METODI 2 2005-6 EQUAZIONI DIFFERENZIALI Funzioni che mettono in relazione una variabile indipendente ( es. x), una sua funzione ( es. y = f(x) ) e la derivata di quest’ultima ( es. y’ = f’ (x) ). ESEMPIO y ' F ( f ( x), x) Ordine: massimo grado di derivazione che compare nell’equazione differenziale. SOLUZIONI Generale ogni equazione differenziale ha infatti infinite soluzioni che differiscono per una costante. Particolare Si ottiene applicando la condizione iniziale alla soluzione generale trovata APPLICAZIONI ECONOMICHE Considereremo sistemi DINAMICI in cui avremo: t : var. indipendente ( tempo ) x( t ): var. dipendente (var. economica che si evolve nel tempo) Variabile di stato Useremo questa notazione: x(t) Ax(t) Bu(t) I SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI NELLE APPLICAZIONI ECONOMICHE x(t) Ax(t) Bu(t) Saggio di variazione della variabile x al variare del tempo “ cause del variare di x ” TERMINE DI CONTROLLO •Se B 0 •sistema NON OMOGENEO • soluzioni diverse da quella banale •si può “guidare” la variabile x con opportuni interventi •Altrimenti •sistema OMOGENEO •ammette almeno la soluzione banale •la variabile x è incontrollabile SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI OMOGENEI x(t) Ax(t) (1) La cui soluzione è del tipo x(t) ξe λt In forma esplicita… x1 (t) ξ1 x (t) ξ 2 2 x3 (t) ξ 3 e λt ... ... x4 (t) ξ 4 (2) SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI OMOGENEI Se la (2) è soluzione del sistema (A λI )ξξ 0 λt Il sistema omogeneo avrà soluzioni diverse da quella banale se: det( A I ) 0 EQUAZIONE CARATTERISTICA DELLA MATRICE infinite soluzioni diverse da quella banale Cercare le soluzioni non nulle del sistema equivale a cercare gli autovalori di A e gli autovettori corrispondenti SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI LINEARI OMOGENEI Quindi le soluzioni del sistema saranno ξ ( 1)e λ1t x ( 1)(t) ( 2) λ2 t ( 2) ξ e x (t) x ( 3)(t) ξ ( 3)e λ3t ... ... ξ ( n)e λn t x ( n)(t) 1, 2, 3, …, n sono gli autovalori e (1), (2), (3)…(n) sono gli autovettori corispondenti. dove ESEMPIO Dato il sistema x1 1 1 x1 x 4 1 x 2 2 Calcoliamo autovalori e corrispondenti autovettori di A ponendo 1 1 2 det( A I ) (1 ) 4 0 4 1 da cui otteniamo due autovalori con molteplicità algebrica pari a 1 1 1 2 3 ESEMPIO Troviamo gli autovettori associati a valore in (A λ1I)ξ 0 ottenendo l’autovettore fondamentale è 1 =-1 sostituendo tale 2 1 1 0 4 2 0 2 1 2 Analogamente l’autovettore fondamentale di 2 sarà 1 2 ESEMPIO Ponendo 1 e 2 pari a 1 le soluzioni particolari del sistema saranno dunque t x (t) 1 1 t e x (t) 2 e t 2 2e Per 1 x1 (t ) 1 3t e x (t ) 2e 3t 2 2e Per 2 3t SOLUZIONI Se un sistema di equazioni differenziali omogeneo ammette soluzioni non nulle infinite soluzioni perché trovatane una se ne possono ricavare infinite attribuendo a valori arbitrari. Se due o più soluzioni linearmente indipendenti una qualunque loro combinazione lineare è a sua volta soluzione del sistema. Se è data una condizione iniziale la soluzione è unica CONDIZIONI INIZIALI Se una condizione iniziale x(t0) = x0 la soluzione