IMMIGRATI E INTEGRAZIONE IN
EUROPA: IL CASO DI FRANCIA, GRAN
BRETAGNA, GERMANIA, SPAGNA E
ITALIA
Valentina Noviello
Ciclo di Seminari Progetto “Migrazioni”-CNR
Aula seminariale ISSM- Area della Ricerca di Napoli
22 Febbraio 2011
OBIETTIVO DELLA RICERCA:


L’obiettivo generale dello studio è quello di verificare il processo di
integrazione degli immigrati e il livello di armonizzazione delle
politiche comunitarie con quelle nazionali nei seguenti paesi: Francia,
Gran Bretagna, Germania, Spagna e Italia, che fra quelli europei,
raccolgono il maggior numero di presenze straniere.
In particolare, si intende evidenziare la differente gestione
governativa in materia di migrazione, afferente ad ogni stato, cercando
di individuare, attraverso la comparazione, un modello di riferimento in
cui sia possibile riscontrare un’adeguata gestione delle politiche di
migrazione ed un soddisfacente risultato di integrazione.
 In riferimento al processo di integrazione un ulteriore focus analitico
mira a verificare l’ effettiva tutela degli immigrati in Europa.
confrontando i dati emersi dall’analisi delle norme (internazionali/
nazionali), con quelli derivati dalle condizioni di vita, in particolare per
quanto concerne il diritto all’alloggio e la formazione culturale degli
immigrati.
STRUTTURA DELLO STUDIO:
I
Le politiche migratorie riguardo la GESTIONE DEI FLUSSI (1980- 2007):
1) Politiche migratorie COMUNITARIE: analisi delle normative dell’ UE
2) Politiche migratorie NAZIONALI: analisi delle normative di Francia, Gran
Bretagna, Germania, Spagna e Italia
II Le politiche di INTEGRAZIONE:
1) Il concetto di INEGRAZIONE
2) L’integrazione a livello INTERNAZIONALE: i Patti del 1966
- D. Civili e Politici
- D. Economici,Sociali,Culturali
3) Il Diritto all’ALLOGGIO e all’ INTEGRAZIONE CULTURALE nei 5 Paesi di
riferimento
III Risultati della ricerca:
1) Analisi comparativa
2) Conclusioni
LE POLITICHE COMUNITARIE
NEL 1970:
L’AUMENTO DEI FLUSSI MIGRATORI GENERA PER I GOVERNI
EUROPEI
L’ESIGENZA DI RIDEFINIRE CONTESTUALMENTE LE NORMATIVE IN MATERIA
DI MIGRAZIONE E CREARE STRATEGIE ARMONIZZATE PER INCREMENTARE LA
COOPERAZIONE DI SVILUPPO PER LA GESTIONE OTTIMALE DEGLI STESSI
FLUSSI MIGRATORI
● (1957-85)TRATTATO DI ROMA scopo di trasformare la situazione economica Europea
● (1986) ATTO UNICO EUROPEO misure e gruppi di lavoro in materia di migrazione: (GruppoTrevi,Roma,’75)
● (1985) TRATTATO DI SCHENGHEN eliminare le frontiere interne alla Comunità/rafforz. le esterne
● (1993) TRATTATO DI MAASTRICHT O TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA
-Creazione dell’UE
-Il vecchio scopo economico, viene superato: emergono altri scopi in materia di visti di ingresso,
lotta contro l’immigrazione clandestina e maggiore cooperazione doganale
● (1997) TRATTATO DI AMSTERDAM
- Scopo di omogeneizzare a livello europeo le norme relative all’immigrazione
● (1999) CONSIGLIO EUROPEO DI TAMPERE: per far sì che l’UE divenisse uno spazio di libertà,
sicurezza, giustizia:“I CAPISALDI DI TAMPERE: 1) Partenariato con i paesi di origine per
promuovere lo sviluppo comune; 2) regime europeo comunitario in materia di asilo; 3) equo
trattamento dei cittadini dei Paesi terzi; 4) gestione dei flussi migratori
● (2004) POLITICA EUROPEA DI VICINANZA (PEV) – si promuove, per i Paesi confinanti con l’Unione
stessa, la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali, nel rispetto dei valori comuni e
della democrazia.
 LA COMMISSIONE EUROPEA iniziò a valutare:
- Il controllo dei flussi migratori - Il rafforzamento delle politiche di integrazione degli immigrati
– Le cause dei flussi di migrazione
 2008 PATTO EUROPEO SULL’ IMMIGRAZIONE E SULL’ ASILO : favorisce l’integrazione e rafforza il
controllo dei flussi
LA FRANCIA
ANNI ’80 : Il Governo francese, pur sostenendo e difendendo i diritti degli immigrati legalmente presenti
nel Paese, tendeva a mantenere un principio di CHIUSURA DELLE FRONTIERE
1983 - Misure a favore della lotta contro l’immigrazione clandestina e per l’integrazione delle popolazioni
immigrate
1988 - Era in vigore il principio dello Jus Loci ( cittadinanza determinata dal luogo di nascita del cittadino,
indipendentemente da quello dei genitori)
- la politica adoperata riaffermava la lotta contro l’immigrazione clandestina, modalità molto rigide
alle frontiere e impedimenti per i ricongiungimenti familiari
1993 - LEGGI DI PASQUA (dal nome del precedente Ministro C. Pasqua), molto restrittive:
prevedevano un iter burocratico molto complesso per la concessione del certificato di alloggio, che
prima era garantito
1997 - LEGGE DEBRE’ era ancora più restrittiva nei confronti degli immigrati
1998 – LEGGE CHÉVENEMENT sopprimeva il certificato di alloggio e favoriva l’immigrazione qualificata/
legame tra certificato di residenza e contratto di integrazione (dimostr.di aver risieduto 5anni)
2003 - L. 2003/1999 SARCOSY restrittiva
normative rigide rispetto agli ingressi e misure per l’immigrazione clandestina, come la
schedatura attraverso le impronte digitali e i dati biometrici
2006 - Prevaleva una politica di controllo, selezione degli immigrati e lotta all’immigrazione
clandestina
2007 – L. HORTEFEUX n.911 molto rigida verso l’ingresso e il soggiorno degli stranieri
LA GRAN BRETAGNA
1948 NATIONALITY ACT concedeva agli stranieri facenti parte del vecchio Commonwealth di entrare
liberamente nel Paese, perché considerati automaticamente come cittadini britannici
1962 I COMMONWEALTH IMMIGRANTS ACT
1968 II COMMONWEALTH IMMIGRANTS ACT
1971 III COMMONWEALTH IMMIGRANTS ACT
1965 I RACE RELACTION ACT
1968 II RACE RELACTION ACT
1976 III RACE RELACTION ACT
- miravano a regolare i flussi e punivano l’immigrazione
clandestina
- leggi contro la discriminazione per motivi di colore,
razza e origine etnica
1981 BRITISH NATIONALITY ACT
- concedeva misure per l’ottenimento dei visti di
ingresso degli immigrati nel paese
1993 ASYLUM AND IMMIGRATION APPEALS
2004 ASYLUM AND IMMIGRATION ACT
- adottavano nuovi provvedimenti di controllo per gli
immigrati e i richiedenti asilo
2002 WITHE PAPER
- riconosceva che le immigrazioni legali da parte di
lavoratori specializzati comportavano
stimolando la crescita
dell’arricchimento
vantaggi,
dell’economia mondiale e
sociale
2005 CONTROLLING OUR BORDERS
ingegneria …)
2006 IMMIGRATION EUROPEAN AREA
specifiche sul
2007 UK BORDERS ACT
- facilitava la migrazione legale, favorendo l’ingresso
