Avanza con un clic
(Seguito del volume uno)
La guida s'interruppe e sembrò riflettere
intensamente per due o tre secondi.
Poi, con una voce molto calda, aggiunse:
- A meno che...
Aspettavo, con un barlume di speranza nel
cuore, che continuasse: perché le parole della
guida avevano risvegliato in me una sorta di
tristezza.
Possibile che si sia così incatenati all'evoluzione della Terra? Dobbiamo proprio seguire il
pianeta nel suo lento peregrinare?
La spiegazione riprese, e gli occhi del mio
amico brillavano con tanta forza, che parevano voler trasmettere una corrente possente,
venuta da chissà dove... dal suo cuore?
Mi sembra poca cosa, per descrivere il fuoco
inestinguibile, un fuoco d'altro genere, che
c'era in lui.
- Tutti voi, umani della Terra attuale, potete
oltrepassare i limiti apparentemente imposti
dalla Natura, perché avete in voi la capacità
di spezzare i legami che vi asserviscono
durante la strada dell'evoluzione cosmica:
potete coltivare la vostra anima e il vostro
Spirito per camminare sulla via diritta che
conduce agli stati superiori di Coscienza.
Ecco ciò che potete realizzare, secondo l'esempio dei Mahatma (Grandi Anime) e dei
grandi Rishi dell'Asia,
(coloro che vedono il suono, ossia la parola
che ha assunto un valore sacro, e che operano allo scopo di trasmetterla)
e secondo gli insegnamenti dei Pitagora dell‘Occidente. Se siete pronti a seguire questa
via, non serve che insista oltre, perché allora
avete già colto il mio pensiero.
Bisogna conoscere se stessi; non saprei
esprimermi in modo più compiuto.
Tentavo d'abbracciare con lo sguardo l'ampia
cupola che ci accoglieva, ma naturalmente
era un vano tentativo: era piuttosto un gesto
meccanico che traduceva il mio desiderio di
poter comprendere la totalità dei misteri che
quell'edificio racchiudeva.
Misteri... eppure vi sono misteri o segreti
soltanto per chi non ha modo di capire come
funzionano certi ingranaggi...
La guida mi parlò a lungo del simbolismo dei
colori così com'era usato sui due pannelli di
comando luminosi davanti ai quali eravamo
ancora fermi; quello che udii qui sarebbe probabilmente di scarso rilievo in questa circostanza, ma mi permetto di precisare, per coloro
che hanno qualche nozione d'alchimia, che la
successione dei colori era strettamente in
rapporto con le colorazioni ottenute consecutivamente nell'elaborazione della Grande
Opera mediante i fuochi di ruota, e che la medesima successione di toni si ritrova esattamente in una delle nostre cattedrali gotiche.
Di più, non mi è concesso dire.
Aggiungo inoltre, nell'ambito di quanto mi è
stato rivelato, che l'arbitrarietà non interviene mai nella scelta dei colori utilizzati tradizionalmente dalla Simbologia.
Ho visto che un colore è vibrazione, ed ogni
vibrazione inevitabilmente comporta una serie di reazioni a catena.
Se è vero che la tavolozza simbolica varia
talvolta da un popolo all'altro, è perché non
tutti sono sensibili allo stesso modo ad una
certa varietà d'onda. Non ci sono due popoli
che abbiano lo stesso potere di ricettività.
Passammo nuovamente davanti al tavolo
bianco su cui avevo visto un uomo addormentarsi per la durata di un'intera vita terrestre;
ormai vuoto, e mi ritrovai ad immaginare il
suo ex-occupante in seno a quella che sarebbe diventata, per un certo tempo, sua madre.
Le entità dalla lunga veste verde continuavano a manipolare le tastiere; chissà se seguivano il nascituro fin nel ventre che l'avrebbe
accolto sulla Terra?
La guida tacque, ma compresi con certezza
che l'uomo non è mai solo, e che non è mai
abbandonato a se stesso.
Oggi so che esistono Esseri di Luce che ci aiutano a morire, ed Esseri di Luce che ci aiutano a nascere.
Forse sembrerà ingenuo... Forse farà sorridere... Ma non sarà perché viviamo in un mondo
in cui la nozione di aiuto è tristemente in via
d'estinzione?
