Giulianova 17 ottobre 2014 Verso un’integrazione dei d.ssa Antonia Trenta servizi per i minori psicologa Consultori Familiari Atri Giulianova ASL TERAMO Il Consultorio Familiare: E’ un servizio territoriale ad alta integrazione socio-sanitaria che eroga prestazione gratuite per tutti i cittadini italiani e stranieri E’ un servizio che interagisce con la comunità attraverso una offerta attiva di servizi che hanno come finalità la prevenzione e la promozione della salute. Offre sostegno alla persona, alla coppia e alla famiglia nell’arco del suo ciclo vitale in particolar modo nelle fasi di passaggio connesse a specifici compiti evolutivi (nascita e maternità, adolescenza, menopausa) Approccio multidisciplinare con una visione olistica della salute L’offerta dei servizi è si basa su un approccio non direttivo e su una visione di genere Storia di Maria M. ha smesso di frequentare definitivamente la scuola con l’ingresso nella Scuola Media. E’ l’ ultimogenita di tre figli: i primi due sono entrambi maggiorenni. Da due anni vive chiusa in casa, non frequenta né la scuola né altri ambienti , in una condizione di isolamento e di ritiro sociale che la protegge dall’andare verso il mondo e dalla necessità di separarsi da un ambiente familiare iperprotettivo e poco facilitante. Il caso viene segnalato per la prima volta dagli insegnanti della scuola media ma M. anche in passato aveva frequentato la scuola in modo discontinuo ed irregolare . La ragazza e la sua famiglia sono stati seguiti per un paio di anni dal servizio di un’altra provincia e poi con l’ istituzione del Servizio di NPI vengono affidati ai servizi socio-sanitari della nostra ASL. La costruzione della rete……. La prima figura con cui M. e i suoi familiari hanno avuto il contatto iniziale è stata l’assistente sociale del C.F. che ha curato l’invio al Servizio di NPI (per la valutazione e la presa in carico del caso) ed ha fatto da tramite tra tutti gli altri operatori coinvolti nella realizzazione del progetto: la psicologa del C.F. per il supporto psicologico alla ragazza; i servizi sociali dell’Unione dei Comuni che hanno attivato un servizio di assistenza educativa domiciliare; la scuola, che attraverso un progetto di istruzione a domicilio ha garantito fino a poco tempo fa a M. il diritto allo studio e la possibilità di mantenere aperto un canale di comunicazione con l’esterno; il servizio di NPI dell’ ASL che, oltre a supportare la famiglia, svolge una funzione di monitoraggio e di coordinamento Un difficile cammino……. Non è facile per M. uscire dalla condizione di isolamento in cui si trova e che, usando un linguaggio metaforico, abbiamo chiamato “il castello della principessa”, un castello inaccessibile, circondato da acque dove vivono animali pericolosi, e abitato da una principessa sola, triste e annoiata. Inizialmente è stato difficile per lei frequentare anche lo spazio terapeutico perché troppo angosciante. La costruzione della rete e l’intervento sulla famiglia hanno consentito a quest’ultima di trovare comportamenti più adeguati che hanno permesso a M. di essere più sostenuta dall’ambiente familiare e dunque più in grado di tollerare alcune aperture verso l’esterno, in primo verso lo spazio terapeutico. M. ha cominciato a muovere alcuni passi ma considerato il suo ostinato rifiuto di andare a scuola ed il rischio psicopatologico cui è esposta, si è prospettata la possibilità di un intervento del Tribunale per i Minorenni Il Tribunale per i Minorenni Si è voluto introdurre in questo modo un elemento terzietà, con l’obiettivo porre un limite ed introdurre un principio di realtà FUNZIONE PATERNA WORKING IN PROGRESS…. M. da alcune settimane ha cominciato a frequentare la scuola. In proposito dice: “stavo nel panico più grande però ce l’ho fatta....questo è importante!” Siamo consapevoli che è una fase delicatissima per M. perché per accedere ad un mondo nuovo e più allargato deve potersi distanziare da un mondo infantile, fatto di oggetti morbidi da accarezzare , i suoi gatti, e di dolci da preparare insieme alla mamma. Questo le crea turbamento così come è disorientata nel rivedere i suoi compagni, ormai cresciuti , sperimentando sentimenti di inadeguatezza nei confronti di un mondo un mondo nuovo e profondamente cambiato. Anche per la famiglia non è semplice riorganizzarsi e mettere in discussione un assetto, rinunciare a certi meccanismi collusivi dove è sempre più evidente che il sintomo di M. è l’altra faccia della depressione materna. Quello che gli operatori sperimentano nella relazione con M. è la preoccupazione per la condizione di rischio psicopatologico a cui la ragazza è esposta e la necessità di utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, sapendo di agire entro un orizzonte temporale ristretto Alcune riflessioni……. Il lavoro di rete rappresenta: uno spazio mentale, dove gli operatori possono confrontarsi, elaborare emozioni e capire per trovare le forme e i modi per approcciare i problemi; uno strumento, per gestire situazioni complesse che necessitano di progetti individualizzati e articolati una risorsa, per offrire alle famiglie e ai minori in difficoltà un’ occasione trasformativa e riparativa un’opportunità, per prevenire ed evitare tutte quelle drastiche misure di allontanamento del minore dalla propria famiglia che, pur necessarie in determinate situazioni, introducono un elemento di discontinuità e di sofferenza psichica Dove il lavoro di rete non viene perseguito , l’intervento dei servizi rischia di diventare autoreferenziale e “violento” Un cambiamento (im)possibile? Imparare a lavorare dentro i limiti e i paradossi che la realtà pone essere creativi, flessibili e capaci di rispondere ai continui cambiamenti sociali e culturali attivare percorsi di integrazione e sperimentare nuove metodologie di lavoro essere disposti a mettersi in gioco e a correre dei rischi Alcune criticità…. la mancanza di accordi di programma tra servizi sociali e servizi socio-sanitari territoriali la formazione di un’ équipe integrata in cui tenere distinti il momento della valutazione da quello terapeutico una maggiore offerta di servizi assistenziali e una maggiore flessibilità nella loro erogazione Conclusioni “Posso dirti, naturalmente, solo di me stesso. E per me il bello, l’instancabilità di accingermi ogni volta a questa ormai annosa impresa, sta nel fatto che la realtà con cui vado a misurarmi non è un dato di fatto ma un farsi. Al soggetto che mi chiede di giovargli mi dovrò allora accostare senza presunzioni di verità e di metodi esistenti a priori. E questo dà ogni volta il sapore dell’avventura. Un’ avventura che costringe ad inventare un codice comune per riuscire realmente a comunicare….” A.B. Ferrari da Le (nuove) confessioni di un italiano