dei lavoratori specializzati (laureati in
- regolava ulteriormente i flussi all’interno dello spazio
economico europeo, attraverso misure
diritto di soggiorno
-introduceva la registrazione biometrica degli
immigrati
LA GERMANIA
1970 - Legislazione incentrata sull’ “IMMIGRATION AUF ZEIT” o “Immigrazione temporanea” secondo il
modello GASTARBEITER dei “lavoratori ospiti” per cui erano previsti dormitori a carico dei datori
di lavoro
●iniziative sociali, culturali e formative mirate a privilegiare i legami con i Paesi di origine,
●vigeva lo Jus sanguinis (il diritto di cittadinanza era determinato dalla quella del genitore)
1973 - Le frontiere erano chiuse e la legge era molto restrittiva ( era espulso chi non poteva
mantenersi a proprio carico; i ricongiungimenti familiari erano concessi dopo 3 anni). Si basava sulla
L. del ’65, che attribuiva alle autorità la completa decisione di concedere o meno il permesso di
soggiorno.
1982 - (Governo Khol) “Nuova legge sugli stranieri” riaffermava lo Jus snguinis; “premi di ritorno”10.500marchi
1983 - // L.“Sul diritto di soggiorno”: obbligo di dim. di vivere a proprio carico e conoscere la lingua
2000 - (Governo Shily) : introdusse alcune norme dello Jus soli (un bambino nato in Germania, poteva essere
considerato cittadino tedesco se uno dei genitori viveva in Germania da 8 anni)/ Carta Verde (resid.
5 anni per gli immigrati altamente qualificati)
2001 - Dopo l’11 settembre la legislazione mirava sempre più al controllo dei flussi e al privilegio verso gli
stranieri lavoratori.
2005 - (Governo Shroeder) “Nuova legge sugli stranieri” o “Aufenthaltsgesetz” : privilegiava gli
stranieri altamente qualificati a cui si offriva il diritto di soggiorno, che dopo 5 anni garantiva il
permesso, di durata illimitata
2007 - (Governo Merkel) sensibile alla tematica dell’integrazione istituiva corsi di lingua per gli stranieri,
obbligatori per la concretizzazione del processo di integrazione
●stanziava fondi a favore dell’integrazione
LA SPAGNA
1985 – “LEY ORGANICA” n. 7 “Sui diritti e le libertà degli stranieri in Spagna” :per regolarizzare i
flussi di immigrati entranti nel Paese (erano considerati “presenze temporanee”
1996 – LEY 4/2000 voluta da 3 partiti: Iziquerda Unida, Convergencia e Uniò e Grupo Mixto, che
affrontavano il tema dell’integrazione, i diritti e la libertà degli stranieri in Spagna
2000 – (Governo Aznàr) LEY 8/2000 restrittiva verso l’immigrazione prevedeva: misure sul lavoro
(l’immigrato doveva dimostrare di mantenersi a proprio carico e di avere validi documenti); e più
controllo sulle entrate dei clandestini
2003 – LEY 14/2003 a favore dell’integrazione, prevedeva: offerte di lavoro stagionale per gli stranieri
provenienti da Paesi con cui la Spagna avesse stipulato accordi (Polonia, Bulgaria, Romania)
● faceva prevalere il diritto dello Jus sanguinis (compiuti 18 anni il cittadino poteva scegliere per
quale cittadinanza optare)
● il diritto di voto per gli stranieri era basato sul principio di reciprocità ( a patto che ai cittadini
venisse dato lo stesso diritto nei Paesi da cui provenivano gli immigrati)
2004 – (Governo Zapatero)
● regolarizzazione degli immigrati illegali inseriti nel mercato di lavoro
● incentivava l’ingresso degli immigrati nel mercato del lavoro, considerando il processo di
immigrazione necessario anche per la crescita economica del Paese
2005 – Sanatoria per gli immigrati che possedevano un contratto di lavo regolare e che erano presenti
nel territorio da almeno 3 mesi prima della stipula del contratto
2007 – Nuove misure per incentivare il ritorno degli immigrati che in Spagna erano rimasti senza
occupazione lavorativa e microcrediti per avviare attività economiche nei Paesi di origine
L.13/2007 contro il traffico illegale
L’ITALIA
1986 - L. 943 “Sulle Norme in materia di trattamento dei lavoratori extracomunitari immigrati e
contro le migrazioni clandestine”: riconosceva ai lavoratori stranieri, gli stessi diritti dei
lavoratori italiani
1990 - L. n. 39/1990 o L. Martelli (dal nome del Vicepresidente del Consiglio incaricato in materia di
immigrazione), prevedeva: interventi a favore dell’integrazione sociale e culturale; garantiva
l’iscrizione gratuita all’assistenza sanitaria per 3 anni; stanziava fondi per implementare il
diritto all’istruzione e alla casa
1992 - L. 91/2002 prevedeva lo Jus sanguinis e agevolava l’acquisizione della cittadinanza solo per alcune
categorie di stranieri, come gli ex cittadini italiani
1995 - Decreto Dini (proposto 4 volte, decadde); L. 19/1995 volta al controllo delle frontiere, era
restrittiva verso i clandestini
1998 - L. Turco- Napolitano, confluita nel D.Lgs. N. 286 detto Testo Unico delle disposizioni in materia
di migrazione, prevedeva: misure per l’integrazione degli immigrati presenti da 5 anni nel
Paese; permessi di 6 mesi per il lavoro stagionale; agevolazioni per l’esercizio del lavoro
autonomo; misure contro l’immigrazione clandestina; iniziative socio-culturali
2002 - L. Bossi-Fini, molto restrittiva nei confronti degli immigrati, prevedeva: l’obbligo della stipula di
un contratto di lavoro dal Paese di origine, come unica modalità di ingresso; il collegamento tra
permesso di soggiorno e contratto di lavoro; misure restrittive verso gli asilanti politici;
aumento del tempo necessario di residenza (a 6 anni), per poter richiedere la carta di soggiorno
permanente; sanatoria per colf e badanti ( una persona in regola per l’attività domestica, due
per l’assistenza agli anziani); validità di 2 anni al permesso di soggiorno
2008 - L. n. 125 Nuovo Pacchetto Sicurezza, rafforzava i principi della legge precedente, al fine di
“contrastare il fenomeno dell’ illegalità diffusa, collegata all’immigrazione illegale e alla
criminalità organizzata”; l’immigrato che non si mantiene a suo carico, dopo 3 mesi deve
rientrare nel paese di origine;
LE POLITICHE MIGRATORIE
COMUNITARIE E NAZIONALI
Finora esaminate, sembrano essere orientate
maggiormente verso la GESTIONE ed il CONTROLLO
dei flussi:
►
● Da un lato emerge l’esigenza di rafforzare le politiche di frontiera
nei confronti dei nuovi ingressi
● Dall’altro ci si sforza di attuare strategie adeguate che favoriscano
l’inserimento degli immigrati regolari, ma queste ultime, risultano non
ancora efficaci per giungere ad un risultato soddisfacente di
integrazione
INTEGRAZIONE E VALORIZZAZIONE DEGLI
IMMIGRATI