Stavo finendo di attraversare l'immensa sala
dalla luce color lillà al fianco della guida che
procedeva a lenti passi.
Mi tenevo pronto ad ogni altra nuova scoperta, ed arrivammo in vista di una porta che
non mi parve quella da cui eravamo entrati.
Era chiusa, ed una specie di pannello di materia semitrasparente, color arancione, ne impediva il varco.
Impedire però non è il verbo esatto, perché
appena la guida si avvicinò al pannello questo parve dissolversi nell'atmosfera. Come
fare, per rendervi più precisamente l'idea?
Potrei al massimo paragonarlo ad una
nebbiolina di cristallo. Materia o Energia?
Ogni contatto con il mondo astrale mi ha in
realtà dato modo di costatare l'assenza quasi
completa di distinzione tra Energia e Materia:
infatti, ogni abitante dell'astrale ha l'abitudine d'usare una formidabile energia latente
per creare, ed ogni composizione è elaborata
su questa base.
La porta che stavamo varcando ne era un
meraviglioso esempio.
Fu a partire da un'esperienza simile, che
sentii l'insieme dell'universo astrale come un
corpo vivo, in tutti i sensi.
Per un essere abituato al nostro mondo di
materia, spostarsi nel regno dell'anima procura la straordinaria sensazione di spostarsi
nel cuore stesso della vita.
Non avevo ancora fatto quattro passi dietro
alla guida in quella che pensavo dovesse essere un'altra vasta stanza, che mi vedi assorbire da una luce allo stesso tempo bianchissima e vivida.
Fu un evidente ed immediato piacere per gli
occhi, probabilmente stanchi per la strana
luce che regnava nella vasta cupola da cui
provenivo.
Mi parve dapprima d'essere gradevolmente
assalito, accecato da un lampo di pace e di
dolcezza; tuttavia non abbagliato, perché potevo ancora vedere la guida che mi camminava davanti, e che in quel mentre si volse dicendo soltanto: - Vieni!
Mi sentii trasportare al suo fianco senza intervento della mia volontà. Scendemmo, per
un tempo che mi parve abbastanza lungo, giù
per una forte e regolare discesa.
Ma le nozioni temporali hanno ben poco valore, perché in seguito mi fu insegnato che nel
mondo dell'anima ogni idea di durata è
relativa.
Mi sembrava di poter restare così per ore e
giorni interi, senza che dovesse costarmi fatica. A poco a poco mi resi conto che stavamo
camminando lungo un corridoio piuttosto stretto, con la volta arcuata, ad arco ogivale.
Tutto offriva un aspetto perfettamente bianco
e liscio, al punto che mi ci volle un certo sforzo di volontà per capire cosa stavamo facendo e qual era la natura di quello scenario; la
guida si mise a parlar forte, come per bilanciare le caratteristiche lievemente ipnotiche
del corridoio.
- Tutto questo è così volutamente... Non c'è
di che stupirsi, perché ogni costruzione in
astrale è studiata anche nei minimi dettagli
per lo scopo a cui è destinata.
Questo corridoio è stato voluto così per isolare dalla realtà astrale vera e propria chi lo
imbocca, ed infatti, dà l'impressione di penetrare in un altro universo, in un'altra dimensione, come si usa dire.
Impressione che, d'altronde, come vedi, non
è poi così sbagliata.
A mano a mano che avanzavamo, la luminosità pareva diminuire. O ero io, che mi ci stavo
abituando? Non ne sono certo. Infine giungemmo davanti ad un'altra porta, in tutto simile alla precedente, ed anch'essa si cancellò
come ci avvicinammo, permettendoci l'accesso ad una stanza perfettamente cubica e di
medie dimensioni. In essa v'era una luminosità intensamente gialla, sorprendente ed un
po' opaca rispetto a quanto mi era stato dato
di vedere fino a quel momento; v'erano anche
una decina d'uomini e donne che sembravano
nel pieno di una discussione.
Non potevo udire ciò che dicevano ma ne ricevevo i pensieri come un confuso brusio nel
centro del cranio.
Forse il mio corpo astrale non si sentiva poi
così a suo agio in quel mondo.
È proprio in momenti come questi, che sento
quanto ancora mi resta da fare per padroneggiare il corpo astrale...
