Le proteine Le proteine sono macromolecole che presentano differenze funzionali e strutturali LE PROTEINE HANNO FUNZIONI BIOLOGICHE DIVERSE enzimi proteine di trasporto proteine strutturali proteine di riserva proteine contrattili proteine regolatrici proteine di difesa • Ogni organismo contiene migliaia di proteine diverse, ognuna con una specifica funzione • Gli aminoacidi rappresentano gli elementi costitutivi delle proteine; di tutti gli aminoacidi esistenti in natura solo 20 sono presenti nelle proteine, in quanto espressi dal codice genetico Come tutte le molecole polimeriche, le proteine possono essere descritte in termini di livelli di organizzazione molecolare : • struttura primaria • struttura secondaria • strutura terziaria • struttura quaternaria Gli aminoacidi Forma non ionica Zwitterione (punto isoelettrico) tutti gli aminoacidi presentano un gruppo amminico, un gruppo carbossilico ed una catena laterale R variabile nei diversi aminoacidi Gruppi R alifatici, non polari CH3 H OH H2N OH H2N O O H3C H CH3 OH H2N O Glicina (gly) CH3 Alanina (ala) CH3 CH3 CH3 OH H2N O Leucina (leu) Valina (val) OH H2N O isoleucina (ile) OH N H O Prolina (pro) Gruppi R aromatici OH NH OH H2N OH H2N O Fenilalanina (phe) OH H2N O Tirosina (tyr) O Triptofano (trp) Gruppi R polari, non carichi OH OH H2N H3C OH H2N O SH OH H2N O Serina (ser) S OH O Treonina (thr) CH3 Cisteina (cys) O O NH2 NH2 OH H2N O Metionina (met) OH H2N O Asparagina (asn) OH H2N O Glutammina (gln) Gruppi R carichi positivamente NH3+ H O + H2N N OH N H NH2 Lisina (lys) NH+ O OH O N NH2 OH NH2 Istidina (hys) Arginina (arg) Gruppi R carichi negativamente O O O O O OH O NH2 Aspartato (asp) OH NH2 Glutammato (glu) La sequenza degli AA costituisce la struttura Ia delle proteine La struttura primaria di una proteina è la sequenza aminoacidica della sua o delle sue catene polipeptidiche, se la proteina è costituita da più di un polipeptide; ogni residuo è unito a quello vicino da un legame peptidico. Le proteine sono sintetizzate in vivo legando mediante condensazione uno dopo l’altro i vari aminoacidi in un ordine specificato dalla sequenza nucleotidica di un gene. Le possibilità teoriche di un polipeptide sono illimitate Avendo a disposizione 20 scelte diverse per ogni residuo aminoacidico di una catena polipeptidica, si può immediatamente vedere che è possibile ottenere un numero praticamente infinito di proteine diverse. Chiaramente l’evoluzione ha prodotto soltanto un piccolissimo numero di queste proteine teoricamente possibili. Le proteine reali hanno limiti alla dimensioni e alla composizione • In genere le proteine contengono almeno 40 residui; i polipeptidi più piccoli di questa dimensione sono detti semplicemente peptidi. • Il polipeptide con le dimensioni più grandi fino ad ora studiato è la TITINA, una proteina gigantesca contenente 26926 residui (2990 kDa) che partecipa all’organizzazione delle strutture ripetitive della fibra muscolare. • Ad ogni modo la grande maggioranza dei polipeptidi contiene da 100 a 1000 residui L’organizzazione degli atomi in una proteina viene detta conformazione I peptidi presentano regioni, che conferiscono rigidità alla struttura, altre che invece permettono variazioni conformazionali (mediante libera rotaz. intorno ai legami) Le proteine che si trovano nella conformazione più stabile (minore energia libera di Gibbs, DG) sono dette “proteine native” Il gruppo polipeptidico è una struttura rigida e planare, come conseguenza delle interazioni di risonanza che forniscono al legame peptidico circa il 40% di carattere di doppio legame O- O C C N H + N H Lo scheletro o la catena principale di una proteina non è altro che una successione degli atomi che fanno parte dei legami peptidici della catena polipeptidica. Le catene peptidiche non possono assumere strutture 3D casuali L’insieme di organizzazioni regolari e ricorrenti nello spazio definiscono la struttura II delle proteine Nelle proteine sono presenti diversi tipi di strutt.II, i più rilevanti sono l’a-elica e la struttura b-sheet a-elica b-sheet • Sia l’a-elica sia il foglietto b, sono dette strutture secondarie regolari, in quanto sono composte da residui con valori degli angoli F (phi) e Y (psi) che si ripetono. L’a-elica è destrorsa. Possiede 3,6 residui per giro e un passo di 5,4 A°. Le α-eliche presenti nelle proteine impegnano in media circa 12 residui, che formano più di 3 giri di elica e