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(Continuo del volume due)
[…] Stavo immobile in un angolo del cortile:
i miei occhi si ricordano sempre di quel giallo
ocra forse troppo vivace dei miei calzoni e
dell'ampia camicia color bianco sporco che
indossavo. Accanto a me c'erano due donne,
due donne e un uomo: il volto di una di loro è
svanito nella notte del tempo, cancellato dal
volto dell'altra che ancora mi prende a tal
punto che è come se mi stesse gridando la
sua volontà d'esser descritto... sento sempre
i suoi occhi pieni d'inquietudine e di sorpresa
che fissano i miei. Chi era?
Non era di qui, e io...
L'uomo, invece, smozzicava parole che non
capivo, o di cui non mi ricordo più: aveva il
livore di quelle persone la cui fredda violenza
si prepara ad esplodere.
Feci un passo indietro e mi trovai con le spalle contro un muro: l'uomo aveva una spada, e
la vidi in quel momento soltanto.
Dalla sua bocca non usciva più nulla.
Una delle donne allora si coprì il volto con le
mani. Io non capivo nulla: cosa voleva da
me? Che cosa aveva detto?
Mi cadde addosso un'ondata di freddo muto
e tagliente: il filo della spada affondava nel
mio fianco destro, ed il dolore fu insopportabile per una frazione di secondo, poi sentii
che le labbra s’irrigidivano ed un velo opaco
mi avvolse d'un tratto... poi, più nulla: neppure la notte, solo un abisso d’amnesia.
La mia guida, seduta di fronte a me, mi ascoltava pazientemente mentre rievocavo questi
ricordi, questi istanti che non collegavo a nulla ma che si accanivano a gironzolare dentro
di me. Ma erano poi davvero ricordi?
I suoi occhietti annuirono: - Sì, sono proprio
ricordi.
Hai vissuto quel momento un po' più di due
secoli fa. Molti, come te, hanno di quando in
quando nel corso della vita dei flash che attraversano la mente da parte a parte, vestigia
del passato o segni annunciatori del futuro;
la donna di cui hai parlato ed il cui sguardo ti
è rimasto così impresso non è altri che quella
che oggi è al tuo fianco... spesso gli esseri si
ritrovano da un'incarnazione all’altra, perché
le epoche e le prove creano tra loro un attaccamento profondo, dei legami karmici, e anche se il ruolo di ognuno rispetto all'altro può
naturalmente variare, spesso accade che le
costanti di chi cammina insieme verso un‘evoluzione comune restino analoghe.
Tuttavia, vedi, le nozioni di passato e futuro
sono illusorie, legate all'esistenza nella materia - nient'altro - e nemmeno l'astrale fa eccezione! Per capire i fatti in modo giusto, bisogna salire ancora più su, laddove nessuna
forma è cristallizzata. - Ancora più in alto?
- Certo! Che cosa credi? Questo non è certo
l'ultimo dei mondi che dobbiamo raggiungere, né il più bello, né il più puro. Credi forse
che l'esistenza si riassuma in un perpetuo
scambio tra l'astrale e la Terra?
E a che servirebbe?
Sarebbe soltanto un assurdo girotondo!
Ma lo scoprirai da te, poco per volta.
Per ora seguimi, piuttosto, perché oggi ho
tante cose da mostrarti. Ormai non eravamo
più soli: esseri di tutte le età, di tutte le razze, andavano e venivano, sebbene non prendessero il nostro stesso sentiero, preferendo
sovente dirigersi verso un'altra destinazione,
defilandosi nel folto degli alberi.
- Puoi indovinare da te che questo è uno dei
luoghi preferiti dagli esseri che hanno raggiunto questo livello del mondo dell'anima: la
bellezza, la freschezza primaverile di questo
luogo non ne sono le sole ragioni, perché ciò
che attira qui le entità è la concentrazione di
ogni tipo di edifici, di costruzioni... per così
dire “pubbliche”!
Ci sono moltissimi edifici, liberi a tutti. Ma
prima di continuare, possiamo fermarci qui:
ecco ve n’è infatti uno che è di natura un po'
particolare... ed anche del tutto speciale.