IL FULCRO DELLE POLITICHE DI INTEGRAZIONE RUOTA ATTORNO A DUE
PROCESSI FONDAMENTALI:
- Eliminazione delle disuguaglianze i cui responsabili sono lo Stato e gli operatori
del settore
- Acquisizione delle competenze in materia integrazione i cui i responsabili
sono lo Stato e gli operatori del settore, ma anche il singolo immigrato e tutta la
popolazione accogliente
 CONCETTO DI INTEGRAZIONE, ANCORA OGGI, NON E’ BEN DEFINITO:
XV Rapporto sull’immigrazione Caritas/Migrantes “Immigrazione è globalizzazione”
2005:
(…) Il concetto di integrazione è sbiadito. Il nostro atteggiamento è incerto e
contraddittorio: da alcuni indagini risulta che il 30% degli intervistati pensa che
l’Europa debba difendersi da contaminazioni esterne e circa il 60% ritiene giustificata
la paura nei confronti degli immigrati e li considera la causa principale dell’aumento
della violenza. Persistono ancora una serie di stereotipi sul ruolo degli immigrati e il
comportamento generale nei loro confronti è fortemente discriminatorio (…)
 IMPEGNO E COOPERAZIONE TRA SISTEMI DI GOVERNO, PREVIDENZA
SOCIALE, SOCIETA’ CIVILE FAVORISCONO IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE E
LA VALORIZZAZIONE DELL’IMMIGRATO, APPORTANDO VALORE AGGIUNTO AL
PAESE DI ACCOGLIENZA E A QUELLO DI ORIGINE
INTEGRAZIONE E VALORIZZAZIONE DEGLI IMMIGRATI
UN PASSO IN AVANTI…

Dal 2005 l’UE possiede un’ “AGENDA COMUNE PER
L’INTEGRAZIONE” dove sono riportate rigorose norme
antidiscriminatorie che si basano su:
● APPROCCIO PIU’ COERENTE VERSO
L’INTEGRAZIONE A LIVELLO EUROPEO
● RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI
● LA NON DISCRIMINAZIONE (diretta e indiretta)
● PARITA’ DI OPPORTUNITA’ PER TUTTI
Nell’ AGENDA, sono inoltre indicate norme non propriamente
giuridiche (mediazione e procedure di reclamo), utili per
soddisfare le esigenze dell’immigrato agevolando l’accesso e la
partecipazione alla vita civile.
INTEGRAZIONE E VALORIZZAZIONE DEGLI IMMIGRATI
UN PASSO IN AVANTI…
Nel giugno 2010 si è tenuto a Bruxelles il terzo Forum sull’Integrazione
in Europa, in cui si è discusso circa la NECESSITA’ di adottare ulteriori
iniziative studiate ad hoc che mirino alla salvaguardia dei Diritti degli
immigrati.
 Le proposte emerse riguardano: - formazione
- lotta alla xenofobia
- interventi di risanamento urbano

