relatore
Manuela Kustermann
Ripensare la didattica
 Le richieste poste alla scuola dalla moderna società della
conoscenza sono mutate
 Viviamo in un’epoca caratterizzata da profondi e celeri
mutamenti, al quanto complessa
 La società è mutata : globalizzazione,modelli di vita
molteplici, punti di vista religiosi e valoriali molteplici,
relativismo etico, declassamento dell’autorità La ricerca in campo neuropsicologico ha rilevato una
molteplicità di approcci del soggetto alla conoscenza e una
visione del cervello di stampo multiplo, non univoco
Fino agli anni ottanta si sosteneva che gli individui
nascevano con una intelligenza generale
NON MODIFICABILE
MISURABILE
intelligenza come un fattore unitario
misurabile tramite il QI (Quoziente
d'intelligenza))
Concetto di pluralità di funzioni
 Vecchia concezione sostituita con una definizione più
dinamica articolata in sottofattori differenziati
 Si mette in discussione l’idea ortodossa di
un’intelligenza come entità unica e uniforme
 Si fa strada l’idea che la struttura della mente sia
MODULARE, che le diverse parti del cervello
sovrintendano a diverse funzioni che corrispondono
alle facoltà e alle attitudini umane
GARDNER( teoria sulle intelligenze multiple)
 I suoi studi hanno aperto nuove prospettive in campo
pedagogico affermando che non esiste una sola
intelligenza.
 Secondo GARDNER si deve parlare di PLURALITA’ DI
INTELLIGENZE.
 In “Formae mentis”, sostiene che ogni persona dispone
di una serie di intelligenze molto diverse tra loro in
ciascuno di noi una forma di intelligenza finisce
per prevalere su tutte le altre .
 L’insegnamento deve tener conto di queste diversità
per ricercare strategie di personalizzazione.
7+2
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Inizialmente Gardner considera 7 intelligenze
Linguistica
Musicale
Logico-matematica
Spaziale
Fisico-cinestetica
Intersociale
Intrasociale
In seguito, nel corso degli anni '90, ha proposto l'aggiunta di
altri due tipi di intelligenza : Naturalistica riconoscimento, classificazione
og
oggetti
Esistenziale
riflessione ragionamento ast.
Altre ricerche
 Stenberg è autore della tetrarchia delle intelligenze
che si articola in tre tipi di abilità:
Analitica ( pensiero astratto),Creativa ( pensiero divergente),Pratica ( pensiero
operatorio)
 1990- Salovey e Mayer propongono una teoria
complessa dell’intelligenza emozionale, (Come capacità di
monitorare e dominare i sentimenti e di utilizzarli per guidare il pensiero e l’azione)
ispirandosi alle due forme di intelligenza proposte da
Gardner: intrapersonale e interpersonale
 1997- Goleman emozioni si rivelano risorse decisive nella vita scolastica e
lavorativa
 1998-Le Doux esiste un collegamento diretto tra i centri emotivi e le aree del
cervello in cui hanno sede i processi cognitivi, e ha così introdotto il cervello
emotivo.
GARDNER
 La teoria di Gardner è divenuta teoria generale
dell’educazione ed ha influenzato la didattica in molti
paesi.
 Gardner ritiene che tutti gli uomini possiedono queste
intelligenze
 La differenza tra gli uomini è dovuta alla diversa
combinazione dei tipi di intelligenza posseduti
Messaggio agli educatori
 Guardare gli studenti nella loro unicita’ e poliedricita’
 Aiutare gli studenti a sviluppare il loro personale profilo di
intelligenza
PUNTO DI FORZA
Secondo Gardner è inutile e costoso realizzare uno
strumento per valutare le intelligenze multiple
Le intelligenze multiple non devono essere di per sé
un obiettivo educativo
I docenti devono tener conto della loro esistenza per la
formulazione degli obiettivi e per la scelta della
didattica.
