relativi alla filosofia con bambine/i
e ragazzi/i.
Info: [email protected] ; www.avios.it; www.amicasofia.it
Scuola dell‟Infanzia: Ghirlando,
filosofo giramondo,
incontra i Pallini Blu, Rossi e
Gialli (5, 4, 3 anni)
Presentazione……..……………………………………………….... …………………….
1. E‟ nata Amica Sofia………………………………………………………………..
2. Marino II: Filosofando con Ghirlando irrompe l‟Infanzia……………………..
a. Scuola dell‟Infanzia – I Pallini Blu (e Gialli e Rossi)………………………
b. Classi mimetiche (Mimopaideia e poesia)………………………………….
c. Mimetici (Classe Prima A, „I. Nievo‟)………………………………………
d. Estetici Po/etici Mimetici (I terribili Lupetti– Classe Terza A, „I. Nievo‟)..
e. Dinosauretti Mimetici (Classe Seconda A, „G. Verdi‟)…………………….
f. Gabbiani platonici (Classe Quarta B, „G. Verdi‟)…..…………………........
g. Da Frankie a Robinson (Classe Quarta B, „E. Morante‟)…………………..
h. Perle sperimentali (Classe Terza A, „G. Verdi‟)……………………………
3. Scuola Media……………………………………………………………………….
4. Da Roma e dintorni - Quinte fiabesche - I. C. „L. Rizzo‟, plesso A. Cairoli…….
5. Mimesi per l‟educazione (Mimando e ricercando – Università Roma Tre).……..
a. Estetici Mimetici Poetici (I Lupetti – Classe Terza A, „I. Nievo‟)…………..
b. Perle Sperimentali (Classe Terza A, „G. Verdi‟)…………………………….
6. Il Filo oltre i cancelli
7. Manifestazioni e convegni…………………………………………………………
Ardea…………………………………………………………………………….
Pracatinat………………………………………………………………………..
Perugia, Fantasio Festival……………………………………………………….
8. Produzioni…………………………………………………………………………..
9. Parlano di noi……………………………………………………………………….
10. Recensioni ……………………………………………………………………..…...
11. Il Futuro del Filo
12. Lumsa. Edda Ducci, il ricordo e il futuro…………………………………………
13. Cene e ringraziamenti………………………………………………………………
Come facciamo a essere vivi?
A., Scuola dell‟Infanzia, 3 anni
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Presentazione
Q
uesto bollettino esce in un unico numero. Paradossalmente, c‟erano troppe cose da
dire e da raccontare, veramente tante. Ma non si poteva tacere delle più importanti,
dunque, sicuri che qualcosa sarà tralasciato, cominciamo col presentare l‟immagine
di copertina. E‟ nata Amica Sofia, e, viene da pensare, era ora. Era ora perché le tante
esperienze italiane di ricerca educativa e di filosofia con i bambini non potevano più restare
isolate o incontrarsi sporadicamente per fortuite coincidenze. Al tempo stesso, la „vecchia‟
Amica Sofia, dopo aver scoperchiato il bellissimo „vaso di Sofia‟ con il primo convegno
internazionale di Villa Montesca a Città di Castello, nel 2005, non poteva più sottrarsi alle
proprie responsabilità, e doveva per forza crescere, uscendo dai confini dell‟Umbria e
staccandosi dalla tutela della Società Filosofica Italiana, di cui rappresentava fino al 5
gennaio un‟articolazione regionale, pur se con una propria specificità. E‟ proprio questa
specificità, riassunta nel filosofare con bambine e bambini, ragazze e ragazzi (ma non solo),
che ne costituisce una prima base identitaria. Non basta, e nella sessione estiva conclusasi di
recente si è cominciato a discutere non solo di quale sia questa identità, ma di come
presentarla. A questo proposito, gli interessati troveranno molto materiale sul sito
www.amicasofia.it, oltre agli abstract della sessione di Pracatinat e le altre discussioni. Per
avere un‟idea più configurata, suggerisco anche di dare un‟occhiata alle foto messe in rete
(il sito è indicato alla voce „eventi e appuntamenti‟).
n numero unico e sostanzioso, dunque, ma molti dei suoi contenuti erano già
apparsi nel primo numero della rivista dell‟associazione, dove è riportata anche la
poesia di Ghirlando, filosofo giramondo, inviata agli alunni della Scuola
dell‟Infanzia di un circolo didattico della provincia di Roma. La curiosità dei Pallini Blu
(alunne e alunni di 6 anni) ha fatto il resto, e c‟è stata la visita in classe del personaggio
dal cilindro viola (il cappello delle domande). L‟irrompere della Scuola dell‟Infanzia tra i
percorsi del Filo di Sofia è stata dunque l‟altra grande novità di quest‟anno: alla sessione
estiva di Pracatinat è stato presentato il video con le scene più significative dell‟incontro, lo
stesso video che è stato regalato ai genitori dei bambini. E‟ bello che i bambini, anche così
piccoli, siano immunizzati per sempre contro lo spavento per quella parola, „filosofia‟, che
una volta era lo spauracchio di molti adolescenti. Trovo anche più bello che i genitori di
oggi l‟abbiano apprezzato così tanto, perché ricordo molto bene la diffidenza di un tempo…
e parlo di non molti anni fa.
Sono cambiate e stanno cambiando molte cose. Ed era ora, anche in questo caso, perché,
U
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per contro, la situazione educativa, sociale, politica, della convivenza in genere sta invece
andando al contrario. L‟augurio, è che il nostro impegno educativo possa rappresentare
quel cortocircuito di cui c‟è bisogno per dare una svolta alla nostra società e alla nostra
convivenza.
Stefano Bacchetta
Picnic autogestito
I Terribili Lupetti (Terza A)
si impadroniscono
dell‟edificio scolastico…
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E’ nata Amica Sofia
Presentazione, dal sito www.amicasofia.it
Con l'assemblea del 5 gennaio 2008 si è costituita l'ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE
SOCIALE AMICA SOFIA - Associazione Italiana per la Filosofia con i Bambini e i Ragazzi.
Il Consiglio Direttivo risulta costituito da Stefano BACCHETTA di Roma, Giuseppe BEARZI di
Piegaro PG, Chiara CHIAPPERINI di Perugia, Raffaella LUCIANO di Sapri SA, Carlo NANNI di
Roma, Agostino RONCALLO di Verbania, Livio ROSSETTI di Perugia ed Elisabetta SABATINO di
Cava de‟ Tirreni SA.
Sono stati quindi designati presidente Livio Rossetti, segretario Giuseppe Bearzi.
Accogliendo la proposta del Prof. Carlo Nanni, docente e vice-rettore della Univ. Pont. Salesiana, la
sede legale dell‟Associazione viene fissata, in via transitoria, presso la stessa UPS in piazza Ateneo
Salesiano 1, 00139 Roma.
Ed ora un cenno sulla ragion d'essere di questa associazione. Possiamo partire dallo statuto che,
all'art. 3, indica lo scopo di promuovere e monitorare le esperienze di filosofia e altre opportunità
formative, prioritariamente ma non esclusivamente rivolte alla fascia di età connotata
dall‟obbligo scolastico, che abbiano luogo a scuola o in contesti extra-scolastici.
Cosa c'è dietro a queste parole?
Molti sanno che si è cominciato a parlare di filosofia con i bambini (anzi, di Philosophy for
Children o Philosophy for Kids) intorno al 1970 negli Stati Uniti, principalmente per merito di
Matthew Lipman e Gareth Matthews.
Poi, intorno al 1992-93, un manipolo di nostri connazionali (Antonio Cosentino, Marina Santi e
Maura Striano) ha portato la "Philosophy for Children" in Italia e da allora sono in piena attività corsi,
gruppi e scuole che fanno riferimento a questa particolare modalità del fare filosofia con i bambini (e
con altre fasce di età: in proposito si può consultare http://www.filosofare.org). Invece la "Philosophy
for Kids" (http://philosophyforkids.com) si è affermata tra l'altro in Germania, ma non ha espresso
significative propaggini italiane.
In anni ancora più vicini a noi (intorno al 2000) è iniziata una progressiva moltiplicazione delle
esperienze, si è venuto diversificando il modo di concepire questa delicata attività, sono comparsi i
primi libri in cui si parlava di filosofia con i bambini ma, anziché adottare il modello costituito dalla
"P4C", cominciavano ad essere documentate altre maniere di impostare queste attività indirizzate
principalmente - ma non esclusivamente - alle elementari (vengono in mente alcuni libri di Viti e
Iacono, di G. Ferraro e di A. M. Ventura).
L'associazione "Amica Sofia" fondata a Perugia nel 2002 riuniva insegnanti e studosi che, nella
maggior parte dei casi, non avvertiva il bisogno di fare riferimento al modello rappresentato dalla
Philosophy for Children (o, in ipotesi, dalla Philosophy for Kids), ma si dedicava piuttosto
all'esplorazione di queste "altre strade".
Questa associazione ormai confluita nella nuova AMICA SOFIA era nata da una costola della
sezione SFI (Società filosofica Italiana) di Perugia, ha espresso una Newsletter, ha promosso (nel
2005) il primo convegno nazionale dedicato alla "filosofia con i bambini e i ragazzi", ha dato vita a
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una sezione campana e ha preparato il terreno per la nascita della "nuova" AMICA SOFIA. Nel
frattempo, esponenti dell'associazione perugina hanno dato vita a una collana di "Filosofia con i
bambini" presso l'editore Morlacchi di Perugia (cercare tra le collane del sito
www.morlacchilibri.com/universitypress/) che documenta alcune di queste esperienze ma offre anche
volumi di approfondimento.
La molteplicità delle voci ha fatto percepire sempre più acutamente il bisogno di un punto di
raccordo e di una CASA COMUNE di tutti coloro che provano a "filosofare" con i minori: ed ecco la
"nuova" AMICA SOFIA, che si prefigge di costituire appunto questa casa comune di tutti coloro che
"fanno filosofia" con i bambini e i ragazzi, a prescindere dal modello al quale si fa riferimento.
La discriminante sembra dunque essere tra i contesti e gli operatori che si trovano a far
propriamente "studiare" la filosofia in un contesto che preveda valutazioni e, se del caso, debiti
formativi, e i contesti nei quali la sessione di filosofia è piuttosto un momento di ascolto, di confronto
e di ricerca nella quale non viene propriamente impartito un insegnamento e non si parla di profitto
scolastico.
Mentre nel primo caso si ha un approccio professionale o tendenzialmente professionale alla
filosofia - e avrebbe senso fare riferimento alla SFI - nel secondo si punta a istituire delle opportunità
formative indirette e di carattere prevalentemente metacognitivo.
Nel frattempo si è mossa la società italiana, l'opinione pubblica è venuta a conoscenza delle follie di
svariati adolescenti, ha progressivamente preso coscienza dei problemi che affliggono alcuni segmenti
della scuola italiana e, di riflesso, è venuta elaborando dell'esigenza di fare qualcosa di valido per loro.
Così si è cominciato a capire l'impagabile valore di queste sessioni che offrono a un'intera classe
periodiche parentesi non valutative, un contesto di attenzione e ascolto nel quale Martina e Francesco,
Samir e Irina hanno modo di "provare a dire" e così cominciare ad elaborare il loro punto di vista
intorno a un dato tema. Perché una bambina o un ragazzo possa "provare a dire" e impegnarsi a
formulare un pensiero ci vuole, infatti, un contesto favorevole, e questa è un'operazione sempre
delicata.
Ma, se ciò accade, scattano molle importanti, come l'abitudine a trovare le parole per dire
(eventualmente a denominare, e così cominciare a inquadrare ciò di cui, magari, si ha solo una vaga
idea) e l'autostima, e quindi si innescano circoli virtuosi di eccezionale pregio.
Non per nulla molti ritengono che sia urgente affrettarsi a raccontare una cosa del genere, farlo
sapere a insegnanti docenti e dirigenti scolastici e sostenere la diffusione di questo che, guarda caso,
costituisce un modo genuino di filosofare, senza la minima impazienza di arrivare a delle conclusioni
che, d'altronde, sarebbero quasi sempre premature.
Come abbiamo già ricordato, si conoscono molti modi di procedere nella direzione indicata e siamo
in molti ad aver avuto la netta impressione che ci fosse bisogno di una struttura associativa ad hoc,
capace di favorire l'incontro e lo scambio di esperienze, così come l'approfondimento dell'idea stessa di
filosofia "extramurale".
La nuova AMICA SOFIA è nata per questo.
Aiutateci ad incamminarci alacremente verso questo obiettivo di servizio al nostro paese! C'è posto
per tutti.
Livio Rossetti, presidente dell’associazione
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L‟associazione Amica Sofia si è presentata, tra l‟altro, attraverso la rivista della
Società Filosofica Italiana (SFI); è possibile leggere l‟articolo „Amica Sofia: una
presentazione‟ di S. Bacchetta, sulla rivista online della SFI, COMUNICAZIONE
FILOSOFICA 20/2008, pp. 187-190 (al sito http://www.sfi.it/cf/cf_index.htm) oppure
direttamente alla pagina
http://www.amicasofia.it/public/amicasofia/doc/BACCHETTA_articolo_SFI.pdf.
Brindisi ‘spartano’ tra Filanti e Amici di Sofia…
La rivista di Amica Sofia. Nel primo
numero sono pubblicate esperienze
significative del ‘Filo di Sofia’.
La newsletter dell’associazione viene
inviata gratuitamente via mail a
chiunque ne faccia richiesta
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Marino 2:
Filosofando con Ghirlando irrompe l’Infanzia
Relazione finale del progetto - Anche quest’anno, il progetto presentato nel 244° Circolo col
nome ‘Il Filo di Sofia’ ha coinvolto alunne/i, docenti e sempre più famiglie in una serie di
percorsi che hanno come riferimento il filosofare con bambine/i e ragazze/i. Quest’anno, come
non mai, la proposta ha oltrepassato i cancelli scolastici e, ancor più rispetto allo scorso anno, si è
fatta conoscere tra le istituzioni educative, le università e le varie associazioni con le quali
abbiamo da sempre un rapporto privilegiato. I percorsi proposti nella scuola sono ormai utilizzati
in laboratori e workshop esperienziali in progetti di prevenzione del disagio, e anche quest’anno il
Filo di Sofia ha presentato la propria proposta nell’ambito della prevenzione del bullismo, in un
convegno svoltosi ad Ardea nel corrente mese di giugno. Altre scuole di Roma e dintorni hanno
inoltre cominciato ad attivare questo progetto.
La sinergia con associazioni come l’Avios, che integrano ormai il Filo di Sofia nelle proprie
proposte formative e operative, e ben due università che supportano e divulgano le esperienze in
questione, sono la riprova della bontà del progetto, che quest’anno fa parte dell’Associazione
nazionale Amica Sofia.
(…) Come negli anni precedenti, ai genitori è stata fornita la documentazione e la
produzione raccolta durante lo svolgersi del progetto, nel quale, in alcuni percorsi, sono stati
direttamente coinvolti. I lavori in questione saranno come sempre pubblicati (…) e daranno il
consueto contributo alla ricerca educativa (tutti i lavori e i relativi ‘prodotti’ sono raccolti nel
bollettino, pubblicato online nel sito www.avios.it e nelle varie pubblicazioni di cui sopra).
Rispetto allo scorso anno, la grande novità è l’inizio delle esperienze di filosofia nella Scuola
dell’Infanzia, una sperimentazione che si è rivelata valida fin dal primo momento, e che sarà
presentata in un convegno a Pracatinat, a luglio (vedere avanti) sul tema ‘Quale filosofia con
bambini e ragazzi’, organizzato da Amica Sofia.
Classi coinvolte nel progetto: - Ippolito Nievo: I A, III A - Giuseppe Verdi: II A, III A, IV B Elsa Morante: IV B
Scuola dell’Infanzia: B. Ciari sez. B e G
Pezzi di archeologia del Filo
di Sofia: le prime domande
filosofiche in classe
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Scuola dell‟Infanzia,
sseezziioonnii BB ee G
G,, SScc.. „„BB.. C
Ciiaarrii‟‟ –– II PPaalllliinnii BBlluu ((GGiiaallllii ee RRoossssii))
Insegnanti: Marina Perrone, Angelica Biamonte, Moira Bucciarello, Daniela
Castri, Patrizio Cimino, Silvia Pianozza
“Lo stupore e la meraviglia sono come i
colori dell‟alba,
come il profumo dei fiori o il calore di un affetto.
Ci predispongono al buonumore e ci fanno appartenere al mondo!”
L
‟idea di proporre la pratica filosofica nella scuola dell‟Infanzia, nasce
dall‟invidia e dall‟ammirazione verso quelle colleghe francesi che, nel novembre
del 2006, avemmo l‟occasione di conoscere durante il convegno dell‟Unesco per la
giornata mondiale della Filosofia. Eravamo consapevoli di aver fatto passi da gigante
nell‟implementazione della filosofia nella scuola Primaria, e di aver iniziato bene anche con
le scuole Medie, ma la Scuola dell‟Infanzia ci sembrava francamente un progetto audace…
Le colleghe francesi ci convinsero, con le parole e i fatti (la presentazione video del loro
lavoro), che il nostro timore era infondato e che era addirittura in contraddizione con il
proposito di rendere la filosofia fruibile per tutti, in quanto strumento umano per
eccellenza.
Tornammo a Roma con la promessa di un futuro gemellaggio tra Roma e Parigi, e
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prendemmo subito contatto con le docenti della Scuola dell‟Infanzia B. Ciari, nel 244°
Circolo dove erano già nate le prime esperienze del Filo di Sofia. Non c‟è voluto molto a
convincere le insegnanti, che lo straordinario lavoro che portavano avanti da sempre, con
progetti e personale impegno, era in tale sintonia con il nostro „filosofare insieme‟, che non
avremmo dovuto stravolgere nulla, tutt‟altro. Restava da stabilire quale percorso
intraprendere; esperienze di filosofia con la Scuola dell‟Infanzia già esistevano nell‟area
della Philosophy for Children ma, come già per la scuola Primaria, a noi interessava un
approccio diverso.
Ci siamo chiesti, come prima cosa, come presentare questa novità alle bambine e ai
bambini; su indicazione delle insegnanti, e sfruttando strade già percorse per altri progetti,
abbiamo deciso di ipostatizzare la filosofia, concretizzandola in due personaggi ben precisi,
in carne e ossa. Prendendo spunto da una prima lettera, preparata da un‟insegnante della
classe, il primo personaggio (Ghirlando, filosofo giramondo) ha scritto una presentazione in
versi di se stesso e soprattutto di Sofia, l‟altro personaggio. Tanto è bastato a scatenare la
curiosità dei Pallini Blu (6 anni) ai quali avevamo deciso di rivolgere il progetto… ma
anche dei Pallini Rossi (5 anni) e Gialli (4 anni). E fu così, che Ghirlando andò a trovare i
Pallini nella loro scuola.
La visita di Ghirlando è stata preparata dalle straordinarie maestre conciliando
entusiasmo e rigore (lo stilista di Ghirlando è il solito Armando Lauri, mente più o meno
occulta, ancorché sfuggente, dei nostri percorsi). Le suggestioni che ne sono scaturite, sono
riportate integralmente nel dvd „Ghirlando e Sofia‟; una sintesi di questo dvd è stata
presentata al convegno promosso da Amica Sofia su „Quale filosofia con bambini e ragazzi‟,
svoltosi a Pracatinat lo scorso luglio. Altra documentazione in proposito, oltre allo spazio
avuto in più di un convegno (vedere più avanti a „Manifestazioni e convegni‟) è riportata
sul primo numero della rivista Amica Sofia e in quello attualmente in preparazione.
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A noi, per il momento, viene da pensare alla soddisfazione di questi bambini quando
saranno alle superiori e spiegheranno al prof. di filosofia che loro hanno già all‟attivo una
pubblicazione su una rivista importante (Amica Sofia n. 1, pag. 28: “Come facciamo ad
esser vivi?” Ovvero: Anche i più piccoli sono in… pensiero).
Ancora due parole sulla visita di Ghirlando. L‟intenzione, come primo approccio, non
era quella di dar vita a una sessione di filosofia seduta stante, ma di creare il clima adatto
per il lavoro successivo. Se le cose sono andate molto oltre, la „colpa‟ è della curiosità e
dell‟entusiasmo delle bambine e dei bambini… oltre che delle loro insegnanti.
Ghirlando si è presentato come un insieme di simboli: il cappello magico delle domande,
la collana di perle (idea stimolata dal lavoro di Adriana Presentini, pioniera di Amica
Sofia in Umbria), la scatola di doni di Sofia (la civetta, il filo, la pietra). E un
mappamondo. Soprattutto, Ghirlando portava con sé, scritta in bella calligrafia, la storia
dei nomi di ogni Pallino, mentre i Pallini avevano preparato le loro domande.
Cosa volevamo fare, con questo incontro? Si trattava di una cerimonia di presentazione,
e tuttavia ne sono scaturite tantissime suggestioni, sulle quali le insegnanti e i Pallini
avranno da lavorare insieme. Non sarà impedimento a tutto questo, nemmeno il passaggio
dei Pallini Blu alla scuola Primaria se, come richiesto dalle colleghe della Scuola
dell‟Infanzia, potremo filosofizzare il consueto progetto di continuità tra i due ordini di
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scuola.
Volevamo incuriosirli. Talete è stato presentato come in una fiaba, il „parlare difficile‟
era stato annunciato con un‟altra poesia e li ha divertiti molto, anche quando si parlava
dell‟etimologia dei loro nomi… naturalmente, l„incanto era dovuto al fatto che si stava
parlando dei LORO nomi, e loro avrebbero riportato questa suggestione ai loro genitori. E
abbiamo dovuto resistere alla tentazione di sviluppare subito tante delle suggestioni
filosofiche emerse grazie a loro.
“Ghirlando, se si toglie il cappello, è ancora Ghirlando?”. Cosa ci fa essere quello che
siamo? Che splendido approccio all‟ontologia. E Sofia, tra le cose che ama, non ha detto che
ama scrivere, forse non le piace scrivere (secondo Platone, probabilmente no, non le piace,
ma è il caso di dirglielo?).
Il cappello di Ghirlando verrà costruito da e per ognuno dei Pallini, e magari usato con
i genitori che, è davvero importante sottolinearlo, sono rimasti entusiasti di tutta la
faccenda. Insomma, la filosofia nella Scuola dell‟Infanzia, noi l‟abbiamo cominciata così.
SB
Filosofando aspettando Ghirlando (Osservemozioni della docente)
Gennaio 2008
Durante la seduta psicomotoria dell‟accoglienza, mi ritrovo coperta di palline della
piscina! C‟è un grande movimento di carico e scarico: dalla piscina ai cuscinoni; dai
cuscinoni con i secchielli fino ai materassini; sopra e sotto i cuscini. Le bambine più
grandi animano i giochi e incominciano a ricoprirmi scaricando secchiate di palline e
dicendo:<< Maestra la vuoi la frutta?>>, << Ecco un carico di frutta!>>. Poi iniziano
ad essere più precisi-e e ad indicare che frutti sono. Le palline rosse sono fragole, ciliegie,
pomodori. Quelle gialle sono limoni e banane; quelle viola more e lamponi; quelle verdi
sono kiwi. Irene “Pallina blu” mi chiede:<< E queste celesti?>>. Io la guardo e faccio
segno, con le mani aperte verso l‟alto e gli occhi spalancati, di non sapere proprio cosa
può essere, poi esclamo ridendo:<<I puffi!!>>. Il gioco continua per tanto tempo. Arriva
Giada “pallina rossa” di 4 anni, e sedendosi davanti a me tende una mano con dentro
una pallina celeste e dice:
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<< Maestra lo vuoi un po‟ di cielo che te lo scaldo? >>.
Origami filosofici (la magia della filosofia)
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La Scuola dell’Infanzia propone il progetto
Al coordinatore del Filo di Sofia, Stefano Bacchetta: Progetto di filosofia per i “Pallini Blu”
della scuola dell‟infanzia B. Ciari Sez. B e G.
Mi servirebbe un pensiero o una frase che introduca la “parolaccia”, come noi
chiamiamo sempre le parole sconosciute, FILOSOFIA. Pensandoci un attimo forse
anche il sostantivo FILOSOFO potrebbe essere interessante per introdurre un
personaggio fantastico che si presenti come esperto di filosofia. Ai bambini potrei dire
che un amico speciale di Giosuè Auletta (lo specialista del progetto Lazio Latino e che
conoscono come esperto di Pomona) vuole conoscerli-e per presentare loro una nuova
Amica, “SOFIA”, mettendo l‟accento e specificando la sua passione, Il suo Amore per la
conoscenza. Per questo si muove sempre con un filo perché il sapere possa essere sempre a
lei legato. Si potrebbe parlare del buono, del bello, del bene o qualsiasi altro concetto che
tu ritenga opportuno. Che ne dici di questa ipotesi per parlare del “Filo di Sofia”? I
bambini e le bambine potrebbero preparare delle domande da sottoporre a Sofia e che poi
potrebbero avere risposta da un amico di Sofia che saresti tu. Ai “pallini Blu” pensavo di
far disegnare cosa è o come immaginano o vedono o pensano alla parola FILOSOFIA.