 L’UE si appresta a definire una nuova Agenda di interventi che
riguardano in particolare:
● La definizione di criteri condivisi di misura della capacità dei
singoli Paesi di integrare gli immigrati
● Il miglioramento degli strumenti comunitari che favoriscono
l’integrazione degli immigrati
● Il coordinamento delle misure di integrazione tra i diversi Paesi
aderenti
LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
Nell’ambito dei Diritti Umani …
 Dopo la II Guerra Mondiale, come conseguenza agli orrori del nazismo, si posero le basi
per la nascita di una società in cui l’uomo risultasse libero dalle prevaricazioni socialiculturali – economiche
1945: Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite (ONU)
Scopo: cooperazione internazionale in materia di sviluppo economico; progresso socio
culturale; diritti umani; sicurezza nazionale
Fine: il mantenimento della pace mondiale
1948: Dichiarazione dei Diritti Umani: stabilisce i principi base regolatori dei Diritti
dell’uomo e delle Libertà fondamentali
Art. 1, par.2.: invita al rispetto dei diritti umani e delle sue libertà,
senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione
1950: Gli Stati Membri del Consiglio d’Europa, firmano a Roma la Convenzione per
la salvaguardia dei Diritti e le Libertà Fondamentali: assicurando che i
Diritti garantiti, non sarebbero stati condizionati da alcuna discriminazione
1956: l’ONU dispone la Convenzione Internazionale con misure specifiche inerenti
l’eliminazione di ogni tipo di discriminazione razziale comprendendo anche la tutela del
diritto alla libertà di pensiero, di religione, di coscienza, di opinione, di espressione e il
principio di non discriminazione
- L’Art. 5: assicurava l’uguaglianza di trattamento nel godimento di diritti civili, politici e
culturali, ai membri di minoranze etniche
LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
I PATTI DEL 1966
 1966 Affinché i Diritti Umani potessero essere maggiormente osservati da parte degli
Stati Membri dell’ONU, il 16 dicembre, l’ Assemblea Generale incaricò la Commissione di
elaborare due accordi distinti ed aperti alla ratifica (in vigore dal 1976):
 il Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali :154 Stati aderenti
ha carattere programmatico, senza immediata attivazione; non prevede controllo; riconosce
i Diritti: al lavoro, equo salario, sicurezza sociale, livello di vita adeguato, salute, istruzione
 il Patto Internazionale sui Diritti civili e politici : 151 Stati aderenti, ha carattere
precettivo, con immediata attuazione e prevede un controllo periodico circa i progressi
raggiunti dagli Stati aderenti; riconosce i Diritti: alla vita, libertà, sicurezza della propria
persona, processo equo, libertà di pensiero, di opinione, coscienza, religione, espressione di
associazione, riunione pacifica, emigrazione. Vieta la schiavitù e protegge contro ogni
trattamento inumano e degradante
L’Art. 1 di entrambi i Patti sancisce il Diritto “all’autodeterminazione dei popoli”, secondo cui
gli stessi “decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro
sviluppo economico, sociale e culturale”, disponendo quindi, delle proprie ricchezze e
risorse naturali.
LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
il Patto Internazionale sui Diritti civili e politici :
 Contro la discriminazione e dedicato alle minoranze etniche:
Art. 27: << In quegli Stati in cui esistono minoranze etniche, religiose o linguistiche, agli
individui appartenenti a dette minoranze non potrà essere negato il diritto di fruire della
propria cultura, di professare la propria religione e di far uso della propria lingua
nell’ambito della comunità stessa >>
 Relativi alla libertà di movimento per ogni essere umano compreso lo straniero, alla sua
tutela ed al diritto di alloggio :
Art. 12 : <<1.Ogni individuo che si trovi legalmente nel territorio di un nuovo Stato ha diritto
alla libertà di movimento e alla libertà di scelta della residenza in quel territorio.2. Ogni
individuo è libero di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio.3. I suddetti diritti non
possono essere sottoposti ad alcuna restrizione, tranne quelle che siano previste dalla
legge, siano esse necessarie per proteggere la sicurezza nazionale, l’ordine pubblico, la
sanità o la moralità pubbliche, ovvero gli altrui diritti e libertà, che siano compatibili con gli
altri diritti riconosciuti dal presente Patto.4. Nessuno può essere arbitrariamente privato
del diritto di entrare nel proprio Paese.>>.
Art. 13 : << Uno straniero che si trovi legalmente nel territorio di uno Stato parte del
presente Patto non può esserne espulso se non in base ad una decisione presa in conformità
della legge e, salvo che vi si oppongano imperiosi motivi di sicurezza nazionale, deve avere
la possibilità di far valere le proprie ragioni contro la sua espulsione (…)>>.
LE POLITICHE DI INTEGRAZIONE
il Patto Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali :
 Diritto di alloggio:
Art. 11 : << Ogni individuo ha il diritto ad un livello di vita adeguato per sé e per la
sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario ed alloggio adeguati, nonché al
miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita>>.
 Diritto all’istruzione:
Art.13 : oltre all’obbligo e la gratuità dell’istruzione primaria e secondaria per tutti, attesta
che: <<(…)ogni individuo ha diritto all’istruzione.(…)l’istruzione deve mirare al pieno sviluppo
della personalità umana e del senso della sua dignità e rafforzare il rispetto per i diritti
dell’uomo e le libertà fondamentali. L’istruzione deve porre tutti gli individui in grado di
partecipare in modo effettivo alla vita di una società libera, deve promuovere la
comprensione, la tolleranza e l’amicizia fra tutte le nazioni e i gruppi razziali etnici o
religiosi ed incoraggiare lo sviluppo delle attività delle Nazioni Unite per il mantenimento
della pace>>.
 Diritto all’integrazione culturale:
Art. 15 riconosce ad ogni individuo il diritto di << (…) partecipare alla vita culturale>>.
 COME RISPONDONO I CASI
NAZIONALI RISPETTO AI
DIRITTI IMPOSTI DALLA
LEGISLAZIONE
INTERNAZIONALE ?
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN FRANCIA

