CONSUMER MEMORANDUM
Newsletter a cura di ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE
Anno 4° - Numero 8 - Agosto 2013
SOMMARIO:
– Le news
LE NEWS
Estate 2013: in un opuscolo del Ministero della Salute i consigli per viaggiare sicuri anche in
caso di problemi di salute
Il riposo estivo fa bene a tutti: agli adulti normalmente impegnati nella propria attività
lavorativa, agli anziani che altrimenti rischierebbero di trovarsi da soli nelle città semi deserte e ai
più piccoli specie se in età scolare e dunque reduci da un anno trascorso dentro a un'aula con libri e
quaderni sul banco. Partire per nuove mete è senza dubbio entusiasmante e “cambiare aria” è
un'opportunità che, chi può ancora permetterselo, aiuta non poco a ritemprare tanto la mente quanto
il fisico. Proprio perché ci si allontana da casa, il viaggio va però affrontato con le dovute
precauzioni, in special modo quando si hanno problemi di salute che meritano un continuo
monitoraggio e delle cure costanti.
A tal proposito il Ministero della Salute ha redatto l'opuscolo “Estate, viaggiare sicuri” (reperibile
sul sito internet www.salute.gov.it – sezione “ondate di calore – livelli di rischio, cosa fare”) nel
quale viene spiegato come comportarsi a seconda che si resti nel nostro paese o si vada all'estero:
Cosa fare in caso di viaggi in Italia?
Chiedere il nome e l’indirizzo di un medico che potrebbe intervenire in caso di
aggravamento del quadro clinico o di crisi acute ed il numero di telefono e l’ubicazione
dell’ospedale più vicino.
Preparare e portare con sé la documentazione seguente:
a. tessera sanitaria e tessera dell’eventuale esenzione
b. sintesi della propria storia clinica rilasciata dal medico curante ed eventualmente lettera
di dimissione dell’ultimo ricovero ospedaliero
c. lista degli eventuali alimenti o farmaci ai quali si è allergici o intolleranti.
Predisporre un piano terapeutico scritto, con le indicazioni su cosa fare:
- in caso di aggravamento dei sintomi
- ogni giorno
- in caso di emergenza.
Stilare una lista delle medicine prescritte e l’indicazione di quando e come si devono
assumere medicine di cui si ha bisogno (calcolare qualcosa in più per gli imprevisti) e, in
ogni caso, ricette di riserva.
Può essere utile portare con sé l’apparecchio della pressione se si soffre di ipertensione
arteriosa e un distanziatore (se raccomandato dal medico), un misuratore del picco di
flusso espiratorio (PEF) o nebulizzatore (se raccomandato dal medico) in caso di persone
affette da gravi malattie respiratorie.
In caso di viaggi all’estero, occorre anche:
Tessera Europea di Assicurazione Malattia - T.E.A.M. (o certificato sostitutivo provvisorio),
che consente al cittadino in temporaneo soggiorno all’estero, di riceve nello Stato UE, le
cure “medicalmente necessarie”. La Tessera, entrata in vigore in Italia dal 1° novembre
2004, permette di usufruire delle prestazioni sanitarie coperte in precedenza dai modelli
E110, E111, E119 ed E128. Chiedere informazioni alla ASL di appartenenza.
Scrivere accanto al nome di ogni medicina il principio attivo e il dosaggio della confezione
(mg per capsula o compressa etc.), dato che non tutte le medicine hanno lo stesso nome,
la stessa composizione o la stessa presentazione nei vari Paesi.
Far tradurre in inglese le raccomandazioni prescritte dal medico su cosa fare, soprattutto in
caso di emergenza.
ATTENZIONE
È consigliabile sottoscrivere una polizza viaggio, poiché solo pochi paesi dell'UE sostengono per
intero le spese per le cure mediche. Una malattia o un incidente all'estero può comportare spese
supplementari di viaggio, di alloggio e di rientro in patria, per le quali è opportuno essere
assicurati. A volte viene richiesto un deposito in denaro o una carta di credito. In paesi con un
sistema sanitario come gli Stati Uniti, è bene non recarsi senza una idonea copertura assicurativa.
