Insegnare storia in Europa “Lo storico è come l’orco della favola fiuta sempre carne umana” (Marc Bloch) Bisogna partire dalla consapevolezza che è vero che esistono nella storia europea problemi comuni, vicende, drammatiche, comuni, ma la loro memoria comune è tutta da costruire e lo sforzo che Italia e Francia stanno facendo va in questa direzione anche se, non bisogna illudersi, siamo all’inizio di un percorso e dunque tutte le incertezze sono non solo comprensibili ma utili a precisare la via e ad aprire alla riflessione. Esiste poi la tendenza a semplificare e ridurre i contenuti il che viene per un verso, necessariamente dal modello delle scienze naturali, per l’altro dallo stesso mezzo telematico che contestualizza e non rielabora i materiali più diversi, ed infine dalla pretesa di concepire l’uso civico della storia in funzione di supporto ma non di consapevole azione nella costruzione europea. In questo senso è notevole il contributo che viene dalla Francia e va giustmente percepita l’occasione. Infine non bisogna mai accettare l’idea che insegnare la storia sia solo un problema tecnico anche se con la Tecnica pedagogica occorre confrontarsi. L’Esabac e l’Europa Nella sfida per la costruzione della cittadinanza europea l’Esabac appare con una sua specifica peculiarità. Bisogna dunque avere consapevolezza di svolgere una attività innovativa ed in qualche modo pionieristica ma occorre anche ricordare sempre che mentre costruiamo l’Europa non possiamo trascurare la cittadinanza ed il senso di appartenenza nazionale ed i contenuti(ad esempio la Costituzione) che gli danno corpo e senso, ne costituiscono, in qualche modo, il prototipo. L’Esabac e l’Europa Dunque ricordiamoci, anche nello scrivere il Documento del 15 maggio quello che l’Esabac non è : Non è solo un problema tecnico, non è solo un’opportunità pratica, non è solo l’acquisizione di competenze linguistiche. I compiti del Consiglio di classe Evidenziare che non tutti i temi sono stati trattati approfonditamente ma anche il perché delle scelte didattiche e metodologiche; Esplicitare i principi epistemologici per cui non si è rinunciato ad alcuni contenuti o se ne sono trascurati altri; Descrivere i più importanti principi con cui le prove sono state scelte e valutate; Allegare i modelli delle prove predisposte durante l’anno e delle relative griglie di valutazione e il Decreto che ha istituito l’Esabac. La normativa Una delle funzioni fondamentali del famigerato “documento” consiste nel “presentare la classe alla Commissione e questo aspetto è determinante nei casi in cui il docente Esabac di storia non sia “interno”. In questa evenienza è essenziale non dimenticare nessuno dei due corni del dilemma spiegare bene il metodo esabac e la difficoltà di realizzazione senza indulgere in “edulcorazioni” o drammatizzazioni dei problemi. La normativa Sottolineare se c’è stata la possibilità di fare ore integrative indicando quante e quali sono state e a quale scopo utilizzate; Mettere in rilievo la figura e la funzione del lettore sottolineando cosa ha o non ha potuto fare; Non dimenticare mai che i giovani sono e restano cittadini italiani e dunque rilevare il doppio carico che è sulle loro (e le nostre) spalle motivando lo spazio dato anche a tematiche di storia nazionale; La normativa Differenziare il testo a seconda se il docente di storia è interno- nel qual caso è tutto più semplice- o è esterno nel qual caso occorre chiarire bene anche ciò che sembra ovvio consapevoli del fatto che si tratta di entrare in un mondo nuovo; Mettere in rilievo le esperienze fatte dalla classe ed i relativi percorsi sottolineando il metodo; Puntare alla semplicità e alla comprensibilità immediata ma non affidarsi solo a schemi e modelli; Essere brevi, coincisi, esemplificativi leggibili. La normativa Specificare nel contesto la posizione degli studenti DSA chiarendo le scelte del Consiglio se cioè è stato previsto per loro una prova differenziata, limitata o con più tempo a disposizione ma sul medesimo argomento. Sottolineare se questi soggetti possono avere bisogno o diritto all’ausilio di strumenti specifici. >Inserire il testo del Decreto istitutivo del corso può essere utile a sostegno delle scelte operate dal Consiglio e non ci impone lunghe digressioni. La classe E’ importantissima l’interdisciplinarietà dunque chiarire subito se la continuità didattica delle discipline è stata mantenuta almeno nel triennio o se questo non si è verificato esplicitare con quali conseguenze. Esplicitare con chiarezza e con esempi come si è lavorato sotto il profilo del metodo, dei tempi, della valutazione e del recupero didattico. Indicare con chiarezza se il processo di apprendimento è stato regolare o se ci sono state difficoltà anche fra i docenti e quali sono i limiti dell’apparato tecnologico della scuola. La classe Descrivere i risultati degli scambi e delle visite guidate in termini di competenze e conoscenze(ove non si sia coordinatori questo comporta una fortissima collaborazione dei docenti Esabac alla stesura del Documento); Presentare come, nello specifico ha funzionato la collaborazione fra i docenti; Indicare se la frequenza degli studenti è stata regolare e quali sono stati i principali problemi emersi dal percorso Esabac ma anche i pregi di questa formazione e le sue ricadute immediate e verificabili; Ricordare a studenti e docenti che non superare le prove esabac non significa automaticamente non conseguire l’Esame di Stato, ma solo non ottenere il “bac”. Il Consiglio Sottolineare il contributo di ogni singolo docente(se c’è stato) e le relative ricadute; Proporre le griglie di valutazione usate indicandone i vantaggi ed eventualmente motivando l’utilità di confermarle; Evidenziare tutte le esperienze fatte dagli studenti in Italia e all’estero; Esprimersi in modo semplice ma efficace con relazione ad esempi concreti considerando che se il docente che ci legge non ha fatto esperienze esabac può non rendersi pienamente conto. Infine…. In bocca al lupo e buon lavoro a tutte e a tutti!!!