LA LEGISLAZIONE… Comma 10 e 11 del Preambolo alla Costituzione del 27 ottobre
del 1946:
“La Nazione deve fornire l’individuo e la famiglia con le condizioni necessarie al loro
sviluppo” e che tutti coloro che non godono di una situazione vantaggiosa hanno il
diritto di ricevere mezzi adeguati di assistenza nella società.
-
1982
1989
1998
1998
1999
-
L. Quilliot: “Il diritto alla casa è un diritto fondamentale”
L. Mermaz
Antiexlusion Act
L. Sur la mixtè sociale
L. Besson: “Il diritto alla casa è un dovere di solidarietà che incombe su tutta la Nazione”
2007 L. Droit ou logement opposable: garantiva a chiunque avesse difficoltà, il diritto di
richiedere alle autorità prefetturali un alloggio da fornirsi obbligatoriamente entro tre mesi, con
un canone calcolato in funzione del reddito del richiedente.
 LA REALTA’… denunciata da numerose associazioni di tutela dei Diritti Umani, tra cui
Sos Racisme, attestava che alla fine degli anni ’90, circa il 63% degli immigrati in
Francia era costretto a vivere in case sovrappopolate e anguste ed oltretutto si
ravvisava il problema di un’attesa troppo lunga (circa 3 anni), per coloro che si erano
rivolti all’edilizia sociale. Inoltre, la collocazione residenziale degli alloggi sociali, era
sempre più sconfinata in aree periferiche e degradate, portando gi immigrati ad una
forzata condizione di isolamento. Ciò contribuiva ad ostacolare il loro processo di
integrazione favorendo invece la criminalità.
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN FRANCIA
 IN RISPOSTA ALLE CONDIZIONI RELATIVE ALL’ALLOGGIO, DENUNCIATE IN
FRANCIA
● le politiche governative hanno varato una Nuova normativa sul Diritto all’alloggio
con incentivi previsti fino al 2012.
-
rafforzamento del principio di un diritto legale alla casa per i gruppi più svantaggiati
economicamente e per gli stranieri, per i quali l’edilizia sociale si impegnerà a fornire
loro un alloggio
misure fiscali e finanziarie destinate a stimolare l’offerta di alloggi temporanei
agevolazioni finanziarie per i centri di accoglienza
● la Nuova Agenda Europea del 2009 per il Programma di Stoccolma
prevede:
-
programmi di risanamento di zone svantaggiate
introduzione di servizi in aree degradate
programmi rivolti all’integrazione in termini di occupazione e formazione culturale
La relativa attivazione di tali proposte, dovrebbe in particolare rientrare tra gli obiettivi
del programma Urban, finanziato dall’UE
INTEGRAZIONE CULTURALE E FORMAZIONE IN FRANCIA
 Il governo francese si attiene alle linee guida proposte dall’UE e già presenti nell’Agenda
Comune del 2005, in cui si attesta che:
La presenza straniera è fonte di arricchimento per il paese di accoglienza e per quello di origine

L.2006/991: stabilisce disposizioni a favore dell’integrazione culturale
- contratto di accoglienza ed integrazione: formazione civica e linguistica per gli stranieri
di età compresa tra i 16 e i 18 anni
- titolo di soggiorno speciale: agevolazioni per gli immigrati che con le loro competenze
portano valore aggiunto al paese
- programma di “Promozione della diversità”nei centri di eccellenza: borse di studio per i
giovani di talento di origine migrante
 Il Diritto all’Istruzione è garantito a tutti, immigrati e cittadini, secondo la legislazione
internazionale, ma vigono alcune norme nazionali:
- Il Ministero della Pubblica Istruzione assicura agli immigrati un supporto ad hoc per
favorire la familiarizzazione di gentori- figli
- 1991 Progetto “Ecole Ouverte”: attività culturali per immigrati
- 2008 (61 scuole) “Ouvrir l’ecole aux parents pour reussir l’integration” : corsi di lingua per
genitori e figli
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN GRAN BRETAGNA

-
LA LEGISLAZIONE… Il Diritto all’alloggio è riconosciuto dal 1977:
1977 L. Housing Act: - ogni individuo ha diritto ad un alloggio
- divieto di negare la locazione o l’acquisto di una dimora per
motivi di razza, colore, origine nazionale, religione, sesso, stato
civile, situazione familiare, orientamento sessuale o disabilità
- le autorità di fornire una dimora alle categorie di persone
considerate svantaggiate
1980
- I Comuni gestiscono sul territorio circa 5 milioni di Council Houses
1990
- Dopo il governo Thatcher fu introdotto il “diritto di acquisto”
che prevedeva per coloro che occupavano gli alloggi popolari, la
possibilità di acquistare quei beni
Ad oggi
- Nonostante la privatizzazione di numerosi alloggi,persiste la presenza
delle Housing Association, gestite da associazioni senza scopo di lucro,da affittuari privati e
associazioni affidatarie che collaborano e compartecipano. Ogni Housing Association è monitorata
dalla Housing Corporation, autorità nazionale che raccoglie capitali privati non speculativi per
finanziare la costruzione o l’acquisizione di nuovi alloggi da affittare a prezzi sostenibili e discreti
 LA REALTA’…- La concentrazione di intere comunità straniere è stanziata per lo più in
zone limitrofe o degradate del paese, dove era facilitato l’accesso all’acquisto o alla
locazione: Reciproca estraneità cittadino/straniero; ostacola l’integrazione
- persistono episodi discriminatori nei confronti degli immigrati, che pur dotati dei
requisiti richiesti (reddito, permesso di soggiorno, contratto di lavoro) per la stipula di
un contratto di affitto, in alcuni casi, sono vittime di pregiudizi culturali da
parte dei proprietari o dalle agenzie immobiliari
numerose le organizzazioni formate da immigrati forniscono alloggi e servizi agli
stranieri come la Asharm Housing Association che risiede nelle West Midlands
INTEGRAZIONE CULTURALE E FORMAZIONE IN GRAN BRETAGNA
 Il governo britannico si adopera particolarmente per l’integrazione degli
immigrati e per la loro tutela
- Race Relaction Act (1965, 1968 e1976) antidiscriminatori e dedicati alla tutela
dei diritti degli immigrati nel Paese, il governo britannico, si interessa
- finanziamenti per potenziare le strutture e fornire i servizi adatti da
indirizzare all’integrazione degli stranieri.
 Il Diritto all’Istruzione è garantito a tutti, immigrati e cittadini, secondo la
legislazione internazionale, ma vigono alcune proposte o norme nazionali, regionali
o comunali:
- il governo, tramite la sovvenzione Ethnic Minority Achievement Grant (EMAG),
assegna agli istituti dove sono presenti numerose minoranze etniche, fondi da
spendere per l’ orientamento scolastico o il tutoraggio
- dal 2004 nei programmi scolastici è stata inserita come obbligatoria, una nuova materia:
“Diversità e multicultura” al fine di creare maggiore dialogo e coesione sociale
- Startyng Point inserito nel più ampio progetto Gateway Refugee di Bolton, che fornisce
agli alunni che non parlano la lingua, le basi del sistema scolastico a cui si apprestano ad
accedere.
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN GERMANIA
LA LEGISLAZIONE… Sez.155 della Costituzione della Repubblica di Weimar del 1919:
“La distribuzione e l’uso del suolo sono controllate da parte dello Stato che mira ad
evitare abusi e cerca di fornire ad ogni tedesco una vita sana (…) compreso il diritto ad
una residenza commisurata alle sue esigenze”
-

