L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha decretato nel 1999 il 25 novembre «giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne». L’inciviltà di tale crimine investe indistintamente tutto il mondo, sia pure per aspetti diversi, perché la donna non ha ovunque la piena titolarità dei diritti come un uomo, restando subordinata al padre prima ed al marito poi. Le forme di violenza sulle donne, oltre a quella domestica, vanno dalla pedofilia alla tratta, dalle mutilazioni dei genitali allo stupro di guerra. Si tratta di violazione dei diritti fondamentali, della dignità e dell’uguaglianza della persona. L’impatto della violenza non tocca soltanto le vittime ma riguarda anche le famiglie, gli amici e la comunità intera che le ospita. Nel 2007 venne approvata dal Parlamento Europeo “La tabella di marcia per la parità 2006-2010” per la diffusione di buone prassi verso la partecipazione della donna alle decisioni della politica. La “Roadmap per la parità tra uomini e donne” prevedeva: l’indipendenza economica di entrambe i sessi, l’eliminazione della violenza di genere, la promozione della parità nella politica estera e nello sviluppo, l’eliminazione degli stereotipi di genere, l’eguale rappresentanza nei processi decisionali e la conciliazione tra vita privata e professionale. Un’indagine condotta dall’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) contro la violenza sulle donne rivela la mancanza di denunce della maggior parte delle vittime di violenza. I dati su tali crimini restano quindi carenti e non comparabili tra loro, rendendo poco efficaci anche le risposte politiche delle istituzioni. I risultati dell’indagine della FRA hanno rilevato i circa 13 milioni di donne nella UE che hanno subito violenza fisica nel corso dei 12 mesi precedenti l’indagine; di loro il 18% aveva già subito atti persecutori dall’età di 15 anni. Circa il 12% delle donne aveva subito una forma di abuso o atto sessuale da parte di un adulto prima dei 15 anni. Infine il 30% delle donne vittima di abuso sessuale da parte del partner precedente o attuale, aveva subito violenza anche durante l’infanzia. Il rapporto Eures sul femminicidio in Italia ha rivelato che il 2013 è stato un anno nero per le vittime, con 179 donne uccise, circa una vittima ogni due giorni. Sono cresciuti gli omicidi in ambito familiare del 16,2% ma anche nei contesti di prossimità, per vicinato, amicizia o lavoro. Sono aumentati, anche per effetto della crisi, i matricidi per ragioni di denaro o per una esasperante convivenza di necessità. Una donna su tre è morta per omicidio a «mani nude» per percosse, strangolamento o soffocamento. Oltre 330 donne sono state uccise dal 2000 ad oggi, per aver lasciato il compagno. Ma il femminicidio è più spesso un'escalation di violenze e/o vessazioni pregresse a danno delle vittime. Eures sottolinea l'inefficacia/inadeguatezza della risposta istituzionale, visto che nel 2013 ben il 51,9% delle vittime aveva segnalato/denunciato le precedenti violenze subite. Ma esistono anche uomini che sanno amare le donne … Primavera infine è l’alba E la bocca è l’alba E gli occhi immortali Han la forza di tutto Noi due tu tutta ignuda Io così come ho vissuto Tu la sorgente del sangue Ed io le mani aperte Come occhi Noi due noi vivi solo per essere fedeli Alla vita Paul Eluard «Poesia ininterrotta» Pablo Picasso «L’abbraccio» Dal mobbing alle molestie sessuali la soluzione non può prescindere dalla prevenzione attraverso la formazione per tutti, maschi e femmine, sia nella scuola che nei luoghi di lavoro. Vanno sostenuti e rafforzati i centri anti violenza su tutto il territorio nazionale ma soprattutto va favorito il processo di consapevolezza e confronto tra uomini e donne, perché “la violenza sul corpo delle donne è una sconfitta per tutti”.