Di fronte ad una novità spesso chiedo aiuto alla forza dell‟immaginazione che è
nutrita dall‟intuito, dall‟istinto e dalla creatività che, con uno sguardo allargato e
sgombro dal giudizio, mi permette di ricevere risposte che il pensiero non saprebbe
esprimere a parole.
Così prima di lavorare con i bambini-e ho lavorato su di me e ho detto:<<Come
immagino la Filosofia?>> Pensando io alla parola FILOSOFIA ho ricevuto come
risposta questa immagine: un filo sciolto e ondeggiante con una estremità un contenitore
trasparente (un palloncino?) e dall‟altra la mano di un bambino. Ho poi provato a
mettere qualcosa nel contenitore, per esempio la nostalgia, e mi sono chiesta:<< sono io
che devo mettere la nostalgia nel contenitore che altrimenti non esiste, o questa è sempre
presente anche se non ne sono consapevole? Sono io o è la nostalgia a muovere la mia
voglia di scoprire il concetto; sono io che mi muovo verso la nostalgia o sono solo
predisposta e la nostalgia mi raggiunge?>>. Ho comunque immaginato un movimento di
avvicinamento e quindi di ricerca e di scoperta. Ma con due orientamenti direi opposti.
Uno che si avvicina al concetto come un traguardo raggiunto dopo le esperienze vissute
e che qualifica la nostalgia come tale. Ma ho anche immaginato un movimento che dal
contenitore nostalgia segue un filo e attraverso un percorso, non lineare ma sinusoidale,
per arrivare alla mano di chi lo tiene. Mi piacerebbe scoprire quale è la strada che “le
creature” vorrebbero fare. Ma ho difficoltà a immaginare la proposta giusta. Una
proposta che non condizioni pesantemente la loro esperienza e che consenta loro di
percorrere la strada che più desiderano. Ma sono anche curiosa di sapere se “per caso”
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N. 1, Agosto 2008
qualche filosofo ha mai affrontato questo dilemma. La curiosità è il motore della
conoscenza e io adesso voglio sapere.
M. Perrone
Altre osservemozioni…
Aspettando Ghirlando e Sofia
Stanza Arancione
Accoglienza (febbraio 2008)
Entro nella stanza Arancione con in mente il bisogno di trovare un modo creativo, piacevole di
sperimentare il limite e penso ad A. e alla descrizione da me data precedentemente di bambina sempre
fuori luogo. Ma sarà nata? Avrà interiorizzato i propri confini corporei? Queste sono le domande
che mi pongo prima di iniziare e questa è la proposta di gioco. Ecco cosa ne è venuto fuori.
Binomio DENTRO-FUORI partendo dal concetto di CONFINE-LIMITE.
DENTRO-FUORI partendo dalla domanda: COME FACCIAMO AD ESSERE VIVI?
Il gioco simbolico permette alla creatività, all‟intuito ma soprattutto al CORPO, di trovare
autonomamente percorsi personali, sorprendentemente efficaci, di soluzione alle difficoltà dei
bambini e delle bambine.
MP
C‟è stato un episodio, il pomeriggio precedente, che necessita di essere elaborato. A., per prendere
dei fiorellini, voleva scavalcare la rete del giardino salendo su dei blocchi di costruzioni.
All‟inizio dell‟attività di accoglienza nello Spazio Arancione mi accorgo subito che ci sono
pochissimi p.gialli e p.rossi e che ci sono prevalentemente bambine di 5 anni. Nel gruppo c‟è sia A. che
la sorella di 3 anni. Propongo loro, quando siamo già tutti-e senza scarpe e seduti sui cuscinoni
vicini, prima del rito del “Buon gioco”, di provare a cercare, giocando, i confini dei posti, dei luoghi in
cui andranno. Chiedo loro di farmi un esempio e S. (pallino blu) mi dice:<<La piscina è un posto>>, e
allora le chiedo:<<E il suo confine quale è?>> lei si volta guarda la piscina e poi, facendo il gesto
circolare con la mano, mi dice: <<Il bordo!>>. Rispondo che è esattamente quello il limite, il confine
della piscina e che se faranno attenzione ne potranno trovare tantissimi. Vedo i bambini e le bambine
guardarsi intorno. I. (p.blu) mi chiede:<< Ma possiamo giocare dentro o fuori?>>. La domanda è
perfetta!!! Penso “Grazie I.”.
Era esattamente questo il gioco simbolico che volevo proporre e rispondo:<<Qui dentro, lo spazio
Arancione è tutto per noi. In qualunque posto andrai potrai giocare. Quando avrai trovato o
costruito un confine, un limite, potrai divertirti a passare da dentro a fuori. L‟importante é sapere
che stai uscendo da un luogo per entrare in un altro e il gioco consiste proprio nel vedere in quanti
modi si può fare>>. Siamo pronti per il bim-bum-bale-giù e il gruppo inizia a giocare. Dopo un
iniziale assalto alla piscina si iniziano a formare i gruppi di gioco. S., B., M., I., S., V. e G. unica p.
rosso, si appropriano del “ciambellone” (è una grande ciambella di gommapiuma ricoperta di similpelle
gialla) e iniziano un gioco. Mentre sei di loro camminano sul bordo, una è dentro al buco centrale con
sopra i piedi delle palline morbide. Cantano una musichetta senza parole. Si fermano e chi sta dentro
viene fuori con in mano un piccolissimo bambolotto che I. era venuta precedentemente a farmi vedere.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Le osservo e sento che tra loro sono in sintonia, il rito della nascita è potente e condiviso! Hanno sul
volto dei grandi sorrisi e il gioco le coinvolge per tutto il tempo della seduta. Ogni tanto sento il loro
sguardo che mi cerca, come a volere una conferma. Io sorrido, approvo e non dico nulla. Su un
cuscinone A., L. e A. stanno sdraiate sotto un altro cuscinone. Sono immobili. Dormono? Mi
avvicino mi siedo a terra e inizio a giocare con una pallina morbida. La faccio rotolare sul pavimento
da una mano all‟altra. Avanti e indietro e poi la sollevo, la guardo e faccio come se fosse un neonato.
Lo avvicino alla guancia e la cullo. La accarezzo piano e le parlo sottovoce. La prima ad alzarsi è L.
che si avvicina diretta e mi dice:<<Posso giocare anche io?>>. Le offro la mia pallina che lei prende
ma poi si alza e ne va a cercare un‟altra per me. Torna e ricominciamo a giocare. Ci passiamo
dapprima le palline poi ognuna prende la sua e la coccola. Nel gioco arriva anche A. già dotata di
palla. L. si mette la palla sotto la maglia e dice:<<Guarda ho la sisetta!!>> e tutta orgogliosa va a
cercare la seconda, la indossa e si fa vedere in giro. Dopo arrivano anche i maschi a far vedere i
muscoli! Quando L. torna, A. si è messa la pallina sulla pancia e mi dice:<< io qui ho un figlio!>>
Subito L. la imita e la loro gravidanza viene orgogliosamente mostrata a tutti-e per tutta la stanza.
Le bambine del ciambellone mostrano allora orgogliose il loro figlio. C‟è allegria vivace ma non
confusione. Tornano a sedersi davanti a me, tirano fuori la palla dalla maglietta e
dicono:<<E‟nato!>> A. dice:<<La mia è una femmina>>.
(…)
I “forzuti” F., S.e I. (p.blu) stanno giocando a cercare luoghi. Con loro ci sono anche dei p.rossi
V., L. S e M. e A. (3 anni). Sui materassi, sotto il ponte, dentro la piscina, sui tappetoni. Ad un certo
punto li vedo saltare, da un luogo all‟altro, senza toccare il pavimento. F. si accorge che lo sto
guardando con ammirazione e gli dico:<<Bello! Siete riusciti a trovare un modo davvero originale.
Mi sembra…>> e F. finisce la frase:<<un ponte>>. E‟ fiero di sé, sudato ma felice. Lo stop ai giochi
è come sempre doloroso. Questa volta verbalizzo anche:<<Ora dobbiamo trovare un posto comodo
perché il tempo che abbiamo a disposizione è finito!>>. Durante il rilassamento canto la “Ninna
nanna del chicco di caffè”. Quando termino chiedo ai bambini e alle bambine di chiudere gli occhi e
sentire se il loro corpo è tutto dentro, sopra, il posto scelto o se una parte è rimasta fuori. Vedo
l‟attenzione alla richiesta perché fanno piccoli assestamenti. Poi dico:<<Ora, quando siete pronti e vi
alzate, fate attenzione a quale parte del vostro corpo mettete per prima fuori>>. Nell‟alzarsi c‟è
silenzio, c‟è lentezza e c‟è ascolto del proprio corpo in movimento.
Riordinato tutto il materiale, rimesse le scarpe, ci sediamo. I due gruppi delle bambine,
raccontano i loro giochi e con soddisfazione che hanno giocato a far nascere un bambino o una
bambina (dentro-fuori). I maschi raccontano che hanno trovato “un sacco di posti” e poi dice
F.:<<Abbiamo saltato da un confine all‟altro, quello dei materassi.>> Due di loro verbalizzano che
sono usciti con le mani. Molti con la testa e con i piedi. Chiedo:<<Ma il nostro corpo ha un
confine?>>. A. mi guarda e fa si con la testa poi dice:<<Sì, la pelle!>> e guardandosi la mano
dice:<< E delle mani le unghie>>. F.:<<I capelli della testa!>>. Terminato il giro di verbalizzazione
ci guardiamo per vedere i nostri volti e le espressioni che abbiamo. Siamo tutti-e contenti. Dico al
gruppo:<< Bene! Ora piano, piano apriamo la porta…>> e A. mi dice:<< E quello è il confine della
stanza Arancione!>> Ci pensa un attimo e poi aggiunge: <<Poi passiamo anche quello della stanza
Verde. Sono due i confini che attraversiamo!!>>
.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
I Pallini Blu
preparano l‟accoglienza a Ghirlando
Palestra (febbraio 2008)
Dopo la superba domanda:<<COME FACCIAMO AD ESSERE VIVI?>> la vita e la nascita
sono diventati spunti di riflessione importanti e in più occasioni, nel laboratorio psicomotorio, sono
stati rielaborati.
In palestra, durante l‟attività psicomotoria con il grande gruppo (tutti i pallini gialli, rossi e
blu), è stato proposto loro di giocare alla nascita partendo dall‟uovo. (L‟uovo era stato menzionato
durante un grande cerchio alcune mattine prima). Il materiale proposto sono le stoffe. La proposta
ha incontrato, da parte di alcuni, un po‟ di resistenza suscitando voglia di correre, urlare. Molti
hanno iniziato a giocare prendendo le stoffe e mettendole sulle spalle, intorno alla vita. Alcuni
coprendosi la testa.
Durante il gioco G. N. (pallino rosso 4 anni) è venuto a propormi il gioco con la palla che
avevamo fatto la volta precedente. Quando l‟ho invitato a giocare con il maestro Patrizio, si è
allontanato ed è andato a giocare insieme a M. che ha un lungo telo di stoffa blu. Io sono seduta in
fondo alla palestra e osservo le varie situazioni che si stanno creando. Gironzolano fantasmi, principi
e principesse. (…)
Ghirlando scrive ai Pallini Blu
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Lettera ai Pallini Blu
C’era una volta, bambine e bambini
E ancora c’è, miei cari pallini
Ve lo racconto con molta allegria
Una fanciulla di nome Sofia.
Chi è Sofia? Io che vi parlo
In queste righe dovrei spiegarlo
Dovrei spiegarlo con le parole
Che, già lo so, non bastan da sole.
Facciamo finta, nei nostri pensieri
Che sia una fata con tanti poteri
Che appare sempre come a lei piace
In tante forme, come è capace.
A volte è donna, a volte è bambina
A volte è come una bella nonnina
Qual è il suo volto? Qual è la sua età?
Sembrerà strano: nessuno lo sa.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Sofia è da sempre un’innamorata
E cosa cerca il suo amore di fata?
Ama conoscere, ama pensare
Ama scoprire, ama cercare
Ama le cose nascoste o già viste
Ciò che è invisibile eppure esiste
Ama il silenzio, il sentire, il pensare
Ama capire ed ama osservare.
Lei gira il mondo, rotondo e grande
E si diverte a fare domande
Domande magiche con tante risposte
A volte facili, a volte nascoste.
Come ciliegie son le domande
Qualcuna piccola, qualcuna grande
e come frutti nascosti dal seme
lei con un filo le tiene insieme.
E’ un filo magico, e lei ve lo manda
Potrete appendervi ogni vostra domanda
Anche una scatola col filo trovate
Cosa c’è dentro? A scoprirlo provate.
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N. 1, Agosto 2008
Ma perdonatemi, sono distratto
Io non mi son presentato affatto!
Ora lo dico, in confidenza
Poi vi saluto, abbiate pazienza.
Sofia, sapete, ha tanti amici
Come una pianta che ha tante radici
Sono FILOSOFI… che nome strano
Le voglion bene, le danno la mano.
Anch’io che adesso vi sto parlando
Sono un filosofo, mi chiamo Ghirlando
Chissà che non mi incontriate per via
Con la mia dolce amica Sofia.
A presto dunque, cari pallini
A presto dunque, maestre e bambini
Io vi saluto, Sofia vi manda
Un bacio dolce come una domanda.
Ghirlando, il filosofo giramondo
Maggio 2008
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N. 1, Agosto 2008
Dopo l’arrivo della lettera di Ghirlando, l’insegnante scrive al
gruppo del Filo di Sofia:
Carissimi e carissime Filanti vi informo che ieri, 22 aprile, è arrivata a scuola
la lettera di Ghirlando ai pallini blu.
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La lettera recapitata ai Pallini
dalle graziose collaboratrici in
veste di postine
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Vi confesso che eravamo molto emozionate.
La lettera ci è stata consegnata da Catia e
Ombretta alla fine del grande cerchio nella
Stanza Arancione.
In quel momento i pallini erano tutti presenti:
gialli, rossi e blu (3-4-5 anni).
C‟e stata comunque una forte curiosità per
quell‟oggetto misterioso che è arrivato. Stefano
infatti aveva messo la lettera dentro un porta
incensi di bamboo profumatissimo al quale
abbiamo legato un biglietto con su scritti i
destinatari del dono. E‟ stato bello per tutti i
pallini, ma poi abbiamo preferito lasciare solo i
blu durante la lettura della lettera.
Tante le ipotesi sul mittente: il Genius Loci, il
Vento, I bambini di prima, Pomona, gli Amici
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N. 1, Agosto 2008
Alberelli.
Tanti i particolari colti della descrizione di
Sofia: età, forma, magia, fare finta che sia una
fata.
Tante riflessioni su ciò che ama e quello
che non ama perché non lo scrive:
leggere.
La ricerca di cosa esiste e non si vede:
vento, pensiero, profumo, luce e musica
oltre al Genius Loci
Il filo di Sofia è come “un abbraccio”
che stringe le domande e le parole.
I “filofoni”, i filosofi, nella lettera,
hanno il nome come se fosse “scritto in
cinese”.
Tante ipotesi su Ghirlando che è: un
maschio, un fiore, una ghirlanda.
E tanto tanto altro che per fortuna è
nel registratore vocale, e ora è nelle
mani di Stefano.
Le foto sono, a mio immodesto parere,
belle ma non so se riescono a rendere
completamente l‟atmosfera che era
speciale. Ci siamo divertiti-e molto sia
le creature che noi maestre.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Dopo la lettura della lettera, i Pallini Blu immaginano e
disegnano Ghirlando e Sofia
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N. 1, Agosto 2008
Ghirlando si annuncia
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N. 1, Agosto 2008
Da Ghirlando ai Pallini Blu
Son Ghirlando! Son Ghirlando!
Finalmente sto arrivando!
Che bellezza, che emozione
che fantastica occasione!
Ma, Pallini, c’è un problema
(ci pensavo ieri a cena),
ve lo devo confessare:
ho problemi col parlare.
No, scusate, ora mi spiego:
parlo molto, non lo nego,
ma con voi, alla vostra età
è per me una novità!
Ne parlavo con Sofia,
le dicevo: «Mamma mia!
Riuscirò a farmi capire?
Li farò forse dormire?
Li farà forse annoiare
Il mio modo di parlare?
Come faccio? Come faccio?
Devo togliermi d’impaccio!»
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N. 1, Agosto 2008
E Sofia, come un bel sole
m’ha scaldato di parole
e m’ha detto che parlare
assomiglia un po’ a mangiare.
Cresce il corpo se mangiamo,
tutto il resto, se parliamo;
serve un poco di attenzione
per non fare indigestione.
Quando io vi scrivo in rima
a trovarle faccio prima
le parole più condite,
le più dolci e saporite.
A parlare è complicato
ma mi sono assicurato:
tradurranno le maestre
le parole più maldestre.
E così son più sereno,
e veloce come un treno
vi saluto, sto arrivando.
Con affetto, da
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N. 1, Agosto 2008
Caro Ghirlando…
Non puoi immaginare cosa è successo a scuola quando Laura, la collaboratrice
scolastica, è arrivata con la tua lettera tra le mani! F. si è avvicinato e ha letto il
mittente che avevo scritto sulla busta. Ha detto a tutti <<E' di Ghirlando! C'è scritto
DA GHIRLANDO vuole dire che è lui che ce la manda>>. Un grido di gioia si è alzato
e i più curiosi sono venuti a verificare di persona.
Laura ha poi detto che il postino aveva il compito di ritirare una scatola. Tutti hanno
detto che era quella già pronta per Ghirlando. Orgogliosi hanno consegnato la scatola
che <<Per fortuna era pronta!>>. Nel grande cerchio abbiamo letto la lettera e V. prima
che io iniziassi a leggere mi ha interrotta per dirmi:<< Ho scoperto una cosa importante!
La lettera di Ghirlando era scritta con tutte rime!>>.
Dovevi vedere la loro espressione alla parola Problema!
Hanno capito che le maestre dovranno <<usare altre parole>>.
Hanno cercato di immaginare le parole calde come il sole di Sofia<<Ghirlando non ti
preoccupare, io sarò con te!>>.
E hanno poi trovato le loro parole calde:<<non temere non ci annoierai... >>.
Sono felici e abbiamo chiesto chi volesse domani partecipare al tuo arrivo: i blu tutti, i
rossi sette o otto e quattro giallini!
I pallini blu hanno deciso di mostrarti personalmente il loro lavoro. La seconda lettera è
stata incorniciata e poi ci sono le sorprese che non ti dico, altrimenti che sorprese sono?
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N. 1, Agosto 2008
Dopo l’incontro
Caro Armando…
Caro Army ci saresti dovuto essere! E' stato bello ed emozionante.
Ghirlando era affascinante e sicuro di sé.
I pallini tutti, non stavano nella pelle. Sono stati puntuali con le domande giuste, al
momento giusto e lo hanno circondato di affetto e curiosità.
Graditi i doni portati e le storie raccontate da Ghirlando.
I pallini blu non hanno potuto assaporare come avrebbero voluto la sua presenza ma
hanno saputo aspettare. I blu avevano da soli preparato il materiale per l'incontro e
l'accoglienza è stata "sublime", come tu ben sai, e curata.
Credo proprio che sia andato bene e
sicuramente lascerà tante belle emozioni
nelle creature.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Ghirlando sei stato bravo e hai detto
le parolacce giuste!
Hai visto che belli i nostri pallini blu?
Non ci siamo neanche accorti che eravamo
seduti da due ore! e come ci hanno tenuto
a farti ascoltare la canzone di Branduardi
"Si può fare". A.voleva anche farti
ascoltare "Di sole e di azzurro" e che ha
voluto ascoltare anche durante la
Ghirlando travolto da filosofica passione
merenda.
Di materiale per lavorare ce n'è anche troppo.
Armando devi sapere che la pallina rossa C. ha chiesto a Ghirlando se il prossimo anno,
quando lei sarà pallino blu, tornerà ancora! E' bello, abbiamo offerto una grande
opportunità di sperimentare modalità nuove e la possibilità di ampliare la conoscenza.
Le foto e il video sono in possesso di Stefano che al più presto ce ne darà degli assaggi,
spero.
Vi bacio e abbraccio.
Grazie e non mi stancherò mai di dirlo, mi avete donato un anno ricco di emozioni, di
nutrienti incontri e spero di continuare con voi questo magnifico viaggio.
Grazie e a presto,
Uno dei doni per Ghirlando:
una… ghirlanda coi nomi dei Pallini
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N. 1, Agosto 2008
Alcuni doni per i Pallini da parte di
Sofia e Ghirlando
“Ghirlando se si toglie il cappello è ancora Ghirlando?”
Qualche giorno dopo la visita, Ghirlando ha regalato un mappamondo ai Pallini Blu
L‟insegnante racconta:
“Dopo il mappamondo regalato da Ghirlando ai Pallini Blu”
Osservemozione del 29 maggio 2008 durante il laboratorio di psicomotricità nella
stanza Arancione.
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N. 1, Agosto 2008
I bambini e le bambine decidono che vogliono giocare e ballare con la musica e le
stoffe.
Il gruppo è eterogeneo e numeroso ma, nonostante il numero elevato, sono 23, il
gruppo lavora con tranquillità e calma. Si travestono e mi travesto. Siamo principi,
principesse, cuccioli, mamme, papà e qualche animale. L. ha indossato, con orgoglio, la
gonna fiorata che ha detto essere di Sofia, l‟amica di Ghirlando.
Un gruppo di pallini gialli e rossi ha fatto un grande nido con le stoffe e gioca a
coprirsi e scoprirsi. Ridono, si osservano e parlano tanto tra loro. (…)
Alcune palline rosse stanno costruendo un lettone con materasso, cuscini, coperte. A
turno si sdraiano, si coprono o si alzano. Dopo aver ballato un po‟ mi siedo al centro di
tutte le situazioni che si sono create e osservo. La musica è vivace eppure, ad un certo
punto, mi ritrovo B., I., S., S. e G. sedute davanti a me.
B. ha un dono per me. In una bustina di carta argentata c‟è un magnifico velo verde
(in un‟altra seduta l‟avevo messo sui miei capelli). Lo estraggo e la ringrazio. Dopo
averlo srotolato me lo pongo sulla testa.
Quando il telo scivola dalla mia testa, I. mi dice: <<Maestra, ti posso chiamare
mamma?>>. Sono sorpresa dalla domanda. Allora dico a I. che, quando giochiamo nella
stanza Arancione, possiamo trasformarci in tutto ciò che vogliamo. In una mamma, in
una principessa, in una figlia, in un orco o nel vento. S. allora esclama: <<Come Sofia!!
Anche lei si può trasformare in tante forme!!>> Allora concordano che lì mi possono
chiamare mamma. Durante la chiacchierata in cerchio, chiedo a L. come si sente e lei mi
dice: << Oggi sono stata proprio bene!!>>. Chiedo al gruppo se l‟hanno notato, e se
sanno il perché. Loro rispondono: <<Perché nessuno ti ha dato fastidio>>, << Perché
hai giocato con il cuore!>>, << Perché oggi ti sei presa la bellezza e non come l‟altra
volta che ti eri messa nell‟armadio!>> (L. la volta precedente, per non cedere alla
richiesta di A. di darle la gonna, non era riuscita a giocare per sé la bellezza, pur
affermando che gli altri l‟avevano giocata. In quella stessa seduta G. aveva affermato:
“L‟amore è fatto di cose belle!”>>).
Dopo il rilassamento le bambine continuano a darmi nomi; I. mi dice: <<A me sembri
Ghirlando!>>. S. alza il tiro e dice: << Allora per me ti chiami Sofia!>>. S.: <<Io
preferisco chiamarti mamma!>>. Ricordo loro che stiamo uscendo dalla stanza per
andare a fare merenda e allora G., quando siamo già nella stanza verde, mi dice
all‟orecchio: <<Maestra, ti posso chiamare “gesto d‟amore”?>>.
Ieri avevo consegnato loro il mappamondo. E‟ bastato veramente poco per far
emergere i ricordi della bellissima esperienza vissuta. Ho proposto a tutti i blu, dopo il
grande cerchio, di fare il disegno di Ghirlando. Francesco ha subito detto che avrebbe
scritto una rima.
Marina P.
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N. 1, Agosto 2008
Oggi, al temine dell'accoglienza nella stanza Arancione, alla mia domanda:<<Come vi
sentite?>> tutti -e mi hanno risposto bene e allora ho chiesto:<< perché?>> e loro hanno
risposto:
<<Perché c'era calma, c'era pace, silenzio e tranquillità. Eravamo felici e contenti,
stavamo proprio bene!>>
Rimettendosi le scarpe, la pallina Rossa G. P., ha detto a voce alta:
<<Sì, perché l'amore è fatto di tante cose belle!>>.
