LA RIVOLUZIONE AMERICANA Nel XVI secolo gli Inglesi si erano stabiliti sulle coste dell’America del Nord Tra di essi c’erano numerosi “padri pellegrini” (protestanti inglesi che avevano aderito al calvinismo), i quali, per sfuggire alle persecuzioni religiose, lasciarono l’Inghilterra con l’intento di emanare leggi giuste, imparziali e tolleranti nel nuovo mondo A loro si deve il famoso “giuramento della Mayflower”, considerato il più antico documento della democrazia americana che ancora oggi viene ricordato nel “giorno del ringraziamento” (il quarto giovedì di novembre) Lungo le coste atlantiche nacquero dunque le prime tredici colonie inglesi, la cui popolazione era costituta da Inglesi, Scozzesi, Irlandesi, Francesi e Tedeschi emigrati Le colonie continuavano a dipendere dalla madrepatria inglese ma da subito svilupparono una coscienza nazionale autonoma L’economia delle colonie si basava: a) sul commercio in prossimità delle coste atlantiche b) sulle attività agricole nelle zone interne primi coloni Ben presto però i territori conquistati risultarono insufficienti per soddisfare i bisogni di tutte le persone che continuavano ad affluire dall’Europa, perciò molti coloni decisero di spostarsi alla ricerca di nuove terre da esplorare e sfruttare I pionieri cominciarono a spingersi verso il FAR WEST (= “lontano ovest”) anche in carovane incontrando la resistenza degli “Indiani” o “Pellerossa” decisi a difendere i loro legittimi territori LA POLITICA INGLESE VERSO LE COLONIE L’Inghilterra cominciò ad imporre pesanti restrizioni alla libertà di azione dei coloni I coloni non avevano il diritto di inviare propri rappresentanti al Parlamento I coloni non potevano partecipare alla discussione delle leggi che li riguardavano Gli Inglesi consideravano le colonie un mercato di sfruttamento da parte della madrepatria I coloni dovevano far pervenire i propri prodotti (tabacco, cotone, rum) e le proprie materie prime solo sui mercati inglesi, su navi inglesi e al prezzo voluto dagli Inglesi I coloni erano costretti ad importare unicamente prodotti di fabbricazione inglese (manufatti e macchine della nascente industria inglese) Era persino vietato alle colonie intraprendere attività produttive in concorrenza con quelle della madrepatria Intanto nel corso del XVIII secolo cominciarono a delinearsi profonde differenze tra le colonie del Nord e quelle del Sud a causa delle differenze climatiche, ambientali ed economiche: • Al Nord prevalevano i mercanti e gli artigiani (poi industriali) • Al Sud invece era fiorente l’agricoltura basata su grandi proprietà dove l’aristocrazia sfruttava il lavoro degli schiavi neri nelle piantagioni di cotone, tabacco e canna da zucchero Alcuni episodi esasperarono i coloni nei confronti del Governo inglese In particolare l’imposizione di nuove tasse da parte del Parlamento su alcuni generi di consumo che le colonie erano obbligate ad importare L’esasperazione dei coloni inglesi aveva fatto sorgere alcune organizzazioni popolari (tra cui i Figli della Libertà) dall’atteggiamento antibritannico che indicavano nella conquista della piena indipendenza la sola linea d’azione A far precipitare gli eventi fu il TEA ACT, l’atto emanato dal Parlamento inglese nel 1773, con cui alla Compagnia delle Indie orientali veniva concesso il monopolio del commercio del tè, danneggiando in tal modo i traffici dei coloni americani COMPAGNIA DELLE INDIE ORIENTALI I Figli della Libertà, travestiti da Indiani, la notte del 16 dicembre 1773 assalirono tre navi della Compagnia nel porto di Boston, gettandone in mare l’intero carico Si riunì il primo Congresso continentale a Filadelfia nel 1774, dove però prevalse la linea moderata, infatti le colonie rinnovarono la fedeltà al re ma confermarono il boicottaggio delle merci provenienti dall’Inghilterra Venne in quell’occasione redatta la Dichiarazione dei diritti fondata sui tre