-
1949 L. Fondamentale della Repubblica Federale della Germania art. 13: stabiliva che la
carenza di alloggio nel Pese andava affrontata per motivi di sicurezza
In Germania, le leggi regionali hanno introdotto l’obbligo di fornire alloggi ai senza fissa
dimora, e anche il mercato immobiliare contribuisce alla realizzazione di tali normative,
rendendo i costi accessibili alla maggioranza della popolazione
2000 L. sovvenzioni finalizzate a fornire un numero sufficiente di alloggi per tutte le
fasce sociali; i fondi statali erano concessi alle organizzazioni pubbliche e al mercato
privato
LA REALTA’…esempi di gestione regionale o comunale sulla questione dell’alloggio
il comune di Mullheim, nel 2006 ha raddoppiato il numero di alloggi temporanei per
soddisfare le esigenze degli individui che necessitano di tale ausilio
il comune di Munster supporta le famiglie di minoranze etniche che si trasferiscono in
Germania a cercare un alloggio dopo aver lasciato il centro di accoglienza collettiva e
assiste anche alla loro integrazione nel nuovo quartiere
il comune di Hamm con l’iniziativa “Immigrati in città” per l’integrazione sociale e
territoriale degli immigrati in Germania, finanziato dal Ministero Federale
dell’Istruzione e della ricerca
Altri partners: l’Ass. delle grandi città (DST), l’Istituto degli affari Urbani (DIFU),
l’Istituto per lo sviluppo degli alloggi, e l’Ass. per gli alloggi immobiliari(GdW).
INTEGRAZIONE CULTURALE E FORMAZIONE IN GERMANIA
 Il governo tedesco già dal 2005 (Merkel) ha predisposto diversi fondi finalizzati alla
concretizzazione del processo di integrazione degli stranieri presenti nel Paese
-
2006 I Vertice sull’Integrazione 2007 presentato un Piano di Integrazione Nazionale
- corsi di lingua gratuiti e obbligatori per gli stranieri
- tutor dell’istruzione a supporto delle intere famiglie immigrate
 Il Diritto all’Istruzione è garantito a tutti, immigrati e cittadini, secondo la
legislazione internazionale, ma vigono alcune proposte o norme nazionali, regionali o
comunali
- progetto Rucksack di Essen, che, oltre alla formazione linguistica ed educativa
per i bambini di scuola materna e primaria, offre una formazione anche alle madri
immigrate
- il progetto Network for vocazione training di Mannheim, che è dedicato agli
immigrati che, lasciando la scuola, hanno la difficoltà di accedere al mondo del lavoro.
Il supporto offerto riguarda corsi di lingua e formazione in ambiti come il commercio
e la gastronomia
- il progetto nazionale Jugedmigrationsdienste (JMD), che supporta
nell’apprendimento linguistico, nell’istruzione e nel passaggio dalla realtà scolastica a
quella lavorativa
- il progetto nazionale Sprakum, in seno al programma Equal grazie al quale l’immigrato
viene formato con la qualifica di mediatore linguistico e culturale
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN SPAGNA
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LA LEGISLAZIONE… Il diritto alla casa e all’uso del suolo pubblico in Spagna, risulta
degno di nota l’art. 47 della Costituzione del 1978, il quale non è esteso alle presenze
straniere :
“Tutti gli spagnoli hanno diritto di godere di un’abitazione degna e adeguata”
1998, (in concomitanza con l’aumento dei flussi): decreto legislativo al fine di
aumentare la quantità di alloggi in locazione e recuperare le aree urbane degradate
2000 L. n. 8/2000 sui Diritti e le libertà degli stranieri in Spagna e la loro
integrazione, l’art. 13: gli stranieri residenti nel Paese hanno diritto ad accedere al
sistema assistenziale per l’alloggio pubblico parimenti ad un qualsiasi cittadino spagnolo
LA REALTA’…Da un documento estratto all’ Associazione Servizi Sociali del sud-est, in
Spagna del 2001:
Il paese risente di una grande carenza di alloggi sociali
Il mercato immobiliare tende ad aumentare sensibilmente i prezzi delle abitazioni,
rendendo la situazione ancora più complessa.
2007: incremento di misure governative volte alla messa a disposizione di aree urbane
non edificate, di proprietà pubblica per la costruzione di alloggi sussidiati e
costruzioni ad uso sociale
 Ad oggi, persiste:
Presenza di alloggi sovraffollati, covo di criminalità
Aumento dei prezzi delle abitazioni
Atti discriminatori da parte dei singoli proprietari o dalle agenzie immobiliari
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN SPAGNA
 Nella realtà spagnola IL CONTRIBUTO DELLE ONG è significativo.
Alcuni esempi:
-
l’associazione “Provivienda” finanziata dal Ministero della Salute e dei Servizi:
(dal1989) fornisce alloggi sociali agli immigrati. Talvolta, stipula contratti di affitto
per conto dello straniero, garantendo nel primo anno, il pagamento del canone di
locazione
-
Progetto “Sati” di Barcellona in collaborazione con la Croce Rossa e la Caritas: (dal
1997) offre assistenza nella ricerca dell’alloggio,della formazione e della salute
-
l’associazione “Columbares”della regione Murcia, in collaborazione col Ministero del
Lavoro e degli Affari sociali: offre assistenza nella ricerca dell’alloggio,della
formazione
INTEGRAZIONE CULTURALE E FORMAZIONE IN SPAGNA