S. ha fatto partire un applauso, io ho scritto la frase su un foglio con il colore rosso, che
ora è nel laboratorio del Mondo di Filo Sofia e tutti-e siamo stati d'accordo sulla
ricchezza di questo pensiero!
Il laboratorio dei Pallini
Mio carissimo Ghirlando Giramondo, i pallini blu oggi hanno deciso il nome del
laboratorio, dello spazio dedicato alla loro nuova attività : IL MONDO DI FILO
SOFIA.
Ci è sembrato bellissimo. Abbiamo deciso che conterrà tutti i tuoi doni, le tue lettere, il
Filo steso e le domande appese, il ritratto di Sofia e il tuo.
Lo sai che tutti i genitori, anche quelli dei gialli e dei rossi,quando gli nomino Ghirlando
mi dicono: ah si lo so! Me ne ha parlato, mi ha detto che è pelato? (qualcuno ha
aggiunto!)
Oggi ognuno di noi, maestre comprese, ha preparato un piccolo quadro con il significato
del nome che ci hai portato. Sono belli e poggiati sul telo blu sfumato come il cielo! Sono
perfetti. Stiamo pensando di disegnare, su delle tende bianche, delle greche che faranno
da cornice ai loro lavori: disegni, scritti spontanei, domande e tutto quello che verrà.
Marina Perrone (referente del Filo di Sofia per la Scuola dell‟Infanzia)
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N. 1, Agosto 2008
Classi mimetiche (Mimopaideia e poesia)
Titolo del progetto:
Mimopaideia e poesia
Premessa:
Con il nostro intervento proponiamo per gli alunni della Scuola Elementare un percorso artisticoespressivo fondato sul recupero della capacità mimica.
La mimesi, che ha le sue radici nell‟umanità dell‟uomo, è divenuta oggetto di riflessione per la nostra
cultura fin da Platone, ed è a fondamento della Poetica di Aristotele; nel „900 Orazio Costa
Giovangigli (maestro indiscusso del teatro italiano e per anni animatore dell'Accademia Nazionale
d'Arte Drammatica) costruisce, sulla riscoperta e l‟esercizio di questo principio, il Metodo Mimico che,
in oltre mezzo secolo di sperimentazione sia in ambito artistico sia nel più vasto ambito educativo, ha
avuto innumerevoli riscontri.
Il Progetto Mimopaideia porta avanti con nuove energie e con significativi sviluppi, questa ricerca.
Mimare è creare, mediante noi stessi, una relazione tra noi e qualcosa di distinto da noi; è ritrovare
quel punto vivo (come lo chiama Luigi Pirandello) che è in noi e che ci consente di relazionarci in
maniera appropriata con quel che è distinto da noi, e di ricrearci ad immagine e somiglianza di
qualunque realtà; è risvegliare una percezione endocorporea immersa nella dinamica di uno slancio
vitale; è emozionarsi (dal latino "ex-moveo") ed esprimersi attraverso un giocare qualificato del corpo
e della voce.
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N. 1, Agosto 2008
Identificazione degli obiettivi:
Obiettivo generale:
-
Dar vita a un Laboratorio di Teatro Corporeo Terapia
Obiettivi principali:
-
Sperimentare e prendere coscienza del rispecchiamento mimico con la realtà interna ed esterna;
-
Esercitare la voce in relazione mimica con il corpo;
-
Creare uno spazio di ascolto per le difficoltà e necessità che possono affiorare durante il
percorso scolastico attraverso la riflessione verbale e il dialogo corporeo;
Sottobiettivi:
-
Far muovere i bambini verso una particolare attenzione e sensibilità circa la possibilità di
imparare da ciascun bambino;
- Far emergere dinamismi artistico-espressivi propri di ciascun bambino;
- Far riscoprire al bambino la propria capacità di ricerca intuitiva e spontanea;
Metodologia:
Si utilizzerà la Teatro Corporeo Terapia (uno dei percorsi sviluppati all‟interno del Progetto
Mimopaideia) che è frutto di una ricerca più che ventennale animata da Gilberto Scaramuzzo che ha il
suo principio nel Metodo mimico di Orazio Costa Giovangigli, e si avvale di numerosi altri percorsi
teatrali (tra cui il Teatro dell'oppresso di Augusto Boal) e dell'incontro con la Filosofia dell'educazione
di Edda Ducci. Questo percorso prevede che i bambini siano sollecitati nella ricerca di una condizione
espressiva originaria e non condizionata da un giudizio giusto/sbagliato. Per raggiungere le finalità del
progetto secondo i principi della Teatro Corporeo Terapia, verrà favorito lo sviluppo di uno spazio
interno per l‟ascolto e l‟introspezione finalizzate al lasciar accadere spontaneamente l‟espressione
corporea e vocale.
I testi delle poesie saranno lo strumento che accompagnerà il corpo in una danza dinamica, unica e
irripetibile per ciascuno dei bambini coinvolti. Tale creazione - al tempo stesso e istintiva e in relazione
qualificata alla realtà evocata - si esprimerà sia nel movimento sia in un’espressione vocale genuina e viva
che nascerà da una ritrovata aderenza tra corpo e voce.
Conduzione:
La conduzione verrà alternata tra la psicologa Elisa Muscillo e l‟educatrice Valentina Tinelli.
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N. 1, Agosto 2008
Mimesi di fine anno,
coinvolgendo i genitori
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N. 1, Agosto 2008
Classe Prima A, „I. Nievo‟ - Mimetici
Insegnanti: Nunzia Andreuzzi, Vincenza Marcarelli
I docenti della Classe Prima, dopo l‟esperienza di filosofia con il ciclo concluso lo scorso
anno scolastico, hanno proposto ai nuovi alunni un percorso di mimesi, avvalendosi del
progetto presentato da due esperte dell‟associazione Mimopaideia (finanziato dai genitori)
che da anni collaborano col nostro progetto e che, in particolare quest‟anno, potranno
collegare le esperienze scolastiche con un progetto più ampio di sperimentazione a livello
universitario (si veda avanti).
L‟esperienza ha avuto un grande riscontro, sul piano didattico e su quello della
socializzazione. I bambini hanno partecipato alle attività, dopo le quali vi era un momento
di riflessione suggerito dalle due esperte, nel quale i bambini avevano l‟opportunità di agire
le proprie emozioni su un piano diverso da quello esclusivamente disciplinare. Tra i risultati
più significativi, il notevole salto qualitativo nell‟ambito della competenza linguistica ed
espressiva. Sono stati molto apprezzati i momenti che riguardavano la drammatizzazione e
la messa in scena di alcune emozioni attraverso il racconto, anche in forma di fiabe. Alla
fine del percorso, insieme alle altre classi si è svolta una rappresentazione mimetica che ha
coinvolto anche i genitori, sorpresi e subito catturati dalla novità.
Docenti del team
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N. 1, Agosto 2008
NA(RRA)ZIONI UNITE
Le classi I A e III A del plesso „I. Nievo‟
gemellate in un progetto
per riflettere sulle emozioni
Relazione progetto “Filo di Sofia”
classe prima plesso "Ippolito Nievo"
1° quadrimestre
Gli insegnanti della classe prima hanno introdotto il progetto attraverso la mimesi, progetto
collegato al “Filo di Sofia”, ma finanziato dai genitori.
Tutti gli alunni hanno dimostrato fin dai primissimi incontri un grande entusiasmo ed interesse
per queste attività. Soltanto due di loro sono stati inizialmente un po‟ timorosi nell‟intervenire e
partecipare ai vari giochi proposti. In seguito, invece, si sono lasciati coinvolgere pienamente. Questo
cambiamento dei due alunni ha comportato delle ripercussioni notevoli anche sul piano didattico e su
quello legato alla socializzazione in classe.
Dopo ogni intervento delle due esperte, Valentina ed Elisa, i bambini sono stati invitati dagli
insegnanti ad illustrare il momento più significativo dell‟attività svolta. I bambini hanno partecipato
con molta carica emotiva modo di agire le proprie emozioni su un piano diverso da quello
esclusivamente disciplinare. Un importante successo è stato registrato nell‟ambito della competenza
linguistica ed espressiva che, grazie a questo progetto, ha potuto compiere un notevole salto qualitativo
potenziando le prerogative della programmazione annuale di inizio anno. Il passo successivo ha
previsto la presentazione e l‟introduzione di un nuovo percorso espressivo attraverso la “mimesi”.
Ovviamente, per molti bambini il significato della parola era sconosciuto ma la professionalità delle
esperte unitamente al clima creato attraverso gli incontri precedenti ha immediatamente condotto
l‟intero gruppo al appropriarsi attivamente dei correlati cognitivi ed emotivi di cui si compone la
tecnica. Peraltro, si è proceduto consegnando ad ognuno di loro delle schede con raffigurazioni di
bambini che avevano delle espressioni diverse sul volto; gli alunni dovevano comprendere l‟emozione
raffigurata, cioè, tristezza, gioia, felicità rabbia, ecc. Dopo aver svolto il compito è stata stimolata una
conversazione ed ognuno di loro ha avuto modo di esprimere la propria opinione sulle diverse
emozioni agite e sulle differenze che intercorrono tra quelle considerate di segno positivo e quelle
negative. La partecipazione iniziale, timida per alcuni, è stata ampiamente corroborata da una
massiccia e emozionante voglia di intervenire ed esprimere la propria. Dunque, tutti hanno raccontato
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la loro esperienza ed hanno espresso la loro gioia di partecipare attraverso delle frasi e degli
atteggiamenti pregevolmente creativi. I due alunni che mostravano una certa ritrosia iniziale hanno
perseverato ma con un interessato e attento distacco. Tuttavia, il loro atteggiamento tendenzialmente
guardingo è stato intervallato da interventi di notevole spessore sul piano del coinvolgimento emotivo.
In termini di programmazione educativo-didattica, con tutta probabilità, negli incontri che seguiranno
si avrà la possibilità di consolidare le competenze acquisite in termini di espressività, nonché di
migliorare ulteriormente il clima sociale gioioso e proficuo che si è sviluppato nel corso dei mesi.
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Relazione attività progetto “Filo di Sofia”
A.S. 2007/2008 Classe I° “Ippolito Nievo” Cava dei Selci
2° quadrimestre
La classe I nel corso del 2° quadrimestre ha continuato a svolgere le attività in programma nel
progetto. Nel dettaglio la classe con cadenza settimanale ha partecipato alle iniziative proposte dalle
operatrici esterne che hanno continuato a realizzare i vari punti in programma nel progetto. I vari
momenti in cui i bambini della classe hanno partecipato con maggiore attenzione sono stati quelli che
hanno riguardato la drammatizzazione e la messa in scena di alcune emozioni attraverso il racconto. I
temi centrali che hanno avuto maggiore successo tra i bambini, e che hanno orientato le scelte delle
operatrici e dei docenti coinvolti, sono stati presentati agli allievi sotto forma di fiabe. Da queste si è
partiti per snocciolare alcune riflessioni e alcuni interventi che hanno animato i diversi incontri. Le
fiabe, dunque, hanno costituito anche l‟occasione di stimolo per le varie scene che venivano suggerite
dalle operatrici. I bambini hanno dimostrato di cogliere alla perfezione l‟essenza del percorso proposto
partecipando con modalità comunicative imprevedibili e particolarmente significative. Infatti, hanno
espresso suggestioni di elevato valore sul piano dei contenuti cercando autonomamente delle chiavi di
lettura degli argomenti e dei lavori che venivano propinati. Potremmo considerare l‟intero percorso
un‟autentica occasione di crescita e di sviluppo di quelle capacità comunicative ed espressive che
rappresentano la condizione di base per ogni apprendimento e per ogni sapere. Il valore aggiunto è
possibile ricavarlo dal facile e attivo coinvolgimento di alcuni degli allievi della classe, conosciuti
essere tradizionalmente riluttanti a partecipare ad iniziative in cui l‟elemento della socialità e dello
stare in sintonia con l‟altro diviene preponderante. A dimostrazione del successo dell‟iniziativa sono
stati prodotti dai bambini una serie di disegni. Peraltro, sono state videoriprese le immagini e i
momenti salienti delle attività svolte. A coronamento dell‟intero percorso si sta preparando per la fine
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dell‟anno scolastico una drammatizzazione che vedrà coinvolti gli allievi e i docenti in una sorta di
partecipata attenzione ai temi caldi trattati.
Docenti del team
Mimesi degli elementi (vedere a „Mimesi per l‟educazione‟)
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Classe Terza A, „I. Nievo - Estetici Po/etici Mimetici
(I terribili Lupetti)
Insegnanti: Filomena Panella, Silvia Camaiti, Silvana Brancaccio.
Stefano Bacchetta:
La classe Terza, „veterana‟ della mimesi fin dal primo anno, ha sperimentato diversi
percorsi filosofici e si è comunque caratterizzata fortemente per l‟esperienza fatta con le
esperte esterne, che è stata in seguito corroborata dalla collaborazione con l‟università Roma
Tre per un progetto di sperimentazione della mimesi in chiave educativa (vedere a „Mimesi
per l‟educazione‟).
Data la natura problematica della classe, si è anche proposto un percorso „dall‟estetica
all‟etica‟, partendo dalla sensibilizzazione e la riflessione rispetto alle opere d‟arte, al
successivo lavoro di pittura, combinato con esperienze di mimesi e di lavoro congiunto per
l‟apprendimento delle regole della convivenza.
Dall‟Estetica all‟Etica, seguendo il Filo… di Sofia.
Dall‟Estetica all‟Etica, non solo per giocare con le parole, ma con l‟intenzione di
educarci alla convivenza partendo dall‟educazione con/alla Bellezza. In entrambi i casi
occorre „cura‟, dei particolari e per il prossimo, osservazione e ascolto (oltre i sensi
della vista e dell‟udito). Per questo, ci è sembrato interessante il semplice esercizio di
descrivere nei particolari un singolo quadro, cercando di essere il più possibile chiari e
precisi (evidenti le connessioni disciplinari con la lingua italiana ma non solo) affinché
la compagna o il compagno, basandosi solo sulla descrizione scritta, potesse riprodurre
quel quadro. L‟esatto contrario di una gara di pittura, ed un fortissimo stimolo alla
collaborazione e al „creare‟ condiviso. Un buon inizio per imparare a star bene
insieme.
Abbiamo cominciato a lavorare sull‟Arte e sulla pittura.
Prima abbiamo osservato e riflettuto su alcuni quadri famosi, poi li abbiamo descritti e alla fine abbiamo
provato a ridipingerli senza vederli, solo con la descrizione scritta fatta da una compagna o un compagno.
Poi abbiamo cominciato ad usare gli acquerelli su dei semplici paesaggi.
Come sempre, i Lupetti della Terza A utilizzano, per firmarsi, i loro „nomi indiani‟.
L‟originale
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Disegno di Rosa che sboccia, su descrizione
di Cochise
Cochise da Rosa che sboccia
Ali di lupo da Fiore profumato
Occhi di stelle da Occhi di girasole
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Fatina rosa da Farfallina
Estate fredda
Fiore profumato
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Occhio di lupo
Occhi di girasole da Occhi di stelle
Quando dipingo mi sento bene perché mi fa
pensare alle cose vere. E poi perché è una cosa che
ti fa ricordare quello che hai visto, e apposta
esiste la pittura e poi perché inventi cose
bellissime, e perché la pittura è magica e
spettacolare.
E perché ci si usano i colori di tutti i tipi e poi
quando vedi quando hai fatto te rimani a bocca
aperta e pure la gente. Il mio sogno è la pittura.
Quando il maestro mi dice di fare un bel disegno
e di pitturarlo, io sono molto contenta e si
scatenano in me diverse sensazioni, una fra queste
è il fatto di essere liberi e creativi, mi sento come
un uccello che vola, poi, la libertà di usare i colori
come voglio io un po‟ come Picasso.
Fiore profumato
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Quando pitturo, mi sento una sensazione
bellissima che non finisce mai.
E una sensazione bellissima per me, perché è una
sensazione che mi piace molto, mi fa sentire felice,
serena e amichevole.
Per me la pittura è una cosa che non finisce mai.
Rosa che sboccia
Io quando pitturo provo una sensazione
bella, perché mi sembra di vedere la
realtà del mondo nei paesaggi che
disegno sul foglio.
Volpe seducente
Io durante la pittura mi trovo bene. Io a
disegnare mi diverto, perché quando
faccio dei disegni mi sento dentro di me.
Quando faccio, a me piace tanto
disegnare, perché le cose che faccio le
sento dentro di me. Quando incomincia
la lezione della pittura, io incomincio a
divertirmi.
Occhi di girasole
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Farfallina
A me piace molto pitturare. Quando
pitturo mi rilasso e sto bene per me la
pittura è come sognare.
Mi piacciono molto i colori perche mi
sembra di vedere l‟arcobaleno.
Mi piace anche mescolare i colori e fare il
verde acciaio.
Occhio del lupo
Quando dipingo penso a che devo fare ai colori che
ci devo mettere e sono contento mentre lo faccio.
Mi piace tanto dipingere le cose il mare, e il fiume,
l‟erba. Fra queste cose preferisco di più dipingere
l‟erba. Poi penso ai pittori che mettono tanti colori
dal più chiaro al più scuro rendono tutto il quadro
piu bello.
Cochise
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Occhi di stelle
Io mentre dipingo provo tante emozioni che
sarebbero: mi sento libero e respiro meglio quando
dipingi la natura e i suoi colori, soprattutto il
rosso e quando faccio i dipinti autunnali non mi
sento solo perché ci sono le foglie che cadono e
fanno un tappeto di colori e di figure così mi sento
in compagnia.
Mi piace dipingere le emozioni del mio cuore una
sarebbe di abbracciare mio fratello e mia sorella e
questa cosa mi viene quando disegno il mondo o
quando disegno che mi ricordo la Polonia.
Ali di lupo
Mentre pitturo, mi sembra che anche io sono un
disegno, con un pennello che sfiora i tetti delle
case. Mentre pitturo mi sento benissimo, perché mi
sembra che sto in un prato verde con molti fiori
profumati. Interpretando la pittura mi sento una
vera artista, che fa disegni particolari e belli.
Pitturando esprimi quello che hai dentro, e questo
è molto bello. Mentre pitturo insieme alla classe mi
sembra che io sono la maestra è davvero bellissimo
perché sembra che tu fai il disegno più grande e
più bello. La pittura è un momento di pace che ti
fa capire che c‟è un silenzio clamoroso. La pittura
è davvero bella perché sembra che dentro alla
classe non ci siamo. Insomma la pittura è super
bella e a me piace molto, perché sembra che sto con
la mia compagna e disegnamo insieme.
Interpretando la pittura con il pennello disegni i
disegni più belli con molti colori e molte cornici.
Insomma è proprio bello!
Fatina rosa
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Quando disegno io provo una sensazione di
piacere, divertimento e rilassamento e stupore. Mi
sento leggero come l‟aria e salgo in alto mentre
dormo e volo… ma dopo scendo… arivo al cielo
scendo… ma c‟è un problema: mi sveglio e invece
di disegnare faccio dei bellissimi ritrati mitologici
con colori freddi alla maggiore dei colori caldi e --paesi uguale ai nostri.
Pioggia dei lupi
A me piace pitturare con i colori e i pennelli. Mi
piace colorare il ruscello, il sole, le case, il prato, le
montagne, la neve.
Mi piace usare i colori scuri perche si vedono bene.
Quando pitturo io mi diverto tanto e sono allegro.
Mi piace usare un colore per volta, senza
mischiarli. Il colore che mi piace di più è il rosso
perché è forte.
Quando io pitturo non vorrei smettere mai perché
non mi stanco mai e mi diverto.
Estate fredda
Rana che salta
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„Mimopaideia e poesia‟ col Filo di Sofia. Trasformarsi per conoscere e conoscersi
Con
l‟associazione
„Mimopaideia‟
(progetto
ideato
da
Gilberto
www.mimopaiodeia.it), stiamo lavorando nell‟ambito del progetto „Il Filo di Sofia‟.
Scaramuzzo,
„Fare la mimesi‟, cioè „esperire in movimento‟, è entrare in un luogo oltre la concettualità, oltre le
definizioni, oltre persino il concetto di tempo. Nessun futuro, allora, ma un eterno presente, un
viverepienamente il momento, forse quella consapevolezza di cui parlano i maestri zen, che, come nel poetare di
Rilke (la bellissima VIII elegia) „salva l‟animale‟ e, a maggior ragione, liberi il bambino. Non a caso,
leresistenze ad una simile pratica aumentano con l‟età, man mano che i concetti si sostituiscono all‟istinto.
La mimesi, tuttavia, non è puro istinto animale; in questo caso, il trasformarsi in qualcosa ha comemediatore il
signum della parola, caratteristica squisitamente umana.
A che giova invitare i bambini ad una tale pratica? Se obiettivo di un educare sano è rendere liberi, quale
pratica più della mimesi, in altre parole del „far toccare l‟immediato‟, rende libero il bambino, e la persona in
genere, dal concetto, dai ricordi, peculiarità umane che debbono servire l‟essere, non incatenarlo?
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Tanto più importante, allora, è questo suo imparare a toccare, senza mediazioni, ciò che ha dentro,
ad esprimerlo in parola e gesto corporeo, ma anche a trasformarsi, senza la pericolosa tentazione di
restare bloccati. Ma la mimesi può essere di più: educazione alla trasformazione, alla consapevolezza
del mutamento in noi e fuori di noi, consapevolezza che il bambino non ha ma, appunto, esperisce e
vive in maniera rassicurante e piacevole. Educazione alla trasformazione, dunque educazione al
distacco e al tempo stesso alla partecipazione; nella mimesi, infatti, non c‟è monopolio dell‟oggetto di
trasformazione. Educazione al libero pensiero, perché non ci sono modi giusti o sbagliati; negazione
del conformismo negativo, a maggior ragione, dunque, educazione alla libertà e al confronto, con gli
altri e con se stessi. Per il bambino, a cui la mimesi è proposta, è educare al passaggio dal grembo
materno a quello del mondo, della vita, da una beatitudine senza scelta, a quella, certo più pericolosa
man mano che si cresce e che ci si immerge nel mondo, ma pienamente consapevole, che diventa
meraviglia continua e continuo, edificante crescere. Esistono infiniti modi di mimare qualcosa o
qualcuno, si possono indicare, però, due diverse tendenze o atteggiamenti: uno che mette in gioco
l‟interiorità del soggetto, in una ricerca, che sfugge alla razionalità, di conformare il proprio essere,
in maniera analogica, alle caratteristiche profonde dell‟oggetto; e un altro, sostanzialmente esteriore,
che predilige la forma superficialmente apprezzabile dell‟oggetto da imitare, che tende all‟apparire
più che all‟essere. (…) Il mimare diventa così il percorso attraverso il quale l‟uomo conosce e esprime
ogni realtà in cui si imbatte, e consente a chi si occupa di lui, ed ha una sensibilità allenata, di gettare
un occhio nel suo mondo interiore (Il mimare per l‟uomo, Gilberto Scaramuzzo,
www.mimopaideia.it).
„Mimare è creare, mediante noi stessi, una relazione tra noi e qualcosa di distinto da noi; è ritrovare
quel punto vivo (come lo chiama Luigi Pirandello) che è in noi e che ci consente di relazionarci in
maniera appropriata con quel che è distinto da noi, e di ricrearci ad immagine e somiglianza di
qualunque realtà; è risvegliare una percezione endocorporea immersa nella dinamica di uno slancio
vitale; è emozionarsi (dal latino "ex-moveo") ed esprimersi attraverso un giocare qualificato del corpo
e della voce‟.
Queste sono le esperienze dei lupetti della classe Terza A di Ippolito Nievo: trasformarsi per
conoscersi e conoscere gli altri.
Durante la mimesi mi è piaciuto, quando abbiamo fatto una alla volta,
noi dovevamo fare quello che ci diceva Valentina.
Dopo questo non mi viene nulla ma se chiudo gli occhi forse lo ricorderò.
Poi abbiamo giocato a specchio specchietto che ci ha proposto Farfallina; è stato un gioco
meraviglioso.
Fiore profumato
Mimesi del quadro: diventare tela e pennello
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Io quando dipingevo, ho dipinto una casa con una piscina e c‟era il sole, ad un certo punto un fulmine
che passava tra le piscine e le distruggeva. Per me, questa musica significava questo.
Invece, quando ero una tela, io sentivo che ___ scaricava tutte le sue arrabbiature sulla tela, senza
accorgersi.
Ali di lupo
Cosa ho provato mentre ero un pennello e cosa ho provato mentre ero una tela
(disegni e testi sono accostati in ordine casuale)
Mentre ero un pennello mi sentivo come se fossi
le pagine di un libro.
Quando io, ___ e ___ abbiamo fatto schiena
contro schiena è stato bellissimo perché ___ mi
spingeva e anche ___ mi spingeva e ci
divertivamo un mondo e ridevamo.