Se il dubbio, nel caso si abbiano problemi di salute, dovesse riguardare anche il luogo migliore da
prendere in considerazione per le proprie vacanze, nell'opuscolo del Ministero viene ricordato che
“non ci sono particolari raccomandazioni da seguire. In genere, chi ha l’asma o soffre di allergie o
ha una BPCO o altra patologia cronica sceglie la località delle vacanze basandosi sull’esperienza
degli anni precedenti. Si suggerisce di scegliere località a clima temperato e secco. Il mare è
particolarmente consigliato ai bambini affetti da dermatite atopica (che devono sempre seguire
scrupolosamente le indicazioni del medico curante, soprattutto in relazione all’esposizione al sole).
Nel caso di persone affette da forte ipertensione, evitare le località in alta quota. E’ noto tuttavia
che gli allergici agli acari spesso migliorano se passano le ferie in montagna, al di sopra dei
1.500-1.800 metri, dato che a questa altitudine non vi sono acari. Gli allergici ai pollini devono
evitare di recarsi in ferie nelle zone o nei periodi dell’anno particolarmente a rischio”.
Per coloro i quali si spostano con la propria automobile non vi sono “problemi, eccetto per chi è
allergico ai pollini, dato che si potrebbero verificare reazioni allergiche se si attraversano, con i
finestrini aperti, zone dove vi sono molti pollini nell’aria. Chi ha il gatto o il cane in casa può avere
livelli di allergene elevati nella sua macchina e, di conseguenza, provocare una crisi a chi è
allergico. Si consiglia di evitare di mettersi in viaggio nei periodi particolarmente afosi o di grande
traffico come nei giorni di esodo estivo”. In quest'ultimo caso, “se si è costretti a viaggiare in tali
periodi si consiglia ai pazienti con problemi respiratori e/o cardiaci di scegliere il treno per
viaggiare senza incorrere nel rischio di restare fermi nell’auto in sosta in autostrada, a causa di
lunghe code di veicoli fermi e con i motori accesi. In treno, in aereo o in nave In treno o in aereo,
l’aria può essere troppo fresca per una non corretta regolazione dell’impianto di aria condizionata.
E' raccomandabile, quindi portare con sé una giacca o una copertina per coprirsi e difendersi
dagli sbalzi di temperatura”.
(fonte: www.salute.gov.it
per consultare tutto l'opuscolo: vd sezione “ondate di calore – livelli di rischio, cosa fare”)
Numero di pubblica utilità 1522: il servizio del Dipartimento per le Pari Opportunità che
fornisce ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza
Esistono infinite storie che, sfogliando i quotidiani o sintonizzandoci davanti a un
telegiornale, ci piacerebbe non dover mai leggere e tanto meno sentire: quelle che hanno come
protagonisti bambini seviziati e maltrattati da padri orchi tra le pareti della propria cameretta o da
combattenti folli armati sino ai denti, quelle che ci ricordano che non tutti a questo mondo hanno un
letto caldo sul quale coricarsi e un piatto di pasta con cui sfamarsi e ancora quelle che ci mostrano
lo spietato resoconto dell'inferno personale in cui molte donne tutt'oggi vivono a causa delle
continue violenze subite da chi non conosce limiti e pietà. E mai come negli ultimi anni proprio le
violenze contro queste ultime sono aumentate oltre ogni previsione tant'è che numerosi
rappresentanti del mondo politico, della cultura o più in generale di quella che in tanti amano
definire “società civile”, si sono mobilitati e continuano fortunatamente a farlo per contrastare un
fenomeno che non possiamo definire in altro modo se non agghiacciante, specie dopo le recenti
immagini pubblicate in internet dalla ex compagna di un noto cantante italiano e finite sul tavolo
della magistratura che si è subito attivata per stabilirne la veridicità.
Tra le tante azioni di contrasto alla brutale violenza contro le donne vi è, ad esempio, quella del
Dipartimento per le Pari Opportunità che dal 2006 ha attivato il numero di pubblica utilità 1522.
