L’economia della truffa
Inside job
(C.Ferguson, USA, 2010)
E’ il documentario che indaga le cause
della crisi economica del 2008-2010,
vincitore dell'Oscar al miglior
documentario nel 2011.
L'autore ha spiegato che il film mette a
nudo la corruzione sistemica
negli Stati Uniti attuata dall'industria
dei servizi finanziari e le conseguenze
di questa corruzione sistemica.
Il documentario è articolato in cinque
parti (dopo un’introduzione dedicata
alla crisi dell’Islanda: perché proprio
l’Islanda si comprenderà verso la
fine…):
1) How we got here
- deregulation finanziaria in America a
partire dagli anni ’70-’80;
- cartolarizzazione del debito e
diffusione dei derivati finanziari, in
particolare dei CDO (collateralized
debt obligation):
un CDO è un’obbligazione che ha come
garanzia un debito:
1) la società finanziaria concede un mutuo;
2) rivende poi il debito a degli azionisti,
frazionando la somma, sotto forma di
CDO;
3) la società che ha emesso il CDO si rifà
immediatamente della somma concessa in
mutuo;
4) il garante della restituzione del capitale
più l’interesse del CDO al compratore
diventa colui che ha contratto il mutuo.
A differenza delle banche NON di
investimento, queste società hanno
concesso i cosiddetti mutui subprime:
un prestito subprime viene concesso
con molta facilità, senza la verifica delle
opportune garanzie per la restituzione
della somma erogata. Tali mutui, o
prestiti, vengono definiti anche
predatori: infatti, dopo i primi due anni a
tasso fisso molto basso, a partire dal
terzo anno il tasso diventa variabile e si
alza notevolmente:
quando il mutuatario diventa
insolvente (in America: circa nove
milioni di persone), tutti gli azionisti
che hanno comprato un CDO su
quel debito non avranno indietro il
proprio capitale, perdendolo
interamente. Si innesca, così, un
effetto “domino” per cui i creditori
dei titolari di CDO non potranno a
loro volta essere pagati, etc…
Responsabili della diffusione a livello
planetario dei CDO sono state anche le
Agenzie di Rating, società che valutano
l’affidabilità di titoli azionari, obbligazioni,
e qualsiasi prodotto finanziario (persino
le economie nazionali) assegnando un
rating, cioè una sorta di “voto”:
AAA: società o titoli di migliore qualità,
affidabili e stabili;
AA: società o titoli di qualità, ma meno
affidabili delle AAA;
A: la situazione economica contingente
può incidere sulle società o titoli.
2) The Bubble (2001-2007)
- Conseguenza dei “mutui facili” il mercato
immobiliare schizzò alle stelle: il prezzo
delle case aumentò vertiginosamente.
MA:
non appena si verificarono i primi casi di
insolvenza, i debitori dovettero mettere
in vendita gli immobili a prezzi più bassi
rispetto al mercato: la bolla immobiliare
si sgonfiò improvvisamente, causando
perdite finanziarie per milioni di dollari.
- Inoltre:
i cosiddetti “ingegneri finanziari”
della AIG (la più grande società di
assicurazioni americana) avevano
immesso sul mercato i CDS: credit
default swap, vere e proprie polizze
assicurative contro le eventuali
perdite dei CDO. Così, era possibile
scommettere persino contro i
PROPRI prodotti finanziari e
guadagnaci sopra:
gli “ingegneri finanziari” acquistavano
CDS relativi proprio a quei prodotti
finanziari che sapevano bene essere
(sic) “merda”…
In sintesi, si realizza un vero e proprio
“schema Ponzi”:
+ profitti con + rischi
(ma i profitti vanno ai brokers,
i rischi ai compratori dei
prodotti!!!)
3) The crisis
4) Accountability
- Chi sono i lobbisti? Una lobby è un
gruppo di pressione, e viene usato per
indicare un certo numero di gruppi,
organizzazioni, individui, legati tra loro
dal comune interesse di incidere sulle
istituzioni legislative: in Europa presso
la Commissione che ha sede
a Bruxelles, negli Usa presso
il Congresso di Washington.
Scott Talbot, capo lobbista di una delle più
potenti compagnie di servizi finanziari
d’America.
Nel caso della crisi finanziaria, i lobbisti hanno
fatto pressioni per evitare che fossero varate
riforme legislative volte e regolamentare il
mercato dei derivati.