Farfallina
Era bello fare il pennello con le mani e ho
fatto il sole, il prato, il cielo l‟arcobaleno. La
tela era bella, abbiamo fatto la tela con ___
La schiena abbiamo fatto con le mani mi
piaceva il quadro. Per me la musica era bella.
Estate fredda
Quando ___ mi stava colorando la schiena, mi era piaciuto e quando lo coloravo poi la tela è
molto bella, e abbiamo fatto pure schiena contro schiena ma tutti.
Rana che salta
Ho provato di disegnare un pipistrello in
fuoco quando ho disegnato Targen il dio del
fuoco. E invece quando ho provato il
toporagno con ___
Quello con me è stato bello e quello di ___
proprio no! Perché mi faceva solletico!
Perché non lo so, ma proseguiamo con me
certo di si! A adesso mi ricordo perché lo
facevo ridere perché gli facevo solletico poi
danza libera c‟era tutto l‟arcobaleno e gli
uccellini e coni e conigli.
Pioggia dei lupi
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Mentre ero un pennello mi sono sentita benissimo
perché sentivo l‟amore che provavo mentre
disegnavo sulla schiena di ___ Mentre ero una
tela mi sentivo in paradiso. In questa mimesi ho
provato molta gioia, perché era tutto così veloce.
Mentre ero con ___ è stato molto emozionante
perché sentivamo la musica per rilassarci. Era
così rilassante che io mi stavo addormentando.
Una giornata molto ma molto emozionante!
Fatina rosa
Io mi sentivo calmo perche quando
pennellavo chiudevo gli occhi, quindi per me
anche lui è stato calmo, quindi a fare il
pennello mi sono divertito.
A fare la tela non ho chiuso occhi perché il
disegno di ___ lo leggevo nel cervello.
Cochise
Quando ero un pennello mi sentivo come se ___
era un fiore profumato e io lo coloravo e
dipingevo. Mi sentivo anche che io ero un
piccione che dipingeva su un fiore che diceva:
“Mi stai facendo il solletico”, e rideva. Era un
fiore pieno di amore e di amicizia, per me era
felicissimo di stare con la cicogna …. (il
piccione?). E‟ stato un giorno meraviglioso.
Fiore profumato
Io quando ero una tela, mi sentivo rilassata. Io
poi quando ho fatto con ___ il movimento
con le mani le davo una sensazione che si
rilassava. Quando io le ho fatto con le mani
mie. Poi quando abbiamo fatto la mimesi con
le mani mi sentivo un ruscello, che stava
scendendo per l‟aria, io quando ___ mi
ricopiava quello che io facevo, con le mani.
Io mi divertivo, perché era una cosa proprio
bella, la mimesi con le mani. A me, dava una
sensazione davvero bellissima. E abbiamo
fatto anche i balli con la musica.
Occhi di girasole
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N. 1, Agosto 2008
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Mentre io ero una tela sentivo tutti puntini. Rossi,
viola, gialli e arancioni. E mi faceva il solletico
colorato.
Occhio del lupo
Io quando dipingevo, ho dipinto una casa con
una piscina e c‟era il sole, ad un certo punto
un fulmine che passava tra le piscine e le
distruggeva. Per me, questa musica
significava questo.
Invece, quando ero una tela, io sentivo che
___ scaricava tutte le sue arrabbiature sulla
tela, senza accorgersi.
Ali di lupo
Oggi abbiamo fatto la mimesi. Io la mimesi l‟ho fatta
con ___ A me le cose che mi sono piaciute di più sono
quello a spalla a spalla, che ci dovevamo muovere. E
anche quello della tela. Io quando facevo la mimesi con
___ mi faceva divertire. Io quando ho fatto la mimesi mi
sentivo un fiore.
Occhi di stelle
Mentre ____ mi faceva il disegno dietro alla
schiena, io sentivo che mi disegnava: il mare,
il sole, un campo con i girasoli, e il polline
che volava nel cielo.
Mentre ero un pennello mi sentivo libera
felice, perché sentivo che ___ era felice, io ho
disegnato: il cielo, il prato, l‟arcobaleno,
l‟albero, due fiori e tutti brillantini.
Rosa che sboccia
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N. 1, Agosto 2008
Mentre ero un pennello provavo una sensazione bella,
perché la mia mano sentiva la voce del vento nel
disegno, che stavo cercando di fare con la musica sulla
schiena del compagno.
Sentivo anche una voce che diceva (perché era il cuore a
suggerirmela): “stai dipingendo un disegno che viene da
me, io ora sono un fiore che sta sbocciando, perché sei
bravissima e io sono fiero di te, i miei petali sono
diventati rossi per la gioia”.
Mentre ero una tela sentivo la mano di ____, che
sbatteva sopra al mio disegno e me lo cancellava per
mettere al suo posto le sue paure, emozioni e
disperazioni: come se si confidasse con me, ma con un
disegno.
Volpe seducente
Che cosa ho provato mentre ero un ruscello
(disegni e testi sono accostati in ordine casuale)
Io mentre facevo il ruscello ho provato una sensazione bella, perché mi sentivo proprio un ruscello con
l‟acqua che vibrava e scorreva attorcigliandosi.
E lento bagnava la corteccia degli alberi.
I sassi sono in mezzo al ruscello, si bagnavano e ci scivolavi,
io non riuscivo a farli tutti e due insieme nello stesso momento.
E‟ stato bellissimo anche fare il ruscello di ___ perché sentivo le sue sensazioni che sono: che era
diventata un vero ruscello, e che per lei era bellissimo.
Poesia
Il ruscello è un fiore
“Ah si?”
Si proprio un fiore!
Perché quando l‟acqua scorre lenta
gli si copre qualche petalo, invece quando
scorre veloce senza godersi la vista
si richiude.
Volpe seducente
Mentre ero un ruscello mi sentivo anche una
sirena, che giocava con l‟acqua, con le bollicine
piccole. Io mi sentivo felice perché provavo una
sensazione che era da tanto che l‟aspettavo.
Quando facevo la mimesi con ___ vedevo che lui
era contento di stare con me.
Poesia
Mentre ero un ruscello mi sentivo una rosa bianca
che sbocciava a ogni sorriso di un bambino.
Mi sentivo anche un arcobaleno di tanti e infiniti
colori.
Rosa che sboccia
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Mentre ero con ___ ho provato emozione perché
mi sentivo molto rilassata a interpretare il ruscello,
e la cascata. Anche ___ si è divertita insieme a
me. Mentre stavo interpretando il ruscello, mi
sono sentita acqua molto leggera perché mi
sentivo un fiore bellissimo di tutti i colori.
Interpretando la cascata mi sono sentita acqua che
perdeva l‟equilibrio mentre scendeva. Il ruscello è
una bellissima emozione che porta via il male.
Mentre interpretavo il ruscello mi sono sentita una
farfalla rosa, rossa, arancione, gialla, celeste.
Una giornata emozzionante!
Fatina rosa
Mentre ero un ruscello mi sentivo una macchina da
corsa che andava velocissimo e quando ero un
ruscello mi sentivo velocissimo come un lampo.
Occhio del lupo
Mentre ___ faceva il ruscello io sentivo che ___
era tantissimo diverso. Io non ho provato tutta
quel emozione che mi ha dato ___.
Io stavo un po‟ giù e ___ con il ruscello che ha
fatto mi sentivo trasportare da lei un ruscello che
si faceva trasportare da un altro ruscello che mi
dava il VIA!!!
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Quando ero un ruscello ho sentito come se ero
sull‟acqua e nuotavo.
Quando io e ___ ha fatto il ruscello io mi sentivo
come se ero dentro di lui e dopo noi siamo ritornati
a posto e abiamo visto gli altri.
Poesia – Il ruscello
Il ruscello e come un girasole
che brilla nell‟aria.
Farfallina
Quando o fato il ruscello con ___ mi sentivo
felice perche lo ricopiavo e quando lo ricopiavo
mi sentivo un vero ruscello perche non facevo
gare con i miei compagni.
Cochise
Io quando ero un ruscello volevo schizzare e io quando io ho schizzato mi sentiv un vero ruscello. Io
quando ero un ruscello mi sentivo bene. Quando abbiamo visto dentro di noi un ruscello era proprio
bello e ti senti bene, quando abbiamo visto dentro di noi le cascate erano bellissime da morire e a me
mi è piaciuto più quelle delle cascate. E poi quando ho fatto il ruscello con___ mi sono molto
divertita. Quando io e ___ abbiamo visto che abbiamo visto abbiamo riso io mi sono sfogata un po‟.
E‟ bello fare la mimesi. A me è piaciuto il ruscello e le cascate dentro di noi. E‟ bello il ruscello.
Occhi di girasole
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Gli elementi e le mani: vedere a „Mimesi per l‟educazione‟
Io mentre facevo la mimesi con le mani ero diventata un‟altra cosa, che è frutto della mia
immaginazione. Ero diventata un animale con gli occhi azzurri il corpo fino e lungo, però fatto d‟aria.
Poi dietro avevo delle ali colorate e morbide che mi facevano volare nel mondo dei sogni. Poi avevo
dei capelli lunghi e marroni, avevo delle labbra carnose, più di quelle che avevo prima. Era una
sensazione bellissima, vedere il mare e sentire la brezza che ti solleticava il mento. Sentivi le gocce
d‟acqua che sbattevano su altra acqua e si univano, come un uomo e una donna che si uniscono e
formano l‟amore.
Volpe seducente
Mentre interpretavo la mimesi delle mani con ___ e ___, mi sono sentita benissimo perché pensavo
che loro si stessero ricopiando. Ma l‟emozione che provavo era maggiore, della loro. Guardando il
computer sentivo, che ero io: il fuoco, il vapore, l‟acqua. Mi sono divertita molto a capire quello che
provavano ___, e ___. Emozionante!
Fatina rosa
Mentre io e le mie mani facevano la mimesi mi sentivo un mare che brilla e anche un fuoco che
bruciava e mi sentivo benissimo e rilassato molto perché i colori del fuoco erano arancione, rosso, e
blu, e il fuoco e brillante.
Occhio del lupo
Io quando ho fatto la mimesi con le mani provavo una sensazione, che ero l‟acqua che era bianca,
come la neve, che faceva il rumore perché era come una cascata d‟acqua. Era bello fare la mimesi, con
le mani perché ti dava una sensazione come se le mani ti si rilasavano e era la più bella cosa che
abbiamo fatto, la mimesi con le mani.
Occhi di girasole
Mentre facevo la mimesi con le mani, mi piacevano molto le gocce che cadevano e poi sbattevano
nell‟acqua. A me queste immagini piacevano molto, perché mi facevano sentire allegra. Io queste cose
me le sono immaginate più colorate, però mi piacevano molto così.
Rosa che sboccia
Ho visto il mare bello con le onde che giravano per tutto il mare.
E pure il fuoco bruciava e girava pianissimo il fuoco era arancione e ho fatto le mosse del fuoco.
E ho fatto le mani si muovevano piano perché le onde si muovevano piano.
Estate fredda
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I piedi e la mimesi
Io sono stato in coppia con ___ e la ricopiavo. Mi sentivo che ero una cascata che andava giù e
ritornava su. ___ si sentiva che muoveva le dita. Noi due ci sentivamo diversi perché lei si sentiva che
muoveva le dita e io mi sentivo una cascata vera che si muoveva in mezzo ai sassi. Mi sentivo una
cascata perché i piedi andavano di qua e di la. Apposta mi sentivo una cascata, e ___ si sentiva che era
un ruscello. Più ci muovevamo e più mi sentivo una cascata e ___ più un ruscello. Lei si sentiva un
ruscello perché non seguiva i miei passi.
Cochise
Io mentre dovevo sentire le sensazioni di ___ ci riuscivo, ma era difficile sentire una sensazione di un
altro/a uomo o donna dai piedi perché le sensazioni dell‟altro o dell‟altra incontrano il sangue il cuore
le ossa eccetera ma poi va al cervello e là senti le sensazioni degli altri.
Ali di lupo
Mentre io e ___ stavamo facendo la mimesi, io
sentivo che lui riusciva a fare lo stesso movimento
che io facevo. Mentre io e ___ stavamo facendo
il movimento con le mani, io pensavo che a lei
dava una sensazione che le piaceva tanto,
tantissimo.
Io mi sentivo felice, allegra, serena, perché con
___ ed ___ mi sono divertita molto.
Rosa che sboccia
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N. 1, Agosto 2008
Mentre io e ___ stavano facendo la mimesi lei
seguiva i miei movimenti e io i suoi e ci
divertivamo molto.
I miei piedi si sentivano uccelli che volavano in
alto e cadevano sui cosi duri e rotondi.
Occhio del lupo
Il piede fa un movimento agile e forte. La
sensazione di quando stavo insieme a ___ è stata
molto triste perché è stata una sensazione che non
provavo mentre ero con ___ Quando sono stata
con ___ ho provato felicita, gioia, amore verso di
lei, e lei provava la stessa cosa che in quel
momento stavo provando io. Bellissimo!
Fatina rosa
Mentre io facevo con ___ il movimento dei piedi
mi sentivo che i miei piedi si rilassavano e
diventavano proprio rilassati. Quando ___ mi
ricopiava io ero felice che mi ricopiava. Quando
io ricopiavo a ___ io non riuscivo a seguire i suoi
piedi perché lui andava sempre forte. Io quando
sentivo che la musica andava forte anche io
andavo forte. Perché la musica era troppo bella e
ti sentivi un‟energia nel. cuore.
Occhi di girasole
Oggi abbiamo fatto la mimesi con i piedi e mi
sono divertita. Io la mimesi l‟ho fatta con ___ E
poi quando facevo la mimesi mi sentivo un
ruscello che scivolava. Valentina aveva acceso lo
stereo e noi dovevamo ascoltare la musica. E poi
quando facevo il ruscello era acqua salata, e poi a
un tratto si scioglie e divento bollicine.
Occhi di stelle
Quando ho fatto la mimesi con ___ mi sentivo una
meraviglia che scivolava sopra a lei, un uccello che
cinguettava, un‟anatra che schiamazzava.
Quando facevo la mimesi con ___ dovevo essere
un fulmine con i piedi perché lui sentiva che
doveva andare velocissimo.
Fiore profumato
Mi sono divertito tanto e è bello fare la mimesi
insieme a ___ e a ___ abbiamo fatto la bicicletta e
mi sono sentito uccello e volavo con le ali e era
bello l‟uccello, era nero il becco arancione.
Estate fredda
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Quando io e ___ abbiamo fatto piede contro piede
mi sono sentita come se ero dentro di lui. ___ era
bravissimo e dopo abbiamo fatto un cerchio e
abbiamo detto cosa c‟è piaciuto.
Farfallina
Mentre ___ faceva la mimesi dei piedi tutto
quello che faceva e pure quello di ___.
Rana che salta
Io se fossi un piede quando una persona si
deve toccare a vicenda io sentirei prima se la
persona ha voglia poi mi tocherei.
Quando si toccano io sono come un coniglio
che mangia la carota, perché mi farebbe
piacere che l‟altro mi toccherebbe questo
coniglio.
Fiore profumato
Quando ho fatto la mimesi con ___ mi sentivo una
meraviglia che scivolava sopra a lei, un uccello
che cinguettava, un anatra che schiamazzava.
Quando facevo la mimesi con ___ dovevo essere
un fulmine con i piedi perché lui sentiva che
doveva andare velocissimo.
Fiore profumato
Io con Valentina ho provato tanta legereza. Mi sentivo un‟isola.
Tutta gialla; grande.
Come una balena.
Con tante palme grandi.
E con tante cose.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Poesie
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
La bambina nata
La bambina nata è un fiore,
che nasce sulla terra
e dà un nuovo cuore al mondo.
È un nuovo sole
che si accende nel cielo
È una stella che ci fa compagnia
è un angelo che scende sulla terra
per donare la vita
è una rosa che non perde petali.
Volpe seducente
Haiku
Le farfalle
Dal vulcano esce una
cascata di fuoco che si
trasforma in acqua
colorata
e poi si trasforma in sole
bollente.
Le farfalle sono dei cuori
che si nascondono in mezzo
alle nuvole. Le farfalle
sono degli amori che toccano
l‟alba di tutti i colori.
E poi, puff, scoppiano
in una pioggia di stelle.
Occhio del lupo
Fatina Rosa
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
I delfini
I delfini sanno nuotare,
e quando muovono la coda
nuotano davvero.
E poi sono spettacolari come un
cristallo
Appena sbocciato dal cielo stellato.
E hanno un sorriso davvero speciale,
perché sono proprio bellissimi
e hanno anche una bellezza unica al
mondo.
E per qualcuno è di oro e di argento.
Spesso
vanno a cercare il cibo per
mangiarlo.
E per bere non hanno problemi
Perché hanno il mare.
Occhi di stelle
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
La vita
La vita è come un fiocco di neve,
che nasce nella nuvola e cade.
Ha una vita breve
però ti fa vedere cose belle.
E mentre cade
vive, ma si spezza
e si scioglie e muore.
Volpe seducente
L‟amore
L‟amore è una cosa che sta dentro al cuore e dentro al sangue del cuore che batte lentamente ma che
poi piano piano batte sempre più forte e poi si spezza in due e quando uno si sveglia la vita è più
bella di prima, quando il cuore era senza amore.
Ali di lupo
Gli incendi
Gli incendi sono una cosa bruttissima perché rovinano non solo la natura, ma rovinano anche l‟aria e
possono far morire bruciati tanti animali e tante persone che non c‟entrano niente.
Quindi perché le persone cattive devono fare così?
Perché devono rovinare la natura?
Perché, perché?
A me questa cosa non piace per niente.
Ali di lupo
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
ciao maestro ti voglio far leggere una poesia...
fiore mio
FIORE MIO,TU CHE SPLENDI IN CIELO LA
NOTTE TU CHE CANTI E BALLI NELLA
RUGIADA E NELLE MIE LACRIME.
TU CHE SEI LA GEMMA CHE FA
SCORRERE IL SANGUE NEL MIO CUORE,
TU CHE SBOCCI NELL'AMORE CHE FAI
SCORRERE NEL MIO CUORE.
autore Volpe seducente.
CIAO E UN BACIONE
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Classe Seconda A, „G. Verdi‟ – Dinosauretti Mimetici
Insegnanti: Anna Rita Angeli, Simonetta Battistelli, Filomena Caligiuri
Questa classe, impegnata lo scorso anno in percorsi di „ filopoesia‟ e fiabe, ha partecipato al
progetto „Mimopaideia e Poesia‟ ed ha lavorato contemporaneamente attraverso un laboratorio
linguistico-espressivo alla storia „l‟occhio del lupo‟, su temi come il pregiudizio, il rapporto tra
genitori e figli e altro, realizzando delle vere e proprie conversazioni filosofiche in classe potendo
mettere in discussione i propri vissuti e le proprie emozioni. Altri temi emersi nella e per la
discussione: la vergogna, il dispiacere, lo star male, la diversità, il turbamento, la paura di sbagliare…
Grazie alla mimesi, i bambini hanno sperimentato col corpo le loro sensazioni, e le hanno poi fissate su
un testo. Anche questa classe ha partecipato alla realizzazione di un video di mimesi „degli elementi‟
con le esperte esterne, che sarà presentato a Roma Estate e proposto a livello internazionale.
CHE COS‟E‟ LA MIMESI? (Riflessione fatta dai bambini della cl.II A di Verdi)
La mimesi è un‟attività divertente: utilizziamo tutto il corpo, ci ispiriamo a qualche cosa, per esempio
al movimento del gatto che cattura la preda o ad uno stato d‟animo. Secondo P. è una trasformazione.
Per G. è un allenamento a fare qualcosa. Ci alleniamo ad imitare, a comunicare con le energie del
corpo dice A.. Ci alleniamo ad entrare nei panni di quell‟oggetto, di quella cosa dice F.. Tutti i
“dinosauretti” per esempio, nel comunicare col corpo il turbamento (L‟occhio del lupo), hanno
avvertito nello stomaco un malessere, un vortice che si sopporta meno di un mal di pancia, dice A.. I
muscoli sono tesi duri, sei inquieto, sei agitato, ansioso. Quando sei turbato ti fai tante domande, non
trovi le risposte. Dice F. che è una cosa che sta dentro di te e stai pensando a tutto…
Febbraio 2008
Laboratorio linguistico-espressivo
Lettura del 1° capitolo de “L‟occhio del lupo”,
Tema: Il pregiudizio
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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A.: Il lupo era scocciato perché pensava tante cose sul
bambino
F.: Gli dava fastidio che il bambino stava lì, fermo,
immobile a guardarlo
P.: Per lui gli uomini non sono niente, non valgono
niente
Ins.: Perché?
C.: Gli uomini l‟avevano cacciato
F..: Quando ha fatto la lotta con gli uomini, lo avevano
accecato e allora lui non voleva più avere a che fare con
gli uomini TUTTI.
N.: Perché ha perso un occhio e pensa che tutti gli
uomini sono contro di lui
F.: Gli hanno fatto del male, anche il bambino non gli
può voler bene
A.: Al suo villaggio c‟erano gli uomini armati, è ancora
col pensiero a quell‟idea
F..: Quel bambino anche se non lo conosceva era un
umano
F.: La mamma gli ha detto che non si doveva fidare
degli uomini, TUTTI, però uno che sta fermo là, non gli
vuole fare del male
Ins: Per esprimere un giudizio su
qualcuno prima devo conoscerlo,
altrimenti….
P.: Ho un pregiudizio!
A.: Esprimo un giudizio “prima”, di
un giudizio vero
A..: Quando giocavo a basket, la mia
istruttrice non mi faceva mai essere il
capitano, poi lei mi ha accontentato, io
pensavo che ce l‟avesse con me
F..: Per esempio non fare un‟amicizia
perché quel bambino non ci piace, poi
magari ci diventi amico…
Febbraio 2008
MIMESI con Valentina
Gli alunni hanno fatto, sono diventati, LEGNO e FUOCO
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
P.: Mi ha fatto stare come a me piace, cioè bene
F.: Mi ha fatto divertire. Mi ha fatto stare bene
F.. Fare il legno mi ha fatto stare bene perché la
posizione mi piaceva
G.: Lo stare ferma nella posizione mi piaceva,
come un albero che sta fermo sulle radici
G..: io mi sono sentito tranquillizzato quando ho
fatto il legno, perché mi faceva stare calmo non
mi faceva agitare.
E.: mi è piaciuto tutto
A.: E‟ stata una vera noia, Tutto una noia
mortale…
V.: Mi è piaciuto tutto, abbiamo fatto tutte cose
belle
E.: L‟ultima cosa che abbiamo fatto mi è piaciuta
di più perché potevo entrare in quella cosa….
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Conversazione in classe
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Il lupo aveva un solo occhio, era turbato dal bambino che lo guardava, lui pensava che
tutti gli uomini non valevano nulla, pensava che anche questo ragazzo era come tutti gli
uomini, anche se non lo conosceva, non sapeva come fosse. Il lupo ha un pregiudizio.
Perché aveva questa idea?
Perché la mamma glielo aveva detto
Ad un certo punto il lupo si decide a fermarsi
davanti al bambino e a guardarlo e si chiude
un occhio, perché?
P.: Per non farlo sentire a disagio
Edo: Così si possono guardare occhio
nell‟occhio. Si è accorto che aveva difficoltà
a guardare
Se io mi accorgo che di fronte a me c‟è una
persona che è in disagio, è come una
nuvoletta che sta sopra la persona (A.) ma le
persone attente se ne possono accorgere.
Ci sono molti modi per comunicare il disagio,
come F.che in questo momento sta
maltrattando il suo diario.
Il bambino chiudendosi l‟occhio gli ha voluto
dire “io sono come te, non ti preoccupare!”
E‟ capitato a qualcuno di voi di sentirsi a
disagio?
A.: Quando sto a casa degli altri dove non ho le mie cose…, i miei giochi…
F.: Non puoi fare tutto quello che vuoi.
P.: Alla scuola dell‟infanzia non ero a mio agio, adesso nella primaria si … perché… forse perché
siamo diventati più grandi (suggerisce F..)
Chiara: non mi sento a mio agio a casa di V. perché il fratello è sempre attaccato a lei, non ci lascia
libere di giocare
P.: Un giorno sono andato in un ristorante e ho incontrato un signore che non era normale, non era
come noi, stava lì seduto, una specie di barbone, io mi sono sentito a disagio e anche un po‟
preoccupato, perché avevo un po‟ paura.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
F..: a casa hai tutte le tue cose, a scuola devi fare tanti compiti
A..: Quando stai sul palco tutti ti guardano e tu ti senti a disagio
G..: a me non è mai capitata una situazione di disagio
A.: quando ho toccato un ferro bollente
F..: Quando stavo all‟ospedale, il dottore mi doveva mettere gli anelli alle spalle.
Ma questo è disagio o paura?
A.: Quando tu stai sul palco e sbagli sei a disagio…
F..: Quando avevo 2-3 anni, avevo un problema alla gamba, camminavo storto …
Il disagio nasce quando tu ti senti diverso dagli altri, quando sei considerato diverso.