Il numero 1522, secondo quanto riportato sul sito internet del Ministero per le Pari Opportunità,
lo Sport e le Politiche giovanili, www.pariopportunita.gov.it, è stato “pensato come servizio
pubblico nell'intento esclusivo di fornire ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza, ha nel
2009, con l’entrata in vigore della L.38/2009 in tema di atti persecutori, iniziato un’azione di
sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking. Il numero è attivo 24 ore su 24 per tutti i
giorni dell'anno ed è accessibile dall'intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che
mobile, con un'accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo, russo e
arabo. Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle
vittime di violenza di genere e stalking, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi
socio-sanitari pubblici e privati attivi a livello locale. Lo stile relazionale e comunicativo
intrattenuto con le vittime che si rivolgono al 1522 rientra sempre in un quadro di accoglienza
partecipata e competente”. Il fatto che il contatto e dunque l'approccio siano di tipo telefonico, di
sicuro facilita la richiesta d'aiuto giacchè le vittime sanno di poter mantenere l'anonimato e di
potersi accostare gradualmente ai servizi offerti. Per quanto concerne inoltre i casi di violenza che
rivestono carattere di emergenza, a partire dal 2010, essi “vengono accolti con una specifica
procedura tecnico-operativa condivisa con le forze dell’ordine”.
Sempre secondo quanto riportato sul sito del Ministero il numero 1522 “ponendosi alla base della
metodologia del lavoro "di rete", assume il ruolo di strumento tecnico operativo di supporto alla
Rete Nazionale Antiviolenza. La rete è pensata soprattutto per recepire e diffondere a livello
nazionale le azioni realizzate dalle reti antiviolenza a livello locale, chiamate a contrastare il
fenomeno della violenza di genere, garantendone, al contempo, i necessari raccordi tra le
Amministrazioni Centrali competenti nel campo giudiziario, sociale, sanitario, della sicurezza e
dell'ordine pubblico. I "nodi" della Rete Nazionale Antiviolenza sono gli Ambiti Territoriali di Rete.
Si tratta di aree territoriali, Comuni, province o Regioni, con le quali il Dipartimento per le pari
opportunità stipula un Protocollo d'intesa al fine di promuovere azioni di sensibilizzazione e
contrasto alla violenza di genere, di promuovere la costituzione o il rafforzamento di reti locali atte
a contrastare gli episodi di violenza di genere e stalking, di facilitare l'integrazione del servizio
nazionale 1522 con le strutture socio-sanitarie presenti in ambito territoriale e, infine, di realizzare
seminari tematici pubblici sul tema della violenza di genere. In tali territori è attivo un dispositivo
di accesso diretto ai servizi locali veicolato dal servizio di accoglienza telefonica 1522 (si tratta di
un trasferimento diretto di chiamata, dal call center al centro antiviolenza attivo negli orari
prestabiliti di apertura al pubblico). L’intero impianto del Protocollo è concepito in modo da poter
garantire la massima coerenza e sinergia dell’attività del call center con le azioni tese al
rafforzamento e alla progressiva estensione della Rete su tutto il territorio nazionale”.
(per chiarimenti e informazioni si può inviare un'email a: [email protected]
fonte: www.pariopportunita.gov.it)
Coltivazione del mais MON810: un decreto interministeriale ne vieta in modo esclusivo la
coltivazione sul territorio italiano
La qualità e la bontà dei prodotti della nostra agricoltura non rappresentano solo un biglietto
da visita di una penisola che, anche grazie ad essi, è riuscito a conquistare l'attenzione e
l'apprezzamento dei turisti stranieri: esse sono un valore irrinunciabile per tutti coloro i quali, come
noi, credono nell'importanza di una tradizione unica al mondo, la quale, proprio per tale motivo,
deve essere protetta e tutelata da ogni forma di “appiattimento” e “omologazione”.
Un rischio che alcuni tipi di coltivazione potrebbero rendere più che concreto come nel caso di
quelle dei cosiddetti Organismi Geneticamente Modificati (OGM).