corrispondono ad una lunghezza di circa 18 A°. Questa disposizione porta alla formazione di legami idrogeno molto forti, in quanto, l’atomo di idrogeno legato all’azoto e l’atomo di ossigeno legato al carbonio si trovano alla distanza ottimale di 2,8 A°. Foglietto b. Come l’a-elica il foglietto b utilizza tutta la capacità di formare legami idrogeno dello scheletro del polipeptide. Nel foglietto b i legami ad idrogeno si formano tra catene affiancate invece che tra residui della stessa catena, come nel caso dell’a-elica. Si possono avere due tipi di foglietti: Il foglietto b antiparallello in cui le catene vicine che formano legame idrogeno corrono in direzione opposte. Il foglietto b parallelo in cui le catene unite da legame idrogeno corrono invece nella stessa direzione. Un livello ancora più alto di struttura è rappresentato dal dominio Il dominio rappresenta una regione compatta, comprendente 40-400 aminoacidi, che può essere considerata come un’unità strutturale distinta di una catena polipeptidica La diffrazione ai raggi X ha permesso di individuare livelli di organizzazione strutturale superiori alla struttura II delle proteine La struttura III si riferisce alla relazione spaziale tra tutti gli aa di una catena polipeptidica In una struttura III possono trovarsi più strutture II Tra i residui superficiali si stabiliscono legami elettrostatici • I legami salini (elettrostatici) uniscono due o più residui i cui gruppi R abbiano carica opposta, ma si stabiliscono anche tra i gruppi ionizzati in posizione a dei residui amminici e carbossi terminali. • I ponti disolfuro conferiscono ulteriore stabilità. Questi si stabiliscono tra i residui di cisteina appartenenti alla stessa catena polipeptidica oppure a catene diverse. • Le interazioni idrofobiche uniscono i residui posti all’interno di una proteina, infatti le catene apolari degli aminoacidi si associano all’interno delle proteine globulari. • Le interazioni idrofobica anche se individualmente molto deboli sono presenti in numero talmente elevato da contribuire in maniera fondamentale alla stabilizzazione della struttura della proteina. Le proteine perdono la loro struttura nativa in seguito a denaturazione • calore La denaturazione avviene per azione • pH estremi • solventi (acetone, alcol) • soluti (urea, detergenti) I meccanismi molecolari della denaturazione comprendono: riduzione dei legami S-S, interferenza sulla carica netta (repulsione, e rottura dei legami ad H) e interazioni idrofobiche Perdita della forma nativa per riduzione dei ponti disolfuro Un ulteriore livello è la struttura IV, che si riferisce alle relazioni spaziali tra più polipeptidi o alle sub-unità interne di una proteina Motivi proteici Motivo bab Ripiegamento a forcina Motivo aa Motivi a barile barile a-b Motivo a dito di zinco Presente nelle proteine che si legano al DNA PROTEINE FIBROSE Come tipici esempi di proteine fibrose vengono qui considerate le due principali proteine del tessuto connettivo il collagene e l' elastina. • Collagene ed elastina coesistono in proporzioni diverse nelle strutture connettivali: nei tendini, ad esempio, prevale largamente il collagene, per contro i legamenti sono ricchi di elastina. •Le fibre di collagene sono particolarmente resistenti alla tensione e quelle di elastina sono invece dotate di una certa elasticità, la prevalenza delle une o delle altre riflette il tipo di funzione meccanica della particolare struttura connettivale. Collagene • Il collagene, la più abbondante proteina dell' organismo (il 30% circa, di tutte le proteine)costituisce l'intelaiatura extracellulare di tutti gli esseri pluricellulari. • E’ presente in percentuale varia in tutti i tessuti animali ed in misura dominante nei tessuti di sostegno (tendini, legamenti, fasce, cartilagine, ossa e denti). • Il collagene viene sintetizzato dai fibroblasti del tessuto connettivo, dagli osteoblasti dell'osso, dai condroblasti della cartilagine e dagli odontoblasti dei denti. L'unità fondamentale del collagene è il tropocollagene, struttura a tripla elica allungata. Elastina La Elastina, di spiccate proprietà elastiche, è la proteina fibrosa predominante nei legamenti e nelle pareti vasali arteriose, alle quali impartisce le note caratteristiche di elasticità. Proteine del tessuto connettivo Nei tessuti, le cellule sono circondate da una complessa matrice di natura glicopolisaccaridica che svolge la funzione di impalcatura, di