Volume tre di tre Avanza con un clic (Seguito del volume due) Stavamo arrivando nei pressi di un masso roccioso alto un buon centinaio di metri; ne vedevo di quando in quando la cima rossastra sorgere dal luminoso verde della giungla mentre avanzavamo rapidamente, in silenzio. Ad un tratto ci giunse all'orecchio il canto d'una cascata, e poco dopo fummo ai piedi della roccia color corallo. La maestà di quel picco dal profilo frastagliato che si ergeva bruscamente nel bel mezzo d'un infinita abbondanza di vegetazione mi soggiogava. All'altezza del suolo, un rivolo d'acqua zampillante sgorgava dalla roccia e si perdeva poi in una cascata incastonata nel muschio pochi metri più in basso. Poco distante dalla sorgente zampillante c'era un essere, che non avevo notato perché ero tutto preso dall’aspetto incantato del luogo. Me lo indicò la guida, con un dito. - Quest'essere, come tutti quelli di questo mondo, è un'entità disincarnata, disse di un tratto. Aveva pronunciato proprio il termine di entità, parola che mi pareva in effetti molto adatta agli abitanti del mondo astrale che avevo incontrato fino a quel momento, perché c'era qualcosa di luminoso, qualcosa che mi turbava, in ognuna delle creature di quell'universo, al punto che la qualifica di entità disincarnata era meravigliosamente appropriata. Tuttavia non potei fare a meno d'intervenire candidamente: - Voi dite disincarnata, eppure essa possiede un corpo… - Un corpo, sì, ma non di carne; un corpo d'energia sottile, luminosa! Il mondo astrale, con tutto ciò che contiene non è un universo materiale, ma è pur sempre un universo fisico. Rappresenta lo stampo, il modello del suo doppio materiale, e per quanto sia invisibile agli occhi del suo doppio, riversa in esso un flusso incessante d'energia; ed è questo flusso impalpabile a mantenere ed a sviluppare sulla Terra ciò che si chiama "Vita". L'essere di cui la mia guida mi aveva indicato la presenza si dava singolarmente d'attorno: indossava semplicemente dei larghi calzoni chiari e se ne stava in piedi a torso nudo, come davanti ad uno schermo invisibile. Di quando in quando, tra un momento di raccoglimento e l'altro, con un braccio o con l'altro, disegnava un'ellissi nello spazio circostante, e i suoi gesti lenti talvolta s'animavano d'una certa frenesia. Eseguiva una sorta di danza dai ritmi sfumati, come un direttore d'orchestra sinfonica. - Guarda bene cosa raccoglie ogni sua mano in quei movimenti cadenzati... Fu allora che vidi l'aria, l'atmosfera o la sostanza che ci avvolgeva tutti, coagularsi sulla punta delle dita dell’entità in sfere di luce dalle cento diverse tonalità; dico coagularsi, e non è una metafora. A conclusione d'ogni suo gesto, il misterioso essere pareva estrarre dallo spettro solare delle masserelle dai vivaci colori, che poi con un gesto improvviso fissava ad una, superficie verticale, liscia, invisibile, che pareva trovarsi ad un buon metro di distanza. Con prodigiosa destrezza e rapidità, creò così una specie di dipinto non figurativo, incredibilmente radioso, in cui si mischiavano felicemente le più inaspettate tonalità. La guida si sentì in dovere di spiegarmi quel fenomeno senza attendere oltre: avevamo appena assistito ad un atto pittorico astrale! E l'essere che avevamo visto all'opera non era nient'altro che un pittore. Mi venne tuttavia precisato che quelle pennellate giustapposte a cui non riuscivo a dare un senso erano invece del tutto figurative, ma la non conoscenza di quell'universo me ne velava il significato. - Cerca di capire: esistono tante differenze percettive tra quell'uomo disincarnato e te quante ce ne sono fra te e un gatto. E non è questione di superiorità o inferiorità. Il fatto è che non potete possedere il senso delle stesse realtà e delle stesse astrazioni. Il gatto vive in un mondo da gatto con una sua mentalità ed una sua logica particolare, cosicché i suoi sensi gli forniscono una vista unica al mondo! E quest'essere, come tutti quelli che vivono qui, ha un modo personale, tutto astrale, di