Il mio amico puntò il dito sulla mia sinistra, e
finii con l'indovinare, verso il luogo a cui eravamo diretti, una sorta di grande parallelepipedo bianco alto un metro e mezzo circa.
Arrivati ad una decina di passi di distanza,
vedemmo una stretta scala che scendeva sottoterra consentendo l'accesso all'edificio; subito mi incuriosì, perché non aveva nulla in
comune con quelli che avevo visto fino a quel
momento: aveva forme un po' massicce, rispetto agli altri, così aerei. Doveva esser lungo
una decina di metri, e a parte quella via d'accesso sotterranea non vidi alcuna apertura.
- Non farti ingannare da quanto vedi; in un
certo senso è simile ad un iceberg, infatti la
costruzione è per tre quarti invisibile perché
sotterranea.
Quella che appare è soltanto la parte superiore d'un grande cubo che ha funzioni speciali.
L’entità umane penetrano in questo luogo solo molto raramente, una sola volta dopo ogni
incarnazione terrestre.
Qui, la chiamano la Camera dei Ricordi. Già ti
ho parlato di cosa succede dopo la morte d'un
individuo, ti ricordi?
Nelle ore e anche nei giorni che seguono l'avvenuta separazione tra il corpo astrale ed il
corpo fisico, l'essere umano, divenuto allora
un'entità, rivede dettagliatamente tutto lo
svolgersi della sua esistenza, e vi assiste come un vero e proprio spettatore, uno spettatore che non prova nessuna emozione alla vista d'un film.
Un film che, d'altronde, gli viene proiettato,
per così dire, "in marcia indietro". L'entità
inizia dunque col rivedere le ultime ore prima
della morte, per poi risalire lungo il filo del
tempo fino al minuto preciso della nascita.
Naturalmente l'intero processo ha una diversa durata a seconda degli individui, e per averne un'idea bisogna sapere che di solito dura il tempo in cui riusciva a star sveglio quell‘essere durante la sua vita: come vedi, può
variare di molto.
È puramente un fatto di resistenza personale,
ma si tratta d'un dettaglio, come puoi immaginare, di importanza molto relativa.
- Ed è qui, che questo avviene?
- No, affatto.
Perché tranne che negli individui particolarmente evoluti e completamente staccati dalla
vita terrestre, il corpo astrale, nei giorni che
seguono il decesso, resta in prossimità dei
luoghi e degli esseri che conosceva.
Questi ricordi in retromarcia ricevuti automaticamente dal corpo astrale gli vengono dal
corpo eterico, e capirai dunque che, prima di
dissolversi lentamente, contemporaneamente
al corpo di carne ed ossa, il corpo eterico agisce come un proiettore sulla coscienza
astrale.
Le sue forze, il suo contenuto, vengono infine
ad iscriversi nei vari strati dell'Etere di cui
già ti ho parlato, ed ecco che il ricordo di un‘intera vita va ad impregnare indelebilmente
lo strato che gli serve da calamita.
- Ma allora, dissi, questa Camera dei Ricordi
serve per mettersi in contatto con questa
parte dell'Etere che può registrare ogni
cosa...
- No, disse il mio amico posandomi una mano
sulla spalla, non è proprio così.
Le cose in realtà sono un po' più complesse:
l'Etere ci fornisce soltanto una memoria della
Natura, ossia dei riflessi un po' troppo imprecisi di ciò che fu la realtà e che possono essere soggetti a interpretazioni sbagliate;
purtroppo è questo, che leggono i tre quarti
dei chiaroveggenti.
Inutile cercare altre cause ai loro frequenti
errori o alle loro imprecisioni.
Esiste una varietà di Etere infinitamente più
perfetta che nel contempo è luce e che è davvero il registratore perpetuo di tutto quanto
avviene nell'Universo.
Puoi indovinare da te che questa sostanza
non ha un contatto diretto con la semplice
materia, e che quindi riceve con un mezzo
diverso, che è inutile spiegare, tutte le
informazioni vere e proprie emesse da un
corpo eterico.