A.: Se uno ha un occhio cieco e l‟altra persona no, lui si sente a disagio perché lui si sente diverso
F..: Tipo… io ieri stavo a calcio, avevo fatto un esercizio male, e tutti ti stanno davanti a vedere e il
mister ti strilla davanti, tu ti senti a disagio
P.: Quando mia nonna era all‟ospedale, non si sapeva che cosa avesse, io ero a disagio perché non
sapevo mia nonna come poteva uscire dall‟operazione
F.: Al supermercato stavano sgridando un bambino davanti a tutti, io mi sentivo a disagio
Disegnamo la nuvoletta del disagio, con quali parole la possiamo riempire, quali gas la possono
riempire?
I bambini: VERGOGNA, DISPIACERE, STAR MALE, DIVERSITA‟, TURBAMENTO,
MALESSERE, PAURA DI SBAGLIARE, FARE UNA BRUTTA FIGURA
Abbiamo fatto con il corpo l‟”essere turbati”, il turbamento, poi i bambini hanno scritto le loro
sensazioni:
E.: Quando ho fatto il turbamento mi sono sentito tipo un vortice nella pancia perché ero in ansia e
sentivo i muscoli della faccia tesi, duri.
A.: Quando sono turbato penso a tante cose. Quando sono turbato mi faccio tante domande. Quando
sono turbato sono ansioso.
F..: Quando sono turbato mi faccio tante domande e cammino di qua e di là.
F..: Per me il turbamento è una cosa che sta dentro di me e io sto pensando a tutto.
C.: Quando sono turbata mi agito e mi sento un vortice dentro la pancia che mi fa girare su me stessa. I
miei muscoli sono tesi.
N.: Mi sono sentito turbato e pensieroso, in ansia.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Febbraio 2008
Elisa, l‟esperta della mimesi, ha fatto vedere un video con diversi elementi (fuoco,
nuvole, goccia d‟acqua, vapore, geyser, fiamma di candela, bolle di fango, mare calmo)
ognuno della durata di un minuto, i bambini dovevano “fare” con le mani quell‟elemento.
Dopo hanno scritto le loro impressioni:
C.: mi è piaciuta di più l‟immagine del cielo con le nuvole.
P.: Il pezzo in cui c‟erano le bolle di fango mi è piaciuto perché sembrava cioccolato.
F..: Il gaiser mi è piaciuto perché mi emozionava, sputava l‟acqua.
G.: tante immagini belle, mi è piaciuto il mare che scorreva, come se fossi stata lì, l‟ho scelto perché
mi si scioglieva il cuore.
V.: Mi è piaciuto fare la fiamma.
G.: Mi è piaciuto il pezzo del mare perché mi sentivo calmo.
F.: La cosa che mi è piaciuta di più è quando ho dovuto fare il gaiser perché c‟era tutta quell‟acqua
bollente che saltava in aria.
A.: A me il pezzo del fango perché mi sentivo caldo, come se mi facessero il massaggio.
F.: questa cosa (l‟acqua bollente) mi è piaciuta perché aveva quel rumore che mi piaceva.
M.: L‟acqua bollente, il gaiser, mi è piaciuta di più.
A.: Mi è piaciuto il pezzo dell‟acqua che gocciava perché mi sembrava un ritmo triste e uguale e lo
facevo bene perché mi appassionava ed entrava nel mio cuore.
E.: Mi piacevano le gocce che cadevano dal rubinetto perché potevo imitare il rumore.
A.: Mi è piaciuto tutto, ma, in particolare la fiamma piccola.
Marzo 2008
Valentina, l‟esperta della mimesi, è venuta a scuola con uno strumento a percussione.
Sensazioni scritte da alcuni, altri hanno disegnato.
V.: Oggi abbiamo suonato il tamburo e mi sono divertita molto perché ero libera di fare quello che
potevo fare.
A.: Mi è piaciuto quando abbiamo suonato il tamburo, mi sentivo le emozioni, mi sembrava di stare a
una festa.
A.: E‟ stata una giornata fantastica, io ho provato certe emozioni…., ad un momento non ho capito più
niente! Io sentivo la musica e ogni battito era un battito del cuore!
E.: Mi sono divertito un sacco, suonare il tamburo faceva un bel rumore ed era allegro.
F.: a me è piaciuto quando ho dovuto suonare il tamburo e immaginavo di stare rilassato.
V.: Abbiamo suonato il tamburo e mi sono sentita bene. Ci siamo divertiti tutti.
Laboratorio Lettura- cl.II A
4 marzo 2008
I paragrafo del II capitolo de “L‟occhio del lupo”
Conversazione in classe dopo la lettura
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Ins.: L‟occhio è vivo, cosa vuole dire?
A.: Perché si muove, la pupilla è viva
F.: il ragazzo si era accorto che la pupilla era viva
P.: La pupilla è viva e col contatto oculare è come quando col corpo si può trasmettere una sensazione
di stress oppure di felicità quindi il lupo gli sta trasmettendo
Ins.: In realtà P. sta dicendo che con gli occhi si può comunicare, senza parlare gli sta
dicendo qualcosa
A.: io una volta ho fatto una cosa che però ho comunicato con gli occhi, gli ho detto a papà, indovina
che voglio fare, ho fatto così e lui ha capito che volevo giocare con lui
Ins.: quindi si può comunicare con gli occhi
A.: Sì, perché quando fai così, capisci la posizione e quello che vuoi trasmettere
Ins.: si possono trasmettere delle emozioni?
G.: il lupo era Fiamma Nera, la mamma
F.: la pupilla sta vedendo, la pupilla quella viva
A.: Ho capito! Perché gli sembra di vedere davanti a lui Fiamma Nera veramente, gli sta raccontando
la sua storia
Ins.: La pupilla quindi gli stava comunicando…
Aprile 2008
Da “L‟occhio del lupo”, pag. 54: “Un nome non significa nulla senza la sua storia. E‟ come
un lupo nello zoo: una bestia in mezzo alle altre, se non conosci la storia della sua vita”
Che significa?
P.: Ognuno ha una storia propria, se io mi chiamo P., c‟è una storia mia, ognuno ha qualcosa in cui è
più bravo, e quel qualcosa fa parte della mia storia.
F.: Mio padre e mia madre hanno scelto il mio nome, ci hanno pensato insieme, certo sarei stato
sempre io anche se il nome fosse stato un altro. Il mio nome è legato a una storia.
N.: Se mi dici un nome a caso “Luigi”, io non lo conosco perché non conosco la sua storia.
G.: Un nome …così… non dice niente.
A.: Senza una storia è come se non fossi nato; nel momento che nasci cominci la tua storia.
F..: Quando nasci non conosci, devi andare a vedere, devi scoprire, e quindi avrai una storia tua,
quando sarai grande potrai raccontare quello che hai fatto.
G.: Uno senza storia è solo.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Classe Quarta B, „G. Verdi - Gabbiani platonici
Insegnanti: Rosalba Lo Castro, Emanuela Di Troia
La classe, reduce dalle esperienze dello scorso anno scolastico di „viaggi interiori‟ e riflessioni sui
grandi temi della filosofia, ha approfondito quest‟anno le tematiche legate ai filosofi presocratici,
producendo un opuscolo con pensieri, impressioni e disegni. Le domande, stimolate dall‟intervento nella
classe del coordinatore del progetto, partivano da quella suggerita dalla prof.ssa Ducci anni fa in una
lezione universitaria ad una classe Quinta: „di che cosa hanno bisogno gli uomini per crescere nella
conoscenza e nell‟amore?‟. Approfondendo l‟argomento dei filosofi fino a Socrate, si è indagata la vita di
quest‟ultimo, e le tematiche che hanno portato alla sua morte. Si è poi passati al discepolo di Socrate,
Platone, col suo mito della caverna; su quella che è forse la più importante metafora della filosofia
occidentale gli alunni hanno riflettuto e discusso, in particolare su quelle ombre di cui parla il mito. La
classe ha partecipato anche quest‟anno al percorso di mimesi, anche in questo caso con il progetto
„Mimopaideia e Poesia‟.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
N. 1, Agosto 2008
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Dopo i voli dello scorso anno, quando gli allora „gabbiani esistenziali‟ avevano visitato il loro mondo
interiore (vedere i bollettini dello scorso anno scolastico), il volo di quest‟anno li ha portati a ritroso verso le
origini della filosofia occidentale. Dopo una breve conoscenza dei filosofi della natura, l‟incontro
emozionante con Socrate e Platone, „presentati‟ dal coordinatore del Filo di Sofia e successivamente
interrogati a distanza.
I TRE DI MILETO:
640 a.C./624 a.C. – circa 547 a.C
610 a.C. circa – 546 a.C.
586 a.C. – 528 a.C.
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Altri
Dal 500 a. C.
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N. 1, Agosto 2008
Atene 469 a.C. – 399 a.C.
Atene, 427 a.C. – Atene, 347 a.C.
Stagira, 17 giugno 384 a.C. – Calcide, 7 marzo 322 a.C.
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Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Non siamo che acqua
Non siamo che acqua
in fondo…
Acqua che inonda le sponde del mondo.
Spirito ed acqua,
potenza, energia,
che sgorga, si allaga, incanala…
e va via!
Non ci son muri a poter trattenere,
non ci son fossi a poter contenere,
l'acqua si infonde, dirompe, divelle,
rinzaffa, travolge, risale la valle,
risacca, trabocca con forza infinita…
Acqua che scorre
È la nostra vita.
E finchè nella corsa
viaggiamo all'insieme
non sembra nemmeno di essere fiume
e ognuno si sente nell'altro riflesso,
fermo, estatico, lago di fosso…
Ma quando la corsa
si forca, si sdoppia,
a lingua di serpe
si stacca, e s'inarca,
con colpi di frusta
divide il cammino…
il tuo riflesso non l'hai più vicino.
Lo cerchi, lo segui svanire lontano
sul nuovo braccio del nuovo destino
t'è chiara la corsa…lo invocherai invano!
Poi lo sgomento fa spazio al sorriso
ricordi il tuo fiume quand'era indiviso
un solo pensiero nel cuore ci freme…
È stato bellissimo correre insieme !!!
gabbiano solitario
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Classe Quarta B, „E. Morante‟ - Da Frankie a Robinson
Insegnanti: Barbara Guidi, Cesira Abruzzo, Paola Castelli, Giuliana Patassa
Verrebbe proprio da dire che… „non c‟è pace per le Creature‟!
Vi ricordate lo scambio di lettere dello scorso anno tra la Creatura di Frankenstein e la classe
autodefinitasi „frankensteniana‟? Con la docente di L2 che proponeva la letteratura in lingua inglese e con
le altre colleghe, si rifletteva e ragionava sulla condizione esistenziale del povero „mostro‟ di Frankenstein e
su tutte le immedesimazioni che ne scaturivano.
Sembrava che, con un po‟ di fatica, vincendo un certo imbarazzo causato dal troppo isolamento e
dalla molta diffidenza verso il prossimo, la Creatura avesse davvero le intenzioni di andare a conoscere i
ragazzi dell‟ormai Quarta Classe. Il destino… letterario, ci ha messo lo zampino e, casualmente, un
inaspettato naufragio ha portato la Creatura ad approdare in un‟isola. Deserta? Non proprio, a quanto
pare ci viveva un certo Robinson. Robinson Crusoe.
Visto che, anche per quest‟anno, l‟incontro è stato rimandato, le docenti hanno deciso di fare buon viso
a cattivo gioco, e dal romanzo di Robinson, in lingua inglese, è partita la nuova avventura filosofica.
Fortunatamente, la Creatura ha trovato il modo di comunicare coi ragazzi, dapprima col classico
messaggio in bottiglia, poi con un computer di fortuna (meraviglie della tecnologia), sicché si è potuto
instaurare un nuovo scambio epistolare. Il dubbio è: cosa succederà il prossimo anno? Si sente parlare di
Shakespeare… staremo a vedere.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Scrivo a Robinson e alla Creatura…
Cari amici, non vedo l‟ora di vedervi, io ancora non mi immagino come possiate essere ma so
solamente che vi vedrò. Mi piacerebbe ascoltare la vostra voce ma mi piacerebbe anche ascoltare le
vostre avventure vissute sull‟isola. Io mi domando come possa essere bello o brutto vivere sull‟isola.
Insomma mi domando molte cose ma aspetto con ansia il vostro arrivo.
Dear friends, io mi chiamo N. e sono nel plesso Elsa Morante. Oggi è il 14 maggio 2008, io ve l‟ho
scritto perché credo che dal vostro naufragio avete scordato la data, il mese e l‟anno. Creatura, ma
come hai fatto a incontrare Robinson su quell‟isola. Creatura, perché te ne sei andato da tuo padre
Frankenstein se è proprio colui che ti ha creato? E ora la domanda che mi chiedo da quando ho sentito
la tua storia, Creatura, ma il tuo vero nome qual‟è? Creatura ti prego rispondimi a queste tre domande.
Adesso è venuto il momento che voi sappiate come sono fatto e il mio carattere. Io ho i capelli marroni
e anche gli occhi marroni. sono secco e tutti mi dicono che io sono debole, ma a dire il vero io sono
debole ma molto agile. E tu, Creatura, ti hanno preso in giro quando ti hanno visto diverso? E voi
mandatemi anche delle lettere come siete fatti. Ma ancora non abbiamo finito, perché manca il mio
carattere. Il mio carattere: io sono molto vivace e impiccione, e allora mi piacerebbe vedervi in faccia
dear friends.
Cari amici spero che su quell‟isola state molto bene, comunque io ancora non mi sono presentata: io
mi chiamo A. e a voi vi conosco molto bene perché abbiamo fatto anche la recita della Creatura. Ma io
e i miei amici non conosciamo solo la Creatura, ma conosciamo anche Robinson poi di Robinson
abbiamo anche letto un libro. E io sono molto contenta di avervi conosciuto a voi due perché ho
scoperto tante cose su di voi, e di Robinson non abbiamo solo letto il libro ma abbiamo anche fatto un
cartellone, e a me tutti questi lavoro che stiamo facendo per voi piacciono molto. Beh penso di aver
detto tutto quello che vi volevo dire. Ciao ci vediamo alla prossima, spero che su quell‟isola starete
molto bene.
Ciao, io mi chiamo V., ho saputo che siete nell‟isola. La nostra maestra ci ha letto la lettura che ci
avete mandato e io penso che state già bene, un pò mi sto preoccupando, ma lì voi state soli? Mi
raccomando, speriamo che state bene un saluto da V..
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Cari amici io sono S., come state? Io tutto bene, ho sentito la vostra lettera, a me dispiace molto che
non siete venuti da noi. Ma l‟importante è che stiate bene. E‟ difficile vivere lì, non è vero? Io non
riuscirei a starci neanche un giorno. Creatura, come ti trovi con Robinson e Venerdì? Se ti prendono in
giro non devi arrabbiarti perche se tu sei diverso non vuol dire che sei un mostro. Spero che troverete
molto cibo per vivere e se troverete altri cannibali unite le forze e potrete batterli. Venerdì, come si
comportano Robinson e la Creatura? Spero che tornerete a casa sani e salvi e che Robinson si sposi e
la Creatura non venga più presa in giro.
Cari amici, io sono S., conosco la vostra storia ma nella mente mi faccio altre domande. Io mi chiedo
se siete diventati amici: beh, credo di si, perche siete due persone molto buone. Io vorrei vedervi,
parlare con voi, vedere come siete riusciti sull‟isola a cavarvela così bene. Vorrei che un giorno verrà il
maestro Stefano o qualche altra persona e vi portasse qui con noi così vi possiamo curare e darvi una
casa. Io nella realtà e nella mia fantasia mi sono affezionata a voi, vi voglio molto bene, credo che
sull‟isola siete diventati grandi amici e spero che un giorno vi posso vedere.
Da S.
Come state? Spero che stiate bene su quell‟isola deserta. Mi chiamo A., sono della quarta b e sto
scrivendo la lettera per voi. Spero che vi trovate bene su quell‟isola, oggi abbiamo visto il film di
Robinson Crusoe e finalmente conosco tutta la storia. Voglio che mi conosciate meglio perche è un
anno che vi stiamo aspettando, abbiamo fatto anche la recita ed io ero la Creatura. Spero di vedervi e
conoscervi più bene, da A..
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
84
N. 1, Agosto 2008
Come state? Per me adesso esistete nella mia fantasia. Voi per me siete dei veri amici. Ma Venerdì è
con voi? Robinson, che nome buffo che gli hai dato! Venerdì è molto diverso e non parla bene la
nostra lingua, anche la Creatura è diversa, ma conta che hanno dentro il cuore, ma sono persone brave
e hanno la coscienza a posto. Le persone che ti hanno trattato male sono state proprio cattive, e se loro
erano diverse vorrei vedere come si sentirebbero. Ciao, D..
Ciao Robinson, e ciao comunque alla Creatura. Io mi chiamo O., voi come vi comportate, come amici
o come compagni di avventure? Io spero tutte e due. Te Venerdì, sei di colore; anche io un po‟, per
fortuna che nella mia classe non ci sono razzisti. Invece te, Robinson, sei un uomo bello e audace e
coraggioso. Robinson, speriamo che te hai una fidanzata, io neanche da grande perche sono molto ma
molto brutto…
Cari amici, mi chiamo N.. Appena è arrivata la vostra lettera imbottigliata, la maestra Barbara ce l‟ha
letta e noi ora vi stiamo rispondendo. Cara Creatura, come va con il tuo amico Robinson? Secondo me
Robinson ha capito, come l‟abbiamo capito noi bambini, che non si giudicano le persone dal proprio
aspetto, quindi se tu hai un brutto aspetto non significa che sei anche una persona cattiva. Chi ti scrive
si chiama N., io spero che non ti accada mai niente fino al vostro ritorno e soprattutto spero che voi
torniate. A proposito Creatura, tu a noi bambini della quarta b non avevi promesso che quest‟anno o
l‟anno prossimo ci venivi a trovare? Mi raccomando, Creatura, quando torni vienici a trovare. N..
Dear friends, spero che stiate bene, sono il vostro amico F. che vi scrive da Santa Maria delle Mole,
Marino. Creatura, spiega a Robinson e a Venerdì dove si trova bene Santa Maria delle Mole. Spero che
ve ne andrete presto da quell‟isola dove siete approdati, spero ancora una volta che qualcuno passi di lì
e vi prenda e vi porti in salvo. Con questo vi saluto e vo mandiamo un abbraccio, io e tutta la mia
classe, vi mandiamo un saluto di speranza e con questo concludo la mia lettera. Ciao da F..
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
85
N. 1, Agosto 2008
Io sono S.. Io non pensavo sareste sopravvissuti ma evidentemente mi sono sbagliato, io so che voi tre
ve la caverete e so anche che la Creatura e Venerdì e Robinson sono tutti e tre diversi, ma l‟amicizia
supera ogni cosa. Io ho fede in voi tre e voi ve l‟avrete fra di voi? Sono sicuro e spero che riuscirete ad
andare via e scriveteci altri messaggi e noi prima o poi vi veniremo a prendervi, ma comunque
continuate a mantenere la calma, voi per me state diventando davvero importanti.
Cari amici, non so se mi conoscete ma io si, anzi mi presento, sono L.. Vi volevo chiedere un po‟ di
cose, per primo gli volevo dire una cosa a Robinson: ho visto il tuo film ed è meraviglioso; per
secondo vi volevo dire come ve la spassate insieme? Io credo che avete fatto amicizia, anzi lo crede
tutta la mia classe. Non vedo l‟ora di vedervi, non mi immagino come potete essere, spero che lì avete
una casa e che insieme vi divertite da morire. Tanti saluti da me e tutta la mia classe. Ah, quasi
dimenticavo: io ho visto tutta la tempesta da cui Robinson si è salvato e credo che sia stata terribile, e
ho visto anche la storia della Creatura e credo che anche quella sia stata una storia tristissima e anche
molto tragica e infine spero che arrivi una nave che vi salvi.
Dear friends, ciao, io mi chiamo M. P.. Conosco la vostra storia perché noi stiamo leggendo il libro di
Robinson e abbiamo passato la storia della Creatura e abbiamo fatto tanti cartelloni. Spero che siate
molto amici, spero che vi trovate bene. Un saluto da M.P..
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Scuola Media
Il filo verso la scuola media
Anna Rita Angeli (pubblicata sul primo numero della rivista Amica Sofia)
Cosa significa oggi educare? Acquisire solo competenze? Accumulare saperi e nozioni?
O c‟è anche dell‟altro?
Il fare scuola è sicuramente molto più complesso del semplice istruire. Se educare nel senso
etimologico del termine significa e-ducere, tirar fuori, la scuola, oggi più che mai, deve far nascere il
tarlo della curiosità, lo stupore per la conoscenza, deve aiutare il bambino a scoprire il valore di se
stesso considerando la propria irripetibile unicità.
Ecco che la pratica filosofica ci aiuta a non rinunciare ad educare istruendo.
A queste premesse si ispira il progetto di Continuità tra la scuola primaria e la scuola secondaria
di I grado che da diversi anni coinvolge i due ordini di scuola, il Circolo Didattico Marino II e l‟Istituto
Comprensivo A. Vivaldi di Marino. Questo si è dispiegato in sinergia con il progetto Il Filo di Sofia,
che è stato il filo conduttore dei percorsi educativo-didattici intrapresi.
Nella non semplice organizzazione oraria della scuola media si sono incastonati gruppi di alunni
delle quinte classi elementari e muovendo dall‟etimologia della parola FILOSOFIA, amore per la
sapienza, la sua utilità, che vantaggio ne trae l‟uomo, sono scaturiti alcuni temi più sentiti dai ragazzi
sui quali ci si è orientati per andare ad affrontare tematiche come l‟amicizia, l‟amore e in particolare il
fenomeno del bullismo.
Partendo dalla lettura-stimolo del brano Due mondi da Le stagioni della vita di Hermann Hesse, ci si è
soffermati ad analizzare e riflettere circa il comportamento dei protagonisti del racconto:
- i rapporti di forza in un gruppo
- strategie di comportamento per distinguersi
- le motivazioni dell‟agire
- la condivisione
- l‟affettività alla base di ogni relazione umana
- la sicurezza di sé, la fiducia in se stessi
- l‟aggressività, la violenza
- la carenza d‟amore
Purtroppo la indiscutibile vicinanza del fenomeno bullismo, che, è pur vero, è sempre
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
esistito, ma che si manifesta oggi con grande attualità e sempre maggior violenza nella nostra
società spesso alienante, ha fatto scaturire temi vitali, basilari di ogni relazione umana; i ragazzi con
consapevolezza e coinvolgimento emotivo sorprendenti hanno dialogato, interpretato, cercato di
comprendere, di capire, hanno proposto ipotesi di comportamenti, di soluzioni, hanno prodotto
riflessioni scritte cimentandosi anche in elaborati poetici.
Permanendo su queste tematiche ma utilizzando canali diversi, quest‟anno si è voluto innovare il
progetto con un cineforum, il film programmato sarà Basta guardare il cielo diretto da Peter Chelsom,
dopo la visione si indurrà una discussione per stimolare la sensibilità dei ragazzi.
IL BULLO
Come appare il bullo?
Tutto fumo e niente arrosto,
ha il cervello da citrullo
Fa star male tanti ingenui
Con minacce per niente tenui
Fa con tutti lo spaccone
E se gli gira ti molla un calcione
Si fa un bel gruppo
E sfonda tutto
Ma se qualcuno si ribella
Va a finir dritto in padella
Si comporta molto male
Ma questo non è normale
Forse a ciò ci sarà un motivo
Chissà con lui qualcun potrebbe esser cattivo
Però non è una buona scusa
Per trattar male chi forza non usa!
E.D.F. IA Vivaldi
Continuità con la scuola media (referente Anna Rita Angeli)
PROGETTO DI CONTINUITA‟ ELEM / MEDIA
RELAZIONE INTERMEDIA
La sottoscritta Angeli Anna Rita, quale referente di detto progetto insieme alla Commissione ha
organizzato e pianificato i diversi incontri (alcuni già effettuati ed altri calendarizzati) con l‟Istituto
Primo Levi e con l‟Istituto Vivaldi.
L‟Istituto P. Levi ha invitato le nostre classi quinte per uno stage di una mattinata inserendo i nostri
ragazzi in diversi laboratori predisposti per l‟occasione. Gli incontri si sono svolti nei giorni 20,21 e 22
nov. 2007, coinvolgendo due classi al giorno.
Proseguendo un lavoro di collaborazione intrapreso da diversi anni con l‟Istituto Vivaldi, che raccoglie
la maggior parte della nostra utenza, e mantenendo come filo conduttore la filosofia (Progetto del
nostro circolo “Il Filo di Sofia”), si è pensato di innovare il progetto di continuità con un cineforum. La
commissione si è riunita fino ad oggi quattro volte ed in più ha organizzato due incontri con tutte le
insegnanti delle quinte insieme alle referenti dell‟Istituto Vivaldi, prof.sse Fantacone e Lolli, per
condividere, monitorare e predisporre le attività da attuare. Si sono concordati:
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
-
un primo incontro, due classi alla volta, per visitare la scuola media con inserimento di ragazzi
in laboratori musicali e in giochi di squadra in palestra. Incontri già effettuati nei giorni 11 e 14
dic. e 10 gennaio.