Il governo spagnolo dal 2004 (Zapatero) si mostra sensibile alla tematica dell’
integrazione degli stranieri presenti nel Paese
-
2005 Fondo Spagnolo per l’Integrazione, come simbolo di un contributo nazionale alla
politiche per l’integrazione attuate a livello regionale e locale:
-
promozione di un’ulteriore cooperazione tra i diversi livelli di governo, nazionale,
regionale e comunale a favore dell’integrazione
presentazione di piani di azione ad hoc, nell’ambito dei sevizi pubblici,alloggio e
formazione culturale
finanziamenti riservati alle regioni che a loro volta forniranno il 30% di
cofinanziamento: il criterio di distribuzione comprende il numero degli immigrati non
appartenenti all’UE, iscritti nei comuni, o come lavoratori agricoli, o nel sistema di
previdenza sociale
Particolari fondi per le situazioni speciali di afflusso (Andalusia)
Il 40% delle risorse ottenute dal Fondo, vengono trasferite integralmente ai comuni
Il 50% dell’importo totale del Fondo, è dedicato all’istruzione e viene impiegato per i
programmi di accoglienza degli stranieri nelle scuole
-
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-
 Il Diritto all’Istruzione è garantito a tutti, immigrati e cittadini, secondo la legislazione
internazionale, ma vigono alcune proposte o norme nazionali, regionali o comunali
 Numerose ONG sono attive sul territorio spagnolo occupandosi della sensibilizzazione a
favore dell’integrazione e della lotta alla discriminazione
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN ITALIA
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
LA LEGISLAZIONE… Il diritto all’alloggio, nel caso italiano e resta uno tra i temi più
problematici, che caratterizzano le nostre politiche governative e che riguarda in
particolar modo, gli stranieri, ma che è comune anche a molti cittadini.”
la nostra Carta Costituzionale, non riconosce in maniera esplicita il diritto alla casa, né
per il cittadino, né per lo straniero presente nel paese.
Tuttavia emergono alcune norme in materia di alloggio a cui poter fare riferimento
generico, come: l’art 14, comma 1 della Costituzione, che attesta l’inviolabilità del
domicilio; o l’art. 47, comma 2 della Costituzione, che impone alla Repubblica, l’obbligo
di favorire “l’accesso del risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione”
Il Capo III del Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, del 25 luglio 1998, al
problema “spazio abitativo” dedicava l’Art.40 :
“ Il titolare di Carta di soggiorno e regolarmente soggiornante, iscritto nelle liste di
collocamento, o occupato in una regolare attività di lavoro, subordinato o autonomo”,
poteva godere di alcuni diritti, tra cui: l’accesso agli alloggi pubblici, parimenti al
cittadino italiano; ai centri di prima accoglienza; al credito agevolato anche in materia
edilizia per l’acquisto della prima casa.
Al presente Testo Unico, furono apportate delle modifiche col D. Leg. n.189 del 30
luglio 2002 (Bossi-Fini), che al tema della casa dedicava il Capo III del Titolo V
“Disposizioni in materia di alloggio e assistenza sociale”
Art. 40 attestava che “L’accesso agli alloggi pubblici era vincolato dal possesso di:
Carta di soggiorno, o permesso almeno biennale;regolare attività di lavoro autonomo o
subordinato, gli stessi requisiti, anche per l’accesso ai servizi di intermediazione delle
agenzie sociali.
IL DIRITTO ALL’ALLOGGIO IN ITALIA

LA REALTA’… Da uno studio del Censis (2005) in materia di alloggio emerge che:
le assegnazioni di alloggi sociali, soddisfano, in media, appena l’8% della
domanda
Difficoltà di accesso all’affitto a causa della diffidenza del proprietario:
atteggiamenti discriminatori
Affitti maggiorati e speculazione da parte delle agenzie immobiliari
Aumento del cosiddetto “settore abitativo informale”
Le iniziative tese a fronteggiare la situazione, provengono per lo più dal mondo
associativo e cooperativo, che sviluppano la loro progettualità, soprattutto nei territori
in cui il problema è più urgente.
 Alcuni esempi:
“Il Programma di recupero urbano” nel quartiere di Stadera di Milano, realizzato dalla
Cooperativa Dar Casa, che ha progettato l’inserimento abitativo degli stranieri

“Un tetto per tutti”, promosso dalla Cooperativa Alisei in Umbria, che ha promosso un
progetto di autocostruzione, realizzato grazie alla collab. di stranieri e cittadini
italiani
“Progetto di accompagnamento sociale” nel percorso abitativo, progettato dalla Cooperativa
Nuovo Villaggio, della Regione Veneto;
“Agenzia per la locazione”, realizzata dall’Acer di Rimini, volta all’individuazione, sul
mercato privato, di alloggi per i lavoratori stranieri e le loro famiglie.
INTEGRAZIONE E FORMAZIONE CULTURALE IN ITALIA

A favore dell’Integrazione l’art. 3 del TU, prevede in Italia, l’istituzione di Consigli
Territoriali per l’immigrazione, che gestiscono e promuovono gli interventi da attuare
a livello locale

In particolare, l’Art.57 del DPR n. 394, del 31 agosto del ’99, ha demandato ai Prefetti
la responsabilità di assicurare agli stranieri la giusta formazione, istituendo i Consigli
in ogni Provincia :
- I Consigli, con il contributo di associazioni ed enti locali, provvedono all’inserimento
sociale degli stranieri, nell’ambito del lavoro, alloggio, sanità, scuola.