seguenti principi: Gli uomini sono tutti uguali Gli uomini hanno diritti inalienabili Governo legittimo è quello che governa con il consenso dei governati Inviate a Londra per la sanzione regia, le proposte dei coloni furono tutte sdegnosamente respinte dal re Giorgio III Tale gesto fece esplodere la guerra d’indipendenza americana RE GIORGIO III GUERRA D’INDIPENDENZA AMERICANA L’opinione pubblica era divisa in due schieramenti: lealisti (favorevoli agli Inglesi) e patrioti (che miravano all’indipendenza) Le colonie non avevano un esercito regolare, la cui formazione fu decisa nel secondo Congresso continentale riunitosi nel 1775 ancora a Filadelfia I rappresentanti delle 13 colonie americane sottoscrissero il 4 luglio 1776 a Filadelfia la Dichiarazione d’indipendenza, redatta da Thomas Jefferson Thomas Jefferson Dichiarazione d’Indipendenza La Dichiarazione si fondava sulla sovranità popolare e sulla difesa dei diritti dell’uomo (il diritto alla vita, alla libertà e alla felicità) Le colonie assumevano il nome di Stati Uniti d’America Il comando dell’esercito venne affidato a George Washington Un aiuto alle colonie giunse anche da volontari europei, dall’ingresso in guerra della Francia, della Spagna e dell’Olanda George Washington Ad isolare l’Inghilterra contribuì l’opera diplomatica di Benjamin Franklin che determinò la nascita della Lega dei neutri (Russia, Prussia, Austria, Svezia, Danimarca e Portogallo) Benjamin Franklin L’Inghilterra si trovò costretta alla pace e a riconoscere ufficialmente con il trattato di Versailles (3 settembre 1783) l’indipendenza delle colonie e la loro trasformazione in Stati Uniti d’America Firma del trattato di Versailles bandiera del nuovo stato GLI ESORDI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA Subito dopo la conquista della indipendenza, si manifestarono dei contrasti tra le colonie sull’organizzazione dello Stato Vi erano due opposte correnti di opinione: da una parte i repubblicani antifederalisti, guidati da Thomas Jefferson, fautore di una politica economica agricola e oppositore delle concentrazioni commerciali e bancarie di tipo monopolistico Thomas Jefferson dall’altra i federalisti, intenzionati a raggiungere una soluzione unitaria capace di rendere il nuovo stato forte e compatto, guidati da Alexander Hamilton Alexander Hamilton Alla fine prevalse la tesi federalista Il 17 settembre 1787 venne varata una Costituzione federale che prevedeva un Governo centrale retto da un Presidente un sistema bicamerale (con un Senato e una Camera dei Rappresentanti) Il 4 marzo 1789 venne eletto il primo Presidente nella persona di George Washington che svolse il suo compito nelle capitali provvisorie (New York e poi Filadelfia) George Washington ASPETTI RIVOLUZIONARI DELLA COSTITUZIONE AMERICANA La Costituzione degli Stati Uniti è in vigore ancora oggi È la prima grande Costituzione moderna perché non fu concessa da un sovrano,bensì votata da un’assemblea di rappresentanti del popolo Può considerarsi espressione della cultura illuminista Si basa sulla separazione dei poteri (Montesquieu) Estese il diritto di voto a una base elettorale più ampia Eliminò i privilegi ecclesiastici Proclamò la piena libertà di fede Abolì le distinzioni di rango (favorendo un tendenziale egualitarismo sociale) I primi passi del nuovo Stato vennero però offuscati dall’atteggiamento disumano e razzista dimostrato verso gli schiavi neri e gli Indiani, ai quali non vennero applicati i principi di libertà e di democrazia su cui si basava la Costituzione Gli schiavi africani (il cui numero andò aumentando vorticosamente nel corso del Settecento) venivano impiegati come schiavi nelle piantagioni del Sud Grande disprezzo venne dimostrato anche nei confronti degli Indiani che di fronte alle armi da fuoco degli Europei non poterono far altro che retrocedere abbandonando le loro praterie ai conquistatori