supporto per le cellule che circonda La matrice extracellulare contiene tre classi principali di biomolecole: • proteine strutturali (collageno, elastina) • proteine specializzate (fibrillina, fibronectina e laminina) • proteoglicani (glicosamminoglicani) Tra le proteine di maggiore interesse biomedico del tessuto connettivo abbiamo il collageno. * principale costituente della maggior parte dei tessuti connettivi * 25 % di tutte le proteine dei mammiferi * nell’uomo sono stati identificati 19 tipi di collageno costituiti da 30 tipi diversi di catene polipeptidiche * tutti i tipi di collageno possiedono una struttura a tripla elica; nella maggior parte dei collageni la struttura a tripla elica si estende su tutta l’intera molecola, in alcuni tipi può comprendere solo alcune regioni * la tripla elica è costituita da 3 catene a sinistrorse (contenenti 3 aminoacidi per giro) avvolte a formare una superelica destrorsa, che costituisce una molecola a forma di bastoncello * ogni giro d’elica contiene un residuo di glicina ogni tre residui aminoacidici Tipo Geni Tessuto I COL1A1, COL1A2 La maggior parte dei tessuti, compreso quello osseo II COL2A1 Cartilagine, umor vitreo III COL3A1 Pelle, polmoni e sistema vascolare IV COL4A1-COL4A6 Membrane basali V COL5A1-COL5A3 Diversi tessuti connettivi VI COL6A1-COL6A3 Molti tessuti VII COL7A1 Fibrille di ancoraggio VIII COL8A1-COL8A2 Endotelio IX COL9A1-COL9A3 Tessuti vari X COL10A1 Cartilagine ipertrofica XI COL11A1-COL11A2-COL2A1 Tessuti contenenti collagenoI XII COL12A1 Tessuti contenenti collagenoI XIII COL13A1 Molti tessuti XIV COL14A1 Tessuti contenenti collagenoI XV COL15A1 Molti tessuti XVI COL16A1 Molti tessuti XVII COL17A1 Emidesmosoni della cute XVIII COL18A1 Molti tessuti XIX COL19A1 Rabdomiosarcoma Classe Tipo Formazione di fibrille I, II, III, V e XI A rete IV, VIII, X Collageni associati a fibrille con triple eliche interrotte IX, XII, XIV, XVI, XIX Filamenti a perline VI Fibrille di ancoraggio VII Dominio di transmembrana XIII, XVII Altri XV,XVIII vari tipi di strutture formate dalle diverse classi di collageno la tripla elica è costituita da 3 catene a sinistrorse (contenenti 3 aminoacidi per giro) avvolte a formare una superelica destrorsa, che costituisce una molecola a forma di bastoncello ogni giro d’elica contiene un residuo di glicina ogni tre residui aminoacidici Principali differenze tra collageno ed elastina Collageno Elastina 1. Numerosi tipi geneticamente Un solo tipo genetico differenti 2. Tripla elica Assenza di tripla elica; conformazioni random-coil che permettono lo stiramento 3. Struttura formata dalla ripetizione di (Gly-X-Y)n Assenza di untità ripetitive (Gly-X-Y)n 4. Presenza di idrossilisina Assenza di idrossilisina 5. Legami crociati intramolecolari aldolici Assenza di carboidrati 6. Contiene carboidrati Legami crociati intramolecolari mediante desmosina 7. Presenza di peptidi di estensione durante la biosintsesi Assenza di peptidi di estensione durante la biosintesi Biosintesi Si ha un’estesa modificazione posttraduzionale nel Reticolo endoplaspatico e nell’apparato del Golgi Malattie del collagene Da notare che i residui di Pro sono convertiti in Hyp in una reazione catalizzata dalla prolil idrossilasi. Questo enzima richiede acido ascorbico (vitamina C) per l’espressione della sua attività catalitica.Lo scorbuto è una malattia determinata da carenza di vitamina C nella dieta. PROTEINE GLOBULARI Sono proteine di forma sferoidale generalmente solubili in acqua e caratterizzate da una struttura terziaria e talvolta da una struttura quaternaria. Sono biologicamente attive (es. enzimi ed immunoglobuline) e costituiscono la più gran parte delle proteine cellulari. La tradizionale classificazione delle proteine globulari è basata sulle caratteristiche chimico-fisiche. Protamine. Sono proteine basiche, presenti nello sperma di alcune specie di pesci Istoni. Sono proteine basiche di basso PM (11.000-20.000) associate con il DNA nei nuclei cellulari. Prolamine e gluteline. Sono proteine vegetali ricche di prolina e di acido glutammico; fra esse la zeina del mais, la gliadina del frumento e l'ordeina dell'orzo. Albumine. Sono proteine acidiche (pH - 5) con PM fra 50.000 e 60.000, ben solubili in acqua e coagulabili al calore. Fra le albumine animali si ricordino quella del siero ematico e quelle dell'uovo e del latte. Globuline. Sono in realtà delle glicoproteine, hanno PM intorno