Per cui
Occorre sgombrare il campo dalla convinzione che si
possa fare una didattica per ciascuno
La didattica deve sostenere ciascun alunno nel percorso
di costruzione di conoscenza
L’insegnante deve facilitare il percorso fornendo
opportunita’ per modificare e integrare
progressivamente gli stili degli alunni
L’AZIONE DIDATTICA
Deve tener conto:
 Intelligenze multiple
 Stili di apprendimento
 Difficoltà specifiche di apprendimento diversabilità o
disabilità
 Diversità culturali e religiose
 Diversità di background cognitivo/esperienziali Ambienti
di vita socio-familiari diversificati (OMS 2007)
 Stili di attaccamento alle figure parentali diversificati
Gli alunni con disabilità/Bisogni Educativi Speciali hanno
sia il diritto all’integrazione che il diritto a risposte specifiche
efficaci. Le due cose non sono affatto in contraddizione, come
non lo sono la normalità e la specialità, se le combiniamo nella
«specialenormalità».
(Ianes 2005)
La complessità delle classi
L’integrazione degli alunni disabili (fino a poco
tempo fa i soli “diversi”) ha provocato nella scuola
italiana profondi mutamenti a diversi livelli:
 culturale: cultura dell’accoglienza
dell’integrazione invece che cultura della
separazione; cultura della collaborazione tra pari
invece che cultura della competitività esasperata
 professionale: corresponsabilità e collaborazione
tra docenti e con altre figure professionali
 progettuale: proiezione verso il progetto di vita
didattico:attenzione ai bisogni individuali degli
alunni, progettazione mirata, obiettivi cognitivi, di
relazione, di autonomia, strategie didattiche
differenziate
Quali strategie?
Ha ancora senso attivare una didattica
“normale” (rivolta ad una classe percepita
sostanzialmente come omogenea) con
qualche aggiustamento dovuto alla presenza
di casi problematici?
La ricerca legata al mondo dell’integrazione
elabora i concetti di
- inclusione
- bisogni educativi speciali
- didattica della “speciale normalità”
Come rispondere alle diversità
cambiando l’ambiente di
apprendimento i suoi elementi
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Tempo
mezzi
strumenti
contenuti e modalitá di indagine/presentazione
spazio
luoghi
modalitá di aggregazione alunni
relazioniatteggiamenti
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La multimodalità (utilizzo più codici comunicativi)
La teoria delle Intelligenze Multiple
Il concetto di multisensorialità
La Programmazione Neuro Linguistica
Hanno spiegato come ogni persona ha un canale preferito
per apprendere
Le nuove tecnologie, la multimedialità intesa come
“moltiplicazione dei punti di accesso della conoscenza” Gardner
Attivando molteplici canali sensoriali favoriscono la
realizzazione di percorsi personalizzati
la LIM è lo strumento per costruire l’ambiente formativo
per eccellenza
relatore
Manuela Kustermann
Il concetto di inclusione
Il concetto di integrazione
nel “senso comune”pedagogico/scolastico comporta una
relazione asimmetrica, in cui un contesto accogliente
e attento integra al proprio interno una “diversità” che
ne accetta le regole. Questa presenza giunge
comunque a modificare anche profondamente, come
abbiamo visto, il contesto.
Il concetto di inclusione
presuppone invece una relazione simmetrica tra pari:
se siamo tutti diversi, ognuno con la propria identità,
quali relazioni potranno “tenere insieme”
tutte queste diversità?
Il team docenti deve definire il fabbisogno di risorse e
progettare concretamente le attività per realizzare buone
prassi inclusive
Soluzione è:
 una “Pedagogia inclusiva” come capacità di risposta a tutti i
bisogni educativi
 una scuola in cui l’ordinaria offerta formativa si arricchisce
di specificità tecniche e specialità
derivanti dalla ricerca didattica. La “specialità” si dissolve
all’interno delle normali prassi rendendole più efficaci
La “speciale normalità” è un concetto di sintesi che include sia la normalità intesa
come bisogno di essere come gli altri, sia la specialità intesa come
accoglimento dei bisogni speciali propri di ciascun ragazzo in formazione e in
modo particolare di quelli disabili (Ianes, 2001).