percepire il reale. Se tu avessi lasciato per sempre il mondo della carne, avresti percezioni identiche alle sue: non scordarti che ti trovi tra le entità dell‘astrale, ma non con esse. Il tuo corpo di luce vibra ancora ad una frequenza troppo dissimile dalla loro; né possono vederti, il che spiega la loro completa indifferenza al tuo avvicinarti. La guida in seguito mi fece un discorso alquanto tecnico sulle modalità di pittura usate dall'essere che si trovava di fronte a noi e che stava ultimando la sua opera: mi disse che la luce dell'astrale o del regno d'oltre morte è una sostanza, in tutti i sensi del termine; una sostanza dotata di vita intensa e composta di atomi che sono gli archetipi di quelli che danno vita al nostro universo fisico. Per creare, il pittore astrale lavora direttamente con queste particelle di vita, e l'opera sua non ha alcun carattere definitivo, perché i colori si muovono in continuazione sulla tela. In tal modo l'artista illustra le relazioni privilegiate tra il corpo astrale e la Natura sublimata di quel luogo. - Armonia! Se c'è un'impressione che desidero che tu conservi del nostro primo incontro, è quella dell'armonia; è ben poco che mi conosci consciamente, e tuttavia ho cercato di mostrarti già molte cose, forse troppe. Se la memoria non riesce a conservare un ricordo preciso di tutta questa tua esperienza, conserva almeno nel cuore l'immagine armoniosa di questo luogo. Perché è l'unione con la Natura, con l'intero Cosmo, ciò che più manca a tutti gli uomini della Terra. Questo giorno è per te l'alba d'un giorno nuovo: l'esperienza che stai vivendo è riservata a pochi esseri ancora appartenenti ad un mondo di materia densa. Desidero che tutti i fatti siano raccontati, tutti. Per quanto ne sarai capace, più a lungo che potrai. Il mondo degli uomini ha un gran bisogno di certezze, e non capisce più né la propria vita né il proprio scopo. Impari dunque che la morte non è morte, e per mezzo di questa lezione saprà ciò che è. Soprattutto, non rispondermi subito. Qualsiasi sia la tua decisione, va meditata a lungo. Vedi, il grande motore che aziona l'Universo è come un serbatoio d'energia con due poli opposti ma complementari, e la comunione dei vostri sforzi è in grado di agire secondo quel modello. Vi evolvete in un'epoca che si nutre di Stampa: offri dunque un reportage, una storia vissuta, scritta con semplicità, una testimonianza per tutti. La mia guida mosse qualche passo e si sedette sull'erba. Il suo sguardo non mi abbandonava mai, e rischiarava la mia ricettività, il mio stupore, la mia inquietudine. Fu in quelle circostanze che ricevetti, per quel giorno, le ultime parole dell'Essere che doveva servirci da iniziatore in uno strano universo. - È tempo, ora, che tu reintegri il tuo corpo. Sorridi al tuo guscio di carne, perché il sorriso è il rimedio più semplice. Vidi la mia guida fare un segno con la mano, un segno che non compresi ma che ricevetti come un regalo. Allora un'ondata di calore mi cadde addosso, ed un uragano di luce mi cancellò la vista. Credetti di precipitare in fondo ad un burrone, ma seppi che precipitavo in fondo a me stesso. Il soffitto della mia camera era già sopra di me, nella nebbia delle mie palpebre che battevano a gran velocità. Avevo mal di testa e gli arti si rifiutavano di obbedirmi. Come avrei reagito a tutto questo? Le ore ed i giorni che seguirono al mio "ritorno" furono penosi: momenti di esaltazione si alternavano a momenti di prostrazione, e mi dicevo che forse avevo la prova dell'immortalità dell'anima, che era una cosa fantastica, ma poi una specie di rifiuto prendeva il sopravvento e mi sentivo scoraggiato. D'altronde, chi avrebbe mai potuto credermi? Mi avrebbero immancabilmente preso per un illuminato nel senso negativo del termine... Mi rivolgo a voi, uomini infingardi dal cuore di pietra che vi celate nell’ombra. Voi, che per soddisfare la vostra sfrenata bramosia del potere, senza battere ciglio, avete ridotto interi popoli alla povertà, alla fame, alle malattie. Avete tolto