ai 150.000, sono solubili in acqua. Le globuline più note sono quelle del sangue Proteine plasmatiche Tra i componenti solubili del plasma ematico le proteine sono le sostanze più rappresentate. La loro concentrazione va da 60 – 80 mg/l, circa il 4% di tutte le proteine corporee. Nel plasma esistono quasi 100 proteine diverse che possono essere distinte in 5 gruppi in base al loro comportamento in elettroforesi: albumine a -1 globuline a -2 globuline b - globuline g - globuline la proteina più rappresentata è l’albumina che dà un contributo essenziale al mantenimento della pressione osmotica del sangue; agisce inoltre come proteina trasportatrice per sostanze lipofiliche (acidi grassi liberi, bilirubina, alcuni ormoni steroidei e vitamine) le globuline partecipano al trasporto dei lipidi, ioni metallici, vitamine, sono una componente importante del sistema di coagulazione e forniscono gli anticorpi del sistema immunitario L’elettroforesi permette la separazione delle proteine plasmatiche, la loro caratterizzazione e quantificazione la maggior parte delle proteine plasmatiche viene sintetizzata nel fegato (fanno eccezione le immunoglobuline) sono tutte glicoproteine, ad eccezione dell’albumina Tipo esempio Mr KDa albumine: Transtirenina, Albumina 50-66 67 a-1 globuline Antitripsina Antichimotripsina HDL Transcortina a-2 globuline Antitrombina III Colinesterasi Proteina legante Vit D b globuline LDL Transferrina g globuline IgG, IgA, IgM, IgD, IgE 51 58-61 200-400 51 58 350 52 2000-5000 80 150, 162, 900, 172, 196 Nel plasma il ferro è trasportato come ione ferrico (fe3+) in forma legata alla transferrina. Tale complesso si lega ad uno specifico recettore cellulare, viene internalizzato e successivamente il ferro è liberato nel citosol. All’ interno della cellula il ferro può essere utilizzato nella sintesi delle proteine contenenti il gruppo eme o può essere depositato in siti di accumulo sotto forma di ferritina o emosiderina. La ferritina è il principale composto deputato all’accumulo del ferro in particolare nel fegato e nel midollo osseo. La ferritina funziona come una riserva di ferro, per cui la valutazione della ferritina plasmatica è uno dei migliori indicatori di carenza di ferro. L’emosiderina è un derivato della ferritina e si ritrova nel fegato, nella milza e nel midollo osseo. Essendo insolubile in acqua forma aggregati che rilasciano lentamente il ferro in caso di carenza di questo ione. La ceruloplasmina è la proteina di trasporto per il rame dal fegato ai tessuti periferici, ma è anche essenziale in altri processi quali la regolazione di reazioni di ossidoriduzione e il trasporto e l’utilizzazione del ferro. L’ossidazione del ferro2+ da parte della ceruloplasmina consenta il legame e il trasporto del ferro da parte della trasferrina. Lo ione rame (Cu2+) legato alla ceruloplasmina è rigenerato dalla reazione con ossigeno o con gruppi tiolici ossidati. Elevati valori delle immunoglobuline • Si riscontrano nel sangue dei pazienti affetti da infezioni croniche, o da epatopatie,o da altre forme morbose croniche, quali l’artrite reumatoide. • Ogni infezione induce l’aumento di una determinata immunoglobulina, questo può fornire una utile indicazione per la diagnosi. • Una particolare intensa produzione di immunoglobuline, o delle loro catene leggere o pesanti separate, si ha nel mieloma multiplo o plasmacitoma, una neoplasia plasmacellulare del midollo osseo che porta alla progressiva distruzione delle ossa. • La concomitante disfunzione del midollo osseo è responsabile dello stato anemico che si ha in questa malattia e della insufficiente produzione di anticorpi normali che rende i pazienti particolarmente sensibili alle infezioni. Schema semplificato di una immunoglobulina (IgG), costituita da due catene pesanti connesse da ponti di solfuro e da due catene leggere. Le porzioni tratteggiate delle catene, che hanno una composizione di amino acidi variabili, costituiscono il sito di legame con l’antigene. Organizzazione strutturale delle IgM e delle IgA. Si noti la frequenza di ponti disolfuro intercatena e la presenza sia nelle IgM sia nelle IgA della catena di interconnessione J. Gel-filtrazione delle proteine La figura illustra una colonna a scambio anionico. Una proteina con carica negativa si lega ai granuli carichi positivamente, mentre una proteina carica positivamente scorre attraverso la colonna. Cromatografia a scambio ionico