Un timore fortunatamente condiviso dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
Nunzia De Girolamo che, insieme ai Ministri della Salute, Beatrice Lorenzin e dell'Ambiente e
della tutela del territorio e del Mare, Andrea Orlando, ha recentemente firmato un decreto
interministeriale con il quale si vieta in modo esclusivo sul territorio italiano la coltivazione di mais
geneticamente modificato appartenente alla varietà MON810.
A tal proprosito, il Ministro De Girolamo ha sottolineato che si è voluto colmare “un vuoto
normativo dovuto alle recenti sentenze della Corte di Giustizia europea. È un provvedimento che
tutela la nostra specificità, che salvaguardia l'Italia dall'omologazione. La nostra agricoltura si
basa sulla biodiversità, sulla qualità e su queste dobbiamo continuare a puntare, senza avventure
che anche dal punto di vista economico non ci vedrebbero competitivi. Il decreto di oggi è solo il
primo elemento, quello più urgente, di una serie di ulteriori iniziative, con le quali definiremo un
nuovo assetto nella materia della coltivazione di Ogm nel nostro Paese”.
Nello specifico, dunque, tale divieto resterà in vigore fino all'adozione delle misure previste dal
regolamento comunitario 178/2002 per un periodo di massimo diciotto mesi. Il provvedimento,
notificato alla Commissione europea e agli altri 27 Stati membri dell'Unione europea, è stato in
particolar modo motivato “dalla preoccupazione sollevata da uno studio del Consiglio per la
ricerca e la sperimentazione in agricoltura, consolidata da un recentissimo approfondimento
tecnico scientifico dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che ne evidenzia
l'impatto negativo sulla biodiversità, non escludendo rischi su organismi acquatici, peraltro già
evidenziati da un parere dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare reso nel dicembre 2011”.
Inoltre, secondo quanto riportato nel comunicato stampa del Ministero delle politiche agricole
alimentari e forestali sul sito internet www.politicheagricole.it occorre ricordare come tale decreto
sia giunto “a conclusione della procedura di emergenza attivata dal nostro Governo nell'aprile
2013, ed è giuridicamente sostenuto anche dal precedente provvedimento di divieto di coltivazione
di Organismi geneticamente modificati, fondato su analoghe motivazioni, adottato il 16 marzo
2012 dal Governo francese e tuttora in vigore. Le sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione
europea, cui l'Italia si conforma, ribadiscono la legittimità di misure di coesistenza che
salvaguardino le colture tradizionali e biologiche, e che dovranno essere adottate dalle Regioni
conformemente alla sentenza 116 del 2006 della Corte costituzionale, nel quadro di una organica e
condivisa disciplina statale che definirà principi comuni al fine di garantire il rispetto della libera
concorrenza e della libertà di iniziativa economica, a parità di condizioni sull'intero territorio
nazionale”.
Ed anche il Ministro Orlando, nel commentare sul sito internet del Ministero dell'Ambiente e
della tutela del territorio e del Mare, www.minambiente.it, la firma del decreto ha sottolineato di
ritenerlo “un provvedimento importante perché offre una prima copertura giuridica a difesa della
nostra agrobiodiversità. La decisione presa oggi in Consiglio dei ministri rappresenta però solo la
prima parte di un percorso nel quale il sistema Italia nel suo complesso deve offrire una convinta
prova di unità e compattezza. Le Regioni devono innanzitutto dare il loro immediato contributo per
la costruzione di un quadro di misure idonee a garantire la salvaguardia delle nostre coltivazioni
tradizionali e biologiche. A livello comunitario, parallelamente, c’è bisogno che il nostro Paese si
renda protagonista in Europa di una seria discussione sul tema dell’autonomia dei singoli Stati
sull’ammissibilità degli Ogm. Tutelare le nostre specificità – ha concluso Orlando - non è una
battaglia di retroguardia tutt’altro. La biodiversità è la grande infrastruttura economica del nostro
Paese ed è anche lavorando su questo terreno che l’Italia potrà uscire dalla difficile situazione in
cui si trova”.
(fonti e ulteriori informazioni: www.minambiente.it, www.politicheagricole.it, www.salute.gov.it)
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