loro, finanche la dignità! Ravvedetevi finché siete in tempo. Poiché i «venti dell’Amore» vi spazzeranno via come foglie secche al vento. So di essere deriso dalla scienza scolastica, sono sprezzato da voi, potenti della terra; se parlate di me, mi definite un indemoniato, un malato di mente, un ciarlatano, un essere insomma, nocivo alla società. Se vi parlo non mi ascoltate; le mie sono utopie, cose irreali, fantastiche non adeguate ai tempi, alla vita attiva, alla vita di ogni giorno. Avete ragione! Lasciamo da parte i sogni e i sognatori; nella vita ci vuole qualcosa di meno fantastico, qualcosa di molto reale. Chiudete gli occhi... Ecco fatto, ora possiamo guardare: stanno difronte a voi, o potenti, gli orrori delle guerre, delle insurrezioni causate dal vostro opprimere e sfruttare; stanno di fronte a voi, o fanatici, i roghi, gli eccidi, gli opportunismi di un clero corrotto. Stanno di fronte a voi, o ignoranti, le torture e i veleni che avete dato alle povere cavie in nome della scienza. Questo volevate vedere? Il cannibalismo della società? Questo è reale, di ogni giorno. É inutile che ci si getti la colpa l'uno sull'altro, che si dica di lavorare per la pace, quando si lavora per il proprio interesse, che si consacri la propria vita sotto il crisma della missione umanitaria, quando è esercizio di una delle professioni più corrotte, che s’inauguri il nuovo culto di Maria, la dolce, perché in nome del Padre e del Figlio si sono commesse troppe violenze. ed ora ditemi … “Dove eravate o infingardi, quando Io creavo la terra? Dichiaratemelo se avete intelligenza. Chi ha stabilito le sue dimensioni, lo sai? O chi ha tracciato su di essa le coordinate per misurarla? Dove sono fissate le sue fondamenta? O chi pose la sua pietra angolare, quando le stelle del mattino cantavano tutte insieme e tutti i figli di Dio mandavano grida di gioia? Chi rinchiuse il mare nelle sue rive, quando proruppe, come se uscisse dal grembo materno? Quando gli diedi le nubi per vestito e per fasce l’oscurità? Da quando vivi hai mai comandato al mattino o insegnato all’aurora il suo posto, perché essa afferri le estremità della terra? Essa si trasforma come creta sotto il sigillo, e le cose spiccano come un vestito. Sei forse giunto fino alle sorgenti del mare, o sei mai andato in cerca delle profondità dell’abisso? Ti sono state mostrate le porte della morte, o hai forse visto le porte dell’ombra di morte? Hai mai considerato l’ampiezza della terra? Dillo se sai tutto questo. Tu che vuoi dominare il mondo! E tu, forse conosci dov’è la via che guida alla dimora della luce? Tale “Via” non potrai conoscerla finché vivi nelle tenebre della tua Anima! Hai forse visto i depositi della grandine che io tengo in serbo per i tempi di calamità, che tu provocherai poichè ignori la Mia presenza in te? Sai forse tu dirmi per quale via si diffonde la luce o si propaga il vento orientale sulla terra? E chi disseta la terra deserta e incolta, per far germogliare e crescere l’erba, gli alberi e le foreste? Certamente non tu, che miri esclusivamente al suo sfruttamento, senza amore e rispetto. Puoi tu unire insieme i legami delle Pleiadi? O sciogliere le catene di Orione? Puoi tu far uscire a suo tempo le costellazioni del cielo? Conosci tu le leggi del cielo? O puoi tu stabilire il loro dominio sulla terra? Hai dato tu le meravigliose ali al pavone reale? É al tuo comando che l’aquila si leva in alto e fa il suo nido nei luoghi alti? No, certo che no! Non vi ho dato l’intelligenza per opprimere i vostri fratelli, ma per servire la vita. Vi ho dato l’abbondanza affinché la condivideste. La forza per lavorare. L’intuizione per conoscermi meglio. Ma voi, avete preferito allontanarvi da Me, dall’amore. Badate che non ricada su di voi, lo scempio cui vi state macchiando. Tale scempio, non è soltanto una precisa responsabilità dei «Potenti», ma anche e soprattutto, perché l’uomo terrestre non sa ancora amare! Anziché onorare il Creatore con la propria vita, inneggia al dio denaro. Volume tre di tre