Uno degli esseri che erano al centro della
stanza volse il capo verso di noi. Aveva forse
indovinato la nostra presenza?
La guida mi spiegò in seguito che, in fatto di
percezioni, anche in astrale le cose non erano
diverse dalla Terra, e che certi individui, per
svariate ragioni, erano più dotati di altri.
Insistette soprattutto sul fatto che non poteva esser stato l'atto di aprire la porta ad allertare quell'essere, perché essa non si era
aperta affatto: eravamo passati intercalando
ai suoi atomi quelli dei nostri corpi.
Quanto alle entità dell'astrale, esse procedevano analogamente ed in modo, per loro, del
tutto naturale.
Una delle pareti di quella sala era occupata
per tre quarti da uno schermo un po’ convesso e, in certi punti, azzurrino; lo paragonai
subito ad un gigantesco televisore, ma i suoi
contorni molto sfocati e letteralmente fusi
con la massa del muro mi dissero quanto
grossolano fosse il mio paragone.
Era come se la parete fosse stata costretta a
modificare la propria densità fino ad ottenere
un avanzato stato di trasparenza. E che accadeva dall'altra parte di questo schermo?
Forse nulla, oppure... le variazioni
dell'Infinito!
Il soggetto della discussione del gruppetto
che ora avevamo avvicinato pareva essere un
uomo biondo, forse quarantenne, vestito di
blu e di arancione, con un abito drappeggiato
simile a quelli dei Greci antichi. Più silenzioso
degli altri, s'introduceva solo di quando in
quando nella conversazione, e dopo pochi minuti vidi uno di quelli che gli stavano intorno
prendergli le mani, come per fargli ben capire
qualcosa; finalmente il brusio confuso si era
arrestato, e sentii come un pizzicore nel centro del capo, seguito poi, progressivamente,
dall'infiltrarsi delle voci, sempre più chiare,
sempre più sonore.
Erano in due a parlare: l'uomo con quella sorta di peplo e quell'altro, che sembrava consigliarlo. Questi non gli aveva ancora lasciato
le mani, che restarono unite per tutta la conversazione:
- Bisogna che tu scelga ora; forse fra qualche
tempo non ti si presenterà più un'occasione
simile... Adesso ti mostreremo tutto, così
potrai renderti meglio conto di quello che può
essere il tuo avvenire.
Credo che ci sia poco tempo... Poco fa dicevi
di desiderarlo ardentemente... È il peso delle
tue azioni passate che comincia a farsi sentire; bisogna porvi rimedio.
- Volevo aver il tempo di pensarci su. Temo di
non essere pronto... Ma comunque, c'è una
calamita che mi attira, lo so! Insomma, hai
ragione.
A volte la coscienza mi si intorpidisce, ed ho
l'impressione di dormire a lungo, a lungo...
puoi farmi di nuovo vedere la vita di quella
famiglia?
- Possiamo guardare insieme... Il suo passato
più recente, soltanto, e qualche importante
avvenimento. Vedrai come queste cose sono
vissute, e cerca di capire da te su che cosa
dovrai darti da fare.
Una donna, o meglio una ragazza a cui avrei
dato non più di diciotto anni, s'inserì improvvisamente nel discorso: - Non credi che dovremmo leggere subito gli Annali?
- Sì; fra qualche giorno terrestre sarà già troppo tardi.
Tutti immediatamente tacquero e vidi il gruppetto raccogliersi al centro della stanza. I
muri, la luce, ogni cosa divenne di un bianco
lattescente, tranne il gigantesco schermo che
ammantatosi di un alone azzurro, prese a
scintillare, ribollendo di miriadi di scintille
vive.
Pensai che i muri si stessero aprendo, sfuggendo verso l'Infinito, e qualcosa si lacerò
partendo dal centro, in un grande silenzio.
Su noi tutti, mondi di tenerezza e galassie di
armonia vennero a dispiegare le loro ali.
Sapevo realmente, e fondamentalmente, che
in quell’istante eravamo tutti Uno. Non riuscivo più a distinguere me stesso dalla guida, né
da tutte le entità che si trovavano in quel luogo. Allora mi sfilarono davanti agli occhi, a
velocità vertiginosa, le scene di vita di una
famiglia, e vidi nascite, e morti, e veglie a
lume di candela e panini divorati in fretta.