-
Un secondo incontro, due classi alla volta, per il cineforum: visione del film “Basta guardare il
cielo” diretto da Peter Chelsom e successiva discussione riflessione-filosofica sulle tematiche
emergenti. Già effettuati due incontri nelle date 27 febb. e 7 marzo, il terzo è programmato per
il 12 marzo.
-
Un terzo incontro per un laboratorio di ceramica voluto solo dalle classi VA e VB di E.
Morante e dalla VA di I. Nievo, classi che andranno una alla volta nel mese di aprile.
-
Ai fini della formazione delle classi prime medie, saranno somministrati, nel mese di maggio,
dei test cognitivi, test APA, che la prof.ssa Lolli sottoporrà agli alunni nelle loro classi nei
rispettivi plessi di appartenenza per evitare lo spostamento e per favorire e agevolare uno
svolgimento della prova più sereno per i ragazzi.
Gli incontri si stanno effettuando con regolarità e la commissione si compiace di aver previsto per le
giornate del cineforum l‟accompagnamento dei ragazzi direttamente alla Vivaldi, grazie anche
all‟accordato permesso del D.S., perché ciò ha fatto sì che si potesse dedicare un giusto tempo alla
discussione post-film.
Si stanno registrando consensi sia da parte degli insegnanti che dei ragazzi limitatamente agli incontri
sin qui svolti.
La referente
Anna Rita Angeli
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
PROGETTO CONTINUITA‟ ELEM./MEDIA
CINEFORUM I INCONTRO
27 FEBB.‟08 – CL. VA e VB di E. MORANTE + II C dell‟Ist. Compr. A. Vivaldi
Ins. Presenti del C.D. Marino II: Scalella A., Fusco M.Rosaria
Discussione dopo la visione del film “Basta guardare il cielo” diretto da Peter Chelsom
Quali tematiche vengono affrontate nel film?
Emiliano -l‟amicizia, l‟odio dei bulli
Damiano -l‟odio del difficile rapporto del padre con il figlio
Chiara
-il coraggio di affrontare le cose
-l‟amore
Christian - la menzogna
Federico: - il coraggio
Che cosa avete pensato guardando il film?
Riccardo: -che non bisogna arrendersi alla prima difficoltà
Lorenzo: -L‟immaginazione dei cavalieri della tavola rotonda che ogni tanto compaiono nel film,
sono come un modello di vita, come una regola di vita che viene data loro, una specie di
speranza
-Lo storpio che aveva dei problemi fisici insieme a Max che non era molto intelligente,
si completavano a vicenda
Max era proprio poco intelligente oppure lo avevano etichettato tale? Che problemi aveva?
Emiliano: -Lui aveva delle idee fantastiche ma non riusciva a tirarle fuori
Lorenzo: -Lui era intelligente ma era figlio di un assassino che aveva ucciso la madre, il figlio
doveva espiare le colpe del padre, anche perché gli somigliava molto. Lui veniva evitato
da tutti
Lorenzo: -quando lui tirava quell‟oggetto volante nel cielo che lo storpio aveva costruito, c‟era
una specie di felicità, è come se rimembra, come se quel ragazzo non fosse mai morto,
continua il loro rapporto di amicizia, così pensa di scrivere un libro e si ispira alla storia
di Re Artù per questo si immagina i cavalieri della Tavola Rotonda. Questo sarebbe il
lieto fine che però è dentro la realtà dura.
Cosa potrebbe rappresentare questo insetto volante che viene liberato verso il cielo?
Oscar:
Giulia:
-L‟insetto volante è un modo per essere libero, per innalzarsi, come se l‟ anima
dell‟amico vivesse ancora
-insieme all‟oggetto volante vivevano ancora i ricordi belli
Un altro tema del film è il bullismo:
- Max era sempre preso in giro da un gruppo di bulli
- prima era sempre preso in giro ora viene considerato
- Poi a lui nessuno gli era amico e a lui non gli interessava niente, ma per difendere il
suo amico trova il coraggio per reagire
Ma come si può sentire un figlio che non può fidarsi del padre perché inaffidabile?
-Ti senti solo
-Il padre ha ucciso la madre, prima pensava fosse un incubo, invece ora gli era tutto
chiaro
Federico: -Senza madre e con il padre di cui non ti puoi fidare, non hai un punto d‟appoggio
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
perché i nonni non gli davano tanta importanza; poi non aveva amici..
-Lo storpio l‟aveva aiutato a fargli capire che non era come il padre perché anche lui non
aveva vicino il padre, ma non aveva mai pensato di essere simile a lui, non ci pensava,
non gli importava e aiuta Max a superare questo problema
PROGETTO CONTINUITA‟ ELEMENTARE/MEDIA
CINEFORUM II INCONTRO
7 MAR.2008 - CLASSI VA NIEVO, VA VERDI + II D dell‟Ist. Compr. A. Vivaldi
Visione del film “Basta guardare il cielo” diretto da Peter Chelsom
Insegnanti presenti del C.D. Marino II: Bigelli A.M., Toti D., Magoggi T.
Quali tematiche affronta il film?
Alfredo:
Cecilia:
Andrea:
-Questi ragazzi volevano essere come i cavalieri della tavola rotonda
-Per affrontare i bulli, quei ragazzi che gli davano fastidio e anche il padre di Max che
non era un bullo, era di più: un assassino
-per affrontare la vita in generale, questi cavalieri erano immaginari e nella loro
fantasia li aiutavano a risolvere i problemi della vita
Quindi, che tematiche affronta?
Serena:
Andrea:
Serena:
-Il bullismo
-L‟amicizia
-L‟amore
-Siccome tutti prendevano in giro Max, lui aveva trovato l‟unico amico in questo
ragazzo disabile
-Max non aveva problemi fisici, ma era sempre muto, non parlava, il padre l‟aveva
terrorizzato da piccolo
-era timido, di più, introverso. Non riusciva a trasmettere con le parole i sentimenti che
provava dentro di sé
Perché lo prendevano in giro?
Giulia:
-Perché era il figlio di un assassino
Questa amicizia lo aiuta?
Mirko:
Cecilia:
-Sì, l‟amicizia l‟aiuta a dimenticare le cose che aveva fatto il padre
-L‟amico l‟aiuta a capire che lui non era uguale al padre
Che cos‟è che ci cambia e ci fa essere unici?
Veronica:
Stefania:
Giada:
Giulia:
-la mentalità
-Il mondo interiore. Ci aiuta a cambiare il mondo intero che c‟è intorno a noi
-Gli amici, il modo di vivere, le ESPERIENZE
-Il padre ha ucciso la madre davanti al ragazzo, ma il figlio pensava, come gli aveva
detto il padre, che fosse stato un incubo, gli torna tutto in mente nel momento che
vede il padre mettere le mani al collo della donna che voleva aiutare il figlio …
Finisce tragicamente il film?
Giulia:
-tragicamente perché muore il ragazzo, l‟amico, ma finisce con un lieto fine perché
Max non ha più l‟incubo del padre, non ha più paura del padre
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
91
Alexander:
N. 1, Agosto 2008
-Infatti Max aveva preso il libro dell‟amico, e leggendo il finale che Re Artù non era
morto, anche lui aveva qualche speranza che il ragazzo poteva ancora essere vivo, fa
capire che vivrà nel futuro
In realtà l‟amico era morto, ma cosa gli aveva lasciato?
Alessio:
Serena:
-Gli aveva lasciato l‟anima che vive ancora con il ricordo di lui, della sua amicizia
-vive l‟amicizia, i primi giorni ci litigava ma dopo era stata la cosa più importante
della sua vita
E quella specie di uccello che fa volare alla fine, secondo voi che significato ha?
Stefania:
Giulia:
Andreea:
Serena:
Andreea:
-Max è sereno, è più libero come quell‟uccello che vola alto nel cielo
-Forse perché pensa che quest‟uccello è il suo amico, rappresenta l‟amico
-Ha realizzato il sogno dell‟amico perché lo storpio non era riuscito a farlo volare, ora
dopo la sua morte, ci riesce Max
-Lo storpio gli aveva mentito sul fatto che c‟era un laboratorio di biogenetica che
stava preparando un nuovo corpo per lui, forse perché aveva capito , lo sapeva, che
doveva morire e voleva dare un‟illusione all‟amico
-lui acquista la fiducia in se stesso che non aveva mai avuto
E del rapporto con il padre che ne dite? Che tipo di rapporto è?
Serena:
Giada:
Simone:
Andreea:
Matteo:
Stefania:
Serena:
Roxana:
Giordano:
Serena:
Andreea:
-Quando parlava del padre gli veniva subito una rabbia dentro di sé, infatti quando
l‟ha legato sulla sedia gli è tornato tutto in mente quello che provava verso di lui
-Da piccolo ha avuto come un trauma e da quel momento si era chiuso in se stesso,
non riusciva a parlare con nessuno
-E‟ vero aveva i nonni ma è un‟altra cosa perché i genitori ti sono più vicini, ti
capiscono di più
-I nonni lui non li aveva mai visti sorridere, lui non aveva molta voglia di parlare con
loro
-Era chiuso in se stesso anche perché gli amici lo prendevano sempre in giro
-Non è detto che i genitori ti capiscano più dei nonni perché se tu sei sempre chiuso,
non parli neanche con i genitori è uguale e comunque anche i nonni sono stati
genitori. Se lui fosse stato così da piccolo anche la mamma avrebbe avuto problemi
a comprenderlo
-Secondo me c‟è più libertà a parlare con i nonni, quello che non puoi dire ai
genitori, lo dici ai nonni che ti possono consigliare, sono più tolleranti
-Secondo me Max ha un amico vero, con lui riesce a parlare, a sfogarsi. Sapere
dall‟amico che anche lui non aveva mai conosciuto suo padre glielo fa sentire vicino
-Max ha subito un trauma grandissimo perché ha perso entrambi i genitori nello
stesso momento: la madre uccisa dal padre e il padre omicida in prigione
-Il ragazzo gli ha fatto capire a Max che non si deve tenere tutto dentro e gli fa tirare
fuori tutta l‟energia per reagire ai bulli
-Si completavano l‟uno con l‟altro, lo storpio aveva il cervello e non aveva le
gambe, Max era normale fisicamente ma non ragionava
Era così vero che Max non avesse cervello?
Francesco:
Matteo:
Giada:
Veronica:
-Aveva cervello ma non lo usava tanto bene perché aveva paura dentro di sé
-Siccome aveva subito quel trauma era chiuso in se stesso, non parlava con nessuno,
quando non riesci a esprimere quello che hai dentro non riesci neanche a ragionare
-L‟unica cosa che riusciva a fare era guardare il cielo ed immaginare di essere una
nuvola, per lui esisteva soltanto quello e non riusciva a fare nient‟altro
-Lui quando prendeva lo storpio sulle sue spalle sembrava che fosse il corpo e lo
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
92
Roxana:
Cecilia:
Giordano:
N. 1, Agosto 2008
storpio il cervello, ma con l‟amico le cose sono cominciate a cambiare, ha iniziato
ad avere una mentalità diversa perché ha cominciato a ragionare, a pensare
-Insieme erano un corpo perfetto
-Secondo me Max aveva la convinzione di essere stupido, infatti all‟inizio del film
dice riguardo al leggere “Tanto io non so leggere, non ce la farò mai” e l‟amico lo
incoraggiava
-Ogni cosa che gli succedeva gli tornava in mente l‟immagine del padre che gli
diceva di stare zitto, era stato sempre bloccato, represso. Quando la paura del padre
se n‟è andata ha ricominciato a vivere.
Il padre come avrebbe potuto recuperare il rapporto con il figlio?
Alessio:
Alfredo:
Luca:
Cecilia:
Martina:
Giorgia:
Matteo:
Serena:
Antonella:
Veronica:
Stefania:
Matteo:
Giordano:
Giorgia:
-Secondo me il rapporto con il padre è irrecuperabile perché lui ha commesso una
cosa troppo grave
-Forse il padre se avesse fatto tutti gli anni di carcere e poi sarebbe andato dai nonni
dimostrando di essere cambiato forse…
-Dopo aver fatto tutti gli anni di carcere, forse in punto di morte poteva riuscire a
farsi perdonare dai nonni
-Secondo me un rapporto così non si può recuperare perché l‟hai traumatizzato,
ormai quello che gli ha fatto gli è rimasto dentro e penso che non riuscirà mai a
perdonarlo
-Forse per recuperare il rapporto avrebbe dovuto leggere il libro che ha scritto il
figlio
-Secondo me dopo trent‟anni di carcere il rapporto poteva riprenderlo, avrebbe
imparato la lezione
-Io al posto di Max non l‟avrei mai perdonato
-Se avesse voluto cambiare veramente, il padre, per prima cosa non l‟avrebbe
dovuto rapire, poi non gli avrebbe dovuto dire bugie e infine non l‟avrebbe dovuto
legare alla sedia.
-Anche se Max l‟avesse perdonato, ci sarebbe sempre stato il ricordo della madre
uccisa ogni volta che l‟avrebbe avuto davanti .
-Secondo me non poteva perdonarlo perché ha ucciso una persona per lui troppo
importante. E‟ vero, non aveva avuto il modo di fare nulla perché era stato subito
imprigionato ma poi quando si è ripresentato al figlio lo ha fatto con modi più che
discutibili
-Al padre gli era stata data la libertà vigilata, quindi questo significa che in carcere
si comportava bene
-secondo me quando il padre ha commesso l‟omicidio gli ha strappato un pezzo di
cuore, come se gli avesse tolto la fiducia che aveva nei confronti suoi
-Io non l‟avrei mai perdonato, lui ha ucciso la madre davanti al figlio piccolo, gli ha
distrutto la vita
-Secondo me non si riesce a perdonarlo perché ammazzandogli la madre gli ha
ucciso una parte di sé
PROGETTO CONTINUITA‟ ELEM./MEDIA
CINEFORUM III INCONTRO
12 Marzo 2008 - Cl. VB e VC del plesso G. Verdi e cl. II E dell‟Ist.Compr. A. Vivaldi
Insegnanti presenti del C.D. Marino II: De Ruggeris L., Caligiuri F., Supplente Armando
Discussione dopo la visione del film “Basta guardare il cielo”
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Che tipo di tematiche, di argomenti, affronta questo film?
Roberto:
Gabriele:
Simone:
Simone:
Giulia:
I bambini sono i protagonisti di questo film e un tema è il bullismo
Il coraggio di non temere gli altri
La solitudine di Max, prima che incontrasse Kevin, lo storpio
La vera amicizia
Anche se tutti e due i ragazzi singolarmente hanno un problema, insieme
sono meglio degli altri
Francesca: Hanno il coraggio di non sentirsi diversi
Alessio: Io ho pensato, secondo me, Max era il braccio e Kevin la mente
Emiliano: Il ragazzino pensava di essere un cavaliere, insieme a Max erano, nella
fantasia, i cavalieri di Re Artù
Christian: L‟intelligenza di Kevin
Roberto: La sofferenza
Amina:
Max aveva paura di non essere capito dagli altri e allora non parlava mai
con nessuno
Simone: In molte scene del film si è visto Max molto arrabbiato, per esempio
quando ha sollevato il tombino, era arrabbiato ed era stato Kevin a
spingerlo. Loro sono diventati i migliori amici perché, in realtà, più o
meno sono uguali, tutti e due hanno un problema. Kevin ha una
malformazione e Max lo chiamano “Gozilla, Gigante, senza cervello”.E
poi, quando si mettono uno sopra l‟altro, prendono esempio dai cavalieri,
uno –Max- è il cavallo e l‟altro –Kevin- è il cavaliere.
Simone: Max perdeva la testa quando pensava al padre che era un assassino, sua
madre l‟aveva uccisa lui
Ma Max era certo che il padre fosse un assassino?
Giulia:
Ne è sicuro quando vedrà, poi, il padre mettere le mani sul collo, per
tentare di uccidere, la signora che voleva aiutare Max, allora ha come un
flash-back che lo riporta indietro nel tempo …
Lorenzo: Non accettava questo padre, non c‟è amore verso il padre, ogni volta che
glielo nominano, lui scappa, non ne vuole neanche parlare
Luca:
Max è così arrabbiato verso il padre …. E diventa una furia quando vede
che mette le mani addosso alla donna
Ma perché il padre, che era in libertà vigilata, e che non poteva avvicinare il figlio, invece viola la
sentenza del Giudice?
Emiliano:
Alessio:
Forse per dirgli che lui era innocente anche se non era vero
L‟ha preso per dirgli che non era stato lui, che lui non aveva fatto niente,
perché voleva riavvicinare il figlio, per stare con lui
Sara:
Magari per tranquillizzarlo un po‟, in modo che non lo odiasse così
tanto, perché non voleva perderlo, in fondo lui era sempre il padre
Giulia:
Forse aveva paura che il figlio confermasse l‟omicidio della madre
Christian: Il nonno lo sospettava che il padre avesse tentato di riavvicinare il figlio
infatti aveva tirato fuori un vecchio fucile..
Sara:
Lui ha tentato di avvicinarlo perché tutti gli mettevano contro il figlio e
questi avrebbe creduto a tutte le altre persone e non a lui
Roberto:
Il padre gli diceva che non era stato lui per farlo stare tranquillo, per farlo
stare bene con lui
Simone:
Quando il padre stava stringendo le sue mani sul collo della donna, Max
in un flash-back, rivede la scena di quando uccise la madre, ora gli era
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N. 1, Agosto 2008
tutto chiaro che non era stato un incubo, come il padre gli voleva far
credere. Il padre gli aveva detto una bugia.
Il figlio potrà mai perdonare il padre?
Francesca: No, perché gli ha tolto l‟affetto della madre
Gabriele:
Dipende dal ragazzo, con il tempo, se è sensibile potrebbe anche
perdonarlo
Valeria:
Forse dipende da quanto teneva al padre prima che succedesse il fatto
tragico
Catalina:
Però, anche dopo tanti anni, che il padre si pente, rimane sempre il fatto
che ha tolto la vita ad un essere umano, si pente ma potrebbe rifarlo,
come si è già visto nel film quando cerca di soffocare l‟altra donna
Amina:
Secondo me è imperdonabile quello che ha fatto
Emiliano: Ha ucciso una persona, non si può perdonare
Gabriele:
Quella persona era proprio sua madre,quindi ancora peggio, Max ha
tanta rabbia dentro
Cristiana:
Una persona per quanto può cambiare non può cambiare del tutto, anche
a distanza di anni non può diventare un‟altra persona completamente,
quello che c‟è stato prima anche poco c‟è comunque. E‟ quasi
impossibile che una persona così possa cambiare
Giorgio:
Secondo me si può perdonare un padre perché l‟amore diminuisce ma
non si perde mai, perché è il padre
Paolo:
Dipende dalla scelta del figlio perché lo perdona se capisce che il padre
si è pentito, mentre non lo perdona se pensa che potrebbe rifarlo
Simone:
Però lui era piccolo quindi la madre non l‟aveva conosciuta bene…
Gabriele:
E‟ proprio il contrario, secondo me, il fatto di non averla potuta
conoscere bene, raddoppia la rabbia
Valeria:
Secondo me non è proprio come ha detto Simone, lui ha perso la
mamma in un‟età in cui aveva maggiore bisogno di lei
Che cosa continua a vivere anche dopo la morte di Kevin?
Cristiana:
Giulia:
Sara:
L‟amicizia
Pure se è morto l‟amico, gli ha insegnato tante cose, gli è rimasto tutto
quello che gli ha insegnato e perciò lui ce l‟ha ancora nel cuore
Kevin gli aveva insegnato che non doveva avere paura degli altri, gli ha
dato la forza per andare avanti, per combattere
Kevin un giorno gli aveva detto “La vita è pericolosa”…”la vita fa paura”…
Cristiana:
Lorenzo:
Cristiana:
Amina:
Kevin gli ha dato la fiducia in se stesso
Max spera che l‟amico possa ancora vivere, infatti quando lo prende
l‟ambulanza lui corre verso quello che credeva fosse il laboratorio di
biogenetica, come gli aveva detto l‟amico, dove gli avrebbero dovuto
rifare un corpo nuovo, ma che in realtà era solo una lavanderia. Kevin
sapeva che doveva morire e forse gli voleva dare una speranza.
Comunque Kevin gli aveva insegnato ad avere il coraggio di fare quello
in cui credi.
Max faceva capire di non essere sicuro di sé anche quando cercava di
leggere e diceva “Io non ce la posso fare”, e Kevin lo incoraggiava e gli
diceva di insistere
In fondo Kevin voleva delle gambe per camminare e Max si teneva
tutto dentro, non riusciva ad esprimere le cose che pensava, Kevin l‟ha
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aiutato, insomma si sono aiutati a vicenda
Ma perché Max si teneva tutto dentro? Era veramente poco intelligente?
Gabriele:
Avevano un pregiudizio su Max
Francesca: Max non è che non capiva niente, non voleva capire, Kevin l‟ha aiutato
a credere nelle sue possibilità, allora lui ha girato il foglio (nel film: di
un libro bianco che gli aveva regalato l‟amico),
“HA GIRATO PAGINA”
Sofia:
Secondo me Max aveva paura di non essere capito, non aveva amici
Ludovica: Anche il nonno ha un pregiudizio verso il nipote quando vede arrivare la
polizia a casa, pensa subito “Ecco è come il padre, chissà che avrà
combinato!
Ma un figlio deve essere tale e quale al padre o è un‟altra persona diversa da lui?
Gabriele:
Valeria:
Simone:
Siamo diversi, abbiamo dei caratteri diversi
Non doveva essere per forza uguale al padre, perché dipendeva da lui,
poteva essere come il padre o poteva decidere di essere tutta un‟altra
persona
Molte cose ci rendono diversi dai genitori: l‟aspetto fisico, il carattere
E chi è, cos‟è, che ci forma il carattere? Se fossimo cresciuti isolati da tutto e da tutti, saremmo la
stessa persona che oggi siamo?
Simone:
Cristiana:
Lorenzo.
No, sono pure le persone che frequenti, l‟atmosfera, le difficoltà che
incontri…
Kevin racconta a Max che anche lui non aveva mai conosciuto suo
padre, che, quando aveva saputo della sua malformazione, se n‟era
andato via di casa, gli dice che loro non erano lo specchio del padre, loro
erano diversi, “non siamo loro”
Siamo diversi perché le amicizie non sono le stesse dei nostri genitori,
anche perché i tempi sono diversi e a me piacciono delle cose che ai suoi
tempi neanche c‟erano. Ci cambia il tempo, le esperienze, le scelte.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Da Roma e dintorni
Classi Quinte Fiabesche - I.C. Via L.Rizzo, plesso A.Cairoli
Insegnanti: Luisa Bolli
Che ci può insegnare Esopo?
Durante questo anno scolastico ho intrapreso un percorso di filosofia con alunni di due classi
quinte elementari dell‟ I.C. “Via Luigi Rizzo” di Roma, nel plesso A. Cairoli.
Ho introdotto il laboratorio filosofico spiegando il significato del termine filosofia: amore per la
sapienza e ho proposto l‟immagine della civetta di Minerva, simbolo della filosofia, che, essendo un
animale notturno, vede anche quando gli altri non vedono.
Come la civetta i filosofi, gli amanti del sapere, cercano di imparare sempre nuove cose e vedono
tanto da imparare dove gli altri non vedono nulla.
Abbiamo lavorato su alcune favole di Esopo facendo una lettura filosofica, cioè non solo leggendo
la trama, ma cercando quello che può insegnarci ancora oggi questo favolista vissuto più di 2500 anni
fa!
Il titolo che abbiamo dato al laboratorio è stato: Che ci può insegnare Esopo?
Nel corso del laboratorio abbiamo discusso sul fatto che i personaggi descritti nelle favole sembra
non possano migliorarsi, invece gli uomini, grazie alle esperienze e agli insegnamenti, possono e
devono cercare di migliorare il loro carattere per vivere meglio.
Questo è l‟insegnamento che abbiamo trovato in Esopo.
Riporto di seguito la lettura filosofica di una favola
Ho distribuito a tutti i bambini la favola di Esopo e l‟ho letta ad alta voce.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Il lupo e il cane: libertà e servitù
Un lupo, tutto striminzito dalla fame, incontra un cane ben pasciuto. Si salutano e si fermano.
- Donde vieni così lucido e bello, o cane? E che hai mangiato per farti così grasso? Io, che sono tanto
più forte di te, muoio di fame.
E il cane: - Se vuoi ce n‟è anche per te. Basta che tu presti lo stesso mio servizio al padrone.
- E che servizio?
- Custodirgli la porta di casa e tenere lontani i ladri la notte.
