La prova del "Gioco delle parti". Si sta realizzando sul palcoscenico la finzione della solita macchina teatrale ( attori, parti, ruoli, capocomico, scenografo e suggeritore…). La recitazione e le convenzioni sceniche mirano a produrre verosimiglianza della vicenda ed immedesimazione negli spettatori Dopo l'inizio della prova, vengono annunciati i sei personaggi (il padre, la madre, la figliastra diciottenne, la bambina, il giovinetto e il figlio) che, per bocca del padre, chiedono che venga rappresentata sulla scena la loro storia. Egli spiega al capocomico come, dopo essere stati creati da un autore, siano stati rifiutati ed abbandonati da questo nonostante i numerosi tentativi di convincerlo a terminare il dramma. Essi, quindi, sono in cerca di un autore che possa rappresentare sulla scena il loro dramma. Tra lo sbigottimento generale degli attori, in un susseguirsi continuo di interruzioni e riprese caotiche, inizia il racconto del dramma familiare. Il pubblico è coinvolto dalla rappresentazione del dramma dei personaggi e intuisce la dolorosa incomunicabilità dei singoli. La vicenda risulta del resto irrapresentabile con gli strumenti del vecchio teatro borghese, ma stimolante sul piano della riflessione, se è capace di mettere in causa la sommarietà della finzione scenica tradizionale Il pubblico , pur stentando a capire le stranezze del teatro pirandelliano, inizia a coglierne la novità dirompente. E’ invece ambiguo, falso e convenzionale il teatro, che si limita a riprodurre in modo mimetico (imitativo) le vicende quotidiane, senza problematizzarle. Poco alla volta si afferma con Pirandello un teatro di idee