Vidi corse folli su nastri d'asfalto ed ore di riposo sotto i pergolati fioriti, e risate, e pianti,
la calca della metropolitana e della spiaggia;
poi, finalmente, sentii un evento desiderato.
Era una coppia che aveva passato la trentina:
lui biondo, lei con i capelli lunghi e ramati.
Lui dentista, lei insegnante. Le ore importanti
della loro vita erano precipitate davanti agli
occhi della mia coscienza, come per ritrovare
a folle velocità il loro posto nel passato.
Lui e lei oggi vivono da qualche parte nel
continente americano, e il felice evento sarà
fra qualche mese.
Una spirale immacolata venne ad inghiottire
il film della loro vita e ci ritrovammo tutti,
come un istante prima, in una stanza cubica
e davanti ad un muro inanimato.
La Terra era ormai lontana.
La guida non s'era mossa, ed aspettava evidentemente che facessi domande. Per essere
sincero, ne avevo molte e, contemporaneamente, nessuna: quasi che si affollassero alla
porta della mente, tanto tutto questo era
straordinario.
Possibile che in astrale ci si prendesse la briga di filmare anche il minimo avvenimento
verificatosi sul nostro pianeta? E come era
possibile, ed a che scopo? Ma nel profondo
del cuore una voce mi rispondeva, senza
bisogno di parole o immagini.
No, questa volta non era la guida a parlarmi:
c'era una specie di logica che aveva finito per
nascermi dentro e che mi faceva ammettere e
persino capire quello che avevo appena visto
come una cosa del tutto naturale.
Tutto diventava infine chiaro e semplice
come la nostra presenza in quel luogo.
Ebbi allora la brusca impressione che fosse la
nostra esperienza vissuta sulla Terra a generare in noi la nozione di difficoltà e di problema, e che tutto, in fondo, doveva essere ovvio.
Le impossibilità sono elaborate dai limiti
della carne e dall'universo ridotto che ci creiamo da soli; mentre con la nostra guida anche i presentimenti (o ricordi) diventavano
limpidi.
Giacché il gruppetto usciva dalla stanza, il
mio amico si rivolse a me in questi termini:
- Ricordati quello che ho detto sul corpo fisico e sul corpo astrale: hai forse dimenticato
l'esistenza del corpo eterico, quest'altra
sostanza intercalata ad essi?
Mi ricordavo di quelle due nuvolette di forma
umana che giravano sopra alla carcassa dell‘auto calcinata, e soprattutto mi ricordavo che
una delle due era apparsa improvvisamente,
e che mi era stato spiegato come essa fosse
soltanto un guscio senza alcuna volontà né
coscienza di sé.
(Nota: si riferisce ad un episodio vissuto
fuori del corpo fisico, in cui è stato spettatore
del trapasso di due anime per un incidente
stradale.)
- Il corpo eterico viene da un mondo che gli è
proprio, ossia l'Etere. Naturalmente questo
Etere non ha nulla a che fare con il liquido
omonimo, in vendita sulla Terra!
L'Etere di cui ti parlo è una concentrazione
delle energie chimiche e vitali che percorrono
il pianeta in ogni direzione, e forma un guscio, una sorta di strato intermedio fra gli universi fisici e quelli astrali.
Per comodità, vedi, a volte si associano l'Etere e L'Astrale, perché l'uno e l'altro sono
invisibili agli occhi fisici.
Ad esser precisi, però, bisogna dire che l'Etere ha molto più a che fare con la materia che
con l'astrale; l'Etere ha quattro funzioni o per
meglio dire è quadruplice, e le sue quattro
nature, ancorché distinte, si compenetrano
strettamente. Sappi, per cominciare, che esso
assimila le energie terrestri che muoiono e le
trasforma; dopo di che crea, dando agli umani le loro capacità riproduttive. La sua terza
funzione concerne direttamente tutto ciò che
è fluido vitale, ossia sangue o linfa, a cui procura vita, nutrimento e calore mediante la
sua sottilissima luce.
