VIII cappella L’incoronazione di spine «Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la corte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: "Salve, re dei Giudei!"». (Mt 27, 27-29) Una relazione dei canonici di Sant’Eufemia di Isola Ossuccio, datata 1714, informa che la cappella fu realizzata a spese di Giorgio Gilardoni di Volesio. L’edificio ha pianta ottagonale complessa. La scena è ambientata nel porticato pianterreno della residenza di Pilato. Due aguzzini impongono al Cristo la corona di spine, due soldati montano la guardia. Il gozzuto gli mostra le fiche e lo schernisce togliendosi il cappello davanti a lui. L’interno della cappella ha pianta ottagonale irregolare con pilastri addossati agli angoli. Oltre l’arcata centrale del portico si preparano le tre croci e, in alto, si legge la scena dell’ «ecce homo». Oltre gli archi laterali, gruppi di personaggi in attesa del verdetto. Un nobile giovinetto scosta il tendaggio per vedere la scena Il 20 luglio 1666 Carlo Gaffuri riceve un acconto “per la pittura che si ha da fare”. Altri pagamenti sono effettuati il 10 e il 27 febbraio 1667. In una quarta ricevuta, del 13 settembre 1667, il pittore rassicura fra Timoteo Snider di essere ormai “soddisfatto in tutto e per tutto”. L’accanimento degli aguzzini. Cristo sconvolto dal dolore Ignorante e canagliesca cattiveria con la maledizione fisica e morale del gozzo ben in vista. Il battere delle luci nel buio degli interni conferisce, talvolta, un’ulteriore carica espressiva e toni drammatici alle scene. Per l’esecuzione delle statue, Agostino Silva rilasciò in data 8 luglio 1667 una ricevuta allo Snider “per saldo et compito pagamento delle statue fatte”.