La didattica inclusiva
Elabora la propria azione secondo alcuni principi che riguardano tutti
gli alunni:
 Si parte dalla convinzione che la realizzazione di condizioni integrative
migliora l’ambiente educativo e di apprendimento per gli alunni poiché
promuove prospettive di solidarietà e responsabilità, attiva opportunità
nuove e diversificate.
 Includere significa anche pensare alla persona nella sua totalità
 La prospettiva dell’inclusione esige una pedagogia del positivo, della
promozione delle potenzialità personali.
 Suggerendo conseguenti pratiche di insegnamento / apprendimento
basati sulla trasformazione dei contesti classe in individualità/sociali
 L’apprendimento è “fatto” sociale e non connotato sequenzialmente;
 Il nuovo paradigma per progettare l’insegnamento/ apprendimento va
posto più sul comprendere che solo sull’apprendere;
 La progettazione di “ambienti significativi” e intenzionali forma alle
competenti intelligenze plurali, utilizzandole in forme distribuite nel
“contesto”
Affinchè ciò avvenga
metamorfosi dell’insegnante in
“facilitatore dell’apprendimento”
per
convertire l’acquisizione in un “evento sociale”, basato
sull’elaborazione e strutturazione delle esperienze
accrescere il senso dell’autoefficacia personale e collettiva
negli alunni
predisporre contesti inclusivi formativi basati sulle relazioni tra
studente / studenti/ docente.
il successo è dato dal sentimento condiviso dai singoli dell’efficacia
collettiva del gruppo.
Studi specifici condotti da B. Somekh e T. Rudd,
sull’uso della LIM
Hanno riconosciuto a queste periferiche la potenzialità di trasformare la
classe nell’ambiente formativo per eccellenza, dinamico,
multisensoriale dove convergono
linguaggi digitali e strumenti multimediali .
e
rilevato che a differenza di altre tecnologie la LIM possiede
caratteristiche di praticità e semplicità che la rendono uno strumento
molto appropriato per la costruzione di un contesto di apprendimento
adeguato alla odierna società dell'informazione e della conoscenza
“… Le potenzialità di questo strumento possono consentire una vera e
propria rivoluzione nella didattica, rappresentando l'evoluzione del
rapporto scuola e tecnologie fino ad ora centrato sull'uso del PC. La
possibilità di “andare alla lavagna” per manipolare testi, immagini,
filmati, animazioni o per navigare in rete introduce nuovi modelli di
lezione frontale all’interno di un ambiente di apprendimento adeguato
alla società dell’informazione e della conoscenza.” (Rudd, 2007).3
Ora vediamo perché la LIM è uno strumento di
inclusione…
 E’ un punto di contatto tra teoria e pratica
 E’ uno strumento efficace
 Attrae l’alunno
 Incoraggia l’alunno
 Favorisce la costruzione del sapere
 Attività cooperative
Ora vediamo perché la LIM è uno strumento di
inclusione…
 Trasformare i compiti per
l’individualizzazione dei contenuti
 Destrutturare
 Semplificare
 Potenziare le abilità in modo ludico
 Creare archivi multimediali
 Collaborazione tra insegnanti
Bisogna ricordare che…
L’innovazione non è
nel mezzo…
…ma risiede nell’uso che se ne fa.
La LIM è solo uno strumento che deve
accompagnare scelte didattiche ben
mirate.
Quando preparo una lezione che cosa devo
considerare?
 Che cosa desidero che gli alunni
apprendano?
 Come lo presento? (metodologie,strumenti)
 Dove lo presento ? Quale setting spaziale è
funzionale all’apprendimento previsto?
 A chi?Quali modalità aggregative scelgo?
 Quali tempi stabilisco per la presentazione
dei contenuti?
 Quante e quali sequenze indicativamente?
 Che atteggiamento desidero attivare?
Come realizzare con la Lim una didattica
inclusiva?
Problem solving
Mappe concettuali
Learning object
Webquest
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modelli_didattica_inclusiva_2010 (1)