Infine esiste un Etere riflettente, un Etere a
cui attingono talvolta i cosiddetti medium o
spiritisti, e che può esser fonte di grandi scoperte come di errori incalcolabili. Se ben diretto può essere usato quale memoria, perché
in esso si riflette e s’inscrive per sempre anche il più insignificante evento terrestre; per
usare un termine tecnico, sappi che è un nastro magnetico fantastico. Ed è qui che volevo
arrivare, come puoi capire.
Questo, in cui ci troviamo, è uno dei molti
luoghi in cui si può avere facilmente accesso
alla Memoria universale.
Le entità incaricate del mondo astrale hanno
fatto in modo che la maggior parte delle anime che si devono reincarnare possano agevolmente accedere agli Archivi della Terra.
È ovvio che chi conosce appieno il modo di
usarli non ha nessun bisogno di schermo come quello che vedi.
L'Etere avvolge completamente il pianeta, e
basta sapersi mettere in contatto con esso...
Un'anima disordinata, in preda a molti desideri, credimi non può riuscirci: vediamo sempre e soltanto quello che ci diamo la possibilità di vedere.
Tuttavia, i maestri che si trasmettono la
Grande Conoscenza sanno che l'Etere riflettente non rappresenta la perfezione in fatto
di memoria: essi ricorrono ad una sostanza
più prodigiosa, che chiamano Akasha...
Ma ne riparleremo.
Ancora incuriosito dalle reazioni delle entità
che un attimo prima erano ancora con noi,
mi chiedevo se il fatto di scegliere la rinascita
fosse comune.
- È tutta questione di purezza.
Ogni cosa è meritata.
La natura s'è organizzata in modo che un bene o un male non vadano mai perduti, e ognuno in tal modo si sceglie il suo destino a seconda di quel che deve imparare o disimparare, a seconda delle sue qualità, dei suoi difetti e delle sue possibilità.
Ognuno di noi si procura o si vieta la scelta
della prossima rinascita a seconda dei meriti
dell'esistenza precedente, e ad ogni modo sii
ben certi d'una cosa: ogni individuo avrà soltanto le prove che è in grado di sostenere.
Nulla di insormontabile è inflitto all'uomo.
Ripeti senza sosta agli esseri della Terra queste parole: ognuno vive ed opera con le carte
che, un giorno, s'è distribuito da sé.
L'unica eredità dell'uomo è quella che gli viene tramandata dalle sue precedenti esistenze, ed i saggi dell'Oriente terrestre hanno un
termine per riassumere tutto questo: dicono
semplicemente karma.
Il vostro karma è la somma di tutte le azioni
passate, "buone" o "cattive", ed in esso v'è
una delle cause del desiderio che vi porta
verso la materia; in esso risiede in gran parte
la nozione di peccato originale propria di
certe religioni.
In questo tempo, lo scopo d'ogni individuo
che appartenga al tuo pianeta è di sbriciolare
e ridurre a zero il karma o corrente karmica
che s'è forgiato da milioni d'anni a questa
parte, e che lo ha incatenato alla materia
densa.
Ma in verità sono ben pochi gli uomini che conoscono questa legge, o che sappiano di
camminare inesorabilmente verso lo stesso
scopo, quindi fai loro comprendere chiaramente che la materia è uno strumento ma
anche un ostacolo, e che per vincerla bisogna
dapprima vincere se stessi.
Chi vuole vincere con la facilità di un re,
prima deve sapersi fare re.
Vedi, uno dei più grandi segreti è quello della
trasmutazione delle energie.
L'essere, quando esce di qui, si appresta a
trasmutarsi: si concentrerà e si fonderà interamente nel ventre della sua futura madre,
portando profondamente incisa nel cuore
l'enorme somma delle esperienze passate.
Le entità che l'accompagnano veglieranno
affinché prenda possesso di un feto nei circa
ventuno giorni che seguirà il concepimento;
mediante l'introspezione, ogni uomo dovrebbe essere in grado di ricordarsi il momento in
cui ha preso posto nel corpo di sua madre, e
dovrebbe sapere d'esservisi fuso lentamente
ed in piena coscienza, e che allora, ed allora
soltanto, cominciò a cancellare dalla sua memoria, per quella vita, tutto ciò che era stato
prima...
(Segue nel volume tre)
Volume
due di tre
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