- Anche gli economisti delle università
hanno notevoli responsabilità nella
crisi: molti di loro hanno scritto libri o
rapporti (ben pagati dai committenti)
per appoggiare e legittimare da un
punto di vista teorico la politica di
deregulation dei governi americani e i
prodotti dell’industria finanziaria.
Inoltre, molti di loro, in un evidente
conflitto di interessi, hanno collaborato
con i governi a livello istituzionale:
Glenn Hubbard, economista, accademico della
Columbia Business School, consigliere
economico della presidenza Bush.
Uno dei teorici di punta della deregulation
finanziaria che ha portato alla crisi globale.
Alan Greenspan, per 18 anni (cinque mandati
consecutivi) a capo della Federal Reserve Bank,
nonché accanito sostenitore della deregulation
finanziaria dai tempi della presidenza Reagan. Si è
sempre opposto a qualsiasi tentativo legislativo di
inserire correttivi o strumenti regolatori della
finanza americana.
Frederic Mishkin, docente di economia alla Columbia
Business School. Membro del Consiglio Direttivo della
FED, scrisse nel 2006 un rapporto sulla “stabilità
finanziaria dell’Islanda”, in seguito al quale una serie di
speculazioni finanziarie sull’isola portarono alla
bancarotta dell’economia islandese. Mishkin fu pagato
124.000 dollari dalla Camera di Commercio Islandese
per scrivere il rapporto.
Henry Paulson, banchiere, Segretario al Tesoro sotto
la presidenza Bush dal 2006. Precedentemente era
stato uno dei dirigenti della Goldman Sachs, una
delle banche d’affari coinvolte nella crisi dei mutui
subprime che lo stesso Paulson, in qualità di
Segretario, contribuì a salvare con massicci
interventi economici statali.
- Infine, anche la politica ha avuto
grosse responsabilità:
Bush ha proseguito sulla strada della
deregulation, defiscalizzando le
rendite speculative e aumentando il
divario tra i più ricchi e la classe
media, che per fare fronte alla crisi ha
dovuto:
a) aumentare le ore lavorative;
b) indebitarsi ulteriormente.
Obama ha messo nei punti chiave
dell’economia americana gli stessi
personaggi che hanno - direttamente
e/o indirettamente – causato la crisi
che ora dovrebbero risolvere.
Uno degli intervistati, alla fine del
documentario, esclama:
E’ un governo di Wall Street!
Con
il contributo
di:
Charles R. Morris, avvocato, ex banchiere, autore
del libro The Trillion Dollar Meltdown (2008),
tradotto in italiano con il titolo Crack. Come
siamo arrivati al collasso del mercato (2009)
Non ci sono parole per descrivere
la colossale idiozia dei
meccanismi finanziari degli ultimi
anni […]
Neanche un genio del male
avrebbe potuto concepire una
struttura più incline al collasso […]
Il livello di responsabilità è
immenso…
(C.Morris, Crack.)
Raghuram Rajan, economista americano di origini
indiane, docente alla School of Business di
Chicago, è stato uno dei primi studiosi esperti di
finanza a scrivere articoli che mettevano in guardia
sulla possibilità dello scoppio della bolla
speculativa mondiale.
Allan Sloan, giornalista esperto di
economia, scrive sul magazine finanziario
Fortune.
Robert Gnaizda, direttore del Greenlining Institute
di Berkeley (California). L’istituto è un
osservatorio che, con studi e ricerche,
combatte gli aumenti indiscriminati dei costi di
servizi quali banche, assicurazioni, etc.
Nouriel Roubini, docente di economia
alla NY University e presidente di RGE
Monitor, una società economica
specializzata in analisi finanziaria.
Bibliografia essenziale
C.R.Morris, Crack. Come siamo arrivati al
collasso e cosa ci riserva il futuro, Elliot, Roma
2009;
P.Krugman, Fuori da questa crisi, adesso!,
Garzanti, Milano 2012;
L.Gallino, Finazcapitalismo. La civiltà del denaro
in crisi, Einaudi, Torino 2011;
J.Stiglitz, La globalizzazione che funziona,
Einaudi, Torino 2007;
S.Latouche, La scommessa della decrescita,
Feltrinelli, Milano 2007.
Scarica

L`autore ha spiegato che il film mette a nudo la corruzione sistemica