del sistema ed è unica Si possono determinare c1 e c2 Graficamente si identifica una sola tra il fascio di possibili curve identificate dall’integrale generale. x(t) x0 t0 t ESEMPIO L’integrale generale nell’esempio precedente era et e3t x(t) c1 c2 3t t 2e 2e Se la condizione iniziale in t0=o 5 x(0) 6 Applicando tale condizione all’integrale generale e0 e0 1 1 5 x(0) c1 c2 0 c1 c2 0 2 2 6 2e 2e Da cui c1 1 c2 4 ESEMPIO Sostituendo i valori trovati nell’integrale generale troviamo la soluzione particolare e t e3t e t 4e3t x(t) 1 4 3t t t 3t 2e 2e 2e 8e soluzione che: •È unica •Muta se cambia la condizione iniziale. MATRICE FONDAMENTALE DELLE SOLUZIONI Si ottiene affiancando i vettori delle soluzioni particolari in un sistema con due sole equazioni differenziali sarà: X (t ) x (t ) x (t ) (1) ( 2) È quadrata perché il numero delle soluzioni è sempre uguale al numero delle equazioni del sistema. MATRICE DI TRANSIZIONE Ponendo il vettore delle costanti pari a c possiamo riscrivere l’integrale generale nel modo seguente x(t) X(t)c Applicando le condizioni iniziali si ricava c x(t0 ) X(t0 )c Sostituendo la (2) nella (1) (t, t0 ) (1) c X (t0 ) x(t0 ) (2) -1 x(t) X(t)X (t0 )x(t0 ) -1 MATRICE DI TRANSIZIONE MATRICE DI TRANSIZIONE Così chiamata perché il suo effetto è quello di portare il vettore iniziale x(t0) al vettore al tempo t x (t). x(t) x(t0) t0 t t ESEMPIO La matrice fondamentale delle soluzioni è e t X (t ) t 2 e e3t 3t 2e Data la condizione iniziale 1 1 X (t0 ) 2 2 La matrice di transizione allora sarà e t (t , t0 ) t 2 e 1 2 3t e 1 2 e 3t 1 4 1 4 PROPRIETA’ FONDAMENTALI DELLA MATRICE DI TRANSIZIONE 1). (t0 , t0 ) I 2). (t, t0 ) (t, t1 ) (t1, t0 ) x(t) x(t0) t0 t1 t t PROPRIETA’ FONDAMENTALI DELLA MATRICE DI TRANSIZIONE 3). (t, t0 ) 1 (t0 , t ) x(t) x(t0) t0 4). t t (t , t0 ) A (t , t0 ) Anche la matrice di transizione è una soluzione del sistema ESEMPIO 2 Dato il sistema 1 x2 x3 x 2 x1 x3 x x 3 x1 x2 con 0 1 1 A AT 1 0 1 1 1 0 calcoliamo gli autovalori imponendo det( A I ) 0 L’equazione caratteristica diventa 3 2 0 Le cui soluzioni sono (autovalori di A) 1 2 1 m.a. = 2 3 3 2 m.a. = 1 ESEMPIO 2 Cerchiamo gli autovettori per 1 = 2= -1 risolvendo il sistema ( A ( 1) I ) ( A I ) 0 1 1 1 1 0 1 1 1 0 In forma matriciale 2 1 1 1 3 0 Da cui 1 2 3 2 2 3 3 1 2 3 0 n-r = 2 soluzioni, dove n ordine di (A- I) r rango di (A- I) ESEMPIO 2 • Se • Se 2 1 3 0 x (1) (1) e 1t et 1 t t 1 e e 0 0 2 0 3 1 x ( 2 ) ( 2 ) e 2t (1) 0 ( 1) 1 1 1 0 0 Prima possibile soluzione per 1 = 2= -1 analogamente avremo et 1 0 e t 0 e t 1 Seconda possibile soluzione per 1 = 2= -1 ESEMPIO 2 Cerchiamo ora gli autovettori per 3= 2 risolvendo il sistema ( A 2 I ) 0 ossia Da cui 2 1 1 1 2 1 1 3 2 3 3 3 1 1 0 1 2 0 2 3 0 quindi, se 3 =1 1 22 3 0 1 1 2 23 0 x ( 3) ( 3) e 3t 2t 1 e 2t 2t 1 e e e 2 t 1 possibile soluzione per 3= 2 ESEMPIO 2 Le tre soluzioni trovate sono linearmente indipendenti possiamo scrivere l’integrale generale come segue x (t ) c1 x (1) (t ) c2 x ( 2 ) (t ) c3 x ( 3) (t ) La matrice fondamentale delle soluzioni sarà et t X (t ) e 0 et 0 e t e2t 2t e e 2 t