Il Diritto all’Istruzione è garantito a tutti, immigrati e cittadini, secondo la
legislazione internazionale, ma vigono alcune proposte o norme nazionali, regionali o
comunali
- piani di studio personalizzati per gli stranieri

sulla base di quanto stabilito dal decreto legislativo n.286/1998 “Testo Unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulle condizioni dello
straniero” e dall’art. 38, sull’”Istruzione degli stranieri. Educazione interculturale”, lo
Stato, promuove l’insegnamento della lingua italiana con la collaborazione delle regioni,
degli enti locali, delle associazioni del terzo settore e del volontariato, e la
realizzazione di corsi sulla cultura italiana.
ANALISI COMPARATIVA
Francia
Gran Bretagna
Germania
Spagna
Italia
Assimilazionista
DEBOLEZZA:
Flessibile
DEBOLEZZA:
Utilitarista
DEBOLEZZA:
Pol. Tampone
DEBOLEZZA:
-tentativi politici
Pol. Tampone
DEBOLEZZA:
-tentativi politici per
-”assimila” l’immigrato
causando la perdita
della cultura di origine
-Nelle politiche
(allogg/formaz.)
l’immigr. non è
considerato parimenti
ad un cittadino
(discrim.)
-la realtà denuncia la
forzata condiz. di
isolamento degli
stranieri in case
fatiscenti e sovrappop.
FORZA:
-Nuova Agenda
2009-2012 per
l’integrazione:
Lavoro/formazione
Risanamento urbano
Fondi per nuovi alloggi
Finanz.per centri di
accoglienza
-promuove
l’autonomia e i
particolarismi naz
La “flessibilità”
det. una reciproca
estraneità tra
cittad./ immigr.
-anche nelle pol.
Forzate offerte di
alloggi in zone
degradate sono
dimora di intere
comunità etniche/
difficile l’integraz
-episodi discrimin.
FORZA:
-Atti antidiscrim.
-Housing Ass.
-lo Stato si
impegna molto per
l’integr: fondi
istruz./formaz.
-”usa” l’immigrato
Per beneficiare
econ. della forzalavoro temporanea
-utilitarismo polit.
-fornisce alloggio
per motivi di
sicurezza e ordine
-la formaz. non
era promossa per
via della presenza
temporanea dello
straniero
FORZA:
-2000 più
coordinamento tra
pol.e mercato
immobiliare: fondi
per più alloggi a
prezzi accessibili
-I Vertice
sull’Integrazione:
Fondi e progetti
per fronteggiare
un fenomeno
estraneo e
inaspettato
-nel 2000:L./8:
accesso immigr.
all’alloggio pubbl.
-carenza alloggi,
aumento prezzi
immobiliari/specu
laz.;discriminaz.
-settore
abitativo inform.
FORZA:
-2005 Fondo Sp.
per l’integraz.:
Fondi/progetti
-2007 L. per il
recupero di aree
degrad. e alloggi
-terzo settore
fronteggiare un
fenomeno estraneo e
inaspettato
-riferimenti politici
in materia di integraz
(alloggio /formaz.)
risultano generici o
scarsamente
efficacia:l’integraz. è
ostacolata
-dal Censis:carenza
alloggi soc.;costi
proibitivi di
affitto/speculaz.
immobiliare;polarizz.
di alloggi sovraffoll.
in aree degrad;
Discriminazione.
FORZA:
-progetti didattici
interculturali
-terzo settore
CONCLUSIONI
 Il fenomeno migratorio è affrontato ancora oggi con molta difficoltà:
Anche se le politiche comunitarie e nazionali sono orientate verso la promozione del processo
di integrazione, emerge ancora una scarsa armonizzazione internazionale
 Comparando le politiche dei singoli paesi emerge che:
Ognuno ha gestito il fenomeno di immigrazione in relazione al proprio vissuto storico ed alla
propria cultura di appartenenza. Tra le 5 organizzazioni politiche non è possibile individuare
un modello ideale in cui immigrazione e integrazione siano gestite in maniera del tutto
adeguata
 Il fenomeno migratorio continua ad esistere in ogni paese come problema e non come
risorsa, inoltre, la persistenza di atteggiamenti discriminatori contribuisce ad aggravare la
situazione
 Le politiche abitative a livello nazionale risultano ancora generiche e spesso, sono gestite a
livello regionale o comunale, in base alle esigenze che si manifestano
 In ogni realtà statale si denota l’apporto di associazioni e ONG che intervengono nella
salvaguardia dei diritti degli immigrati, ma i risultati positivi restano confinati in determinate
aree e non ricoprono la globalità
 Alcuni risultati positivi si ravvisano nell’ambito scolastico, ma relativamente alla formazione
culturale, i programmi finanziati dal governo sono ancora moderati
 La profonda crisi economico- finanziaria che pesa in ogni realtà statale influisce
significativamente sulle presenze immigrate
PROSPETTIVE
Per raggiungere un’adeguata gestione delle
politiche di migrazione ed un soddisfacente
risultato di integrazione, sarebbe necessaria la
cooperazione di tutti i livelli governativi, e non,
nel raggiungimento efficace e concreto di
un’armonizzazione internazionale e nel rispetto
dei valori comuni dell’UE, che prevede che i
diritti sanciti dalle stesse leggi, siano garantiti
su una base di parità con gli altri cittadini
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
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