È l'Akasha di cui già ho parlato, è la memoria
del tempo. Te ne ricordi? Questo cubo per tre
quarti sotterraneo non è altro che una sala
di lettura dell'Akasha.
- Bisogna ancora che le anime rivivano qui la
loro vita terrestre per qualche ora?
- È indispensabile.
È il prezzo necessario per progredire; soggiornare in questo edificio è forse il solo istante doloroso che un corpo astrale disincarnato
possa conoscere.
Questa volta, la visione d'ogni sua azione gli
ritorna nell'ordine giusto, così come i sentimenti che provò o fece provare agli altri.
Non sempre è gradevole, perché tutti, in fondo al cuore, abbiamo un certo numero di cose
da rimproverarci, e l'auto-giudizio in piena
lucidità e coscienza, con un senso critico più
acuto, è una cosa che si vive come una vera e
propria prova.
Sappi che un errore riconosciuto e sentito è
un male in via di guarigione: ecco perché tutto questo è indispensabile. E qui si spiega
l'Ultimo Giudizio che ognuno infligge a se
stesso. Hai dunque conosciuto un luogo simile innumerevoli volte, e così è per tutti coloro
che leggeranno la tua testimonianza.
Nessuno fa eccezione. È la legge dell'avanzamento verso una maggiore perfezione che lo
impone, e siamo noi stessi, e nessun altro, a
desiderarlo in fondo al cuore. Ma non è ancora venuto il tempo in cui tutti gli uomini potranno cogliere il senso di queste parole.
Fai conoscere il più semplicemente possibile
quello che hai sentito, e fai sì che si senta bene la speranza che dimora in fondo ad ogni
cosa... Questa contrada non è la più elevata
fra quelle che compongono l'astrale, anzi, ne
è ben lungi. Ma seguimi ancora, perché ti si
possono spigolare molti altri insegnamenti.
Avevo mosso alcuni passi, e potei così notare
una donna emergere dalla scaletta che portava al centro del cubo; non aveva affatto l'aria
provata, ma era come assorta profondamente
in un sogno ad occhi aperti.
Due entità che non vidi arrivare le furono
accanto immediatamente.
- Se il tuo sguardo te lo permettesse, sapresti
che il corpo fisico di questa donna è stato
cremato sulla Terra, secondo le prescrizioni
della sua religione. Poco importa, naturalmente, ciò che dicono le usanze a questo proposito, ma la forma degli ossequi è sempre
rivelatrice del livello evolutivo d'un popolo:
bruciare o sotterrare un corpo comporta delle
combinazioni chimiche diverse, ma anche e
soprattutto delle ripercussioni a livello dell‘Etere. La scelta migliore è sempre quella della razza o della nazione a cui si è appartenuti,
perché alla base c'è sempre una ragione
importante.
Non bisogna confondere tutto: il mondo in cui
ti trovi è un mondo intermedio, e non è il Paradiso che metà degli uomini sogna e di cui
ride l'altra metà. Qui siete in uno dei più bassi regni dell'universo astrale, un regno che
alcuni hanno chiamato Devachan. Il che significa che l’entità che vivono qui non hanno
ancora ucciso i loro principali appetiti terrestri: non hanno ancora finito di dedurre la grande lezione impartita da ogni loro vita nella
materia, ossia che soltanto l'Armonia tra gli
esseri e tutti gli elementi della Creazione può
aprire le porte della Conoscenza e della
Felicità.
Ti basta dare un'occhiata intorno per vedere
che questi esseri sentono ancora il bisogno di
darsi ad occupazioni molto terrestri; è possibile vederne alcuni che desiderano cibo, mentre la luce astrale basta a procurargli la vita.
Ma guardati bene dal compiangerli o dal considerarli con pietà, perché questo è un luogo
di riposo e di felicità per coloro che non sono
riusciti a raggiungere un livello di coscienza
più elevato.
Ciò che non bisogna fare e su cui la tua testimonianza deve insistere, è che gli esseri
umani, alla conclusione della vita terrestre,
si accontentino di desiderare questo suolo
che stiamo calpestando.
