LE STATUE NOTE SULLA TECNICA COSTRUTTIVA Le statue sono in terracotta dipinta. In un documento dell’Archivio di Stato di Como, del 1665, 2 marzo, sono attestati un pagamento fatto per battere la creta e un altro fatto a donne per fascine portate per “cocere dette statue”. Questo fa ragionevolmente ritenere che le statue si cuocessero in loco. Le statue venivano cotte sezionate in parti, per meglio controllarne l’essicamento e la riduzione del volume conseguente la perdita dell’acqua che aveva consentito la modellazione della terra. Le parti cave erano tenute assieme da ferri ritorti. Le mani ed i piedi erano invece fissati con cavicchi di legno. Le linee di congiunzione erano poi nascoste dallo strato di preparazione a gesso, utilizzato anche come superficie su cui far aderire la decorazione policroma. Le parti non visibili erano a volte non modellate o sommariamente rifinite. Le statue erano alla fine ancorate alle pareti, se necessario, per garantirne l’equilibrio o la sospensione, con traverse di legno. Gli ancoraggi con elementi in ferro sono da considerare interventi di successive manutenzioni, perché meno adatti, per essere soggetti alla ruggine e in ragione della loro dilatazione, che spesso provoca la frattura della terracotta in cui il ferro è inserito.” II Cappella Statua di San Giuseppe Esempio di saldatura per piani complanari II Cappella: Esempio di ancoraggio al muro con paletto di legno coevo alla data di collocazione. Si noti il punto in ferro ritorto per una maggiore tenuta della saldatura a gesso. Si noti anche come le parti non in vista erano lasciate al grezzo. II Cappella: Esempio di ancoraggio al muro con vergella metallica probabilmente applicata successivamente alla data di collocazione della statua. Cappella III Esempio di imbottiture in mattoni ed ancoraggio in legno Cappella V San Giuseppe Esempio di ancoraggio con doppia verga metallica Cappella V Dottore Esempio d’incastro di porzioni non complanari rinforzato con punti metallici. Cappella VIII Aguzzino col gozzo Esempio di sutura complanare di un arto. La porzione più leggera dell’arto includeva sempre anche la relativa articolazione. Cappella X Cavaliere Le parti corporee a nudo erano normalmente saldate al corpo immediatamente prima del loro incontro con le vesti. Cappella XII Angelo Il distacco traumatico delle due gambe dell’angioletto è avvenuto proprio in corrispondenza dei due punti di sutura. Le gambe pendono nel vuoto trattenute dai due punti metallici inseriti sottocute. Cappella XIII Apostolo I distacchi di pellicola e l’affioramento del gesso segnano efficacemente i punti di sutura delle vesti.