- Uh! Ma io sono prontissimo! Adesso sopporto nevi e piogge nel bosco, trascinando una vita
maledetta. Ma cosa devo fare per vivere al riparo e comodo comodo e saziarmi del cibo in
abbondanza?
- O lupo, vieni con me.
E vanno. Lungo la via il lupo vede una spelatura al collo del cane
- Che roba è quella, amico mio?
- Oh…è niente.
- Però dimmelo, ti prego…
- Qualche volta, per la mia natura impetuosa, mi tengono legato, perché stia quieto durante il giorno e
vigili la notte. Ma la notte vado in giro dove mi piace; il giorno mi si porta il pane senza che io debba
richiederlo; il padrone mi dà gli ossi della sua tavola; la servitù mi getta qualche boccone; gli avanzi di
ognuno sono miei. Così, senza fatica mi empio la pancia.
- Scusa cane, ma se durante il giorno ti salta in mente di andare in qualche posto, il permesso c‟è?
- Assolutamente no
- Addio, caro cane; goditi pure le tue gioie; io non voglio essere re se non posso essere libero.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Dopo la lettura ho chiesto ai bambini di scrivere alcune domande o considerazioni che volevano
venissero analizzate insieme. Dal momento in cui ho iniziato a leggere le loro domande si è avviata la
discussione filosofica.
Alcuni si sono schierati dalla parte del lupo: perché “essere liberi vale di più degli ossi del
padrone”; altri si sono schierati dalla parte del cane perché: “il giorno si riposa, a pranzo il padrone gli
porta da mangiare, e la sera può andare dove vuole”.
Ciò che più mi ha sorpreso è il fatto che nella discussione i bambini hanno trattato della loro vita
e dei loro problemi: sembrava fosse ciò di cui avevano bisogno.
Riporto di seguito la trascrizione della discussione filosofica avvenuta quasi senza mie
interferenze.
-“Secondo me il lupo ha fatto bene ad andare via, meglio essere liberi che vivere legati senza
poter scegliere che fare.”
-“Io vorrei fare una vita come il lupo, senza regole né orari!”
- “Le maestre fanno un lavoro come i cani, devono stare a scuola alcune ore al giorno e, in
quelle ore, non possono assolutamente andare dove vogliono. La maggior parte delle persone fa un
lavoro che gli fa fare una vita come i cani”
-“Però la vita da cani è fare una vita tranquilla e io la preferisco.”
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
-“Solo gli artisti di strada penso possano andare in giro per il mondo , magari a fare quadri,
però il rischio è che non vendono i quadri e muoiano di fame”
-“Meglio non mangiare ma essere liberi.”
- “No, meglio una vita da cane che morire di fame”!!
-“Secondo me è meglio fare una vita normale come il cane perché le creature viventi sono fatte
per mangiare altrimenti muoiono, poi la libertà può avere tanti vantaggi, ma la servitù da la
possibilità di mangiare, e vivere è più soave.”
-“I miei genitori sono come il padrone, debbo ubbidire, ma è meglio avere una casa che vivere da
solo come il lupo, io preferisco il cane.”
-“Il lupo però fa quello che vuole, e se vuole mangiare va a caccia.”
-“Mia madre mi da delle regole ma perché devo imparare.”
-“Anche le maestre danno tante regole e io a scuola mi sento legato.”
-“Io do ragione al lupo però voglio vivere come il cane, con qualcuno che mi dà da mangiare e un
tetto.”
-“Secondo me il cane è stato più intelligente perché è meglio vivere, morire è una cosa poco
intelligente.”
-“Secondo me è meglio vivere come un lupo perché preferirei divertirmi anche un minuto e poi
morire…tanto prima o poi moriranno tutti per vecchiaia.”
-“Ha ragione il lupo perché è più saggio ed è più intelligente ed ha fatto la scelta giusta, però non
vorrei morire di fame. Cioè la vita del lupo è la migliore ma io sceglierei la vita del cane perché
essere legati non significa avere una vita rozza, ma significa anche essere protetti.”
-“Secondo me ha ragione il cane perché ha una vita più semplice. Io però vorrei essere un lupo
perché morire è il ciclo della vita!”
-“Ha ragione il lupo perché è libero e può fare le sue scelte.”
-“Secondo me ha ragione il cane perché la libertà è molto importante ma è importantissimo
qualcuno che ti dà affetto e molto molto amore.”
-“Secondo me ha ragione il lupo perché è meglio girare il mondo che stare legato a una catena.”
-“Per me, è meglio il cane, ma se una persona sceglie di fare una vita da lupo rispetto la sua
scelta. Meglio vivere nel lusso o in libertà?”
-“Io vorrei avere l‟affetto e la pancia del cane e la libertà del lupo.”
-“Io penso che se la stessa domanda che ci siamo fatti noi, cioè se preferiamo essere un cane o
un lupo la dovessimo fare a tutte quelle popolazioni che muoiono di fame risponderebbero tutti che
vorrebbero essere come il cane, infatti pur di mangiare farebbero qualsiasi cosa. Noi non sappiamo
cosa vuol dire avere fame. Ci vorrebbe molto coraggio a scegliere una vita libera come il lupo. Io
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
preferirei vivere con poca libertà come il cane. Penso anche che quando le maestre o i genitori ci
impongono delle cose è per il nostro bene.”
-“Il lupo ha la libertà senza avere catene ma non può essere sazio, il cane ha il cibo ma non può
essere libero. Io vorrei essere un cane- lupo, ma prima di fare una scelta dovrei capire a che cosa
vado incontro. Io non sono ancore in grado di decidere e andare per la mia via. Esopo mi ha
insegnato che non si può volere tutto”.
Non pensavo che i bambini prendessero con tanta serietà la lettura filosofica dei testi proposti e
che avessero così tante riflessioni da esprimere. Sono rimasta sbalordita dal fatto che la discussione è
andata molto a fondo e che, attraverso queste favole i ragazzi hanno cercato risposte su come sia
giusto impostare la vita.
I ragazzi mi hanno dimostrato che Esopo è ancora oggi un maestro che può aiutare tutti noi ad
avvicinarci alla filosofia, ad interrogarci sulla nostra esistenza e sul rapporto con il mondo che ci
circonda.
Luisa Bolli
Insegnante di sostegno nella scuola primaria
I.C. Via L. Rizzo, plesso A.Cairoli
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Mimesi per l’educazione
Mimando e ricercando – Università Roma Tre
MIMESI E FILOSOFIA – Sperimentazioni con l‟Università Roma Tre
Anche per quest‟anno intendiamo proseguire l‟attività di ricerca e collaborazione iniziata negli
anni precedenti. (…)
Si porterà avanti la sperimentazione legata all‟utilizzazione del principio mimico con la classe
III A del plesso „Ippolito Nievo‟, del docente Stefano Bacchetta, nell‟ambito del progetto „Il Filo di
Sofia‟, attivo nel circolo Marino II.
Nello specifico si cercherà di misurare quanto l‟utilizzazione della mimesi corporea possa
favorire l‟apprendimento del programma curricolare. La sperimentazione in oggetto sarà condotta
scientificamente con modalità che verranno successivamente comunicate e verrà monitorata e
divulgata attraverso pubblicazioni di vario tipo, delle quali il docente Stefano Bacchetta curerà
l‟aspetto relativo alla sperimentazione in ambito scolastico. (…)
Dott. Gilberto Scaramuzzo (Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica, Facoltà di
Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma TRE)
Nell‟ambito della proposta di cui sopra, ed in sinergia con il progetto „Mimopaideia e poesia‟, nel
mese di aprile abbiamo sperimentato la pratica della mimesi come strumento educativo e didattico. Si è
operato scientificamente in due classi parallele, la terza A di Ippolito Nievo e la terza A di Giuseppe Verdi;
quest‟ultima rappresentava la classe di riferimento, che avrebbe lavorato su un modulo didattico (l‟acqua)
mentre nello stesso tempo la classe di Ippolito Nievo sperimentava lo stesso modulo di apprendimento
attraverso la mimesi, con il prof. Gilberto Scaramuzzo. I test somministrati prima e dopo le esperienze,
serviranno a confrontare le due diverse modalità di insegnamento/apprendimento.
I risultati, con il materiale prodotto, saranno pubblicati appena disponibili.
Per l‟occasione, inoltre, è stata sperimentata dal prof. Scaramuzzo la pratica di mimesi per la
lettura, alla quale alunne ed alunni hanno partecipato con entusiasmo. Le loro considerazioni, il video
della sperimentazione e tutto il resto del materiale prodotto, saranno utilizzati nell‟ambito del Laboratorio
attivato presso la sede di Scienze della Formazione Primaria – via Ostiense, nel quale viene approfondito il
senso dell‟applicazione del principio mimico in ambito educativo, e si confrontano le esperienze analoghe
realizzate in diversi contesti.
Mimesi degli elementi
Ho visto il mare bello con le onde che giravano per tutto il mare.
E pure il fuoco bruciava e girava pianissimo, il fuoco era arancione
e ho fatto le mosse del fuoco.
E ho fatto le mani che si muovevano piano perché le onde si muovevano piano.
Estate fredda
Io la mimesi l‟ho fatta con ___ e ___. A me della mimesi mi è piaciuta l‟acqua, le nuvole il fuoco, e
tutte le altre cose. La mimesi è bella perché è un cuore di gioia e affetto e sincerità e amore. La
mimesi l‟abbiamo fatta con le mani. Quando ho fatto la mimesi il fuoco mi veniva rosso, giallo
arancione. Quando facevo l‟acqua mi sentivo una cascata. Quando ho fatto le gocce mi sentivo un
ruscello che scendeva. La mimesi è molto divertente.
Occhi di stelle
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
CCllaassssee TTeerrzzaa A
A,, „„II.. N
Niieevvoo‟‟ –– E
Esstteettiiccii M
Miim
meettiiccii PPooeettiiccii ((II tteerrrriibbiillii LLuuppeettttii))
Insegnanti: Filomena Panella, Silvia Camaiti, Silvana Brancaccio, S. Bacchetta
CCllaassssee TTeerrzzaa A
A,, „„G
G.. V
Veerrddii‟‟ -- PPeerrllee ssppeerriim
meennttaallii
Insegnanti: Perla Gianbarda
Attraverso una prima somministrazione di test si è verificata la situazione iniziale rispetto alla
conoscenza dell‟argomento „acqua‟ nelle due classi, successivamente sono stati proposti contemporaneamente
gli apprendimenti del modulo attraverso la mimesi e attraverso la lezione sul libro. In seguito sono stati
somministrati i test finali. I risultati saranno pubblicati ed il percorso continuerà nel progetto di ricerca
dal titolo „Il movimento mimico delle mani nella lettura ad alta voce. Implicazioni per la comprensione del
testo‟, attivato dal prossimo anno accademico dal Dipartimento di Progettazione Educativa e Didattica
dell‟Università di Roma Tre, col prof. Gilberto Scaramuzzo.
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N. 1, Agosto 2008
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
La classe Terza A di „G. Verdi‟, si è prestata a fungere da „classe campione‟ per la
verifica del progetto di sperimentazione scientifica, con Roma Tre, dell‟apprendimento con
la mimesi rispetto alla metodologia „classica‟ (è fuori discussione l‟assoluta mancanza di
giudizi di valore, si tratta di osservare sul campo gli effetti di un diverso approccio
educativo). La classe aveva già sperimentato la mimesi il primo anno, col prof. Scaramuzzo
in persona, ed avrebbe avuto piacere di ripetere l‟esperienza; ne avrà l‟occasione grazie alla
docente, il prossimo anno, nel progetto universitario cui si è accennato sopra.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Università Roma Tre
Nel prossimo anno scolastico/accademico, la ricerca sulla mimesi per
l‟educazione verrà svolta in sinergia col progetto di ricerca:
La classe Terza A di IppolitoNievo ha già iniziato la
sperimentazione con Gilberto Scaramuzzo
Il dvd
dell‟esperienza di
mimesi in lettura
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N. 1, Agosto 2008
Il Filo oltre i cancelli
Manifestazioni e convegni
Ardea, giugno 2008
Comune di Ardea
Assessorato alla Pubblica Istruzione
Agenzia per la Valorizzazione
dell‟Individuo nelle Organizzazioni di Servizio
Cattedra Psicol dello Sviluppo
Univ. RomaTre
Circoli Didattici
Cattedra Psicologia Clinica
Univ. di Udine
Ardea 1 e Ardea 2
Organizzano
Giornata di studio
“Promuovere relazioni positive in famiglia e a scuola per
prevenire l’aggressività e il bullismo”
Pineta dei Liberti - Ardea
Lunedì 16 Giugno 2008 – ore 9,00/17,00
“Esperienze d’intervento e di ricerca sui disturbi di condotta:
il “Filo di Sofia”, una guida alla relazionalità efficace”
Dott. Stefano Bacchetta (AVIOS)
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Sintesi della relazione
Ho avuto il piacere di condurre dei laboratori nei due circoli di Ardea, e non posso che esprimere
soddisfazione e dare una valutazione positiva a tutto campo, per quanto riguarda gli esiti e per quanto
concerne la collaborazione riscontrata da parte della scuola e delle insegnanti che hanno partecipato.
In questo intervento io mostrerò una breve sintesi dei laboratori, prima però volevo spendere due
parole sull‟argomento all‟oggetto di questo incontro. Parliamo di aggressività e bullismo, sono parole
diventate di moda, che in genere però vengono circoscritte ad una sola dimensione, quella dei giovani
o giovanissimi.
Ecco, io credo che se così fosse, potremmo certamente accontentarci dei risultati positivi di un
laboratorio, o delle tecniche per gestire dei comportamenti a rischio.
Se invece ci interessa fare i conti con la radice del problema, anziché limitarci a contenerne gli effetti,
io temo che il discorso si complichi parecchio.
In un precedente convegno sul tema, io chiudevo con una piccola provocazione, proponendo una facile
ricetta applicabile alle situazioni di prevenzione o educative in genere.
Gli ingredienti di questa ricetta:
„Approccio artistico‟, oltre che scientifico, perché l‟educatore, o lo specialista, deve saper cogliere la
battuta, o nel nostro caso la provocazione, e riproporla trasformata in opportunità educativa, deve
sapere improvvisare, sulla scorta di un bagaglio di competenze abbastanza ampie.
„Ascolto‟, molto più difficile di quanto sembri.
„Sostegno alla riflessione‟, per non lasciare i ragazzi soli coi propri pensieri a volte difficilissimi, ma
anche per evitare banali giudizi da moralismo adulto.
„Competenze comunicative‟, perché ad ogni soggetto e ad ogni situazione corrisponde un codice
diverso, e la mancata competenza comunicativa con tutti i suoi codici, può ingigantire il problema
anziché risolverlo.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Ma non basta possedere le competenze e applicarle così come sono. Gli ingredienti andrebbero cotti
per ottenere il prodotto finale, la nostra torta in questo caso è un habitus comportamentale che faciliti
le relazioni inter e intrapersonali, evitando quelle problematiche che vedono ad un estremo il bullismo,
all‟altro estremo il suicidio. Ecco, è la cottura il problema, perché la cottura richiederebbe un forno
adatto, e il nostro forno è una società nella quale si dice che la scuola è il baluardo contro il bullismo,
ma poi le si tolgono i fondi e si rende sempre più usurante e volontariato il lavoro degli insegnanti. La
scuola-azienda deve tener conto del budget e non chiama supplenti, si dividono gli alunni, si trasforma
la scuola in un parcheggio… Gli insegnanti vengono esaltati solo a parole.
Una società dove si tollera inspiegabilmente una sorta di bullismo istituzionale (i famosi „fucili caldi‟)
e si mandano messaggi senza curarsi dell‟effetto che avranno sulle persone in formazione („guerre
umanitarie‟). Oppure certi beceri salotti televisivi dove vanno a fare bella mostra di sé i politici che
dovrebbero essere gli adulti „migliori‟, quelli che si occupano delle leggi che regolano la convivenza.
Sappiamo che è più facile stigmatizzare i comportamenti devianti dei giovani o giovanissimi, magari
farci anche del moralismo sopra, ma chi sono gli adulti che dovrebbero dare l‟esempio?
Tolleriamo il bullismo istituzionale e poi ci lamentiamo, o addirittura invochiamo pene esemplari. E
anche quando vogliamo fare i clementi, forse non facciamo un grande favore ai ragazzi coinvolti.
Leggo una riflessione sull‟episodio della scuola allagata tratta dal libro di una professoressa di filosofia
moderna e contemporanea dell‟Università di Ginevra, sull‟episodio del liceo Parini allagato. In
quell‟occasione si è utilizzata una clemenza di facciata, che, come la famigerata „tolleranza zero‟, non
permette la riflessione né l‟assunzione di responsabilità di quei ragazzi, che sono semplicemente stati
umiliati una volta di più rispetto al loro desiderio di affermazione, pur in modo così deleterio. („Nulla
appare invano‟ di Roberta De Monticelli).
Per quanto sopra, non possiamo farci illusioni sulla risoluzione del problema all‟origine, almeno per il
momento. Possiamo però perseguire con ragionevole ottimismo obiettivi più alla portata, che, come
dimostrato in più occasioni, possono raggiungere risultati eccellenti, grazie al lavoro nella scuola
sostenuto da questi laboratori e a esperienze innovative sul piano educativo e didattico.
Il Filo di Sofia è una di queste esperienze; si tratta di un progetto educativo-didattico nato anni fa in
una frazione di Marino e che dal 5 gennaio di quest‟anno è collegato con una rete più vasta,
l‟associazione Amica Sofia, che promuove le ormai diffuse esperienze di filosofia con bambini e
ragazzi.
Fare filosofia CON bambini e ragazzi significa per noi adoperare tutto ciò che il pensiero umano ha
prodotto nella sua Storia per ricercare un sapere autenticamente vantaggioso per l‟essere umano.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Alcune immagini significative: esperienze nelle classi, riflessioni degli alunni, il primo convegno
internazionale a Villa Montesca, i rapporti con le Università, il convegno a Parigi all‟Unesco per la
giornata mondiale della filosofia, il coinvolgimento dei genitori…
Molte delle suggestioni nate in queste esperienze di filosofia sono anche state proposte nei laboratori
Avios, per esempio la mimesi: la mimesi si basa su un movimento corporeo istintivo, dove però
l‟istinto è mediato dalla parola (in prevalenza la parola poetica). E‟ un emergere del mondo interiore,
attraverso l‟istinto mediato dalla creatività. In quanto movimento istintivo della singola persona, si
oppone agli stereotipi, all‟omologazione negativa. Quando il bambino mima il fiore, il movimento sarà
diverso da quello di un altro bambino. E sappiamo che il bullismo si basa, tra le altre cose, proprio su
conformismo e stereotipi.
Non c‟è tempo per scomodare Tommaso d‟Aquino e le sue teorie sulla conoscenza, aggiungerò
soltanto che la mimesi, come le altre tecniche prese in prestito dalla storia della filosofia, consente
all‟alunno di toccare i propri strumenti interni per la conoscenza.
In tutti gli elaborati prodotti dagli alunni, emerge il punto di vista dei più diretti interessati. Una delle
caratteristiche dei percorsi di filosofia con bambini e ragazzi è, per l‟appunto, il fondarsi sulla
condivisione del percorso da parte degli adulti e la pari dignità tra la visione dei bambini e dei ragazzi
da una parte, e quella degli adulti dall‟altra.
Nessuna tecnica risolve il problema. Può servire ad intervenire in situazioni circoscritte, ma la radice
del problema affonda in profondità nel contesto sociale, come abbiamo visto.
Dal teatro per consentire l‟espressione, alla mimesi che combatte gli stereotipi, alla retorica per
migliorare la comunicazione, all‟antilogia che educa all‟assertività… tutti percorsi che stiamo da
tempo sperimentando e che hanno dato ottimi frutti.
Il lavoro di continuità in questione riguarda un progetto tra scuola Primaria e scuola media, nel
Comune di Marino. A questi incontri tra alunni e insegnanti, si è deciso di dare un‟impronta filosofica
collegandoci ad un progetto di filosofia attivo da due anni in diverse classi della scuola elementare (Il
Filo di Sofia). Dopo gli incontri di presentazione, i bambini e i ragazzi hanno deciso di riflettere su
alcuni grandi temi della vita, e su alcuni problemi che li coinvolgono da vicino, tra i quali il bullismo.
Dalla Primaria alle Medie, non poteva mancare la scuola dell‟Infanzia.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
I bambini approfittano del „cilindro delle domande‟.
„Ghirlando senza cappello è ancora Ghirlando?‟ E senza occhiali? E se si toglie la barba? Abbiamo
sconfinato nell‟ontologia, ma ci sembrava un po‟ eccessivo, quindi la riproporremo… in prima
elementare.
Alcuni dei percorsi utilizzati nelle esperienze del Filo di Sofia sono stati utilizzati nei laboratori che
conduciamo con l‟Avios.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
I video realizzati relativi alle esperienze nel I Circolo, anno 2006-07, referente la
dott.ssa Gabriella Confalone, e nel II Circolo, anno 2007-08, referente la dott.ssa
Anna Maria Moccia
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Pracatinat, luglio 2008
Sessione estiva Amica Sofia a Pra’ Catinat
Dal 15 al 20 luglio l’Associazione Nazionale Amica Sofia ha organizzato una sessione estiva sul tema "Quale filosofia
con i bambini e i ragazzi?"
I temi, liberamente trattati, si snoderanno lungo questo percorso:




cosa riteniamo abbia senso proporre, anche in relazione a differenti fasce di età;
come facciamo a distinguere tra modi più o meno genuini, più o meno spurii di fare filosofia con loro;
come concepiamo la relazione fra sessioni di filosofia e altre attività didattiche (coesistenza o interazione);
come concepiamo la formazione propriamente filosofica di chi propone sessioni di filosofia a bambini o ragazzi.
“Quale filosofia con bambini e ragazzi”
Pracatinat, 15-20 luglio 2008
Per l‟occasione sarà presentato e discusso il video: „Ghirlando e Sofia. Filosofare, con l’Infanzia si può fare‟.
Dal sito di Amica Sofia:
LA SESSIONE ESTIVA 2008
La sessione estiva 2008 di AMICA SOFIA ha avuto luogo come previsto. Gli increduli possono essere rassicurati
guardando questa serie di foto, predisposta da Stefano Bacchetta, ossia cliccando su:
http://bac.pho.to/albums/pracatinat_08/index.htm
la data: dal 15 al 20 luglio 2008
il luogo: a Pracatinat, località montana oltre Pinerolo, a 1650 metri di quota. Consultare il sito www.pracatinat.it
il tema: “Quale filosofia con i bambini e i ragazzi?”
La nostra associazione si è proposta di SPECIALIZZARSI nella filosofia con i b. e i r. e c'è attesa per capire come ci
autorappresentiamo, cosa proponiamo, approviamo o disapproviamo, dove ci collochiamo. La nostra prima
sessione estiva costituisce appunto una bella occasione per cominciare a DEFINIRE LA NOSTRA IDENTITA'.
Di conseguenza andremo lì ad elaborare risposte a domande cruciali come queste: "chi sono quelli di Amica Sofia?
cosa propongono? che idea di filosofia hanno? come motivano le loro scelte? come ragionano?".
il calendario effettivo della sessione:
MARTEDI'15: accoglienza partecipanti
MERCOLEDI' 16, ore 9:
Livio Rossetti, La dimensione metacognitiva del filosofare con i bambini e i ragazzi
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Agostino Roncallo, Bambini e ragazzi esplorano la relazione tra il linguaggio e la realtà attraverso il pensiero di
Adorno e Wittgenstein
ore 15:
Alessandra Freschini, L’osservatore osservato: fare filosofia nella letteratura
Adriana Presentini, Quale modello di sessione filosofica? La filosofia come strumento metodologico innovativo nella
scuola di oggi
GIOVEDI' 17: in mattinata visita alla "Grande Muraglia" di Fenestrelle
ore 15:
Paolo Rossi, Come si può educare al discernimento del bene?
Alberto Galvagno, Quanta difficoltà a stare nella domanda! Esperienze di studentesse di Scienze della Formazione
che hanno sperimentato la filosofia con i bambini nel loro percorso di tirocinio
VENERDI' 18, ore 9:
Pina Montesarchio, Per una scuola di spirito filosofico dotata
Fabio Colombo, Mamma mi compri un filosofo?
ore 15:
Assemblea dei soci e, a seguire, "Ghirlando e Sofia - Filosofare, con l'Infanzia si può fare", presentazione video di
Stefano Bacchetta
SABATO 19: in mattinata un momento di concentrazione sul prato, introdotta da Adriana Presentini
ore 15:
Marcello Sala, Il paradosso dell'identità e del cambiamento: l'evoluzione insegnata dai bambini
Chiarastella Bonetti, Parole per dirlo: esperienze socio-affettive nelle scuole elementari
DOMENICA 20: saluti e partenze
la serie degli abstracts: abstracts delle relazioni
il testo delle relazioni: via via che sono disponibili, i testi vengono collocati nella sezione QUALE DIALOGO? di
questo stesso website.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Sessione di filosofia in alta quota
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Brindisi serale con genepì offerto (a sua insaputa) dal presidente Livio Rossetti
Filosofi sull‟abisso…
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
115
N. 1, Agosto 2008
Fantasio festival, – Arte, Musica, Filosofia, Letteratura, Danza,
Perugia, aprile 2008-08-17
Il racconto di una „Filante‟ presente allo spazio di Amica
Sofia‟ nella Rocca Paolina
Ti dico solo che è stata veramente una bella esperienza.