Aspirare soltanto a questo mondo è sbagliare
strada certamente; il Devachan non è niente
di più d'una sosta, una semplice tappa di riposo: la Verità e l'essenza delle cose non è qui
che si svelano, ma molto più in alto.
Ti ricordi quelle alte vette dorate disseminate
di acacie? Sono soltanto la soglia dell'universo a cui l'umanità deve aspirare.
Dunque, per quanto bella, quella parte dell‘astrale sarà sempre e soltanto uno dei primi
gradini della scala che deve condurre l'Umanità intera verso una più sublime Realtà.
Misuro appieno la portata di questi termini
che, quale che sia la loro risonanza, non vogliono collegarsi a nessuna religione o credenza particolare.
Ciascuno vi attinga ciò che gli serve. Continuo ancora un po' il cammino a fianco della
guida che mi dava, di quando in quando, indicazioni sulle attività che vedevo praticare.
Finimmo col ritrovarci nei pressi d'un gruppetto di tre donne e due uomini chini su di una
sfera trasparente dai riflessi color malva,
dentro alla quale girava una specie d'elica e
che poggiava su tre minuscole piramidi bianche in mezzo all'erba.
L’"oggetto", nel suo insieme, doveva essere
alto un metro abbondante, e le cinque entità
erano assorte nell'appoggiare le mani sulla
superficie trasparente, per poi posarle ben
aperte sul suolo.
I cinque non lo facevano contemporaneamente ma a turno, come per alternarsi.
Inoltre i due uomini sorvegliavano da vicino
la corretta posizione delle piramidi, di cui
modificavano leggermente ma regolarmente
l'orientamento.
La guida mi spiegò che stavano tentando di
mettere a punto un mezzo di propulsione i cui
principi sono oggi ancora insospettati sulla
Terra:
- La vera energia è intorno a noi, flusso e riflusso impalpabile che permette tutta questa
vita! È una forza ondulatoria, un'onda che si
sviluppa all'infinito.
No, non è di una qualunque energia solare
che sto parlando, né di qualcos'altro basato
sulla danza degli atomi: tutto questo un giorno apparterrà al passato, com’è oggi obsoleto
il carro a vapore; si tratta di qualcosa di molto più sottile, che è alla fonte stessa della Vita. Vedrai... Appariranno sulla Terra esseri
che vi faranno scoprire una nuova scienza, o
piuttosto un nuovo modo di vedere il movimento, il tempo. Queste cinque entità prepareranno loro la strada, sensibilizzando le coscienze, perché lo sconvolgimento dei concetti
sarà talmente profondo che potrà aver luogo
solo progressivamente.
Quanto agli esseri che ho menzionato, non
verranno da questo luogo ma da molto più in
alto. Sarà una cosa progressiva ma, credimi,
sarà come un gran tuono per tutta l'Umanità.
Non trascorreranno più di trent'anni prima
che i Terrestri comincino a vederci chiaro: il
segreto di tutto, vedi, sta nella costituzione
del corpo umano.
Oh, certo che non sono necessarie le
dissezioni con il bisturi, qui!
Per corpo umano intendo l'insieme dei corpi
umani, ossia tutti gli involucri sovrapposti un
sull'altro, sempre più sottili, e di cui il corpo
astrale, come già sospetti, è soltanto un elemento.
Tutti gli uomini, in ciò che hanno di più profondo, sono veri e propri ricettori e trasformatori d'energia. È la Coscienza Cosmica che
vedrà fiorire tutto questo!
(Nota: quest’esperienza è stata vissuta nella
metà degli anni ’70)
I cinque erano sempre ignari della nostra
presenza, e mi ritrovai a contemplare il lento
movimento rotatorio dell'elica o di quel coso
che pareva un'elica.
Vidi che il cielo cominciava a rosseggiare, e
che le sue sfumature giocavano con il pergolato che ci ospitava.
- Potremmo continuare ancora a lungo in
questa direzione, disse piano la guida, ma
non vi pare che basti?
Uno strano calore mi salì dentro, e fu come se
la mente si svuotasse. Era di nuovo ora di
riprendere l'abito di carne ed ossa.
Compresi e accettai.
Volume
tre di tre
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