In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro
un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo
giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli
rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurione riprese:
«Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì
soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché
anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e
dico a uno: Va’, ed egli va’; e a un altro: Vieni, ed egli viene;
e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa».
All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo
seguivano: «In verità vi dico, in Israele non ho trovato
nessuno con una fede così grande. Ora vi dico che molti
verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa
con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
In Gesù Cristo, che per noi ha permesso che si
trafiggesse il suo cuore, in Lui è comparso il vero volto di
Dio. Lo seguiremo insieme con la grande schiera di
coloro che ci hanno preceduto. Allora cammineremo
sulla via giusta. Questo significa che non ci costruiamo
un Dio privato, non ci costruiamo un Gesù privato, ma
che crediamo e ci prostriamo davanti a quel Gesù che ci
viene mostrato dalle Sacre Scritture e che nella grande
processione dei fedeli chiamata Chiesa si rivela vivente,
sempre con noi e al tempo stesso sempre davanti a noi.
Signore,
viviamo il tempo delle maschere
sommersi dal culto dell’immagine.
Curiamo la nostra forma estetica,
ma non ci preoccupiamo
di ciò che sta nel cuore.
Siamo adoratori di ciò che appare
e incuranti di quello che interiormente siamo.
Occupiamo un posto in chiesa,
ma il cuore e la testa restano per la strada.
Ci pavoneggiamo con le mani pulite
e nascondiamo la sporcizia dell’anima.
Osserviamo la lettera della legge
e inventiamo marchingegni per tradirla.
Ma tu, Signore, continui a sopportarci:
il tuo occhio ci penetra dentro
e guarda il cuore divenuto un immondezzaio.
E’ lì che vuoi condurci oggi a far pulizia:
aiutaci ad avere il coraggio
di buttar fuori il marcio che vive in noi
per non essere più distanti
dalla tua vita e dal tuo amore.
L’uomo, chiamato ad abbandonare una
vita dominata dall’egoismo e dal
consumismo, con l’aiuto dello Spirito
ritrovi la vita da figlio di Dio, fondata
sull’amore e sulla donazione agli altri.
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lun.1.av