Ho sicuramente partecipato emotivamente a tutte le bellissime cose che
ho ascoltato, mi brillavano gli occhi e mi sono sentita a casa.
Ero nel posto giusto al momento giusto! Non viene mai suscitato un
desiderio se non è possibile anche la sua realizzazione!
Ero lì perché volevo ricevere quell'energia, dovevo ricevere la forza per
continuare a credere in una scuola vera. Una scuola più vicina al piacere
di fare ed essere scuola di vita.
E' stato emozionante. Avevo gli occhi lucidi! Ascoltare la prof. Mirella
Napodano raccontare con passione il suo amore per ogni creatura
passata o presente nella sua scuola, da quando era maestra ad ora che
ricopre il ruolo di dirigente. Nella sua presentazione del suo libro
"Socrate in classe. Le buone pratiche della filosofia dialogica nella
scuola" mi ha travolto la gratitudine e l'amore per i suoi alunni da lei
ritenuti i suoi veri maestri.
Che dire poi del prof. Giuseppe Ferraro? Ha parlato di emozioni, di occhi
che brillano quando l'anima è felice e il cuore prova gioia e piacere. Ha parlato di meraviglia e di
stupore. Così mi sono sentita accolta e amata. In quel preciso momento ascoltavo la persona più cara al
mondo, con la quale riuscivo a condividere pensieri ed emozioni, non solo come maestra ma come
creatura di un'esistenza molto più vasta e in comunicazione con l'altro!
Mi accorgo rileggendo che non ho parlato di FILOSOFIA!
Credo però che non sia un caso. Tutto l'amore che ho respirato, percepito e ricevuto cos'è se non la
realizzazione della pratica filosofica? Non ci sono solo parole e pensieri, ma emozioni, sentimenti,
affetto e amore. Io credo che "essere" scuola con questa attenzione, passione e dedizione, che è
soprattutto ricerca, scoperta e continua trasformazione, è fare un dono speciale alle nostre creature.
Alla fine dell'incontro ho chiesto alla prof. M.Napodano di farmi una dedica sul libro, e al prof. Ferraro
un abbraccio che mi è stato ricambiato con tanto amore e calore.
Ad Adriana Presentini un grazie speciale per avermi accolta e inserita in questa magnifica esperienza
perugina del Fantasio Festival.
A Ghirlando, filosofo giramondo, l'invito a non lasciarci più così.
Marina
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Produzioni
I prodotti delle esperienze di quest‟anno, oltre che in questo bollettino, si sono concretizzati
come segue:
- Un video, realizzato in diversi Paesi e nel nostro circolo, con le classi che hanno partecipato al
progetto di mimesi. MIMESIS è un progetto artistico a cui hanno aderito attivamente centinaia
di persone in tutto il mondo. Il progetto è iniziato nell‟ottobre del 2007 e si è concluso
nell‟estate del 2008 con l‟esposizione dell‟opera a Roma durante le iniziative legate all‟Estate
romana.
- Rivista Amica Sofia: Nel primo numero c‟è una presentazione delle esperienze del Filo di Sofia
nella Scuola Media e dell‟Infanzia (compresa la lettera di Ghirlando ai Pallini Blu).
Materiale video:
Dvd „mimesi e lettura‟ con Gilberto Scaramuzzo, classe Terza di I. Nievo
Dvd dello spettacolo finale della mimesi con alunni e genitori
Dvd per la classe Quarta di Elsa Morante (lettere alla Creatura e a Robinson)
Dvd per la classe Seconda di G. Verdi (mimesi)
Dvd per la classe Quarta di G. Verdi (mimesi)
3 dvd per la classe Prima di I. Nievo (mimesi)
Dvd per la classe Terza di G. Verdi (lezione sull‟acqua)
Circa 5 Dvd per la classe terza di I. Nievo (Mimesi)
Dvd per la Scuola dell‟Infanzia (“Ghirlando e Sofia”)
Dvd „Filosofando con Ghirlando e Sofia‟, presentato al convegno di Prà Catinat
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
Parlano di noi
Documentazione relativa al progetto “Il Filo di Sofia” è pubblicata regolarmente dalla rivista
„Scienze del pensiero e del comportamento‟ (associazione Avios, www.avios.it), nella sezione dedicata
alla filosofia nella Scuola dell‟obbligo.
Amica Sofia: www.amicasofia.it, presenta nel sito articoli sulle nostre esperienze e sul Filo di
Sofia, oltre a produrre una newsletter che viene inviata gratuitamente via mail a chi ne fa richiesta.
Il Filo di Sofia è inserito nel sito dell‟associazione Mimopaideia (www.mimopaideia.it) del prof.
Gilberto Scaramuzzo (Lumsa, Università di Roma Tre).
Libri in cui si parla delle nostre esperienze
Formazione e cambiamento – Teoria e prassi, a cura di G. Bortone; capitolo Politica e
formazione. Un cambiamento è ancora possibile? di S. Bacchetta.
Edda Ducci – Ricordi e testimonianze, a cura di C. Di Agresti
Di prossima pubblicazione
„Appunti per una fenomenologia spiritosa‟, S.Bacchetta in „Per una critica della Ragion Puerile‟
a cura di W. Pilini e A.R. Nutarelli, ed. Morlacchi
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Recensioni
Graziella Carrucola - Anna Rita Nutarelli - Walter Pilini
La filosofia a/ha sei anni
L‟enciclopedia filosofica dei bambini e delle bambine di prima elementare. Idee-ragionamenti sul
mondo , Morlacchi Editore
«Dio dà la capacità agli uomini di fare le case e i mobili.»
«Noi stiamo in piedi e gli animali stanno con le zampe per terra.»
«I sentimenti sono le cose che proviamo, stanno nel nostro cuore, nascono grazie alla vita.»
«L‟infinito è colore, è una cosa molto triste oppure fa la simpatia. Tutti i colori che fanno risplendere
la gente.»
«L‟anima è una cosa che può parlare con la mente e non con la voce. È una cosa che, penso, ha una
forma di farfalla.»
«Il tempo è una cosa che scorre, ma piano.»
«Le idee si vedono con gli occhi della mente.»
«Le parole servono per far venire fuori i nostri pensieri.»
«La fantasia esiste perché se non c‟era non esistevano i cartoni animati.»
L‟ora di grammatica – Storie di studenti alla scoperta del linguaggio
A cura del CRLE (Centro di Ricerche sul Linguaggio e l‟Educazione), Morlacchi Editore
Prefazione: Il caso della grammatica, che abbiamo affrontato nell‟ambito del centro di Ricerche sul
Linguaggio e l‟Educazione, è emblematico: si trattava di recuperare l‟attenzione alla retorica e alla
dialettica in quanto luoghi del molteplice, della pluralità, delle differenze a confronto e in dialogo.
Attraverso il linguaggio abbiamo voluto recuperare il rispetto dell‟alterità e, con esso, l‟idea di un
essere umano che nasce come soggetto a un mondo di parole, un mondo sempre già parlato, in cui si
trova gettato dalla nascita ma nello stesso tempo accolto dall‟appello della parola alla parola. Gli
autori di questo volume hanno considerato che un atteggiamento analitico non permette il controllo
dei fenomeni e che, invece di essere il luogo delle soluzioni, il linguaggio è un contesto in cui si
pongono problemi, il luogo della “molteplicità interrogativa” . L‟analiticità di tante indagini
linguistiche non può fare a meno, per sostanziarsi, di sguardi sul linguaggio diversi ma
complementari, come quelli della biologia, della filosofia e dell‟antropologia; non può fare a meno,
insomma, della lezione di Eraclito, del suo “tó xynón” , nel senso di ciò che distingue perché al
contempo tiene assieme e fa uno in sé di tutto ciò che è.
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Evoluzione a scuola – e l‟arte di (non) insegnare
Marcello Sala, Change ed.
http://darwininitalia.blogspot.com/2007/11/evoluzione-scuola-e-larte-di-non.html
Un brano del testo:
Questo libro... si propone da una parte a educatori, insegnanti, studenti di scienze della formazione,
ricercatori didattici, formatori, a riflettere criticamente sulla propria pratica professionale, dall‟altra
a esperti di evoluzione e di epistemologia, operatori della comunicazione scientifica cui sta a cuore la
comprensione di quelle idee scientifiche da parte di tutti; perché, come scrive Telmo Pievani nella
prefazione, il libro “tiene insieme dentro un‟unica trincea tre livelli che troppo frequentemente
viaggiano disgiunti: quello dei contenuti delle teorie scientifiche considerate, quello dei modelli
epistemologici sottesi e quello dei processi di formazione.”
Recensione dalla rete: C‟è una rivista, fresca di pubblicazione, che può dare alla filosofia quell‟aria di
affabile praticità che generazioni di pensatori non hanno mai saputo assicurarle. Si tratta di “Diogene
Filosofare oggi”, rivista dalla probabile periodicità di un trimestrale che sorprende subito il lettore
per le caratteristiche del format (vale a dire l‟insieme dei contenuti) che la caratterizzano. Ad iniziare
proprio dai temi e dalla scelta dell‟argomento centrale su cui ogni numero concentra gran parte dei
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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contributi critici: l‟olfatto, il corpo, la crisi della mascolinità e, prossimamente, il Giappone, paradiso
dei Manga, dell‟hi-tech e della modernità scintoista.
“Diogene” è davvero un bel regalo per chi, stanco dell‟ovattata seriosità di tante riviste del settore,
vuole che la filosofia conservi sempre un aggancio forte con il mondo reale, svestendo i panni di un
sapere astratto che, malgrado Nietzsche, continua ancora a disertare le strade della vita concreta. Se
“Diogene” è una rivista originale, ricca di contenuti, gradevole e mai stucchevolmente specialistica, è
merito anche della spumeggiante linea editoriale adottata dal direttore Ubaldo Nicola e dell‟intima
convinzione, propria del direttore e dei suoi collaboratori, che la filosofia sia un bene comune, di cui
si farebbe peccato a non condividere anche con chi filosofo non è di professione il fascino e la
passione che è sempre in grado di suscitare. Di “Diogene”, oltre al prezzo accessibile (€ 4,50), piace
il modo di fare fronte ai grandi temi del pensiero. Come non apprezzare poi il proposito di conciliare
la filosofia con le piccole, ma imprescindibili vertenze pratiche della nostra quotidianità? Per farsene
un‟idea, e scoprire anche dove la rivista viene venduta, si potrebbe visitarne il sito all‟indirizzo
www.diogene.cc.
Recensione dalla rete: Se è vero, come scrive Umberto Galimberti con Nietzsche e Heidegger, che il
nichilismo è oggi l'ospite più inquietante nella casa dei giovani, di fronte alla "morte di Dio" e al
tramonto dei valori tradizionali, viene da sé la domanda su che cosa possano realmente fare la scuola
e la filosofi a per le generazioni del futuro. Secondo l'autore si può fare molto, a partire
dall'abbandono di una modalità di insegnamento nozionistica e astratta e da un cambio radicale di
prospettiva, ponendosi dal punto di vista delle esigenze concrete degli alunni, partendo cioè dalla loro
soggettività. Ma quali strumenti proporre a adolescenti e studenti per offrire loro un'interpretazione
della vita e del mondo? L'autore traccia sei percorsi tematici per il triennio dei licei, articolati in
moduli ricorrenti. Partendo dal mito e dalla costruzione identitaria, attraverso le grandi questioni
dell'essere, dell'uomo, della politica e della conoscenza, fino a quelle della praxis e del lavoro,
propone un'ampia scelta di testi di autori classici e moderni, attività didattiche strutturate, momenti di
sintesi interdisciplinare e di verifica. Un testo che ricerca e trova nei grandi filosofi risposte
convincenti alle domande ormai ineludibili dei giovani.
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Il futuro del Filo
Lumsa
L’Università LUMSA e l’Associazione Tincani
invitano la S.V.
alla giornata dedicata a
EDDA DUCCI
Ricordi e testimonianze… un anno dopo
Venerdì 16 maggio 2008
ore 15.00
LUMSA
Borgo S. Angelo, 13 - Roma
Aula Magna
Apertura
Arrigo Pedon - Preside della Facoltà di Scienze della Formazione
Giuseppe Dalla Torre - Magnifico Rettore
Il magistero di Edda Ducci presso la LUMSA
Consegna della medaglia d’oro e del diploma di prima classe
riservati ai Benemeriti della scienza, della cultura e dell’arte
Carmela Di Agresti - Ordinario di Pedagogia Generale
Edda Ducci: luoghi e tempi di un servizio
Testimonianze libere
ore 17.30: Celebrazione Eucaristica
presieduta da S.E.R. Mons. Claudio M. Celli
Alla prof.ssa Ducci viene intitolata un’aula,
nella sede di Scienze della Formazione, piazza delle Vaschette 101
Ho tre immagini chiarissime, nella mia mente, mentre scrivo questo mio contributo che non
vuole essere solo un ricordo.
La prima volta che vidi la professoressa Ducci: mi ero iscritto da poco al corso di laurea in
Scienze della Formazione di Roma Tre; già insegnavo e non potevo frequentare, ma volevo
cominciare bene. Quel corso di Filosofia dell‟Educazione era attraente, m‟intrigava
quell‟accostamento tra Seneca e Dostojevskij… e soprattutto questa professoressa che, fatto per me
strabiliante, non solo permetteva (lo fanno in molti, per fortuna) di registrare le sue lezioni, ma era lei
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
stessa a farlo, e a fornirle agli studenti che non potevano frequentare. Ricordo le sue parole quasi
testualmente: “d‟altra parte, anche voi che non frequentate pagate le tasse universitarie e avete diritto
come gli altri…”. Che meraviglia. Questo fu l‟inizio. Dovevo ancora sostenere il primo esame e già
speravo di dare la tesi di laurea con lei.
Il secondo ricordo: anni dopo, davanti alla Lumsa dove insegnava, la aspettavo per gli ultimi
consigli sulla tesi (sì, c‟ero riuscito, sarebbe stata lei la mia relatrice!); era una tesi sulla pratica
filosofica nella scuola Primaria, una pratica che avevo iniziato grazie anche e soprattutto alle
suggestioni del suo corso. Ricordo che mi presentò alla prof.ssa Di Agresti, allora Preside della
Facoltà di Scienze della Formazione, con aria entusiasta, parlandole proprio del mio fare filosofia
“con i bambini!”.
Terzo ricordo, diviso in due episodi. Il primo: quel giorno di gennaio 2005, io e la mia classe
quinta (scuola Primaria), ospiti della professoressa alla Lumsa, ad ascoltare una sua lezione sul
Gorgia di Platone… no, non è esatto. Lei presentò la sua lezione ad alunne e alunni invitandoli, in
primo luogo, a esprimersi qualora non avessero gradito la sua scelta dell‟argomento, e poi
specificando fin dall‟inizio (in questo caso le parole sono testuali) che “la lezione non è un momento
in cui si ascolta e basta, è un momento in cui si agisce dentro, no? E quindi dev‟esserci l‟energia di
tutti, non solo la mia…”. E subito sollecitò una discussione se fosse meglio chiarire subito le cose
poco chiare… Il tema della lezione, la domanda che „a nome vostro ho fatto a Platone‟ era: ‟Di che
cosa hanno bisogno gli esseri umani per crescere nella conoscenza e nell‟amore, dunque nella mente e
nel cuore? Quali sono le cose che ci fanno crescere e come distinguerle dalle altre? Come distinguere
tra i bisogni dell‟essere umano e i capricci, le mode…?‟ Alla lezione seguì la discussione, e poi il
racconto del mito della caverna di Platone, da parte del prof. Gilberto Scaramuzzo. Da allora, non
c‟è stata una volta che, presentandomi e raccontando di quell‟esperienza, la professoressa non
ricordasse con entusiasmo e meraviglia quegli alunni che, mentre lei parlava, “prendevano appunti!”.
Tornai con la classe, nel giugno dello stesso anno; aveva spostato degli esami, per noi: lei accolse
alunne e alunni, assistendo alla loro mimesi dell‟Infinito di Leopardi, sempre con l‟appassionante
regia di Gilberto. Quella volta, non per caso, c‟era anche mio padre.
Conservo con amore tutte le cassette delle sue lezioni. A rendermele preziose c‟è la sua voce, il
suo insegnamento, le sue suggestioni che, se le risentissi cento volte, ogni volta accenderebbero nuove
fiammelle, ogni volta stimolerebbero nuove riflessioni. In quelle cassette ci sono anche i suoi dialoghi
con gli studenti; in mezzo a loro uno che, come lei, se ne è andato da poco. Mio padre, che avevo
pregato una volta di andare a prendere quelle cassette registrate con le sue lezioni, aveva conosciuto
la professoressa ed era poi andato ad ascoltarla qualche volta in aula. Da allora, posso dire,
frequentò l‟università molto più di quanto abbia fatto io. Raramente mancò alle lezioni. Tra i due
nacque un rapporto molto bello, e mio padre raccontò quell‟esperienza universitaria come una delle
cose più belle della sua vita. E‟ un motivo in più per il quale conservo un ricordo splendido di
entrambi, un ricordo che non riesce a essere triste.
Ci sono vite che sembrano scritte da un romanziere benevolo; a differenza dei romanzi,
naturalmente, nella vita il finale è sempre lo stesso; per definirlo lieto, ci vuole, a seconda dei casi,
molta fede, molto coraggio, o forse, quell‟eroismo tragico che inventarono gli antichi greci. Ma il
punto è, che nessuno, davvero nessuno, avrebbe potuto scrivere in questo caso un finale più compiuto,
più armonico. Penso a quella frase che la professoressa citava spesso, sulla ricompensa grande che
giustifica il „bel rischio‟: forse, chiudere il romanzo di questa vita lasciando una presenza così forte e
così grande, avrà giustificato anche la sofferenza, dignitosa ed eroica, mi permetto di dirlo, che l‟ha
accompagnata mentre fino alla fine lei ha svolto il suo compito in questa vita.
Ecco, l‟ultimo ricordo che ho di lei è la telefonata che, finalmente, ero riuscito a fare dopo la
lunga malattia, una pausa concessale prima del commiato. Non ricordo affatto di aver parlato con
una persona malata, ricordo una persona entusiasta, che gioiva sapendo di come si andava
allargando la mia esperienza di filosofia con i bambini e i ragazzi, e di come l‟avevamo citata quale
nostra „madrina‟ anche a Parigi, nel novembre 2006, alla conferenza internazionale dell‟Unesco per
la giornata mondiale della Filosofia. Ci salutammo, io felice e sollevato, lei che mi invitava ad andare
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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N. 1, Agosto 2008
a seguire qualche lezione del suo nuovo corso che a me sarebbe piaciuta molto; non ricordo, adesso,
quale fosse l‟argomento, ma si sarebbe parlato “della capacità di scegliere…”.
Ho pensato a lei il 5 gennaio, mentre, con altri pionieri della filosofia con i bambini e i ragazzi,
eravamo ospiti dell‟Università Pontificia Salesiana per fondare AMICA SOFIA - Associazione
Italiana per la Filosofia con i Bambini e i Ragazzi. Alla madrina delle nostre esperienze filosofiche
nella scuola, a lei che ospitò i miei alunni lasciando un seme che continua a crescere (loro, ancora
oggi, ricordano la „cattedrale‟: l‟aula col soffitto di legno che li lasciò a bocca aperta). A lei che
nessuno di quegli alunni ha dimenticato, lei che proprio il 5 gennaio avrebbe compiuto gli anni; non
so nemmeno quanti, ci sono persone alle quali non si può pensare come se fossero legate al tempo.
Ecco, sembra strano pensare che Edda Ducci non sia fisicamente presente, quando tutto ciò che la sua
vita ha compiuto è ancora così in atto, vivo e dinamico in tutti coloro che ha aiutato a crescere, a
comprendere, ad accendere altre „passioni‟. La professoressa Ducci aveva „il rigore e la grazia‟ di chi
può insegnare, di chi può davvero educare. E se oggi è troppo più facile e triste pensare a lei, è
proprio perché siamo costretti a osservare le tante scadenti personalità „che attraversano il Paese‟,
spesso proprio tra coloro che dovrebbero essere responsabili della formazione e del benessere (non
solo economico…) della civitas. Coloro che, per il potere che hanno, per la responsabilità che hanno,
dovrebbero essere i „migliori‟. Ecco, in questo caso si sente ancora di più la mancanza di una persona
come Edda Ducci, che tanto ancora avrebbe potuto insegnarci. E quello che la professoressa Ducci
insegnava, difficilmente si perdeva. In questo senso, lei aveva quel sapere „explicite et perfecte‟, di cui
parlava quel Tommaso D‟Aquino che lei mi fece conoscere. Soprattutto un sapere „in atto‟.
Concludo con un pensiero (altro frutto delle lezioni della professoressa: che bello conoscere
nuovamente Dostoevskij grazie a lei!) a quella libertà infinita dell‟uomo, che si può volgere tanto
all‟estremo bene quanto all‟estremo male (com‟era puntuale nel ricordarci che questo è il più
misterioso degli aspetti dell‟educativo, col quale dobbiamo sempre fare i conti!). Oggi sembra che il
mondo stesso, mentre da una parte scivola verso l‟abisso della mancanza di un senso dell‟umano
(come già avvenuto in altri tristi periodi storici), dall‟altra continui a sviluppare la tensione verso
quello stesso senso; nascono associazioni, continua l‟impegno di tante persone e tante istituzioni che
(malgrado tutto) continuano a credere nella scintilla dell‟uomo capace di non abbattersi nonostante
tutto. Una forbice che si allarga sempre di più: è possibile un cortocircuito che interrompa questa
dilatazione, che riporti un più sano equilibrio? Io credo che qualunque strada, qualunque pensiero
che voglia lavorare per ridare dignità al senso dell‟Uomo, non potrà fare a meno della professoressa
Edda Ducci. Noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerla, abbiamo anche la responsabilità e la
gioia di mantenere vivo il suo pensiero, di raccontarlo e di farlo crescere.
Stefano Bacchetta
E‟ passato un anno dalla scomparsa della professoressa Edda Ducci. E lei ci ha fatto
un regalo; grazie alle sue suggestioni, al suo entusiasmo, che ho cercato di ricordare nel
contributo al libro, curato dalla sua cara amica Prof.ssa Di Agresti, l‟Università LUMSA
proporrà dal prossimo anno un laboratorio per studentesse e studenti di Scienze della
Formazione che vogliano conoscere da vicino la pratica filosofica con bambine/i e ragazze/i.
Corso di laurea in
SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA
a. a. 2008 - 2009
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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Dalle cene (filosofiche) al caffè… e alla merenda.
Crostata filosofica…
Nate, come il progetto originale, nel 244° circolo didattico per sopperire alla
mancanza di ore per la formazione dei docenti, e all‟impossibilità di trovare tempo e spazio
all‟interno del circolo per le riunioni, le ormai „istituzionali‟ cene „filanti‟ si arricchiscono di
nuovi appassionati gastrofilosofici e di colleghe e colleghi di altri circoli che condividono, in
case e locali, la passione per la filosofia… e il cibo.
A questo proposito, ci sono due motivi per i quali voglio ringraziare Peppe „il siciliano‟
(per estensione, lui e la sua famiglia tutta): intanto, perché ci fa mangiare sempre bene,
comprensivo anche degli stipendi dei docenti („da fame‟… diceva un ministro che poi li ha
lasciati più o meno inalterati). E poi perché sono i genitori di Federica, una delle alunne
con le quali cominciò l‟avventura filosofica scolastica (quando ancora non sapevamo, né io
né loro, di fare filosofia a scuola). A quel tempo, proponevo la matematica attraverso la
poesia. Federica, come tutte le altre ragazze e gli altri ragazzi per i quali vorrei trovare
spazio nelle prossime pubblicazioni, è una delle dimostrazioni di quanto sia utile lavorare
così. Per questo, siamo sempre rilassati e ben disposti a cibarci delle delizie che ci propone il
„pub Ribera‟ a S. Maria delle Mole.
Poiché tra cibo e filosofia ci sono più rapporti di quanto qualcuno non creda (sarà
argomento del prossimo numero dell‟ottima rivista „Diogene, filosofare oggi‟) stiamo
pensando, oltre ai caffè filosofici (che poi sono in qualche occasione diventati the, grappe,
ecc.) alla proposta di vere e proprie merende filosofiche con gli alunni. Vi faremo sapere.
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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A presto
Il Filo di Sofia – Filosofare con bambine/i e ragazze/i
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